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La VOCE ANNO XXX N°1

settembre 2024

PAGINA 9

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APPELLO INTERNAZIONALE AI POPOLI DEL MONDO "S.O.S. GUERRA NUCLEARE"

Quasi 70 anni fa, il Premio Nobel per la Fisica Albert Einstein disse: "o l'uomo eliminerà le armi nucleari o queste finiranno per eliminare la vita umana sulla terra". Questa profezia è oggi più attuale che mai: l'umanità è a un bivio tra la continuazione della nostra evoluzione e la distruzione della vita sul pianeta.

Il numero di bombe e missili nucleari è in continua crescita. Secondo l'International Peace Studies Institute (Sipri) di Stoccolma, nel 2023 il numero di armi nucleari operative è aumentato. Attualmente ci sono oltre 12.000 testate nucleari, di cui più di 9.000 pronte per l'uso immediato. Più di 3.000 sono installate su missili e aerei, e circa 2.000 sono in stato di massima allerta su missili balistici.

Gli scienziati nucleari avvertono che l'orologio atomico è a 90 secondi dall'olocausto nucleare, e forse anche meno. Queste armi sono possedute principalmente da USA e Russia, ma anche da Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele. Solo 1.000 di queste testate basterebbero per cancellare la vita umana, e ne abbiamo accumulate abbastanza per distruggerci dieci volte.

In caso di guerra nucleare, non ci sarebbe scampo per nessuno. Anche le zone più remote sarebbero colpite dalla distruzione e dalla desolazione per secoli. Nonostante ciò, i potenti della Terra continuano a minacciare l'uso dell'arma nucleare per risolvere i conflitti.

L'umanità ha già conosciuto l'orrore delle armi atomiche a Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Le cicatrici di quei crimini sono ancora visibili tra le popolazioni giapponesi. Nonostante ciò, abbiamo continuato a costruire armi nucleari sempre più potenti, anche diffondendole in paesi non nucleari come Italia, Turchia e Polonia, dove gli USA hanno depositato bombe nucleari nelle basi militari.

Gli USA e la NATO hanno diffuso questa tecnologia mortale in tutto il pianeta, alimentando conflitti come quello tra Russia e Ucraina e quello tra Israele, Palestina e mondo arabo. Il rischio che questi conflitti degenerino in una guerra nucleare è altissimo.

Per tutte queste ragioni, i popoli hanno il diritto e il dovere di opporsi alla minaccia nucleare. Gli alti comandi militari hanno già iniziato il conto alla rovescia per la guerra nucleare. Di fronte a questo scenario apocalittico, ci uniamo in una catena di solidarietà umana per dire:

NO ALLA GUERRA NUCLEARE
NO ALLA PROLIFERAZIONE DELLE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA
SÌ AL DISARMO NUCLEARE TOTALE
SÌ ALLA PACE TRA I POPOLI


"I canali diplomatici sono chiusi. A Kiev resta solo la resa senza condizioni"


Giacomo Gabellini smonta la retorica del mainstream che nasconde una realtà evidente. "Kiev ha perso la guerra. Non ha più nessun margine di trattativa"c

L'esercito ucraino collassa e la Nato impazzisce

I russi hanno quasi ultimato la liberazione dei territori del Donbass nonostante il forte sostegno degli americani in favore di Kiev. La Nato impazzisce e promette violente ritorsioni. Il Corriere della Sera gioisce nel


sapere che Stoltenberg è pronto a revocare ogni "linea rossa". La Repubblica racconta con estrema timidezza l'ennesima infamia consumata da Israele in Cisgiordania, mentre La Verità chiede di conoscere gli accordi intervenuti in epoca psicopandemica fra Roberto Speranza e le società Big Tech

Blindati italiani in Russia mentre Leonardo fabbrica armi nucleari

Centocinquantunesima puntata della trasmissione Pangea Grandangolo, la rassegna stampa internazionale di Byoblu, andata in onda sul canale tv Byoblu il 23/08/2024.
La guerra contro la Russia è entrata in una nuova e più pericolosa fase con l’incursione di forze ucraine nella regione russa del Kursk. Il New York Times la definisce “la più grande incursione straniera in Russia dalla Seconda Guerra Mondiale”, ossia da quando la Russia fu invasa dalla Germania nazista e dai suoi alleati con in prima fila l’Italia. Il mainstream politico-mediatico la presenta come una brillante mossa strategica di Kiev per allentare la crescente pressione russa sul fronte del Donbass. Nasconde quindi le pesanti perdite, in termini di mezzi corazzati e uomini, che le forze ucraine stanno subendo da quelle russe nel Kursk.
L’incursione di forze ucraine in questa regione russa è stata in realtà pianificata e organizzata dai comandi USA-NATO con uno scopo strategico ben più ampio. Hanno concentrato l’attacco in una zona di confine presidiata solo da giovani soldati di leva e guardie di frontiera, che non hanno potuto reggere all’improvviso assalto di carri armati e artiglieria. La rapida conquista di circa 1.000 chilometri quadrati di territorio russo, la cattura di oltre 300 soldati di leva, la distruzione di tre importanti ponti con missili USA, i crescenti attacchi di droni in profondità fin nella regione di Mosca, mirano a un obiettivo non semplicemente territoriale: seminare in Russia sfiducia sulla capacità del Governo e dello stesso Presidente Putin di garantire la sicurezza del Paese così da indebolire il fronte interno di resistenza. Ciò avviene nel momento in cui USA e NATO intensificano lo schieramento di armi nucleari a raggio intermedio a ridosso del territorio russo e viene alla luce una “strategia nucleare segreta”: in un documento classificato – di cui dà notizia il New York Times – “il presidente Biden ha ordinato alle forze statunitensi di prepararsi a possibili scontri nucleari coordinati con Russia, Cina e Corea del Nord.”
La partecipazione italiana a questa catastrofica strategia di guerra è di gran lunga maggiore di quanto appaia. All’incursione nel territorio russo del Kursk partecipano blindati italiani, che il governo ha donato a Kiev assieme all’addestramento degli equipaggi. Lo conferma il video della distruzione di uno di questi blindati da parte delle forze russe nel Kursk. L’Italia partecipa anche alla preparazione della guerra nucleare: violando il Trattato di Non-Proliferazione, non solo schiera sul proprio territorio e si prepara a usare bombe nucleari statunitensi, ma tramite la Leonardo costruisce missili nucleari per l’arsenale francese.
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