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La VOCE ANNO XXVI N°2

ottobre 2021

PAGINA D         - 36

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il caso assange: ricerca della verità e libertà di informazione. il prossimo 8 settembre si svolgerà a roma, alle 11 del mattino, a montecitorio, una manifestazione a favore del giornalista julian assange, detenuto nelle prigioni britanniche, e perseguitato dal governo statunitense che ne chiede l’estradizione. parteciperà il deputato pino cabras, uscito da 5stelle e fondatore del movimento “l’alternativa c’è”. cabras presenterà alla camera un progetto di legge in cui si chiede che ad assange, che rischia 175 anni di galera se estradato negli usa, sia concessa la cittadinanza italiana. il caso assange riguarda la ricerca ed il concetto stesso di verità, oltre che la libertà dell’informazione. possiamo definire la verità – sia in campo scientifico che politico, morale, psicologico, ecc. – come un’affermazione o un’informazione espressa con il linguaggio, o con altri mezzi di comunicazione, che corrisponda alla realtà. se non c’è questa corrispondenza si tratta di bugie e manipolazioni. assange si è assunto il compito di dire la verità sulla politica del governo statunitense partendo da una serie di fatti accertati e citando – a questo proposito - una serie di documenti ufficiali, ma secretati, di vari settori governativi degli usa (dipartimento di stato, pentagono, ecc.). questi documenti sono stati forniti da suoi informatori di fede pacifista e democratica, come l’ex-soldato chelsea manning, che ha passato 7 anni in galera prima di essere graziato dal presidente obama. grazie alla pubblicazione di questa documentazione è stata smascherata la realtà della politica estera statunitense che – sotto le false voci di “lotta al terrorismo”, “difesa dei diritti umani” ed “esportazione della democrazia” – si è in realtà resa responsabile di aggressioni imperialiste ad interi paesi, distruzioni, stragi, imprigionamenti arbitrari, torture. sono state quindi smascherate le politiche di umiliazioni disumane e maltrattamenti sistematici inflitti a oppositori della politica statunitense, a prigionieri iracheni nel carcere di abu ghraib, o a prigionieri afghani nella base di bagram ecc. sono state documentate le uccisioni illegali sistematiche di presunti terroristi e semplici civili fatte con missili, droni ed elicotteri. sono state denunciati i rapimenti e le detenzioni illegali (a guantanamo o in altre sedi) ai danni di esponenti di vari paesi, come quella effettuata a carico dell’imam di milano, per il cui rapimento agenti di servizi segreti usa sono stati condannati persino dalla stessa magistratura italiana (ovviamente senza conseguenze visto lo stato di vassallaggio del nostro paese). un esame accurato di tutti questi episodi è stato fatto nell’ottima e documentata trasmissione del 30 agosto scorso “presa diretta” a cura del giornalista riccardo iacona, con cui pure in passato non sempre siamo stati d’accordo. è probabile che lo spunto per essere così chiaro e coraggioso sia stato dato a iacona, con l’approvazione di altri responsabili del terzo canale tv, dalla ignobile figuraccia fatta dagli usa e dalla nato nel contemporaneo caso dell’afghanistan, che ne ha scosso profondamente l’immagine presso la pubblica opinione. iacona ha ricordato anche con molti dettagli la storia della lunga persecuzione nei riguardi di assange, non ancora conclusa. il primo colpo infamante è stato dato al coraggioso giornalista da una denuncia per stupro (opportunamente pilotata?) fatta dalla polizia svedese dopo che assange aveva avuto in svezia rapporti sessuali con due ragazze locali (già sue sostenitrici). una di queste, nel tentativo di indurre assange a fare un’analisi hiv (qualcuno le aveva suggerito che potesse essere malato di aids?), aveva denunciato un rapporto senza preservativo, che per una legge svedese equivale a stupro. una seconda, forse influenzata dall’altro caso, aveva dichiarato che, pur avendo avuto un rapporto protetto, aveva avuto “l’impressione” che il preservativo si fosse rotto durante l’amplesso per colpa di assange. in seguito queste accuse (in verità piuttosto capziose e ridicole) sono completamente cadute e le denunce ritirate, ma intanto il giornalista era stato costretto a spostarsi in inghilterra. qui è stato ampiamente perseguitato e braccato dalla magistratura e dalla polizia inglese su istigazione del governo usa. rifugiatosi nell’ambasciata dell’equador
grazie all’appoggio del presidente Correa, uno dei presidenti dell’ondata di sinistra nell’America Latina, Assange è rimasto relegato ed assediato in una stanzetta dell’ambasciata per 6 anni. Ma in seguito ad un colpo di Stato di destra organizzato in Equador dai partiti conservatori legati alla CIA contro Correa con la solita ingiusta accusa di “corruzione” (la stessa usata per mettere fuori gioco Lula in Brasile), lo stesso Correa è stato costretto a chiedere asilo politico in Belgio. Il nuovo Governo di destra ha allora consegnato Assange alla polizia britannica, ignorando il diritto di asilo già concesso. Ora il giornalista, ormai malato e ridotto quasi ad una larva dalle persecuzioni, attende che la magistratura britannica risponda alla richiesta di estradizione da parte degli USA (pur essendo ormai caduta l’infamante accusa di stupro). Non è retorico chiedere a tutti i cittadini democratici ed amanti della verità e della libertà di espressione, di manifestare e chiedere finalmente la liberazione di Assange. Roma 2 settembre 2021, Vincenzo Brandi L’AFFARE DEI SOMMERGIBILI ATOMICI E LE POLITICHE DI RIARMO Ha destato scalpore ed è stato fonte di molte polemiche l’accordo raggiunto da Australia, Stati Uniti e Regno Unito per la fornitura di sommergibili militari atomici all’Australia per un ammontare di 100 milioni di dollari. Si è molto parlato dello sdegno dei Francesi, che avevano già raggiunto un accordo con l’Australia per la fornitura di sommergibili militari all’Australia e che sono stati bruscamente estromessi. L’accordo ha preso il nome di AUKUS dalle iniziali dei nomi dei tre Paesi: Australia, United Kingdom, United States. Il presidente francese Macron ha addirittura ritirato gli ambasciatori da Washington e da Canberra, capitale dell’Australia. Incredibili sono state anche le critiche al primo ministro canadese Trudeau (un borghese di tendenze democratiche) per non aver fatto aderire il Canada all’accordo. Ma a noi sembrano molto più importanti e pertinenti le critiche avanzate dalla Cina, che ha definito l’accordo provocatorio ed irresponsabile. Infatti lo scopo dichiarato dell’accordo è quello di creare una flotta di sommergibili atomici che dovrebbero incrociare nel Pacifico Occidentale, presso le coste cinesi, per tenere sotto controllo un presunto espansionismo di un presunto imperialismo cinese. Ѐ noto che la Cina è diventata una grande potenza essenzialmente economica che tiene sempre un profilo basso e pacifico nelle crisi internazionali. Gli USA negli ultimi 30 anni hanno invaso o attaccato o bombardato innumerevoli Paesi (Jugoslavia, Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, Sudan, ecc.) ed hanno 900 basi militari sparse in tutto il mondo, 300.000 militari dislocati in Paesi esteri, flotte militari che percorrono tutti i mari del mondo, alleanze militari aggressive con molti Paesi (tra cui la più nota è la NATO, di cui fa parte anche l’Italia). Quanti Paesi ha invaso la Cina nello stesso periodo? Quanti militari ha all’estero? La risposta è facile: nessuno. La verità è che gli USA ed alcuni loro alleati temono soprattutto la grande forza economica della Cina; temono che venga a mancare la supremazia del dollaro; e pensano di affrontare questa sfida ricorrendo alla minaccia militare. Per questo serve una politica di riarmo cui sono coinvolti anche gli alleati e vassalli come l’Italia e molti Paesi europei ed extra-europei. Si calcola che il 75% delle spese militari nel mondo sono fatte dalla NATO (che rappresenta a stento il 15% della popolazione mondiale). Solo gli USA (che rappresentano il 4% della popolazione mondiale) spendono circa il 50% dell’intera spesa militare mondiale, una cifra di gran lunga superiore a quella delle spese militari di Cina, Russia e Corea Popolare messe insieme. Si può quindi finire con una domanda retorica: chi minaccia la pace mondiale? Roma 20 settembre 2021, Vincenzo Brandi

IL CASO ASSANGE: RICERCA DELLA VERITÀ E LIBERTÀ DI INFORMAZIONE

Il prossimo 8 settembre si svolgerà a Roma, alle 11 del mattino, a Montecitorio, una manifestazione a favore del giornalista Julian Assange, detenuto nelle prigioni britanniche, e perseguitato dal Governo statunitense che ne chiede l’estradizione. Parteciperà il deputato Pino Cabras, uscito da 5Stelle e fondatore del movimento “L’Alternativa c’è”. Cabras presenterà alla camera un progetto di legge in cui si chiede che ad Assange, che rischia 175 anni di galera se estradato negli USA, sia concessa la cittadinanza italiana.
Il caso Assange riguarda la ricerca ed il concetto stesso di verità, oltre che la libertà dell’informazione. Possiamo definire la verità – sia in campo scientifico che politico, morale, psicologico, ecc. – come un’affermazione o un’informazione espressa con il linguaggio, o con altri mezzi di comunicazione, che corrisponda alla realtà. Se non c’è questa corrispondenza si tratta di bugie e manipolazioni.

Assange si è assunto il compito di dire la verità sulla politica del Governo statunitense partendo da una serie di fatti accertati e citando – a questo proposito - una serie di documenti ufficiali, ma secretati, di vari settori governativi degli USA (Dipartimento di Stato, Pentagono, ecc.). Questi documenti sono stati forniti da suoi informatori di fede pacifista e democratica, come l’ex-soldato Chelsea Manning, che ha passato 7 anni in galera prima di essere graziato dal presidente Obama. Grazie alla pubblicazione di questa documentazione è stata smascherata la realtà della politica estera statunitense che – sotto le false voci di “lotta al terrorismo”, “difesa dei diritti umani” ed “esportazione della democrazia” – si è in realtà resa responsabile di aggressioni imperialiste ad interi Paesi, distruzioni, stragi, imprigionamenti arbitrari, torture. Sono state quindi smascherate le politiche di umiliazioni disumane e maltrattamenti sistematici inflitti a oppositori della politica statunitense, a prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib, o a prigionieri afghani nella base di Bagram ecc. Sono state documentate le uccisioni illegali sistematiche di presunti terroristi e semplici civili fatte con missili, droni ed elicotteri. Sono state denunciati i rapimenti e le detenzioni illegali (a Guantanamo o in altre sedi) ai danni di esponenti di vari Paesi, come quella effettuata a carico dell’imam di Milano, per il cui rapimento agenti di servizi segreti USA sono stati condannati persino dalla stessa magistratura italiana (ovviamente senza conseguenze visto lo stato di vassallaggio del nostro Paese).

Un esame accurato di tutti questi episodi è stato fatto nell’ottima e documentata trasmissione del 30 agosto scorso “Presa diretta” a cura del giornalista Riccardo Iacona, con cui pure in passato non sempre siamo stati d’accordo. È probabile che lo spunto per essere così chiaro e coraggioso sia stato dato a Iacona, con l’approvazione di altri responsabili del Terzo Canale TV, dalla ignobile figuraccia fatta dagli USA e dalla NATO nel contemporaneo caso dell’Afghanistan, che ne ha scosso profondamente l’immagine presso la pubblica opinione. Iacona ha ricordato anche con molti dettagli la storia della lunga persecuzione nei riguardi di Assange, non ancora conclusa. Il primo colpo infamante è stato dato al coraggioso giornalista da una denuncia per stupro (opportunamente pilotata?) fatta dalla polizia svedese dopo che Assange aveva avuto in Svezia rapporti sessuali con due ragazze locali (già sue sostenitrici). Una di queste, nel tentativo di indurre Assange a fare un’analisi HIV (qualcuno le aveva suggerito che potesse essere malato di AIDS?), aveva denunciato un rapporto senza preservativo, che per una legge svedese equivale a stupro. Una seconda, forse influenzata dall’altro caso, aveva dichiarato che, pur avendo avuto un rapporto protetto, aveva avuto “l’impressione” che il preservativo si fosse rotto durante l’amplesso per colpa di Assange.

In seguito queste accuse (in verità piuttosto capziose e ridicole) sono completamente cadute e le denunce ritirate, ma intanto il giornalista era stato costretto a spostarsi in Inghilterra. Qui è stato ampiamente perseguitato e braccato dalla magistratura e dalla polizia inglese su istigazione del Governo USA. Rifugiatosi nell’Ambasciata dell’Equador

grazie all’appoggio del presidente Correa, uno dei presidenti dell’ondata di sinistra nell’America Latina, Assange è rimasto relegato ed assediato in una stanzetta dell’ambasciata per 6 anni. Ma in seguito ad un colpo di Stato di destra organizzato in Equador dai partiti conservatori legati alla CIA contro Correa con la solita ingiusta accusa di “corruzione” (la stessa usata per mettere fuori gioco Lula in Brasile), lo stesso Correa è stato costretto a chiedere asilo politico in Belgio. Il nuovo Governo di destra ha allora consegnato Assange alla polizia britannica, ignorando il diritto di asilo già concesso. Ora il giornalista, ormai malato e ridotto quasi ad una larva dalle persecuzioni, attende che la magistratura britannica risponda alla richiesta di estradizione da parte degli USA (pur essendo ormai caduta l’infamante accusa di stupro). Non è retorico chiedere a tutti i cittadini democratici ed amanti della verità e della libertà di espressione, di manifestare e chiedere finalmente la liberazione di Assange.

Roma 2 settembre 2021, Vincenzo Brandi


L’AFFARE DEI SOMMERGIBILI ATOMICI E LE POLITICHE DI RIARMO


Ha destato scalpore ed è stato fonte di molte polemiche l’accordo raggiunto da Australia, Stati Uniti e Regno Unito per la fornitura di sommergibili militari atomici all’Australia per un ammontare di 100 milioni di dollari. Si è molto parlato dello sdegno dei Francesi, che avevano già raggiunto un accordo con l’Australia per la fornitura di sommergibili militari all’Australia e che sono stati bruscamente estromessi. L’accordo ha preso il nome di AUKUS dalle iniziali dei nomi dei tre Paesi: Australia, United Kingdom, United States. Il presidente francese Macron ha addirittura ritirato gli ambasciatori da Washington e da Canberra, capitale dell’Australia. Incredibili sono state anche le critiche al primo ministro canadese Trudeau (un borghese di tendenze democratiche) per non aver fatto aderire il Canada all’accordo.

Ma a noi sembrano molto più importanti e pertinenti le critiche avanzate dalla Cina, che ha definito l’accordo provocatorio ed irresponsabile. Infatti lo scopo dichiarato dell’accordo è quello di creare una flotta di sommergibili atomici che dovrebbero incrociare nel Pacifico Occidentale, presso le coste cinesi, per tenere sotto controllo un presunto espansionismo di un presunto imperialismo cinese. Ѐ noto che la Cina è diventata una grande potenza essenzialmente economica che tiene sempre un profilo basso e pacifico nelle crisi internazionali. Gli USA negli ultimi 30 anni hanno invaso o attaccato o bombardato innumerevoli Paesi (Jugoslavia, Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, Sudan, ecc.) ed hanno 900 basi militari sparse in tutto il mondo, 300.000 militari dislocati in Paesi esteri, flotte militari che percorrono tutti i mari del mondo, alleanze militari aggressive con molti Paesi (tra cui la più nota è la NATO, di cui fa parte anche l’Italia). Quanti Paesi ha invaso la Cina nello stesso periodo? Quanti militari ha all’estero? La risposta è facile: nessuno.

La verità è che gli USA ed alcuni loro alleati temono soprattutto la grande forza economica della Cina; temono che venga a mancare la supremazia del dollaro; e pensano di affrontare questa sfida ricorrendo alla minaccia militare. Per questo serve una politica di riarmo cui sono coinvolti anche gli alleati e vassalli come l’Italia e molti Paesi europei ed extra-europei. Si calcola che il 75% delle spese militari nel mondo sono fatte dalla NATO (che rappresenta a stento il 15% della popolazione mondiale). Solo gli USA (che rappresentano il 4% della popolazione mondiale) spendono circa il 50% dell’intera spesa militare mondiale, una cifra di gran lunga superiore a quella delle spese militari di Cina, Russia e Corea Popolare messe insieme. Si può quindi finire con una domanda retorica: chi minaccia la pace mondiale?

Roma 20 settembre 2021, Vincenzo Brandi


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