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La VOCE ANNO XXIX N°9

maggio 2024

PAGINA 3         - 19

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Il rispetto del diritto internazionale è una condizione essenziale per garantire la convivenza pacifica

Intervento di Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, al Vertice Straordinario dei Capi di Stato e di Governo della CELAC, per esaminare l'emergere della missione diplomatica del Messico in Ecuador, dal Palazzo della Rivoluzione, il 16 aprile 2024, "Anno 66 della Rivoluzione"

Autore: Granma | internet@granma.cu - 16 aprile 2024


Miguel Díaz-Canel Bermúdez Foto: Cuba, Presidenza

I nostri saluti, caro presidente Xiomara Castro;

Eccellenze Capi di Stato e di Governo e altri rappresentanti delle nazioni della nostra regione:

Cuba, a nome del suo popolo e del suo Governo, ringrazia e sostiene questo Vertice straordinario della CELAC, per la gravità della questione che ci unisce.

Come legittimo e unico meccanismo di dialogo e di accordo che riunisce i 33 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, abbiamo la responsabilità di esaminare e pronunciarci sui gravi eventi del 5 aprile presso l’Ambasciata del Messico in Ecuador.

Alcune settimane fa, commemorando il decimo anniversario della proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, ho ricordato il dovere comune di ratificare l’impegno secondo cui un paese dell’America Latina e dei Caraibi non userà mai violenza contro un paese fratello .

Contro questo dovere e i nostri impegni, il 5 aprile, si è verificata la violenta invasione della polizia ecuadoriana nel complesso diplomatico messicano a Quito, un atto ostile e inaccettabile che merita il rifiuto più categorico.

Ribadisco qui la forte condanna di Cuba per questa flagrante violazione del Diritto Internazionale, compresa la Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche e il diritto d'asilo.

Le immagini che abbiamo osservato non lasciano dubbi a riguardo:

La sovranità del Messico è stata violata.

L'integrità fisica e la dignità del personale diplomatico sono state attaccate.

La risorsa del dialogo e la risoluzione pacifica delle controversie, fondamento delle relazioni tra le nostre nazioni, è stata ignorata.

L’impegno che tutti noi abbiamo sottoscritto nel Proclama di Pace, di bandire per sempre l’uso della forza, è stato ignorato.

Ciò che è accaduto non ha solo un impatto molto negativo sulle relazioni bilaterali tra Messico ed Ecuador: colpisce tutti i paesi di questa regione e la comunità internazionale nel suo insieme.

La violazione del diritto internazionale e la lesione dei diritti legittimi di uno Stato è un affronto per tutti.

Chiediamo che l’ex vicepresidente Jorge Glas venga riportato alle condizioni in cui si trovava prima dell’assalto all’ambasciata messicana e che il suo caso venga reindirizzato in conformità con il diritto internazionale.

Dipenderà in gran parte dalle nostre azioni ora che eventi riprovevoli come
questo non si ripetano in America Latina e nei Caraibi.

Accettare o restare in silenzio di fronte al comportamento inaccettabile del governo dell’Ecuador costituirebbe un precedente molto grave e pericoloso.

La CELAC e i Paesi in essa rappresentati hanno l’obbligo di difendere, con fermezza e senza esitazione, il diritto internazionale, chiarendo con assoluta chiarezza che la violazione dei suoi principi non è giustificata in nessuna circostanza.

Il rispetto del diritto internazionale è una condizione essenziale per garantire la convivenza pacifica. È anche una premessa necessaria per sostenere l’unità nella nostra diversità. È un requisito essenziale per procedere verso l’ormai urgente integrazione.

Eccellenze, amici, sorelle e fratelli dell'America Latina e dei Caraibi:

Come ho espresso poche ore dopo l’assalto all’Ambasciata del Messico in Ecuador, estendo tutta la mia solidarietà al fratello popolo messicano, all’amato presidente Andrés Manuel López Obrador, alla segretaria Alicia Bárcena e al Governo del Messico.

Da Cuba, dove sono ammirati e amati per il loro esemplare e storico rispetto dei diritti degli altri, per la loro solidarietà e il loro impegno per l’integrazione, riaffermo che: il Messico può contare sul nostro fermo appoggio nelle azioni che intraprenderà di fronte a questa situazione. violazione inaccettabile del diritto internazionale.

Grazie mille.

Gli Stati Uniti sui diritti umani, con quale morale?

L’accusa che si è dato il governo degli Stati Uniti è così aberrante che non sembra che loro stessi credano alle bugie e alle manipolazioni che, sfruttando la questione, vogliono applicare contro altri paesi.

Autore: Elson Concepción Pérez | internet@granma.cu - 24 aprile 2024



Forse un giorno, quando non ci sarà più il veto americano nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e quando l’organizzazione stessa esigerà moralità ed esempio da coloro che si sono proposti di giudicare gli abitanti del pianeta Terra, la questione dei diritti umani cesserà di essere uno strumento di l’impero per giustificare le proprie violazioni.

L’accusa che si è dato il governo degli Stati Uniti è così aberrante che non sembra che loro stessi credano alle bugie e alle manipolazioni che, sfruttando la questione, vogliono applicare contro altri paesi.

Lunedì, quando il Segretario di Stato Antony Blinken ha presentato il rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano sui diritti umani, ha mostrato un ego imperiale ed è arrivato al punto di sollecitare la screditata OSA a "esigere" che Venezuela, Nicaragua e Cuba rispettino i diritti umani. È un argomento riciclato, senza alcun contenuto reale, e un pretesto per invenzioni macabre come quella di inserire Cuba nella lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo.

Questo signore ha dimenticato che nessuna di queste tre nazioni dell’America Latina ha finanziato o armato il regime sionista di Israele per commettere un genocidio contro la popolazione palestinese.

Blinken è stato, appunto, il primo "inviato speciale" ad arrivare a Tel Aviv quando il governo di Benjamin Netanyahu iniziò a massacrare i palestinesi 200 giorni fa, e dichiarò che "gli Stati Uniti sostengono Israele nella sua lotta contro Gaza", dove, tra l'altro, più sono già morti più di 34.000 palestinesi, di cui quasi 15.000 bambini.
..segue ./.

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