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La VOCE ANNO XXX N°6

febbraio 2025

PAGINA 2         - 18

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Segue da Pag.17: L’ira di chi odia o l’isolamento dei falchi

I soli al mondo che si sono opposti alla decisione del governo di Joseph Biden d’escludere Cuba dalla lista spuria dei paesi presunti patrocinatori del terrorismo sono gli stessi che tramano nel presente e hanno lucrato nel passato con il sanguinoso affare della guerra contro Cuba, ai quali si sommano, obbedendo, ex presidenti corrotti e mafiosi che in altri tempi furono complici degli USA nelle loro confabulazioni anti cubane.
Un pugno di legislatori d’origine cubana, eredi del politicume, l’inganno, le uccisioni e la cospirazione degli anni della tirannia batistiana e delle mafie iniziatrici del narcotraffico in America Latina, dalle caserme, gli aeroporti, i casinò e i bordelli di generali e dottori batistiani, non nascondono oggi dalla Florida l’ira a la frustrazione di fronte a un gesto tardivo, ma nella corretta direzione, della Casa Bianca che li ha smascherati e sloggiati.
I tre nuovi Cavalieri dell’Apocalisse (María Elvira Salazar, Carlos Giménez e Mario Díaz-Balart) non hanno tralasciato gli improperi per denigrare la decisione di Biden, definendolo "traditore", "patetico codardo", "disastro" e "vergognoso".
È chiaro che sono corrosi dall’odio e dall’impotenza verso il popolo cubano al quale hanno augurato "una festa molto corta", e contro il quale tramano tutte le idiozie e i crimini che generano i terroristi che li sostengono con i servizi speciali, come quelli che lavorano da molti anni.
Senza dissimulare la sua anima genocida e neofascista, Giménez ha assicurato che a partire da 20 gennaio, con Donald Trump e il senatore Marco Rubio alla guida della politica estera, non solo si inserirà di nuovo Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo, ma si cercherà di “polverizzare il regime una volta per tutte".
Diaz-Balart ha affermato che l’amministrazione Biden, in un affronto alla sicurezza nazionale degli USA " ha dato tutto il possibile al regime di Cuba".
Con le stesse frustrazioni, menzogne, manipolazioni e ansie di vendetta, nella Commissione delle Relazioni Estere del Senato, il senatore Ted Cruz, ha rapidamente criticato la misura.
"La decisione di oggi é inaccettabile in funzione delle sue circostanze”, ha segnalato Cruz in un comunicato.
“Il terrorismo avanzato dal regime cubano non si é interrotto.
Lavorerò con il presidente Trump e i miei colleghi per revertire immediatamente e limitare il danno della decisione”.
Con simili risentimenti si è espresso l’alleato della mafia, il senatore Rick Scott che ha detto che è una cosa "imprudente e pericolosa". "Lavorerò con il Presidente Trump dal primo giorno per esigere i conti ai comunisti cubani e liberare il popolo cubano".
In nome della "libertà e la democrazia" questi legislatori neofascisti non cominceranno a lavorare e cospirare contra Cuba il 20 gennaio.
Lo fanno dal primo giorno dell’ amministrazione Biden e da molto prima, facendo pressioni e ricatti , generando nuove legislazioni per strangolare il popolo cubano e rendere eterne le misure del blocco genocida.
Insistono nel mantenere viva la menzogna degli "attacchi acustici", arricchendo il blocco con nuove misure, inquinando con la guerra economica contro il turismo, con campagne piene d’inganni e pretesti di presunta militarizzazione del paese, in progetti sovversivi per togliere lo stimolo o impedire ai cubani residenti all’estero l’invio di rimesse a Cuba, viaggiare all’Isola e impedire la migrazione regolare e ordinata, limitare ogni vincolo familiare, isolare Cuba, invaderla, applicare un blocco navale o polverizzarla, come affermano i mafiosi del Capitolio.
Per questo diUna notizia festeggiata da tutti coloro che accompagnano la lotta di Cuba spongono di un arsenale d’odiatori nelle reti sociali per disseminare le notizie false, con vari giornali nella Florida, con il controllo delle mafie e dei loro patrocinatori nella comunità
d’intelligenza, per sostenere gli attacchi permanenti e personaggi disegnati specialmente per confondere e avvelenare, come
l’accademia della CIA, con la facciata del Dipartimento di Stato e non si sa quante università britanniche, cubane e miamensi.
Nora Gámez, reclutata negli incontri popolo a popolo, ha sviluppato progetti sovversivi in Cuba, ha guadagnato il denaro della collaborazione ed è emigrata, attratta dai pagatori di promesse che oggi si oppongono a qualsiasi gesto che possa migliorare le relazioni bilaterali.
Non sono gli unici e forse nemmeno i peggiori, ma stanno lì nella prima linea del mercenarismo frustrato e vinto in tutti questi 66 anni. E lo saranno anche di più quando celebreremo vittoriosi i 70 anni della Rivoluzione, al termine della seconda e ultima stagione del loro padrone Donald Trump. (GM/Granma Int.)

Una notizia festeggiata da tutti coloro che accompagnano la lotta di Cuba

La notizia è anche motivo di festeggiamento per coloro che hanno accompagnato Cuba nella sua lotta per l’esclusione dalla lista degli Stati
patrocinatori del terrorismo.
Autore: Elizabeth Naranjo | internet@granma.cu - 16 gennaio 2025

Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ricevendo l’annuncio ha dichiarato che «la ragione, la verità e la giustizia si sono imposte».
Il mandatario boliviano ha riaffermato in X, che questa azione del Governo degli Stati Uniti costituisce un riconoscimento alla sovranità e alla persistente battaglia del popolo cubano e marca un passo importante per avanzare
nell’irrimandabile eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario.
Dalla stessa nazione l’ex presidente Evo Morales ha sottolineato che anche se l’Isola è stata eliminata dalla lista «resta sempre il blocco genocida contro la nostra fraterna Cuba, e continueremo la lotta sino a che sarà eliminato in assoluto», ha scritto in X.
Nella stessa rete sociale, Gustavo Petro, capo dello stato colombiano, ha segnalato che «Gli USA hanno due modi di relazionarsi con l’America Latina, o dialogando con la diversità o imponendo con la forza» e ha felicitato il suo omologo statunitense, Joe Biden, per scommettere sul dialogo, con l’eliminazione di questa misura che danneggiava il paese dei Caraibi.
Nel messaggio ha posto in contrasto il modo d’agire del prossimo presidente della nazione, Donald Trump, che s’incammina verso l’estrema destra e l’imposizione, per cui lo ha incitato, nel suo mandato, a scommettere sull’intesa civile e su Americhe composte da esseri umani uguali e liberi.
L’ ex presidente colombiano Ernesto Samper ha qualificato la nuova misura come «un debito morale che la Colombia aveva con Cuba, dal governo di Duque, quando non riconoscevamo gli sforzi che facevano i cubani per aiutare la pace della Colombia».
La nazione bolivariana del Venezuela ha celebrato anche il trionfo cubano e ha risaltato che l’ Isola «è stata storicamente vittima del terrorismo, non promotrice di questo e ha dimostrato il suo impegno con la pace e la solidarietà globale nei conflitti, appoggiando i popoli del mondo ».
Gli Stati membri dell’ALBA-TCP hanno riaffermato il loro impegno con la Rivoluzione e hanno salutato con un comunicato «questo passo vittorioso».
Nello stesso tempo coloro che volevano vedere una Cuba vinta, lamentano la decisione. Questo è il caso dei congressisti statunitensi Carlos Giménez, Mario Díaz-Balart e María Elvira Salazar, che hanno dichiarato che sperano con ansia che Trump annulli la decisione definita «l’ultimo tradimento alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e alla causa della libertà del popolo cubano». (GM/Granma Int.)

Una finestra sulla normalizzazione e il ritorno delle ostilità

A un decennio dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli USA è stato possibile solo constatare l’insaziabile sete di conquista della nazione del nord.
Autore: Granma | internet@granma.cu - 14 gennaio 2025

A un decennio dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli USA è stato possibile solo constatare l’insaziabile sete di conquista della nazione del nord.
Nella storia Cuba ha tessuto un’ampia rete di relazioni diplomatiche con nazioni di tutto il mondo.
I vincoli si sono caratterizzati per l’attiva partecipazione dell’Isola nei Forum multilaterali nei quali difende le posizioni del sud e l’appoggio a movimenti di liberazione nazionale in tutte le parti del pianeta.
Il 2024 non ha fatto la differenza.
L’isolamento e le sanzioni degli USA non hanno impedito che il Governo Rivoluzionario spieghi una politica estera attiva e multi facetica.
La ricerca di alleanze strategiche con paesi dell’America Latina, Africa e Asia riflettono parte della tenacia di questa diplomazia.
In questo contesto globale di alleanze e solidarietà le relazioni con gli Stati Uniti hanno rappresentato un capitolo particolarmente complicato, marcato da decenni di tensioni e un breve periodo d’avvicinamento iniziato nel 2014, raffreddato dal 2017, con la presa del potere di Donald Trump.
Dieci anni sono passati da allora, un periodo d’intensi alti e bassi nella relazione, che ha oscillato tra la speranza della normalizzazione e il ritorno all’ostilità.
Di ritorno alla Casa Bianca, nel 2025, la presenza di Trump nel grande gioco di scacchi che è la politica imperiale non è un buon augurio per i vincoli tra le due nazioni.

MEMORIe DELL’EFFIMERO
Il 17 dicembre del 2014 passò alla storia nazionale come l’inizio d’una tappa senza precedenti nella relazione dell’Amministrazione degli USA con
..segue ./.

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