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La VOCE ANNO XXVI N°5

gennaio 2022

PAGINA E        - 37

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segue da pag.36: scienza e moderno revisionismo. cui (qual è questa misura?) l’ideologia della classe dominante interviene sul lavoro teorico”. ma non si cita un solo esempio delle scienze naturali in cui questo è avvenuto. evidentemente il riferimento è all’interpretazione ad uso ideologico dei dati scientifici, confondendo ancora una volta struttura con sovrastruttura. significativamente non viene citato alcun classico. ma il danno è fatto con lo slogan che lancia (e che arriva, anche se allora non c’era internet): “scienza borghese e scienza proletaria”. l’attacco prosegue con marcuse (allievo di heidegger), che identifica scienza e società capitalistica, e con kuhn, secondo cui il progresso scientifico deriva da fattori ideologici, psicologici e da un sistema di valori. alcuni pseudorivoluzionari italiani degli anni ‘70 li seguono su questo pendio sostenendo che la scienza è figlia del capitale. in tal modo si nega la fondamentale indicazione leninista: “l’emancipazione della classe operaia esige che essa si appropri pienamente della scienza del nostro secolo”. naturalmente alcuni risultati della meccanica quantistica e dell’astronomia – discipline a detta di einstein e schroedinger largamente incomplete si prestano ad un uso ideologico indeterministico o addirittura oscurantista. ma dobbiamo distinguere tra oggettività dei risultati, anche quando sono “strani” (che vuol dire che non sono definitivi e che vi sono delle cause per queste stranezze, come l’interferenza dei mezzi di osservazione), e teorie che li interpretano che possono essere incomplete o addirittura sbagliate. e’ successo più volte nella storia delle scienze naturali, vedi il già menzionato etere luminifero. il danno si manifesta con l’apertura di una porta dove ormai entra l’idea che la scienza non riflette la natura e la vita sociale, e dove branche scientifiche, dati oggettivi e non, teorie e fantasticherie sono messi in un tutto unico. in alcune interpretazioni estensive si arriva a parlare erroneamente di “dittatura della scienza”. non esiste alcuna dittatura della scienza. la dittatura è e rimane della borghesia che usa tutto quello che può trarre dalle scienze a suo uso e consumo, nella produzione e nell’ideologia, anche distorcendo dei risultati, e che, con i suoi potenti mezzi finanziari, sviluppa in maniera difforme e contraria agli interessi dei lavoratori gli ambiti di ricerca. ma non esiste alcun “metodo scientifico borghese” che soddisfi i canoni che l’epistemologia si è premunita di stabilire per validare l’oggettività di un dato e di una teoria scientifica. diversamente, pensare che esista un metodo scientifico non oggettivo, significa ricadere pesantemente nell’idealismo, significa sostenere che le idee producano la realtà, con engels e lenin che si rivoltano nella tomba. comune nelle argomentazioni contro la scienza, che giungono a mettere in discussione fino a negare l’obiettività dei risultati scientifici, è l’opposizione del materialismo storico al materialismo dialettico (ad esempio ill libro di baracca- rossi “marxismo e scienze naturali”, de donato, 1974, è interamente dedicato all’attacco al materialismo dialettico utilizzando un distorto materialismo storico). lo sviluppo storico e le forze produttive determinerebbero l’impresa scientifica e “sussumerebbero” i suoi “opinabili” risultati. una tesi contraria al materialismo storico perché, messa così, è puro meccanicismo, come abbiamo evidenziato con esempi. inoltre viene contrapposto sia marx ad engels e lenin, sia il marx giovane al marx maturo. non è difficile capire la convergenza, seppur in ultima analisi, tra revisionismo, attacco alla scienza e postmodernismo borghese. tutti uniti per negare la funzione storico-universale del proletariato, devono nascondere alle masse la comprensione materialistica e dialettica del mondo in cui viviamo in cui la rivoluzione proletaria è necessità storica per la liberazione degli sfruttati e degli oppressi dalle catene in cui sono imprigionati. su questi temi il dibattito è aperto, perciò invitiamo i compagni a intervenire, con spirito di partiticità proletario. settembre 2021 11
caro andrea, ho letto l'articolo su scienza e revisionismo comparso sulla "scintilla" di settembre. l'ho trovato molto buono e condivisibile al 95% (lascio un 5% fuori per principio solo perché vi può essere sempre qualche sfumatura diversa). il libro che ho scritto su "conoscenza, scienza e filosofia" contiene molti giudizi che coincidono con quelli dei compagni della "scintilla" che hanno scritto l'articolo: ad esempio il giudizio sull'opera di pseudo-rivoluzionari contestatori che hanno avuto tanto successo nel '68 come marcuse (e tutta la scuola di francoforte con la sua critica verso il progresso scientifico e tecnologico); ed inoltre il giudizio su filosofi post-modernisti come kuhn (ma anche lakatos, popper, feyerabend, hanson, ecc.) che denunciano un carattere puramente ideologico della scienza (che è cosa ben diversa dal metterne in luce il carattere oggettivo ed allo stesso tempo dialettico, come è ben chiarito nell'articolo). ottima anche la critica verso quegli esponenti di "sinistra" anche italiani che hanno ripreso queste idee (come marcello cini e compagni nel libro "l'ape e l'architetto", apprezzato invece da baracca). ottima la critica implacabile contro qualsiasi filosofia idealista, comunque mascherata, e contro ogni metafisica idealistica (aristotelica o no). apprezzabile la citazione di filosofi come bacone, che, pur certamente non rivoluzionari, hanno però difeso il ruolo progressista della scienza. mi fermo qui per mancanza di tempo, ma penso che si possa in futuro approfondire questo dibattito e sono pronto ad inviare ai compagni della "scintilla" copia del mio libro se mi forniscono un indirizzo. un abbraccio a tutti, vincenzo brandi. cari compagni, non ho voluto più partecipare alle discussioni iniziate sul tema vaccini/greenpass, né qui né sulla chat "dialettica materialista" aperta da riccardo su whatsapp, perché non avevo il tempo di controbattere a centinaia di obiezioni di ogni tipo (che suddividerei equamente tra: affermazioni sbagliate; affermazioni fuori tema; affermazioni giuste ma non applicabili ai casi specifici o riguardanti aspetti secondari, e quindi fuorvianti). mi riservo di fare qualche osservazione di carattere generale contestualmente alla risposta che ancora devo ai compagni di teoria&prassi, in merito al loro articolo sulla scienza. strettamente collegate a questi temi vi sottopongo due segnalazioni: 1) il 55.mo rapporto censis, con una sezione significativamente intitolata "la società irrazionale": censis .... 2) un altro recentissimo scritto su questo tema, che credo possa dare ulteriori spunti di riflessione: https://www.micromega.net/la-distruzione-della-ragione/ .andrea martocchia. caro andrea, ti ringrazio per gli interessanti documenti che ci hai inoltrato. se questi, come dici, sono contestuali ai temi della risposta che intendi dare ai compagni di teoria e prassi, credo che non ci siamo mossi di un passo dall’ultima discussione (mi riferisco solo a quella avuta via mail perché non ho più whatsapp da maggio). sia il censis che micromega risentono dei limiti di analisi comuni a chi si orienta in base alla concezione borghese del mondo. non c’è da stupirsi se nell’analisi del primo si riscontrano elementi di materialismo: la borghesia è materialista, ma il suo è un materialismo volgare, il materialismo di feuerbach e hegel che è stato superato da marx, engels e lenin che al materialismo hanno aggiunto la dialettica, applicandolo poi anche nel campo dello studio della storia sociale. la deriva irrazionale è stata fomentata proprio dal suo regime, che ha fatto della diversione, della disinformazione di stato e dell’intossicazione delle menti e dei cuori il principale pilastro del suo regime di controrivoluzione preventiva assieme alle concessioni economiche (che ormai non fa più, anzi), alla “partecipazione democratica” (in realtà al seguito dei capi sindacali e politici fedeli al padronato e che non ne mettono in discussione il potere) e ..segue ./.
Segue da Pag.36: Scienza e moderno revisionismo

cui (qual è questa misura?) l’ideologia della classe dominante interviene sul lavoro teorico”. Ma non si cita un solo esempio delle scienze naturali in cui questo è avvenuto.
Evidentemente il riferimento è all’interpretazione ad uso ideologico dei dati scientifici, confondendo ancora una volta struttura con sovrastruttura.
Significativamente non viene citato alcun classico. Ma il danno è fatto con lo slogan che lancia (e che arriva, anche se allora non c’era Internet): “scienza borghese e scienza proletaria”.
L’attacco prosegue con Marcuse (allievo di Heidegger), che identifica scienza e società capitalistica, e con Kuhn, secondo cui il progresso scientifico deriva da fattori ideologici, psicologici e da un sistema di valori. Alcuni pseudorivoluzionari italiani degli anni ‘70 li seguono su questo pendio sostenendo che la scienza è figlia del capitale.
In tal modo si nega la fondamentale indicazione leninista: “L’emancipazione della classe operaia esige che essa si appropri pienamente della scienza del nostro secolo”.
Naturalmente alcuni risultati della meccanica quantistica e dell’astronomia – discipline a detta di Einstein e Schroedinger largamente incomplete si prestano ad un uso ideologico indeterministico o addirittura oscurantista. Ma dobbiamo distinguere tra oggettività dei risultati, anche quando sono “strani” (che vuol dire che non sono definitivi e che vi sono delle cause per queste stranezze, come l’interferenza dei mezzi di osservazione), e teorie che li interpretano che possono essere incomplete o addirittura sbagliate. E’ successo più volte nella storia delle scienze naturali, vedi il già menzionato etere luminifero.
Il danno si manifesta con l’apertura di una porta dove ormai entra l’idea che la scienza non riflette la natura e la vita sociale, e dove branche scientifiche, dati oggettivi e non, teorie e fantasticherie sono messi in un tutto unico. In alcune interpretazioni estensive si arriva a parlare erroneamente di “dittatura della scienza”. Non esiste alcuna dittatura della scienza. La dittatura è e rimane della borghesia che usa tutto quello che può trarre dalle scienze a suo uso e consumo, nella produzione e nell’ideologia, anche distorcendo dei risultati, e che, con i suoi potenti mezzi finanziari, sviluppa in maniera difforme e contraria agli interessi dei lavoratori gli ambiti di ricerca. Ma non esiste alcun “metodo scientifico borghese” che soddisfi i canoni che l’epistemologia si è premunita di stabilire per validare l’oggettività di un dato e di una teoria scientifica.
Diversamente, pensare che esista un metodo scientifico non oggettivo, significa ricadere pesantemente nell’idealismo, significa sostenere che le idee producano la realtà, con Engels e Lenin che si rivoltano nella tomba.
Comune nelle argomentazioni contro la scienza, che giungono a mettere in discussione fino a negare l’obiettività dei risultati scientifici, è l’opposizione del materialismo storico al materialismo dialettico (ad esempio ill libro di Baracca- Rossi “Marxismo e scienze naturali”, De Donato, 1974, è interamente dedicato all’attacco al materialismo dialettico utilizzando un distorto materialismo storico).
Lo sviluppo storico e le forze produttive determinerebbero l’impresa scientifica e “sussumerebbero” i suoi “opinabili” risultati. Una tesi contraria al materialismo storico perché, messa così, è puro meccanicismo, come abbiamo evidenziato con esempi. Inoltre viene contrapposto sia Marx ad Engels e Lenin, sia il Marx giovane al Marx maturo.
Non è difficile capire la convergenza, seppur in ultima analisi, tra revisionismo, attacco alla scienza e postmodernismo borghese. Tutti uniti per negare la funzione storico-universale del proletariato, devono nascondere alle masse la comprensione materialistica e dialettica del mondo in cui viviamo in cui la rivoluzione proletaria è necessità storica per la liberazione degli sfruttati e degli oppressi dalle catene in cui sono imprigionati.
Su questi temi il dibattito è aperto, perciò invitiamo i compagni a intervenire, con spirito di partiticità proletario.
settembre 2021 11

Caro Andrea, ho letto l'articolo su scienza e revisionismo comparso sulla "Scintilla" di settembre. L'ho trovato molto buono e condivisibile al 95% (lascio un 5% fuori per principio solo perché vi può essere sempre qualche sfumatura diversa). Il libro che ho scritto su "Conoscenza, Scienza e Filosofia" contiene molti giudizi che coincidono con quelli dei compagni della "Scintilla" che hanno scritto l'articolo: ad esempio il giudizio sull'opera di pseudo-rivoluzionari contestatori che hanno avuto tanto successo nel '68 come Marcuse (e tutta la scuola di Francoforte con la sua critica verso il progresso scientifico e tecnologico); ed inoltre il giudizio su filosofi post-modernisti come Kuhn (ma anche Lakatos, Popper, Feyerabend, Hanson, ecc.) che denunciano un carattere puramente ideologico della scienza (che è cosa ben diversa dal metterne in luce il carattere oggettivo ed allo stesso tempo dialettico, come è ben chiarito nell'articolo). Ottima anche la critica verso quegli esponenti di "sinistra" anche italiani che hanno ripreso queste idee (come Marcello Cini e compagni nel libro "L'ape e l'architetto", apprezzato invece da Baracca). Ottima la critica implacabile contro qualsiasi filosofia idealista, comunque mascherata, e contro ogni metafisica idealistica (aristotelica o no). Apprezzabile la citazione di filosofi come Bacone, che, pur certamente non rivoluzionari, hanno però difeso il ruolo progressista della scienza. Mi fermo qui per mancanza di tempo, ma penso che si possa in futuro approfondire questo dibattito e sono pronto ad inviare ai compagni della "Scintilla" copia del mio libro se mi forniscono un indirizzo. Un abbraccio a tutti, Vincenzo Brandi

Cari compagni,
non ho voluto più partecipare alle discussioni iniziate sul tema vaccini/greenpass, né qui né sulla chat "Dialettica materialista" aperta da Riccardo su whatsapp, perché non avevo il tempo di controbattere a centinaia di obiezioni di ogni tipo (che suddividerei equamente tra: affermazioni sbagliate; affermazioni fuori tema; affermazioni giuste ma non applicabili ai casi specifici o riguardanti aspetti secondari, e quindi fuorvianti).
Mi riservo di fare qualche osservazione di carattere generale contestualmente alla risposta che ancora devo ai compagni di Teoria&Prassi, in merito al loro articolo sulla scienza.
Strettamente collegate a questi temi vi sottopongo due segnalazioni:
1) il 55.mo Rapporto CENSIS, con una sezione significativamente intitolata "La società irrazionale": Censis
....
2) un altro recentissimo scritto su questo tema, che credo possa dare ulteriori spunti di riflessione: https://www.micromega.net/la-distruzione-della-ragione/ Andrea Martocchia

Caro Andrea,

Ti ringrazio per gli interessanti documenti che ci hai inoltrato. Se questi, come dici, sono contestuali ai temi della risposta che intendi dare ai compagni di Teoria e Prassi, credo che non ci siamo mossi di un passo dall’ultima discussione (mi riferisco solo a quella avuta via mail perché non ho più WhatsApp da maggio).
Sia il CENSIS che MicroMega risentono dei limiti di analisi comuni a chi si orienta in base alla concezione borghese del mondo. Non c’è da stupirsi se nell’analisi del primo si riscontrano elementi di materialismo: la borghesia è materialista, ma il suo è un materialismo volgare, il materialismo di Feuerbach e Hegel che è stato superato da Marx, Engels e Lenin che al materialismo hanno aggiunto la dialettica, applicandolo poi anche nel campo dello studio della storia sociale.
La deriva irrazionale è stata fomentata proprio dal suo regime, che ha fatto della diversione, della disinformazione di Stato e dell’intossicazione delle menti e dei cuori il principale pilastro del suo regime di controrivoluzione preventiva assieme alle concessioni economiche (che ormai non fa più, anzi), alla “partecipazione democratica” (in realtà al seguito dei capi sindacali e politici fedeli al padronato e che non ne mettono in discussione il potere) e
..segue ./.

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