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La VOCE ANNO XXX N°1 | settembre 2024 | PAGINA 10 |
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Onorificenza Internazionale Medaglia della Amicizia col Popolo della RPD di Corea alla Partigiana Miriam Pellegrini Ferri. Invito all Ambasciata di Cuba in Italia dal Consigliere Politico Yamila Pita Montes. Colaboracion con Radio Habana Cuba. - Curriculum Miriam |
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oggi
tale numero è diminuito a circa 17.000 bombe, delle quali alcune migliaia sono montate su missili pronti a partire entro un quarto d’ora dall’ordine. La potenza distruttiva delle bombe nucleari ancora esistenti nel mondo equivale a quella di duemila milioni di tonnellate di tritolo, settecento volte la potenza distruttiva di tutte le bombe impiegate durante la seconda guerra mondiale.
Basterebbe l’esplosione, anche accidentale, di una nelle bombe nucleari esistenti, un atto di terrorismo con esplosivi nucleari, per devastare vasti territori, per uccidere migliaia di persone, per contaminare l’ambiente naturale, le acque, gli esseri viventi con sostanze che restano radioattive per secoli. Un famoso libro di Nevil Shute, “L’ultima spiaggia”, del 1956 (da cui fu tratto un drammatico film), descriveva la scomparsa della vita dalla Terra in seguito ad uno scambio di bombe nucleari iniziato per errore; il film finiva con il tardivo avvertimento: “Fratelli, siamo ancora in tempo”. Purtroppo, fino a quando alcune potenze possiedono bombe nucleari, sarà difficile convincere altre a rinunciare alla costruzione di un loro arsenale nucleare, nell’illusione di scoraggiare l’aggressione da parte di “qualcun altro”. L’unica soluzione consiste nel disarmo nucleare totale, peraltro imposto dall’articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare, firmato da quasi tutti i paesi, ma che nessuno finora si è sognato di rispettare. Eppure sarebbe anche questione di soldi; le enormi somme, oltre mille miliardi di euro all’anno, che oggi le potenze nucleari spendono per tenere in efficienza, per aggiornare e perfezionare i propri arsenali, anche detratti i costi per lo smantellamento e la messa in sicurezza delle bombe nucleari esistenti e dei relativi “esplosivi”, sarebbero sufficienti per assicurare scuole e ospedali, opere di irrigazione e cibo a chi ne è privo, per estirpare cioè le radici della violenza che è la vera causa delle tensioni politiche e militari internazionali. Fratelli, non crediate che siano utopie: davvero “siamo ancora in tempo” a fermare il pericolo di un olocausto nucleare molte volte più grande di quello di Hiroshima e Nagasaki, a condizione di chiedere ai governanti di ciascuno e di tutti i paesi della Terra di inserire il disarmo nucleare totale fra le loro priorità di azione politica. Nel nome dei soldi risparmiati, se non gli importa niente della sopravvivenza degli abitanti del pianeta e del suo ambiente naturale. Giorgio Nebbia – nebbia@quipo.it Fonte: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2018/08/hiroshima-e-nagasaki-e-la-lezione.html Presentazione del libro "Il processo Stalin" con l'autore prof. Ruggero Giacomini.Università Popolare Antonio Gramsci 1650 iscritti Per un giudizio storico e non più ideologico, viziato da polemiche politiche o da esigenze di propaganda, di Stalin a partire dal libro edito da Castelvecchi. Ne discutiamo con l'autore che è storico e Presidente del Centro culturale marchigiano la Città futura. Hiroshima, Nagasaki ed un digiuno per non dimenticare… (e non ripetere l’errore fatale) |
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