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La VOCE 2102

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La VOCE ANNO XXVI N°2

ottobre 2021

PAGINA E        - 37

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il dramma dei prigionieri palestinesi ed il silenzio dei “democratici” occidentali. torrenti di parole sono stati spesi dai “democratici” italiani ed occidentali (come il noto giornalista enrico mentana che dirige il tg7) sul caso dello studente egiziano zaki in prigione e sotto processo per aver denunciato presunte persecuzioni nei confronti dei cristiani egiziani (i cosiddetti copti, trasformazione dell’antica parola greca “aigupti”, che significa semplicemente egiziani). non siamo in grado di dire se queste accuse siano avanzate a torto o a ragione. i copti in linea di massima dovrebbero essere alleati del governo laico egiziano, i cui principali nemici sono invece i “fratelli musulmani”, che vorrebbero islamizzare le società dell’egitto e di altri paesi a maggioranza musulmana (come ad esempio la turchia, dove opera il “fratello musulmano” erdogan). però certo non si può mai dire. qualche funzionario musulmano, ignorante ed intollerante, potrebbe aver calcato la mano. tuttavia il caso zaki fa risaltare il silenzio di mentana e di tanti giornalisti “democratici” su un drammatico contemporaneo episodio avvenuto in palestina dove sei prigionieri politici, condannati a pesantissime pene, erano riusciti a fuggire da un carcere di massima sicurezza israeliano. quattro di questi sono stati ripresi dall’esercito israeliano che occupa i territori palestinesi dove si erano rifugiati. il più noto di questi, zakaria al zubaida, uno dei capi della seconda intifada palestinese (quando i palestinesi scesero in piazza per protestare contro l’occupazione), dopo la cattura è stato sottoposto a torture con la corrente elettrica e picchiato selvaggiamente: ciò è testimoniato dal suo avvocato, avigdor feldman, che è un cittadino israeliano ebreo. fonti palestinesi, per ora non confermate, dicono che al zubaida sarebbe finito in un reparto di rianimazione dell’ospedale. l’episodio riapre una finestra sul dramma di migliaia di prigionieri palestinesi, tra cui molte donne e minori, rinchiusi nelle carceri israeliane, spesso senza processo (cosiddetta “detenzione amministrativa”). si tratta di persone che hanno protestato contro l’occupazione militare israeliana, a volte in modo violento (ma il diritto ad esercitare la violenza contro un’occupazione militare ingiusta e oppressiva che dura da oltre 50 anni è riconosciuta persino dall’onu), a volte in modo pacifico e civile. si ricordano i casi di numerosi bambini imprigionati e condannati a lunghe pene detentive solo per aver scagliato una pietra. si calcola che nel corso degli ultimi 70 anni un palestinese ogni 5 sia passato nelle carceri israeliane. il dramma del popolo palestinese dura da oltre 70 anni, da quando nel 1978 quasi i tre quarti della popolazione furono cacciati dalle proprie case e terre dagli occupanti israeliani, entrando nella condizione di “profughi”. la situazione si è aggravata nel 1967 quando anche i territori palestinesi della cisgiordania e gaza sono stati occupati dall’esercito israeliano. il governo israeliano non ha di fatto mai riconosciuto il diritto dei palestinesi ad avere un proprio stato, né il diritto dei profughi a tornare alle loro case. 20 anni di trattative sono stati del tutto inutili. le proteste palestinesi sono state sempre represse con i bombardamenti (come a gaza) e la prigione. si è parlato di questo anche nel festival palestinese tenutosi recentemente a roma dal 16 al 19 settembre a roma, con larga partecipazione di cittadini italiani. la maggior parte dei media italiani ha steso un velo di silenzio sugli ultimi avvenimenti. per molti cittadini italiani, ingannati dalla nostra stampa, sono i palestinesi ad essere terroristi e non gli israeliani ad essere gli oppressori. l’unico giornalista a parlare diffusamente degli avvenimenti recenti è stato il giurista fabio marcelli su “il fatto quotidiano”. molti intellettuali ebrei hanno invece in varie occasioni denunciato l’occupazione e la repressione, come lo storico israeliano ilan pappe (costretto ad emigrare in inghilterra), gli ebrei americani noam chomski e finkelstein, ed anche i coraggiosi ebrei italiani raccolti nell’organizzazione “ebrei contro l’occupazione”. finché la questione palestinese non sarà risolta rispettando i diritti di tutti (cosa difficile, ma non impossibile), questi orrori continueranno. roma 20 settembre 2021, vincenzo brandi.
sodoma: fu una cometa? prove archeo-cronologiche che un impatto cosmico abbia distrutto un’antica città nella valle del giordano. nella media età del bronzo (circa 3.600 anni fa, cioè nel 1650 avanti cristo) la città-stato di tall el-hammam [link 1] era in pieno sviluppo: situata su una collina nella valle del giordano meridionale, a nord-est del mar morto, era diventata il più grande centro urbano del levante meridionale, dopo aver già ospitato 5000 anni fa un primo insediamento fortificato. al tempo dell’evento qui considerato aveva circa 8000 abitanti ed era già diventato 10 volte più grande di gerusalemme e 5 volte più di gerico [link 2]. ma nella sua sequenza insediativa c’è un intervallo di 1,5 metri, nello strato corrispondente alla seconda fase della media età del bronzo, che ha catturato l’interesse di alcuni ricercatori per i suoi materiali “altamente insoliti”. oltre ai detriti che ci si potrebbe aspettare da distruzioni belliche o da terremoti, sono stati trovati frammenti di ceramica con superfici esterne vetrificate e mattoni crudi a impasto “bolloso”, carattere attribuibile ad alte temperature improvvise che fanno evaporare l’acqua residuale dell’argilla. queste caratteristiche, del tutto insolite, suggeriscono un evento termico molto più caldo di quanto fosse producibile con la tecnologia di quel tempo: temperature superiori a 2000 gradi celsius prodotte dall’esplosione di una massa meteorica (probabilmente ghiacciata) a circa 4 chilometri di altezza. quei materiali carbonizzati e fusi contenuti negli strati di tall el-hammam hanno ricordato al dottor j. p. kennett [link 3] tracce simili a quelle lasciate da una esplosione meteorica, risalente a circa 12.800 anni fa [link 4] che diversi gruppi di ricerca internazionali stanno indagando da diversi anni. sale e ossa. quelle di tall el-hammam sono tracce simili a quelle prodotte dall’evento tunguska, un’esplosione aerea di circa 12 megatoni avvenuta nel 1908, quando un meteorite di 56-60 metri attraversò l’atmosfera terrestre sopra la taiga siberiana orientale. l’evento che distrusse la città protostorica di tall el-hammam letteralmente “rase al suolo” tutti gli edifici e le mura (allora costruite con mattoni crudi di fango argilloso), mentre le ossa umane, rinvenute nello stesso strato, indicano «una estrema disarticolazione e frammentazione scheletrica». inoltre tali tracce erano associate alla presenza di minuscole sferule, ricche non solo di ferro e silice ma anche di iridio, un metallo raro sul nostro pianeta e che suggerisce una provenienza meteorica [link 5]. un’altra traccia indicativa è quella del cosiddetto “quarzo shock”, cioè granelli di sabbia contenenti crepe che si formano solo in condizioni di altissima pressione [link 6] perché il quarzo è uno dei minerali più duri ed è assai difficile da fratturarsi naturalmente l’esplosione aerea, secondo il documento, potrebbe spiegare le «concentrazioni anomale di sale» trovate, nello strato della distruzione, in una media del 4% del sedimento e fino al 25% in alcuni campioni. pare probabile che – come nell’evento di tunguska – la meteora si sia frammentata al contatto con l’atmosfera terrestre e che l’onda d’urto si sia estesa alle vicine superfici del mar morto, ricche di sale: in tal modo le elevate pressioni trasmesse nell’aria (si stima un’onda d’urto a 1200 km. all’ora) hanno polverizzato il sale affiorante sulle rive e forse, a causa del calore elevato, anche quello contenuto nell’acqua superficiale del suddetto “mare” interno. questa doppia «nebulizzazione salina» si diffuse in un’ampia area, ad esempio anche nelle vicinanze di tall es-sultan cioè un sito “interpretato” come la biblica gerico, che subì violente distruzioni quasi coeve) [link 7] e di tall-nimrin, pure distrutta nello stesso periodo [link 8]. ..segue ./.

IL DRAMMA DEI PRIGIONIERI PALESTINESI ED IL SILENZIO DEI “DEMOCRATICI” OCCIDENTALI

Torrenti di parole sono stati spesi dai “democratici” italiani ed occidentali (come il noto giornalista Enrico Mentana che dirige il TG7) sul caso dello studente egiziano Zaki in prigione e sotto processo per aver denunciato presunte persecuzioni nei confronti dei Cristiani egiziani (i cosiddetti Copti, trasformazione dell’antica parola greca “Aigupti”, che significa semplicemente Egiziani). Non siamo in grado di dire se queste accuse siano avanzate a torto o a ragione. I Copti in linea di massima dovrebbero essere alleati del Governo laico egiziano, i cui principali nemici sono invece i “Fratelli Musulmani”, che vorrebbero islamizzare le società dell’Egitto e di altri Paesi a maggioranza musulmana (come ad esempio la Turchia, dove opera il “fratello musulmano” Erdogan). Però certo non si può mai dire. Qualche funzionario musulmano, ignorante ed intollerante, potrebbe aver calcato la mano.

Tuttavia il caso Zaki fa risaltare il silenzio di Mentana e di tanti giornalisti “democratici” su un drammatico contemporaneo episodio avvenuto in Palestina dove sei prigionieri politici, condannati a pesantissime pene, erano riusciti a fuggire da un carcere di massima sicurezza israeliano. Quattro di questi sono stati ripresi dall’esercito israeliano che occupa i territori palestinesi dove si erano rifugiati. Il più noto di questi, Zakaria Al Zubaida, uno dei capi della Seconda Intifada palestinese (quando i Palestinesi scesero in piazza per protestare contro l’occupazione), dopo la cattura è stato sottoposto a torture con la corrente elettrica e picchiato selvaggiamente: ciò è testimoniato dal suo avvocato, Avigdor Feldman, che è un cittadino israeliano ebreo. Fonti palestinesi, per ora non confermate, dicono che Al Zubaida sarebbe finito in un reparto di rianimazione dell’ospedale.

L’episodio riapre una finestra sul dramma di migliaia di prigionieri palestinesi, tra cui molte donne e minori, rinchiusi nelle carceri israeliane, spesso senza processo (cosiddetta “detenzione amministrativa”). Si tratta di persone che hanno protestato contro l’occupazione militare israeliana, a volte in modo violento (ma il diritto ad esercitare la violenza contro un’occupazione militare ingiusta e oppressiva che dura da oltre 50 anni è riconosciuta persino dall’ONU), a volte in modo pacifico e civile. Si ricordano i casi di numerosi bambini imprigionati e condannati a lunghe pene detentive solo per aver scagliato una pietra. Si calcola che nel corso degli ultimi 70 anni un Palestinese ogni 5 sia passato nelle carceri israeliane.

Il dramma del popolo palestinese dura da oltre 70 anni, da quando nel 1978 quasi i tre quarti della popolazione furono cacciati dalle proprie case e terre dagli occupanti israeliani, entrando nella condizione di “profughi”. La situazione si è aggravata nel 1967 quando anche i territori palestinesi della Cisgiordania e Gaza sono stati occupati dall’esercito israeliano. Il Governo israeliano non ha di fatto mai riconosciuto il diritto dei Palestinesi ad avere un proprio Stato, né il diritto dei profughi a tornare alle loro case. 20 anni di trattative sono stati del tutto inutili. Le proteste palestinesi sono state sempre represse con i bombardamenti (come a Gaza) e la prigione. Si è parlato di questo anche nel Festival Palestinese tenutosi recentemente a Roma dal 16 al 19 settembre a Roma, con larga partecipazione di cittadini italiani.

La maggior parte dei media italiani ha steso un velo di silenzio sugli ultimi avvenimenti. Per molti cittadini italiani, ingannati dalla nostra stampa, sono i Palestinesi ad essere terroristi e non gli Israeliani ad essere gli oppressori. L’unico giornalista a parlare diffusamente degli avvenimenti recenti è stato il giurista Fabio Marcelli su “Il Fatto Quotidiano”. Molti intellettuali ebrei hanno invece in varie occasioni denunciato l’occupazione e la repressione, come lo storico israeliano Ilan Pappe (costretto ad emigrare in Inghilterra), gli Ebrei americani Noam Chomski e Finkelstein, ed anche i coraggiosi Ebrei italiani raccolti nell’organizzazione “Ebrei contro l’occupazione”. Finché la questione palestinese non sarà risolta rispettando i diritti di tutti (cosa difficile, ma non impossibile), questi orrori continueranno.

Roma 20 settembre 2021, Vincenzo Brandi

SODOMA: FU UNA COMETA?

Prove archeo-cronologiche che un impatto cosmico abbia distrutto un’antica città nella Valle del Giordano

Nella Media età del Bronzo (circa 3.600 anni fa, cioè nel 1650 avanti Cristo) la città-stato di Tall el-Hammam [LINK 1] era in pieno sviluppo: situata su una collina nella valle del Giordano meridionale, a nord-est del Mar Morto, era diventata il più grande centro urbano del Levante meridionale, dopo aver già ospitato 5000 anni fa un primo insediamento fortificato. Al tempo dell’evento qui considerato aveva circa 8000 abitanti ed era già diventato 10 volte più grande di Gerusalemme e 5 volte più di Gerico [LINK 2].
Ma nella sua sequenza insediativa c’è un intervallo di 1,5 metri, nello strato corrispondente alla seconda fase della Media età del Bronzo, che ha catturato l’interesse di alcuni ricercatori per i suoi materiali “altamente insoliti”. Oltre ai detriti che ci si potrebbe aspettare da distruzioni belliche o da terremoti, sono stati trovati frammenti di ceramica con superfici esterne vetrificate e mattoni crudi a impasto “bolloso”, carattere attribuibile ad alte temperature improvvise che fanno evaporare l’acqua residuale dell’argilla.
Queste caratteristiche, del tutto insolite, suggeriscono un evento termico molto più caldo di quanto fosse producibile con la tecnologia di quel tempo: temperature superiori a 2000 gradi Celsius prodotte dall’esplosione di una massa meteorica (probabilmente ghiacciata) a circa 4 chilometri di altezza. Quei materiali carbonizzati e fusi contenuti negli strati di Tall el-Hammam hanno ricordato al dottor J. P. Kennett [LINK 3] tracce simili a quelle lasciate da una esplosione meteorica, risalente a circa 12.800 anni fa [LINK 4] che diversi gruppi di ricerca internazionali stanno indagando da diversi anni.

Sale e ossa

Quelle di Tall el-Hammam sono tracce simili a quelle prodotte dall’evento Tunguska, un’esplosione aerea di circa 12 megatoni avvenuta nel 1908, quando un meteorite di 56-60 metri attraversò l’atmosfera terrestre sopra la taiga siberiana orientale. L’evento che distrusse la città protostorica di Tall el-Hammam letteralmente “rase al suolo” tutti gli edifici e le mura (allora costruite con mattoni crudi di fango argilloso), mentre le ossa umane, rinvenute nello stesso strato, indicano «una estrema disarticolazione e frammentazione scheletrica». Inoltre tali tracce erano associate alla presenza di minuscole sferule, ricche non solo di ferro e silice ma anche di iridio, un metallo raro sul nostro pianeta e che suggerisce una provenienza meteorica [LINK 5].
Un’altra traccia indicativa è quella del cosiddetto “quarzo shock”, cioè granelli di sabbia contenenti crepe che si formano solo in condizioni di altissima pressione [LINK 6] perché il quarzo è uno dei minerali più duri ed è assai difficile da fratturarsi naturalmente
L’esplosione aerea, secondo il documento, potrebbe spiegare le «concentrazioni anomale di sale» trovate, nello strato della distruzione, in una media del 4% del sedimento e fino al 25% in alcuni campioni. Pare probabile che – come nell’evento di Tunguska – la meteora si sia frammentata al contatto con l’atmosfera terrestre e che l’onda d’urto si sia estesa alle vicine superfici del Mar Morto, ricche di sale: in tal modo le elevate pressioni trasmesse nell’aria (si stima un’onda d’urto a 1200 km. all’ora) hanno polverizzato il sale affiorante sulle rive e forse, a causa del calore elevato, anche quello contenuto nell’acqua superficiale del suddetto “mare” interno.
Questa doppia «nebulizzazione salina» si diffuse in un’ampia area, ad esempio anche nelle vicinanze di Tall es-Sultan cioè un sito “interpretato” come la biblica Gerico, che subì violente distruzioni quasi coeve) [LINK 7] e di Tall-Nimrin, pure distrutta nello stesso periodo [LINK 8].
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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