La VOCE   COREA   CUBA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

GIÙ

SU

La VOCE ANNO XXX N°6

febbraio 2025

PAGINA 3         - 19

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
"La VOCE" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2011.
Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.
Segue da Pag.18: Una finestra sulla normalizzazione e il ritorno delle ostilità

il Governo Rivoluzionario.
Anche se effimera, fu una lezione preziosa per il mondo sulla portata della diplomazia, realizzando la vicinanza tra una piccola nazione decisa a non piegare la sua sovranità e un impero deciso a consolidare la sua egemonia nel resto dell’America.
I presidenti del momento, Raúl Castro Ruz, e Barack Obama, annunciarono al mondo l’inizio di uno storico processo di normalizzazione che si stava preparando da mesi, in conversazioni segrete.
Obama tentava di marcare la differenza tra il suo predecessore George W. Bush, anche se in maniera limitata.
Per questo, durante il secondo periodo del suo mandato, eliminò le restrizioni dei voli e delle rimesse, e sviluppò conversazioni attorno a questioni relazionate con la Base Navale di Guantánamo.
Inoltre si stabilì la collaborazione tra i guardacoste cubani e gli statunitensi nello scontro al narcotraffico, fu possibile l’ampliamento dei visti (si concessero multi visti per cinque anni), e si eliminarono le restrizioni su coloro che si potevano considerare familiari, rendendo flessibili i contatti «popolo a popolo» e gli scambi accademici.
Qusto non significò che metteva da parte la sua eredità presidenziale sul mantenimento del blocco. Era un cambio di tattica, non di obiettivo.
Le multe finanziarie alle banche che avevano relazioni con L’Avana continuarono, e si sospesero le conversazioni migratorie tra i due paesi.
Inoltre si mantenne Cuba nelle più illegittime liste elaborate dal Dipartimento di Stato degli USA: terrorismo, tratta delle persone, etc.
Mentre Cuba, nonostante i suoi ostacoli, crebbe internazionalmente in materia di cooperazione, collaborazione e solidarietà, facendo supporre il fallimento della politica estera della Casa Bianca

E DOPO…
A Obama seguì il magnate Donald Trump (2017-2021) che, senza dubbi di sorta, registrò misure e azioni senza precedenti, che spiccarono per la loro sistematicità.
Trump, con l’obiettivo d’ostacolare le principali fonti d’entrate e d’asfissiare la nazione dei Caraibi, nel suo periodo di mandato ha stabilito più di 240 misure, per danneggiare direttamente l’economia e il popolo cubano.
Il presidente successivo, Joe Biden si è mostrato senza il minimo desiderio di rovesciare quello che il suo predecessore aveva implantato.
Al contrario, ha mantenuto tutte le imposizioni e per chiuder el’anno ha dato più potere alla detta «Legge delle marche rubate», che, anche se non è indirizzata esplicitamente contro Cuba, ha come trasfondo certi interessi statunitensi che danneggiano il paese.
Nonostante tutte queste restrizioni l’arcipelago cubano si è mantenuto fermo nei suoi principi e nel compimento di tutti gli impegni assunti per scritto e rispetto allo stabilimento delle relazioni bilaterali, azioni che non sono state reciproche per la parte statunitense. ( GM/ GRanma Int.)

Segni della produzione petrolifera nazionale

Per ques’anno si prevede di realizzare una campagna d’esplorazione con la perforazione di vari pozzi di petrolio.
Autore: Carmen Maturell Senon | internet@granma.cu - 13 gennaio 2025

Nei pozzi cubani si produce solo il 6 % del greggio che c’è nel sottosuolo. Photo: Juvenal Balán
Osvaldo López Corso, capo del Gruppo d’Esplorazione e Giacimento dell’Unione Cuba-Petrolio (Cupet) ha spiegato a Granma che alla fine del 2024, la mancanza di risorse materiali e di finanziamenti ha fatto sì che la produzione del greggio nazionale sia diminuita di 138 028 tonnellate al di sotto dell’indice reale stimato e questo significa l’ottenimento del 98,5 % del petrolio equivalente.
«Senza dubbio, ha detto, anche se si producono 40 000 barili al giorno, questo copre solo la terza parte del suo consumo e gran parte di questa produzione
proviene dalla striscia petrolifera nazionale cubana, un’area sfruttata da 50 anni», ha precisato.

LA PRODUZIONE
López Corso spiegando le condizioni necessarie per rendere possibile l’incremento della produzione nazionale, ha puntualizzato che come primo passo è necessario che i fattori naturali siano propizi: «Ci vuole una roccia che genera il greggio, un’altra che lo raccoglie e una che sia il sigillo per accedere attraverso i pozzi».
Inoltre, ha spiegato ancora, si devono realizzare investigazioni per incrementare il fattore di recupero (la percentuale o la frazione del volume del greggio che si trova nel sottosuolo, che è stato estratto da un giacimento e s’incorpora alla produzione), «dato che i pozzi cubani producono solo il 6 % del greggio che c’è nel sottosuolo e il processo di produzione è molto complesso».
Aumentarlo, ha detto, significa portare questo valore al 10% o 11% e questo raddoppierebbe la produzione.
Poi ha affermato che Cupet, attraverso la politica dell’investigazione ha identificato zone nelle quali esistono giacimenti petroliferi: «per esempio, Boca de Jaruco, tra Fráile e Jibacoa, la zona de L’Avana dell’Est e Alamar, e a sud i giacimenti di Puerto Escondido e Canasí.

SFIDE
Secondo López Corso, ottenere finanziamenti che sostengano tutta l’infrastruttura petrolifera, per perforare più pozzi e incrementare la produzione, è una delle grandi sfide che esistono attualmente.
Le linee di produzione, ha spiegato ancora, i tubi, i contenitori e gli impianti di trattamento del greggio sono molto danneggiati per la presenza molto elevata di zolfo contenuto nel petrolio nazionale e la vicinanza di questi macchinari al mare.
Ugualmente è vitale scoprire greggio con una migliore qualità e incontrare giacimenti nelle coste esterne.
Per questo, ha indicato, si deve ricorrere a imprese straniere, molte delle quali hanno limiti per via delle misure del blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba.
«Siamo obbligati a ricorrere all’investimentp straniero per far sì che i progetti siano realizzabili, e innamorare queste imprese perché vogliano venire a Cuba».

LE PROSPETTIVE PER QUEST’ANNO
Quest’anno si prevede d’eseguire una campagna esplorativa con la perforazione di vari pozzi, e nuovi dati sismici a sud di Varadero permetteranno di localizzare possibili giacimenti.
Con questa campagna, ha risaltato López Corso, si otterranno tre – cinque nuove scoperte, e questo permetterà un sostenuto incremento della produzione.
Inoltre le imprese straniere che operano a Cuba otterranno nuove scoperte nei loro blocchi corrispondenti.

IL SETTORE PETROLIFERO IN CUBA
Geologicamente, Cuba ha a sud l’arco vulcanico dei Caraibi e a nord il bordo meridionale della piattaforma nordamericana. La maggior parte della produzione petrolifera in Cuba si localizza in un settore tra l’Avana e Matanzas dove si trova il giacimento più grande che possiede di riserve geologiche nell’ordine di 10 000 milioni di barili. Quasi tutto il territorio cubano, di circa 100 000 km², ha prospettive per l’esplorazione petrolifera come inoltre tutta la zona di acque poco profonde e la loro estensione verso la zona di acque profonde.
A Cuba sono state scoperte varie decine di giacimenti di petrolio, la maggior parte di questi di petrolio molto pesante, anche se ne esistono anche di petrolio leggero, medio e molto leggero.
I giacimenti si trovano fondamentalmente nel mare e sono raggiunti dalla terra con perforazioni orizzontali e questo permette non solo d’accedere al giacimento, ma anche d’ottenere una maggior produttività.
La Zona Economica Esclusiva (ZEE) di Cuba nel Golfo del Messico, condivide gli stesi scenari, la stessa roccia madre, le riserve e i sigilli della prolifica conca petrolifera del Golfo del Messico dove sono stati scoperti giacimenti giganti e si è sviluppata una delle più grandi industrie a livello mondiale.
Nella ZEE di Cuba nel Golfo del Messico esistono vari prospetti cartografati, che si stima contengono più di10 000 milioni di barili di petrolio estraibile di buona qualità (>20o API).(GM/Granma Int.)

Fonte: Piattaforma Investimento in Cuba, Ministero del Commercio Esteri.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE

 La VOCE   COREA   CUBA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.