Telemedicina per tutti
Il sistema di telemedicina è ora operativo in tutta la Repubblica Democratica Popolare di Corea. Secondo un rapporto, un gran numero di strutture di prevenzione e cura tra cui quattro ospedali centrali, 10 ospedali provinciali, oltre 190 ospedali cittadini e di campagna e 10 ospedali provinciali per la maternità hanno aderito al sistema tra il 2009 e il 2012. Nel rapporto si legge anche che il sistema ha continuato ad ampliare la sua portata, coinvolgendo così tutti gli ospedali provinciali, comunali e delle contee in tutto il paese, nonché gli ospedali di piccole dimensioni nelle aree rurali. Inoltre il sistema nazionale di assistenza sanitaria per le donne collega l’ospedale di maternità di Pyongyang con gli ospedali di maternità provinciali e i dipartimenti ostetrici e ginecologici degli ospedali delle città e delle contee e il sistema di assistenza sanitaria per i bambini collega l’ospedale pediatrico di Okryu a Pyongyang con gli ospedali pediatrici provinciali e i reparti pediatrici degli ospedali delle città e delle contee. Se visti dal punto di vista del suo territorio e dalla sua popolazione, anche se non così vasti, queste cifre e fatti non sono mai insignificanti.
Il funzionamento attivo di questo sistema, permette che vengano effettuate tempestivamente accurate diagnosi e prese le misure d’intervento specifiche e necessarie. Ciò permette una notevole diminuzione del numero di pazienti che vengono inviati agli ospedali più grandi e casi gravi come il blocco arterioso acuto e i disturbi cardiaci e cerebrali possano essere trattati con immediatezza e sul posto. I pazienti, le cui diagnosi non sono chiare e quelli per i quali la farmacoterapia non è efficace, godono anche dei benefici della telemedicina. Attraverso la consultazione di emergenza con l’ospedale di maternità di Pyongyang, un ospedale della contea nella provincia nord-orientale dell’Hamgyong è riuscito, contro ogni aspettativa, a riportare in vita il bambino di un lavoratore la cui vita era in estremo pericolo poiché subito dopo la nascita erano subentrate severe complicazioni. Un ragazzo in una zona di montagna nella provincia più settentrionale del Ryanggang, costretto a letto a causa di un malore improvviso, ha potuto recuperare la salute dopo aver ricevuto cure presso l’ospedale locale grazie al sistema di telemedicina.
Quello che segue è un altro esempio. Una donna sulla quarantina, che era ricoverata in un ospedale della contea nella provincia orientale del Sud Hamgyong, ha chiesto al capo del dipartimento di medicina interna dell’ospedale se poteva organizzare per lei una consultazione online con un ospedale centrale della capitale. Quando il medico ha stabilito il programma per la consultazione, la paziente ha chiesto se poteva far diagnosticare la sua malattia dai medici di altri ospedali della capitale per una diagnosi più accurata. La richiesta del paziente residente lontano dal capoluogo è stata soddisfatta. La cosa interessante è che questi pazienti non sanno che se vivessero in altri paesi dovrebbero pagare i medici in base ai loro titoli professionali e per il tempo speso per tale consultazione. Un’altra cosa interessante è che i medici in questo paese non si preoccupano del fatto che le conoscenze specialistiche che hanno accumulato con tanto impegno e la loro esperienza clinica possano essere rivelate ad altri attraverso il servizio medico online. Quando si è tenuto un seminario dell’OMS a Pyongyang per la regione del sud-est asiatico, i partecipanti hanno sottolineato le tre caratteristiche del sistema di telemedicina nella RPDC: primo, copre l’intero paese; secondo, è fornito a tutte le persone gratuitamente; terzo, ha raggiunto un livello elevato in brevissimo tempo.
seminario nazionale organizzato da juche italia per ils 73° anniversario della fondazione della repubblica popolare democratica di corea 9 settembre 1948 - 9 settembre 2021 h.18:30 team microsoft.
serata molto interessante!!! molte adesioni di facebook, interventi molto interessanti, volti nuovi del ga.ma.di. hanno suscitato molto interesse!!!
introduzione e apertura di matteo carbonelli.
matteo carbonelli.
il juche e il songun nella rivoluzione coreana.
sono lieto di dare inizio a questo seminario nazionale sulle
idee del juche organizzato in occasione della fondazione della
repubblica popolare democratica di corea, di cui ricorre oggi il
73.mo anniversario.
vi leggo innanzi tutto, traducendolo, il messaggio che è
pervenuto dal dr. ogami ken-ichi, segretario generale
dell’istituto internazionale per lo studio delle idee del juche di
tokyo:
“in occasione del 73.mo anniversario della fondazione della
repubblica popolare democratica di corea, che aderisce ai
principi del socialismo, desidero esprimere i miei sinceri e
rispettosi saluti a tutti voi che avete organizzato questo
seminario nazionale sulle idee del juche e che partecipate ad
esso nonostante il difficile periodo della pandemia del covid-19,
e mi congratulo con voi per il successo di questo seminario.
la vostra iniziativa darà sicuramente un grande
incoraggiamento al popolo coreano e agli studiosi delle idee del
juche nel mondo.
sono convinto che le lotte per le idee del juche e per
l’indipendenza e la pace nel mondo saranno certamente
vittoriose.
auguro sinceramente a voi tutti buona salute e successo.
ogami ken-ichi, segretario dell’istituto internazionale per lo
studio delle idee del juche.”
siamo grati al dr. ogami ken-ichi per il messaggio che ha
voluto inviarci e diamo corso quindi al seminario, evidenziando
che, in rapporto alla fondazione della repubblica popolare
democratica di corea, l’interesse per gli studiosi della teoria del
juche è dato dal constatare come i principi di tale teoria siano
stati determinanti in tutto il percorso storico che ha portato a
questo evento, così come poi negli eventi successivi, dalla
vittoria della giovane repubblica nella guerra contro gli attacchi
dell’imperialismo, alla costruzione di uno stato indipendente con
un sistema sociale basato sulle esigenze delle masse popolari,
fino alla salvaguardia e allo sviluppo di esso mediante un
sistema integrato di autodifesa che conta sulle proprie forze,
ormai anche di potenza nucleare.
il juche, come è noto, elaborato da kim il sung sulla base
delle esperienze concrete nel corso di questi avvenimenti a
partire dal suo primo impegno nella lotta per liberare la corea
dal giogo coloniale giapponese, è una teoria originale in quanto
ha al suo centro proprio l’idea dell’indipendenza: indipendenza
dei popoli, indipendenza del proprio popolo, indipendenza,
nell’ambito di questo, dell’essere umano.
in effetti l’uomo viene esaltato da questa teoria, i cui
cardini insistono sul fatto che l’uomo è il padrone di tutto e
decide di tutto. quindi è lui che forgia il suo destino con
coscienza e volontà e creatività ed è lui che deve essere il
destinatario di ogni attenzione. evidentemente non è l’uomo
atomizzato nell’individualismo sfrenato e nella lotta per la
sopravvivenza di un individuo contro l’altro. ma, evidenziando
che l’uomo è un essere sociale, come peraltro anche nelle più
antiche filosofie era lumeggiato, è l’uomo inserito in una
comunità, nel cui ambito soltanto si possono sviluppare
armoniosamente le sue capacità, coordinate con le capacità
degli altri membri, al fine del bene comune: è in qualche modo il
principio solidaristico dell’uno per tutti e tutti per uno.
l’indipendenza dell’uomo quindi può realizzarsi soltanto se
si realizza l’indipendenza della comunità e del popolo in cui egli
vive, poiché se venisse a mancare questa, se cioè il suo popolo
fosse soggiogato da altri, nessun uomo membro di questo
popolo soggiogato potrebbe essere indipendente.
si tratta dunque di un socialismo originale che, se arriva ad
avere diversi punti di contatto con altre teorie socialiste, prende
le mosse da propri assiomi e si sviluppa in modo peculiare.
esso ha ispirato fin dall’inizio la lotta del popolo coreano
guidato da kim il sung contro l’occupazione coloniale
giapponese, già al tempo dell’unione per abbattere
l’imperialismo da lui fondata nel 1926 come prima vera
organizzazione rivoluzionaria. e fin dall’incontro dei patrioti
antigiapponesi tenuto a kalun nel 1930 kim il sung affermò che
“i padroni della lotta rivoluzionaria sono le masse popolari; e
solo quando esse sono organizzate e mobilitate esse possono
vincere la lotta rivoluzionaria”.
in applicazione di questi principi, furono formate cellule di
partito all’interno dell’esercito popolare rivoluzionario, creato
unificando diversi gruppi di guerriglia, fino ad arrivare a
coinvolgere ampi settori dell’intera società, compresi giovani e
donne. cosicché il partito fu formato e sviluppato dalle radici,
invece che creato dall’alto in maniera verticistica, per scissione
da un altro partito o per semplice fusione di altri gruppi; e perciò
esso ha continuato ad essere profondamente radicato tra le
masse popolari, così come l’esercito.
è la stessa idea alla base di quello che sarà il metodo
chongsan ri, secondo il quale i dirigenti si mescolano alla base
per guidare le masse popolari. dirà infatti kim il sung:
“l’esperienza ha mostrato che, al fine di condurre la rivoluzione
alla vittoria, bisogna andare tra le masse popolari e organizzarle,
e risolvere tutti i problemi che si pongono nel corso della
rivoluzione in maniera indipendente, sotto la propria
responsabilità e secondo le concrete condizioni effettive, invece
di fare affidamento sugli altri”.
in tal modo dunque il 15 agosto 1945 la corea, che esisteva
allora sulla carta geografica solo come colonia del giappone
alleato della germania nazista e dell’italia fascista, fu liberata
dal dominio coloniale grazie ai 20 anni di lotta armata del popolo
coreano.
fu una dura lotta con carattere di lotta di liberazione
nazionale, che faceva leva sulle proprie forze del popolo
coreano, essendo l’unione sovietica intervenuta soltanto il 9
agosto per raccogliere la resa dei giapponesi a nord del 38.mo
parallelo mentre gli stati uniti, allora alleati nella seconda guerra
mondiale ma già con la diffidenza reciproca che sarebbe poi
sfociata nella guerra fredda, intervenivano a sud, con l’intesa
però di riunificare “al più presto” questo paese che aveva più di
cinquemila anni di storia unitaria e che aveva tanto lottato per la
sua indipendenza.
e lo aveva fatto appunto senza contare su questa o quella
potenza straniera per evitare di venire poi a dipendere da essa,
in applicazione dei principi del juche e insieme del songun. se
sulla base del primo l’indipendenza è il bene supremo, la lotta
armata antigiapponese ha fin da allora pienamente mostrato
nella pratica la verità del principio del songun secondo il quale
l’indipendenza si ottiene con la propria forza, rigettando le
illusioni degli opportunisti che essa possa essere ottenuta
elemosinandola dalle grandi potenze.
in tal modo si poté avviare la costruzione di uno stato
indipendente con un nuovo sistema sociale che superava il
precedente assetto ancora di tipo feudale. come ha evidenziato
lo stesso kim il sung, “noi abbiamo liberato il nostro paese con i
nostri propri sforzi e abbiamo costruito il socialismo a modo
nostro”. tutto ciò nonostante gli ostacoli fin da subito frapposti
dagli stati uniti, che fecero di tutto, con la loro amministrazione
militare diretta, per reprimere al sud ogni sviluppo democratico
dei comitati popolari di base (diversamente da quanto avvenne
invece nel nord), fino a rimettere al potere in diverse istanze
locali i collaborazionisti degli stessi giapponesi, che avevano
dominato il paese in precedenza e che i coreani avevano
cacciato, e a mettere a capo dell’amministrazione esponenti
della reazione più brutale, che represse nel sangue con
numerosi massacri le ampie proteste popolari.
in violazione degli accordi gli stati uniti diedero mano
quindi alla proclamazione, dopo elezioni nella parte del paese da
loro controllata, di una repubblica separata nel sud per gestirla
secondo i loro interessi, creando così le basi della attuale
divisione con la tuttora perdurante permanenza delle loro
truppe; e ostacolarono le elezioni generali che si svolsero in
tutto il paese, sia pure in maniera fortunosa nel sud, e che
portarono il 9 settembre 1948 alla proclamazione della
repubblica popolare democratica di corea.
fu questa l’espressione autentica dell’aspirazione del
popolo coreano a restaurare la sua indipendenza e insieme lo
strumento imprescindibile - avendo già entro pochi mesi dello
stesso anno ottenuto il ritiro di tutte le truppe straniere dal
territorio della rpdc - per prendere in mano il suo destino e
creare il suo stato sovrano, erede della propria cultura millenaria
e delle proprie tradizioni di lotta, e deciso anche a stabilire un
sistema socialista centrato sulle esigenze delle masse popolari.
prima democrazia popolare in asia, già ancora un anno
prima della fondazione della repubblica popolare cinese, la
fondazione della rpdc fu una potente ispirazione per i popoli
oppressi del mondo nella loro lotta per la decolonizzazione,
l’indipendenza e la liberazione nazionale e insieme per
l’avanzamento verso il socialismo, costituendo un esempio
nell’applicazione corretta e vittoriosa del juche e del songun.
e fu proprio per impedire questo e per estendere il loro
dominio, oltre che per impedire la riunificazione della penisola
coreana, che gli stati uniti, accompagnati da alcuni altri paesi
che riuscirono a mettere insieme sotto la bandiera dell’onu,
allora composta da poco più di una cinquantina di stati e
sostanzialmente egemonizzata dagli usa - approfittando
dell’assenza dell’unione sovietica nel consiglio di sicurezza per
protesta contro l’occupazione allora del seggio spettante alla
cina da parte del regime di taiwan - si lanciarono nel giugno del
1950 in una guerra contro la giovane repubblica popolare
democratica di corea nel tentativo di strangolare sul nascere
ogni possibile sviluppo.
fu, come è noto, una guerra devastante, in cui
l’imperialismo scatenò tutta la sua furia, distruggendo e radendo
al suolo campagne e città, come pyongyang dove soltanto tre
edifici rimasero in piedi, e utilizzando metodi di guerra
addirittura più atroci di quelli nazisti, comprese armi chimiche e
batteriologiche, e compiendo anche contro la popolazione civile
massacri e atti di orrenda barbarie. e ciononostante, la eroica
determinazione del popolo coreano riuscì ad infliggere agli stati
uniti pesanti perdite, catturando anche il generale dean,
comandante della c.d. invincibile 24.ma divisione statunitense, e
a imporre alla fine la prima ignominiosa sconfitta, sancita il 27
luglio 1953 dall’armistizio che gli stati uniti dovettero firmare a
panmunjon. riconoscendo la sconfitta, il generale clark,
comandante in capo delle forze statunitensi, ebbe a dichiarare
“eseguendo le istruzioni del mio governo, ho guadagnato il non
invidiabile riconoscimento di essere il primo comandante nella
storia degli sati uniti a firmare un armistizio senza vittoria”;
mentre bradley, un altro generale statunitense, ammise che era
stata “la guerra sbagliata, nel posto sbagliato, nel tempo
sbagliato e col nemico sbagliato”.
in effetti questa guerra distrusse il mito della invincibile
superiorità della superpotenza americana, segnandone
probabilmente, prima ancora della sconfitta nel vietnam, l’inizio
di un declino che, nonostante ripetuti interventi in varie parti del
mondo, è diventato alquanto evidente ai giorni nostri.
per converso, la grande vittoria ottenuta dal popolo
coreano ha mostrato, nelle parole di kim il sung, che “anche
piccoli paesi possono sconfiggere nemici grandi, una volta che
essi stabiliscono il juche, uniscono le masse popolari e
valorosamente si levano nella lotta nonostante le difficoltà”.
ancora una volta, infatti, ne è risultata provata la validità dei
principi del juche, già riscontrata nella esperienza della lotta
antigiapponese, principi secondo i quali il ruolo delle masse
popolari è determinante ancor più delle armi, così che il risultato
della guerra non è semplicemente deciso dalle armi ma da
coloro che usano quelle armi.
per questi motivi, la vittoria coreana nella guerra del 1950-
53 per la liberazione della patria, che viene appunto celebrata
annualmente il 27 luglio come giorno della seconda liberazione
della repubblica popolare democratica di corea, ha continuato
ad ispirare movimenti rivoluzionari e di liberazione nazionale in
varie parti del mondo nella loro lotta contro sistemi coloniali e
contro l’imperialismo, inaugurando una nuova epoca di lotte per
l’indipendenza, e ha indotto sempre più un crescente interesse
per lo studio delle idee del juche e del songun.
la costante e congiunta applicazione di questi principi
infatti ha permesso nella rpdc, pur tra tante difficoltà, non
soltanto la creazione di una nuova democrazia popolare con
importanti conquiste nel cammino verso una nuova società
socialista, con una rapida ricostruzione del paese dalle ceneri
della guerra a nuove magnifiche realizzazioni economiche e
sociali, alla velocità di chollima, il leggendario cavallo alato, ma
ha anche assicurato con l’indipendenza la salvaguardia di tali
conquiste contro tutti i perduranti tentativi di minarne la vita
dall’esterno. ciò è stato reso possibile proprio grazie
all’innalzamento della diffusa coscienza di quei principi, che
puntano, insieme, al miglioramento delle condizioni materiali e
alla salvaguardia dell’indipendenza con lo sviluppo della
capacità di autodifesa.
in questo consiste propriamente il songun, che
letteralmente significa dare la priorità all’esercito. ma ciò non va
assolutamente equivocato alla maniera dei paesi occidentali nel
senso di un governo di militari o comunque di un potere proprio
dei militari sulla società. al contrario, essendo l’esercito popolare
l’erede delle tradizioni rivoluzionarie che abbiamo sopra
ricordato, esso è profondamente impregnato dello spirito
antimperialista e sottoposto alla direzione del partito dei
lavoratori, è un esercito forte non soltanto nell’armamento ma
nell’ideologia, ed è totalmente integrato nella società. può
essere visto in realtà come il popolo in armi, cui è affidato
innanzi tutto il prioritario compito della difesa della patria e del
suo sistema sociale, ma che si adopera anche nei diversi campi
della vita civile, dal momento che non è raro vedere militari
impiegati nella costruzione di grandi opere o anche per aiutare
nelle fabbriche o nei campi.
il songun dunque significa che l’indipendenza e il sistema
sociale del paese devono essere difesi con le proprie forze, come
abbiamo visto mostrato fin dalla lotta antigiapponese e poi nella
guerra di liberazione antimperialista. è grazie al songun, i cui
principi sono strettamente intrecciati con quelli del juche, che il
popolo coreano è stato capace di far fronte alle sfide che
continuano a porglisi. ed è per questo che viene annualmente
celebrato come una importante pietra miliare, insieme alla
fondazione dell’esercito popolare, con un giorno ad esso
dedicato, il 25 agosto, in ricordo del discorso di kim jong il che
nel 1960 lo sancì ufficialmente; ciò simbolicamente nel corso
della sua visita alla 105.ma divisione tank, che era stata la
prima unità dell’esercito popolare coreano ad entrare a seul nel
giugno 1950 e in seguito denominata ryu kiong su in onore del
comandante della guerriglia antigiapponese.
di fronte a continui tentativi esterni di pressioni, sanzioni,
minacce e provocazioni, fino a mire di regime-change,
l’applicazione dei principi del juche e del songun ha consentito
alla rpdc uno sviluppo economico e sociale autonomo e insieme
la creazione di un potente apparato di autodifesa, anche
nucleare, di cui la rpdc si è dotata, memore di diverse
esperienze di interventi stranieri in vari paesi, dall’iraq alla libia
(per ricordarne solo alcuni); apparato di autodifesa che
costituisce un forte deterrente nei confronti di qualsiasi attacco
contro il paese.
è paradossale che, nella narrazione rovesciata
dell’imperialismo che dispensa minacce e aggressioni, sia questo
apparato di autodifesa coreano ad essere presentato come una
minaccia, con richieste di disarmo unilaterale provenienti da uno
stato come gli stati uniti, che sono dotati di un enorme arsenale
nucleare e, caso unico e criminale nella storia, quelle bombe
nucleari le hanno già usate a hiroshima a nagasaki e hanno
ancora progettato di usarle nella guerra di corea; che per di più,
in violazione degli accordi, hanno introdotto armi nucleari nella
corea del sud, e che mantengono tuttora nella loro dottrina
militare l’opzione di attacchi preventivi e anche del first strike
nucleare.
ma è esattamente questo potente apparato di autodifesa,
portato avanti dalla rpdc sotto la guida di kim jong un, che ha
costretto una superpotenza come gli stati uniti, che tuttora
mantengono truppe e basi militari nella corea del sud e ancora
si rifiutano di firmare un trattato di pace, ad intavolare negoziati
con un paese così fortemente determinato a salvaguardare la
propria indipendenza e il proprio sistema sociale, conquistandosi
un ruolo che non può essere sottovalutato nelle relazioni
internazionali.
le manovre militari congiunte usa-giappone-sudcorea che
si ripetono da molti anni anche al largo delle coste nordcoreane,
con obiettivi dichiaratamente aggressivi, come lo sbarco di
truppe in un “altro” paese da colpire, costituiscono un pericolo
per la pace nella penisola coreana e nel mondo; e ad esse
dovrebbe esser posto fine, così come dovrebbe esser posto fine
alle illegittime sanzioni, che mirano a strangolare la rpdc.
il popolo coreano dovrebbe essere lasciato libero di
perseguire pacificamente il suo autonomo sviluppo senza
ingerenze straniere.
e certamente la rpdc, fondata 73 anni fa a costo di tante
lotte e costruita con tanti sforzi, e tutt’oggi il più longevo stato
socialista, applicando i principi del juche e del songun, sarà
capace di realizzare i suoi obiettivi con nuove vittorie e nuovi
successi.
Telemedicina per tutti
Il sistema di telemedicina è ora operativo in tutta la Repubblica Democratica Popolare di Corea. Secondo un rapporto, un gran numero di strutture di prevenzione e cura tra cui quattro ospedali centrali, 10 ospedali provinciali, oltre 190 ospedali cittadini e di campagna e 10 ospedali provinciali per la maternità hanno aderito al sistema tra il 2009 e il 2012. Nel rapporto si legge anche che il sistema ha continuato ad ampliare la sua portata, coinvolgendo così tutti gli ospedali provinciali, comunali e delle contee in tutto il paese, nonché gli ospedali di piccole dimensioni nelle aree rurali. Inoltre il sistema nazionale di assistenza sanitaria per le donne collega l’ospedale di maternità di Pyongyang con gli ospedali di maternità provinciali e i dipartimenti ostetrici e ginecologici degli ospedali delle città e delle contee e il sistema di assistenza sanitaria per i bambini collega l’ospedale pediatrico di Okryu a Pyongyang con gli ospedali pediatrici provinciali e i reparti pediatrici degli ospedali delle città e delle contee. Se visti dal punto di vista del suo territorio e dalla sua popolazione, anche se non così vasti, queste cifre e fatti non sono mai insignificanti.
Il funzionamento attivo di questo sistema, permette che vengano effettuate tempestivamente accurate diagnosi e prese le misure d’intervento specifiche e necessarie. Ciò permette una notevole diminuzione del numero di pazienti che vengono inviati agli ospedali più grandi e casi gravi come il blocco arterioso acuto e i disturbi cardiaci e cerebrali possano essere trattati con immediatezza e sul posto. I pazienti, le cui diagnosi non sono chiare e quelli per i quali la farmacoterapia non è efficace, godono anche dei benefici della telemedicina. Attraverso la consultazione di emergenza con l’ospedale di maternità di Pyongyang, un ospedale della contea nella provincia nord-orientale dell’Hamgyong è riuscito, contro ogni aspettativa, a riportare in vita il bambino di un lavoratore la cui vita era in estremo pericolo poiché subito dopo la nascita erano subentrate severe complicazioni. Un ragazzo in una zona di montagna nella provincia più settentrionale del Ryanggang, costretto a letto a causa di un malore improvviso, ha potuto recuperare la salute dopo aver ricevuto cure presso l’ospedale locale grazie al sistema di telemedicina.
Quello che segue è un altro esempio. Una donna sulla quarantina, che era ricoverata in un ospedale della contea nella provincia orientale del Sud Hamgyong, ha chiesto al capo del dipartimento di medicina interna dell’ospedale se poteva organizzare per lei una consultazione online con un ospedale centrale della capitale. Quando il medico ha stabilito il programma per la consultazione, la paziente ha chiesto se poteva far diagnosticare la sua malattia dai medici di altri ospedali della capitale per una diagnosi più accurata. La richiesta del paziente residente lontano dal capoluogo è stata soddisfatta. La cosa interessante è che questi pazienti non sanno che se vivessero in altri paesi dovrebbero pagare i medici in base ai loro titoli professionali e per il tempo speso per tale consultazione. Un’altra cosa interessante è che i medici in questo paese non si preoccupano del fatto che le conoscenze specialistiche che hanno accumulato con tanto impegno e la loro esperienza clinica possano essere rivelate ad altri attraverso il servizio medico online. Quando si è tenuto un seminario dell’OMS a Pyongyang per la regione del sud-est asiatico, i partecipanti hanno sottolineato le tre caratteristiche del sistema di telemedicina nella RPDC: primo, copre l’intero paese; secondo, è fornito a tutte le persone gratuitamente; terzo, ha raggiunto un livello elevato in brevissimo tempo.