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La VOCE ANNO XXVI N°3

novembre 2021

PAGINA 7

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
segue da pag.6: intervista di wells a stalin. - lei, mr. wells, muove evidentemente dal presupposto che tutti gli uomini siano buoni. io, invece, non dimentico che ci sono molti uomini malvagi. io non credo che la borghesia sia buona. - ricordo qual'era la situazione dell'intellighenzia tecnica alcuni decenni fa. a quell'epoca era ancora poco numerosa, ma c'era talmente tanto da fare che ogni ingegnere, ogni tecnico, aveva la sua occasione. e proprio per questo l'intellighenzia tecnica era la classe meno rivoluzionaria. ora, invece, c'è una sovrabbondanza di tecnici e la loro mentalità è sensibilmente cambiata. il lavoratore qualificato, che in passato non avrebbe mai dato ascolto ai discorsi rivoluzionari, ora li segue con grande interesse. recentemente sono stato a una cena del royal society, la grande società scientifica inglese. il discorso del presidente è stato un discorso a favore della pianificazione sociale e del controllo scientifico. oggi, l'uomo che dirige la royal society ha posizioni rivoluzionarie e insiste sulla riorganizzazione scientifica della società umana. la vostra propaganda per la lotta di classe non si è adeguala a queste realtà, la mentalità sta cambiando. - si, lo so, questo è dovuto al fatto che la società capitalistica attualmente è in un vicolo cieco. i capitalisti stanno cercando, senza trovarla, una via d'uscita da questo vicolo cieco che sia compatibile con la dignità della loro classe e con gli interessi della loro classe. potrebbero, in certa misura, strisciare fuori dalla crisi a quattro zampe, ma non possono trovare uno sbocco che consenta loro di uscirne a testa alta, una soluzione che non danneggi sostanzialmente gli interessi del capitalismo. naturalmente, larga parte dell'intellighenzia tecnica ne è perfettamente consapevole. un ampio settore comincia a capire che i suoi interessi sono gli stessi della classe che è in grado di indicare la via d'uscita dal vicolo cieco. - lei, mr. stalin, di rivoluzioni ne sa sicuramente qualcosa, dal punto di vista pratico. le masse si sollevano davvero? non è una verità accertata che tutte le rivoluzioni sono fatte da una minoronza? - per fare una rivoluzione occorre una minoranza rivoluzioinaria che faccia da guida; ma la minoranza più abile, energica e appassionata sarebbe impotente se non potesse contare sull'appoggio almeno passivo di milioni di persone - almeno passivo? forse inconscio? - in parte anche semistintivo e semiconsapevole, ma senza l'appoggio di milioni di persone, la migliore minoranza è impotente. - io osservo la propaganda comunista in occidente e ho l'impressione che nelle condizioni moderne questa propaganda sembri vecchia, superata, perché è propaganda insurrezionale. la propaganda a favore del rovesciamento violento dei sistema sociale era giustissima quando era rivolta contro la tirannia. ma ora che il sistema sta comunque crollando, bisognerebbe porre l'accento sull'efficienza, la competenza, la produttività, e non sull'insurrezione. mi sembra che gli accenni insurrezionali siano obsoleti. la propaganda comunista in occidente è un'assurdità per la gente con una visione costruttiva. - certo che il vecchio sistema sta marcendo, crollando. questo è vero. ma è anche vero che vengono fatti nuovi sforzi, con altri metodi e con ogni mezzo, per proteggere e salvare questo sistema morente. lei arriva a una conclusione sbagliata partendo da un postulato corretto. lei afferma giustamente che il vecchio mondo sta crollando. ma sbaglia a credere che stia crollando da solo. no, la sostituzione di un sistema sociale con un altro è un processo rivoluzionario lungo e complesso. non è soltanto un processo spontaneo, ma una lotta; è un processo collegato allo scontro di classe. il capitalismo è in decadenza ma non può essere paragonato a un albero marcio che prima o poi dovrà cadere a terra da solo. no. la rivoluzione, la sostituzione di un sistema sociale con un altro, è sempre stata una lotta, una lotta dolorosa e crudele, una lotta per la vita e per la morte. e ogni volta che la gente del nuovo mondo è giunta al potere ha dovuto difendersi dai tentativi del vecchio mondo di restaurare il vecchio ordine con la forza; questa gente del nuovo mondo doveva essere sempre in allerta, doveva essere sempre pronta a respingere gli attacchi del vecchio mondo contro il nuovo sistema. si, ha ragione quando dice che il vecchio sistema sociale sta crollando; ma non sta crollando spontaneamente. prenda il fascismo, ad esempio, il fascismo è una forza reazionaria che sta cercando di preservare il vecchio mondo con la violenza. cosa possiamo fare con i fascisti? vogliamo metterci a discutere con loro? vogliamo cercare di convincerli? ma questo non avrebbe nessun effetto su di loro. i comunisti non idealizzano affatto il metodo della violenza. ma loro, i comunisti, non vogliono essere presi di sorpresa, non possono sperare che il vecchio mondo esca volontariamente
di scena, vedono che il vecchio sistema si sta difendendo con la violenza ed è per questo che dicono alla classe operaia: rispondete alla violenza con la violenza, fate tutto il possibile per impedire che il vecchio ordine morente vi schiacci, non consentite che vi incateni le mani, quelle mani con cui rovescerete il vecchio sistema. come vede i comunisti considerano la sostituzione di un sistema sociale con un altro non come un processo spontaneo e pacifico ma come un processo complesso, lungo e violento. i comunisti non possono ignorare i fatti. - ma guardi cosa sta succedendo nel mondo capitalista, il collasso non è semplice, è uno scoppio di violenza reazionaria che sta degenerando nel gangsterismo. e quando si arriva a uno scontro con la violenza cieca e reazionaria, i socialisti secondo me possono appellarsi alla legge, e invece di considerare la polizia come un nemico dovrebbero sostenerla nella lotta contro la reazione. credo che sia inutile operare con i metodi del vecchio, rigido socialismo insurrezionale. - i comunisti si basano su una ricca esperienza storica, ed essa insegna che le classi obsolete non abbandonano volontariamente il palcoscenico della storia. pensi alla storia dell'inghilterra nel diciassettesimo secolo. non erano molti a dire che il vecchio sistema sociale era marcio? ma non ci volle comunque un cromwell per abbatterlo con la forza? - cromwell agiva sulla base della costituzione e in nome dell'ordine costituzionale. - nel nome della costituzione fece ricorso alla violenza. decapitò il re, sciolse il parlamento, arrestò alcuni e decapitò altri. oppure prendiamo un esempio dalla nostra storia. non era già evidente da un pezzo che il sistema zarista era in rovina, che stava crollando? ma quanto sangue si è dovuto versare per rovesciarlo? e la rivoluzione d'ottobre? non erano in molti a sapere che solo noi, i bolscevichi, indicavano l'unica soluzione giusta? non era evidente che il capitalismo russo era in rovina? ma lei sa bene com'è stata forte la resistenza, quanto sangue si è dovuto versare per difendere la rivoluzione d'ottobre da tutti i suoi nemici, interni ed esterni. oppure prendiamo la francia della fine del diciottesimo secolo. molto prima del 1789 erano in tanti ad aver capito quanto fossero marci il potere reale, il sistema feudale. eppure non fu possibile evitare un'insurrezione popolare, uno scontro di classe. perché? perché le classi che debbono abbandonare il palcoscenico della storia sono le ultime a convincersi che il loro ruolo è finito. è impossibile convincerle di questo. pensano che le crepe dell'edificio in rovina possano essere stuccate, che il traballante edificio del vecchio ordine possa essere riparato e salvato. ecco perché le classi morenti prendono le armi e ricorrono ad ogni mezzo per salvare la loro esistenza come classe dominante. - ma non c'erano alcuni avvocati alla testa della grande rivoluzione francese? - io non nego il ruolo dell'intellighenzia nei movimenti rivoluzionari. ma la grande rivoluzione francese fu una rivoluzione di avvocati o una rivoluzione popolare che ottenne la vittoria sollevando le grandi masse popolari contro il feudalesimo e difendendo gli interessi del terzo stato? e gli avvocati che guidarono la grande rivoluzione francese agivano rispettando le leggi del vecchio ordine? non introdussero una nuova legge borghese rivoluzionaria? la ricca esperienza della storia ci insegna che fino a oggi una classe non ha mai lasciato volontariamente il posto a un'altra classe. non esistono precedenti nella prassi mondiale. i comunisti hanno imparato questa lezione dalla storia. i comunisti sarebbero ben lieti di assistere a una volontaria uscita di scena della borghesia. ma è un'ipotesi improbabile e questo che ci insegna la storia. ecco perché i comunisti vogliono essere preparati al peggio e invitano la classe operaia a essere vigile, a essere pronta alla lotta. chi vuole un capitano che allenta la vigilanza del suo esercito, un capitano incapace di rendersi conto che il nemico non si arrende, che deve essere sconfìtto? essere un tale capitano significa ingannare, tradire la classe operaia. ecco perché secondo me quello che lei giudica superato è in realtà un atteggiamento di convenienza rivoluzionarìa per la classe operaia. - non nego che si debba usare la forza, ma penso che le forme di lotta dovrebbero adeguarsi alle opportunità offerte dalle leggi esistenti, che debbono essere difese dagli attacchi reazionari. non c'è bisogno di disorganizzare il vecchio sistema perché si sta già disorganizzando da solo. per questo mi sembra che un'insurrezione contro il vecchio ordine, contro la legge, sia obsoleta, superata. per altro esagero deliberatamente per esporre con maggiore chiarezza la verità. potrei formulare il mio punto di ..segue ./.
Segue da Pag.6: Intervista di Wells a Stalin

- Lei, Mr. Wells, muove evidentemente dal presupposto che tutti gli uomini siano buoni. Io, invece, non dimentico che ci sono molti uomini malvagi. Io non credo che la borghesia sia buona.

- Ricordo qual'era la situazione dell'intellighenzia tecnica alcuni decenni fa. A quell'epoca era ancora poco numerosa, ma c'era talmente tanto da fare che ogni ingegnere, ogni tecnico, aveva la sua occasione. E proprio per questo l'intellighenzia tecnica era la classe meno rivoluzionaria. Ora, invece, c'è una sovrabbondanza di tecnici e la loro mentalità è sensibilmente cambiata. Il lavoratore qualificato, che in passato non avrebbe mai dato ascolto ai discorsi rivoluzionari, ora li segue con grande interesse. Recentemente sono stato a una cena del Royal Society, la grande società scientifica inglese. Il discorso del presidente è stato un discorso a favore della pianificazione sociale e del controllo scientifico. Oggi, l'uomo che dirige la Royal Society ha posizioni rivoluzionarie e insiste sulla riorganizzazione scientifica della società umana. La vostra propaganda per la lotta di classe non si è adeguala a queste realtà, la mentalità sta cambiando.

- Si, lo so, questo è dovuto al fatto che la società capitalistica attualmente è in un vicolo cieco. I capitalisti stanno cercando, senza trovarla, una via d'uscita da questo vicolo cieco che sia compatibile con la dignità della loro classe e con gli interessi della loro classe. Potrebbero, in certa misura, strisciare fuori dalla crisi a quattro zampe, ma non possono trovare uno sbocco che consenta loro di uscirne a testa alta, una soluzione che non danneggi sostanzialmente gli interessi del capitalismo. Naturalmente, larga parte dell'intellighenzia tecnica ne è perfettamente consapevole. Un ampio settore comincia a capire che i suoi interessi sono gli stessi della classe che è in grado di indicare la via d'uscita dal vicolo cieco.

- Lei, Mr. Stalin, di rivoluzioni ne sa sicuramente qualcosa, dal punto di vista pratico. Le masse si sollevano davvero? Non è una verità accertata che tutte le rivoluzioni sono fatte da una minoronza?

- Per fare una rivoluzione occorre una minoranza rivoluzioinaria che faccia da guida; ma la minoranza più abile, energica e appassionata sarebbe impotente se non potesse contare sull'appoggio almeno passivo di milioni di persone

- Almeno passivo? Forse inconscio?

- In parte anche semistintivo e semiconsapevole, ma senza l'appoggio di milioni di persone, la migliore minoranza è impotente.

- Io osservo la propaganda comunista in Occidente e ho l'impressione che nelle condizioni moderne questa propaganda sembri vecchia, superata, perché è propaganda insurrezionale. La propaganda a favore del rovesciamento violento dei sistema sociale era giustissima quando era rivolta contro la tirannia. Ma ora che il sistema sta comunque crollando, bisognerebbe porre l'accento sull'efficienza, la competenza, la produttività, e non sull'insurrezione. Mi sembra che gli accenni insurrezionali siano obsoleti. La propaganda comunista in Occidente è un'assurdità per la gente con una visione costruttiva.

- Certo che il vecchio sistema sta marcendo, crollando. Questo è vero. Ma è anche vero che vengono fatti nuovi sforzi, con altri metodi e con ogni mezzo, per proteggere e salvare questo sistema morente. Lei arriva a una conclusione sbagliata partendo da un postulato corretto. Lei afferma giustamente che il vecchio mondo sta crollando. Ma sbaglia a credere che stia crollando da solo. No, la sostituzione di un sistema sociale con un altro è un processo rivoluzionario lungo e complesso. Non è soltanto un processo spontaneo, ma una lotta; è un processo collegato allo scontro di classe. Il capitalismo è in decadenza ma non può essere paragonato a un albero marcio che prima o poi dovrà cadere a terra da solo. No. La rivoluzione, la sostituzione di un sistema sociale con un altro, è sempre stata una lotta, una lotta dolorosa e crudele, una lotta per la vita e per la morte. E ogni volta che la gente del nuovo mondo è giunta al potere ha dovuto difendersi dai tentativi del vecchio mondo di restaurare il vecchio ordine con la forza; questa gente del nuovo mondo doveva essere sempre in allerta, doveva essere sempre pronta a respingere gli attacchi del vecchio mondo contro il nuovo sistema.

Si, ha ragione quando dice che il vecchio sistema sociale sta crollando; ma non sta crollando spontaneamente. Prenda il fascismo, ad esempio, il fascismo è una forza reazionaria che sta cercando di preservare il vecchio mondo con la violenza. Cosa possiamo fare con i fascisti? Vogliamo metterci a discutere con loro? Vogliamo cercare di convincerli? Ma questo non avrebbe nessun effetto su di loro. I comunisti non idealizzano affatto il metodo della violenza. Ma loro, i comunisti, non vogliono essere presi di sorpresa, non possono sperare che il vecchio mondo esca volontariamente
di scena, vedono che il vecchio sistema si sta difendendo con la violenza ed è per questo che dicono alla classe operaia: rispondete alla violenza con la violenza, fate tutto il possibile per impedire che il vecchio ordine morente vi schiacci, non consentite che vi incateni le mani, quelle mani con cui rovescerete il vecchio sistema. Come vede i comunisti considerano la sostituzione di un sistema sociale con un altro non come un processo spontaneo e pacifico ma come un processo complesso, lungo e violento. I comunisti non possono ignorare i fatti.

- Ma guardi cosa sta succedendo nel mondo capitalista, il collasso non è semplice, è uno scoppio di violenza reazionaria che sta degenerando nel gangsterismo. E quando si arriva a uno scontro con la violenza cieca e reazionaria, i socialisti secondo me possono appellarsi alla legge, e invece di considerare la polizia come un nemico dovrebbero sostenerla nella lotta contro la reazione. Credo che sia inutile operare con i metodi del vecchio, rigido socialismo insurrezionale.

- I comunisti si basano su una ricca esperienza storica, ed essa insegna che le classi obsolete non abbandonano volontariamente il palcoscenico della storia. Pensi alla storia dell'Inghilterra nel diciassettesimo secolo. Non erano molti a dire che il vecchio sistema sociale era marcio? Ma non ci volle comunque un Cromwell per abbatterlo con la forza?

- Cromwell agiva sulla base della Costituzione e in nome dell'ordine costituzionale.

- Nel nome della Costituzione fece ricorso alla violenza. Decapitò il re, sciolse il Parlamento, arrestò alcuni e decapitò altri.

Oppure prendiamo un esempio dalla nostra storia. Non era già evidente da un pezzo che il sistema zarista era in rovina, che stava crollando? Ma quanto sangue si è dovuto versare per rovesciarlo?

E la rivoluzione d'Ottobre? Non erano in molti a sapere che solo noi, i bolscevichi, indicavano l'unica soluzione giusta? Non era evidente che il capitalismo russo era in rovina? Ma lei sa bene com'è stata forte la resistenza, quanto sangue si è dovuto versare per difendere la Rivoluzione d'Ottobre da tutti i suoi nemici, interni ed esterni.

Oppure prendiamo la Francia della fine del diciottesimo secolo. Molto prima del 1789 erano in tanti ad aver capito quanto fossero marci il potere reale, il sistema feudale. Eppure non fu possibile evitare un'insurrezione popolare, uno scontro di classe. Perché? Perché le classi che debbono abbandonare il palcoscenico della storia sono le ultime a convincersi che il loro ruolo è finito. È impossibile convincerle di questo. Pensano che le crepe dell'edificio in rovina possano essere stuccate, che il traballante edificio del vecchio ordine possa essere riparato e salvato. Ecco perché le classi morenti prendono le armi e ricorrono ad ogni mezzo per salvare la loro esistenza come classe dominante.

- Ma non c'erano alcuni avvocati alla testa della grande Rivoluzione francese?

- Io non nego il ruolo dell'intellighenzia nei movimenti rivoluzionari. Ma la grande Rivoluzione francese fu una rivoluzione di avvocati o una rivoluzione popolare che ottenne la vittoria sollevando le grandi masse popolari contro il feudalesimo e difendendo gli interessi del Terzo Stato? E gli avvocati che guidarono la grande Rivoluzione francese agivano rispettando le leggi del vecchio ordine? Non introdussero una nuova legge borghese rivoluzionaria? La ricca esperienza della storia ci insegna che fino a oggi una classe non ha mai lasciato volontariamente il posto a un'altra classe. Non esistono precedenti nella prassi mondiale. I comunisti hanno imparato questa lezione dalla storia. I comunisti sarebbero ben lieti di assistere a una volontaria uscita di scena della borghesia. Ma è un'ipotesi improbabile e questo che ci insegna la storia. Ecco perché i comunisti vogliono essere preparati al peggio e invitano la classe operaia a essere vigile, a essere pronta alla lotta. Chi vuole un capitano che allenta la vigilanza del suo esercito, un capitano incapace di rendersi conto che il nemico non si arrende, che deve essere sconfìtto? Essere un tale capitano significa ingannare, tradire la classe operaia. Ecco perché secondo me quello che lei giudica superato è in realtà un atteggiamento di convenienza rivoluzionarìa per la classe operaia.

- Non nego che si debba usare la forza, ma penso che le forme di lotta dovrebbero adeguarsi alle opportunità offerte dalle leggi esistenti, che debbono essere difese dagli attacchi reazionari. Non c'è bisogno di disorganizzare il vecchio sistema perché si sta già disorganizzando da solo. Per questo mi sembra che un'insurrezione contro il vecchio ordine, contro la legge, sia obsoleta, superata. Per altro esagero deliberatamente per esporre con maggiore chiarezza la verità. Potrei formulare il mio punto di
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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