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La VOCE ANNO XXX N°1

settembre 2024

PAGINA A         - 33

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Un bellissimo libro di Sara Wagenknecht e la bancarotta della “sinistra neo-liberale”

È stato pubblicato di recente, anche in italiano, un bellissimo libro della dirigente della nuova sinistra tedesca Sahra Wagenknecht dal titolo chiarissimo: “Contro la sinistra neo-liberale”. È un libro che tutti dovrebbero leggere e che smaschera i tradimenti e la bancarotta dell’ex sinistra occidentale, sia social-democratica che comunista, divenuta “neo-liberale”.

Dice Sahra che una volta la sinistra, pur se con strategie diverse, si batteva per l’eguaglianza, la giustizia sociale e la difesa dei beni comuni e dello stato sociale (istruzione, servizio sanitario pubblico, pensioni, edilizia popolare, investimenti pubblici in settori fondamentali, eccetera). Oggi le diseguaglianze nei Paesi occidentali sono cresciute enormemente. Un 1% della popolazione detiene almeno la metà del patrimonio totale. La politica è dominata da un gruppo ristretto di multinazionali capitaliste, di enormi piattaforme digitali monopolistiche, e soprattutto da pochi grandi gruppi finanziari, detentori di enormi pacchetti azionari e titoli, spesso fasulli e costituenti una moderna spazzatura, il cui unico scopo è il profitto e non certo la produzione di beni utili, né la difesa del bene comune. Ne consegue anche l’attitudine di questi gruppi, e dei Governi da loro controllati, di difendere i loro privilegi anche con la guerra e la minaccia militare verso Paesi non integrati nel sistema globalizzato.

Sahra chiama i partiti che difendono questo assetto “sinistra alla moda” perché, per coprire il sostanziale vuoto strategico sui problemi fondamentali, le nuove sinistre neo-liberali si nascondono e si gettano su tematiche pseudo-umanitarie alla moda, come i problemi LGBTQ (diventati quasi il problema fondamentale del terzo millennio), l’ideologia “gender fluid”, la retorica sull’accoglienza dei migranti (senza affrontare un’analisi seria del fenomeno), l’ecologismo e l’antifascismo di facciata. Anche, sociologicamente parlando, il nerbo dirigente di questa pseudo-sinistra è dato dal laureato di classe medio-alta acculturato senza grossi problemi economici, mentre la fascia medio-bassa dei laureati e dei lavoratori autonomi, e la stessa classe operaia e i lavoratori dei servizi delusi votano sempre più per i partiti populisti e sovranisti di destra. Questi partiti si oppongono in Europa - almeno a chiacchere - alle strategie filocapitaliste dell’Unione Europea orientate all’austerità ed al taglio dei salari e dei diritti sociali. Così molti operai statunitensi votano per Trump e non per i guerrafondai Democratici manovrati dai gruppi finanziari. Molti appartenenti alle classi medio-basse e proletarie europee votano per il Rassemblement National della Le Pen (che è un partito populista, non definibile come neo-fascista classico, con un programma sociale molto avanzato, almeno sulla carta, che prevede una patrimoniale fortemente progressiva e l’aumento della spesa sociale pubblica); oppure in Italia votano, non per il PD, ma per la Lega, Fratelli d’Italia e il movimento populista di “sinistra” 5Stelle (prima che fosse parzialmente bruciato da un diktat di Grillo che impose l’alleanza con Draghi); e in Germania votano per l’AFD, e non per i Socialdemocratici o per i Verdi, partito notoriamente elitario, alto-borghese e guerrafondaio.

A costo di attirarmi critiche analoghe a quelle subite dalla Wagenknecht (immediatamente classificata come “rosso-bruna”, ed epiteti simili), vorrei sottolineare la follia delle lezioni “gender fluid” nelle scuole di alcuni Stati, dove insegnano che ognuno è libero di scegliere il proprio sesso e intervengono squadre di “drag queen” come quelle viste all’inaugurazione delle Olimpiadi che scimmiottavano l’Ultima Cena di Leonardo.

Basterebbe forse ricordare che le Costituzioni Democratiche assicurano parità di diritti a femmine, maschi, omosessuali, transessuali, eccetera, senza bisogno di spettacolarizzare il problema in modo ridicolo, o inventarsi nuove ideologie fasulle.

Per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti (problema globale complesso che meriterebbe un articolo specifico, che mi impegno a scrivere per il futuro), mi chiedo cosa ci sia di “progressista” nel fatto che molti giovani africani, asiatici e medio-orientali, abbacinati dal mito dell’Occidente ricco, come quello del “Paese dei Balocchi” di Pinocchio, invece di lottare nei loro Paesi per una reale indipendenza e sviluppo, si affidano a biechi trafficanti e affrontano pericoli di morte o rapimento pur di poter venire a fare gli schiavi in Europa o USA. Si tratta di un nuovo commercio degli schiavi, di cui purtroppo le ONG “salvatrici” costituiscono una rotellina dell’ingranaggio. Non ci si può nascondere dietro un dito fingendo di non accorgersi che questo fenomeno è sfruttato dai capitalisti per abbassare salari e diritti sociali potendo disporre di una mano d’opera di ricambio sottopagata e disposta a sopportare trattamenti umilianti e discriminatori. Non servivano a questo una volta anche i “crumiri”, in genere sottoproletari sotto-occupati e poveracci? Ne parlano la stessa Wagenknecht e Michelangelo Severgnini nel libro e nel film “L’urlo”.

Infine – anche in questo caso rischiando di attirarmi critiche feroci - vorrei ricordare, come esempio di antifascismo di maniera, le sconcertanti vicende del Nuovo Fronte Popolare Francese, creato ad imitazione del vecchio Fronte Popolare del 1936-1938 che era nato per contrastare il terribile e reale pericolo nazi-fascista dell’epoca(1). Per fermare l’avanzata della populista Le Pen, il Nuovo Fronte Popolare è nato prima da un pateracchio tra il gruppo di sinistra France Insoumise, gli ambientalisti guerrafondai, e il socialista di destra Gluksmann, noto sionista, guerrafondaio, già consigliere del dittatore fascista georgiano Saakashvili e marito di una ex vice-ministra degli interni ucraina. Il risultato è che nel programma del Fronte è previsto l’invio di armi all’Ucraina per difendersi dalla “aggressione russa” e sono avanzate critiche feroci alla Resistenza Palestinese per l’azione del 7 ottobre, con la stantia riproposizione della falsa soluzione dei “due Stati”. Successivamente Il Fronte si è accordato al secondo turno con Macron per fermare il Rassemblement National, operazione riuscita che ha destato grandi entusiasmi tra i sinceri antifascisti. Ora però il dirigente di France Insoumise Melenchon protesta perché Macron vuole sbarrargli la strada del Governo e ricorda che Macron era venuto da lui ad implorare i voti al secondo turno per fermare la Le Pen. Sorge spontanea la domanda: ma perché glieli avete dati? Non lo sapevate chi era Macron? Non è forse peggio della Le Pen con la sua fissazione di mandare truppe ed armi offensive in Ucraina e di allungare i tempi per andare in pensione e altri provvedimenti antipopolari?

Analoghe considerazioni possono farsi sull’operazione Salis che ha fruttato a Sinistra Italiana 500.000 voti in più. La prima cosa che Sinistra Italiana ha fatto è stata quella di votare per la Von Der Layen, nota guerrafondaia e sostenitrice delle politiche antipopolari della UE. Ma se ci si accontenta del bicchiere mezzo pieno …..

Roma, 26 agosto 2024, Vincenzo Brandi


  1. Su questo argomento consiglio di leggere anche l’ottimo articolo di Nico Maccentelli pubblicato da “Sinistra in rete”.

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