segue da pag.7: intervista di wells a stalin.
vista nel modo seguente: in primo luogo, sono per l'ordine; in secondo luogo, attacco il sistema attuale nella misura in cui non riesce ad assicurare l'ordine; in terzo luogo, penso che la propaganda della lotta di classe possa allontanare dal socialismo proprio le persone istruite di cui il socialismo ha bisogno. - per raggiungere un grande obiettivo, un importante obbiettivo sociale, dev'esserci una forza principale, un bastione, una classe rivoluzionaria. poi bisogna organizzare l'assistenza di una forza ausiliaria per questa forza principale; in questo caso la forza ausiliaria è rappresentata dal partito, a cui appartengono le forze migliori dell'intellighenzia. ha appena parlato di "persone istruite". ma a quali persone istruite si riferisce? non c'erano moltissime persone istruite dalla parte del vecchio ordine nell'inghilterra del diciassettesimo secolo, nella francia del diciottesimo secolo e nella russia della rivoluzione d'ottobre? il vecchio ordine aveva al suo servizio molte persone ben istruite che lo difendevano e si opponevano al nuovo ordine. l'istruzione è un'arma, ma il suo effetto dipende dalle mani che la brandiscono, da chi deve essere colpito. naturalmente, il proletariato, il socialismo, ha bisogno di gente ben istruita. è ovvio che i sempliciotti non possono aiutare il proletariato a lottare per il socialismo, a costruire una nuova società. io non sottovaluto il ruolo dell'intellighenzia; al contrario, lo sottolineo. la questione, tuttavia, è di quale intellighenzia stiamo discutendo. perché ci sono diversi tipi di intellighenzia.
- non può esserci una rivoluzione senza un cambiamento radicale del sistema educativo. basti citare due esempi: l'esempio della repubblica tedesca, che non toccò il vecchio sistema di istruzione e perciò non divenne mai una repubblica, e l'esempio del parlito laburista, che non ha il coraggio di battersi per un cambiamento radicale del sistema educativo.
- questa è una osservazione giusta. ora mi permetta di replicare ai tre punti che ha sollevato. in primo luogo, la cosa principale per una rivoluzione è l'esistenza di un bastione sociale. questo bastione della rivoluzione è la classe operaia. in secondo luogo, occorre una forza ausiliaria, quello che i comunisti chiamano un partito. al partito appartengono i lavoratori più preparati e quegli elementi dell'intellighenzia tecnica che sono strettamente collegati alla classe operaia. l'intellighenzia può essere forte solo se si unisce alla classe operaia. se si oppone alla classe operaia diventa una nullità. in terzo luogo, occorre il potere politico come strumento di cambiamento. il nuovo potere politico crea le nuove leggi, il nuovo ordine che è un ordine rivoluzionario
io non mi schiero a favore di un'ordine qualsiasi. io mi schiero a favore dell'ordine che risponda agli interessi della classe operaia. ma se alcune leggi del vecchio ordine possono essere utilizzate nella lotta per il nuovo ordine, allora le vecchie leggi dovrebbero essere utilizzate. io non mi oppongo al suo postulato secondo cui il sistema attuale dovrebbe essere attaccato nella misura in cui non assicura l'ordine necessario per il popolo.
e infine, sbaglia se crede che i comunisti siano innamorati della violenza. sarebbero molto lieti di rinunciare ai metodi violenti se la classe dirigente accettasse di lasciare il posto alla classe operaia. ma l'esperienza della storia smentisce questa possibilità.
- eppure c'è stato un caso nella storia dell'inghilterra in cui una classe ha volontariamente consegnato il potere a un'altra classe nel periodo fra il 1830 e il 1870 l'aristocrazia, il cui influsso era ancora molto considerevole alla fine del diciottesimo secolo, volontariamente, senza una dura lotta, cedette il potere alla borghesia che assicurava un appoggio sentimentale alla monarchia. successivamente, questo trasferimento del potere ha portato al domìnio dell'oligarchia finanziaria.
- ma lei senza accorgesene è passato dal problema della rivoluzione al problema delle riforme. non è la stessa cosa. non pensa che il movimento cartista abbia avuto un ruolo importane nelle riforme inglesi del diciannovesimo secolo?
- i cartisti fecero molto poco e scomparvero senza lasciare traccia.
- non sono d'accordo con lei. i cartisti, e il movimento di sciopero che organizzarono, ebbero un ruolo di rilievo; costrinsero le classi dirigenti a molte concessioni relative al diritto di voto, all'abolizione dei cosiddetti "borghi putridi" [i distretti elettorali con pochissimi votanti] e a diversi altri punti della "carta". il cartismo ebbe un ruolo storico non privo di significato e costrinse una parte delle classi dirigenti a fare alcune concessioni-riforme per scongiurare una grave crisi. in generale, va detto che di tutte le classi dirigenti, le classi dirigenti inglesi, sia l'aristocrazia che la borghesia, si sono dimostrate le più intelligenti e flessibili dal punto di vista dei loro interessi di classe, dal punto di vista della conservazione del potere. prendiamo ad esempio dalla storia moderna, lo sciopero generale del 1926. la prima cosa che qualsiasi altra borghesia avrebbe fatto
dì fronte a un'iniziativa di questo tipo, quando il consiglio generale del sindacato ha proclamato lo sciopero, sarebbe stata di arrestare i dirigenti sindacali. la borghesia inglese non lo fece e agì con intelligenza dal punto di vista dei suoi interessi. non riesco a immaginare che una strategia così flessibile possa essere seguita dalla borghesia degli stati uniti, della germania o della francia. per mantenere il loro dominio, le classi dirigenti della gran bretagna non hanno mai rinunciato a piccole concessioni, riforme. ma sarebbe sbagliato pensare che queste riforme siano rivoluzionarie.
- la sua opinione delle classi dirigenti del mio paese è più alta della mia. ma c'è davvero una grande differenza fra una piccola rivoluzione e una grande riforma? una riforma non è una piccola rivoluzione?
- in seguito a una pressione dal basso, la pressione delle masse, la borghesia a volte può concedere alcune riforme parziali che non contraddicono il sistema sociale economico esistente. sceglie questa linea d'azione perché ritiene che queste concessioni siano necessarie per salvaguardare il suo dominio di classe. questa è l'essenza delle riforme. la rivoluzione, invece, significa il passaggio del potere da una classe all'altra. per questo è impossibile descrivere qualsiasi riforma come una rivoluzione. per questo non possiamo sperare che il cambiamento del sistema sociale avvenga con un'impercettibile trasformazione da un sistema all'altro attraverso le riforme, grazie alle concessioni della classe dominante
- le sono molto grato per questo colloquio, che ha significato davvero molto per me. spiegandomi le cose, le sarà sembrato di tornare ai tempi in cui doveva illustrare i rudimenti del socialismo nei circoli illegali prima della rivoluzione. attualmente nel mondo esistono solo due persone a cui danno ascolto milioni di persone soppesandone ogni opinione, ogni singola parola - lei e roosevelt. gli altri possono predicare quanto vogliono, quello che dicono non sarà mai pubblicato o tenuto in gran conto. non sono ancora in grado di valutare quello che è stato fatto nel suo paese, sono arrivato solo ieri. ma ho già visto i volti sereni di uomini e donne sani e so che state facendo qualcosa di molto importante. il contrasto con il 1920 è sbalorditivo.
- si sarebbe potuto fare di più se i bolscevichi fossero stati più bravi.
- no, se gli esseri umani fossero stati più bravi. sarebbe un'ottima cosa inventare un piano quinquennale per la ricostruzione del cervello umano, che evidentemente è privo di molte cose necessarie a un perfètto ordine sociale. (ride)
- non vuole trattenersi per il congresso dell'unione degli scrittori sovietici?
- purtroppo ho molti impegni da rispettare e posso restare solo per una settimana. sono venuto per parlare con lei e sono molto soddisfatto del nostro colloquio. ma vorrei discutere con tulli gli scrittori sovietici che avrò modo di incontrare, la possibilità di una loro adesione al pen club. e' un'organizzazione internazionale di scrittori fondata da galsworthy: dopo la sua morte ne sono divenuto il presidente. l'organizzazione è ancora debole, ma ha sezioni in molti paesi, e la cosa più importante è che i discorsi dei suoi membri sono ampiamente commentati dalla stampa. insiste molto sulla libera espressione di opinioni, anche opinioni di opposizione. spero di discutere la questione con gorkij. non so se siete ancora pronti per tanta libertà...
- noi bolscevichi la chiamiamo "autocritica". è molto praticata in urss ...
* la versione inglese riporta la data del 23 luglio 1934.
resistenze.org.
“Libertà per Julian Assange” - Conferenza stampa di Pino Cabras.
Segue da Pag.7: Intervista di Wells a Stalin
vista nel modo seguente: in primo luogo, sono per l'ordine; in secondo luogo, attacco il sistema attuale nella misura in cui non riesce ad assicurare l'ordine; in terzo luogo, penso che la propaganda della lotta di classe possa allontanare dal socialismo proprio le persone istruite di cui il socialismo ha bisogno.
- Per raggiungere un grande obiettivo, un importante obbiettivo sociale, dev'esserci una forza principale, un bastione, una classe rivoluzionaria. Poi bisogna organizzare l'assistenza di una forza ausiliaria per questa forza principale; in questo caso la forza ausiliaria è rappresentata dal partito, a cui appartengono le forze migliori dell'intellighenzia. Ha appena parlato di "persone istruite". Ma a quali persone istruite si riferisce? Non c'erano moltissime persone istruite dalla parte del vecchio ordine nell'Inghilterra del Diciassettesimo secolo, nella Francia del Diciottesimo secolo e nella Russia della Rivoluzione d'Ottobre? Il vecchio ordine aveva al suo servizio molte persone ben istruite che lo difendevano e si opponevano al nuovo ordine. L'istruzione è un'arma, ma il suo effetto dipende dalle mani che la brandiscono, da chi deve essere colpito. Naturalmente, il proletariato, il socialismo, ha bisogno di gente ben istruita. È ovvio che i sempliciotti non possono aiutare il proletariato a lottare per il socialismo, a costruire una nuova società. Io non sottovaluto il ruolo dell'intellighenzia; al contrario, lo sottolineo. La questione, tuttavia, è di quale intellighenzia stiamo discutendo. Perché ci sono diversi tipi di intellighenzia.
- Non può esserci una rivoluzione senza un cambiamento radicale del sistema educativo. Basti citare due esempi: l'esempio della repubblica tedesca, che non toccò il vecchio sistema di istruzione e perciò non divenne mai una repubblica, e l'esempio del Parlito Laburista, che non ha il coraggio di battersi per un cambiamento radicale del sistema educativo.
- Questa è una osservazione giusta. Ora mi permetta di replicare ai tre punti che ha sollevato. In primo luogo, la cosa principale per una rivoluzione è l'esistenza di un bastione sociale. Questo bastione della rivoluzione è la classe operaia. In secondo luogo, occorre una forza ausiliaria, quello che i comunisti chiamano un partito. Al partito appartengono i lavoratori più preparati e quegli elementi dell'intellighenzia tecnica che sono strettamente collegati alla classe operaia. L'intellighenzia può essere forte solo se si unisce alla classe operaia. Se si oppone alla classe operaia diventa una nullità. In terzo luogo, occorre il potere politico come strumento di cambiamento. Il nuovo potere politico crea le nuove leggi, il nuovo ordine che è un ordine rivoluzionario
Io non mi schiero a favore di un'ordine qualsiasi. Io mi schiero a favore dell'ordine che risponda agli interessi della classe operaia. Ma se alcune leggi del vecchio ordine possono essere utilizzate nella lotta per il nuovo ordine, allora le vecchie leggi dovrebbero essere utilizzate. Io non mi oppongo al suo postulato secondo cui il sistema attuale dovrebbe essere attaccato nella misura in cui non assicura l'ordine necessario per il popolo.
E infine, sbaglia se crede che i comunisti siano innamorati della violenza. Sarebbero molto lieti di rinunciare ai metodi violenti se la classe dirigente accettasse di lasciare il posto alla classe operaia. Ma l'esperienza della storia smentisce questa possibilità.
- Eppure c'è stato un caso nella storia dell'Inghilterra in cui una classe ha volontariamente consegnato il potere a un'altra classe Nel periodo fra il 1830 e il 1870 l'aristocrazia, il cui influsso era ancora molto considerevole alla fine del Diciottesimo secolo, volontariamente, senza una dura lotta, cedette il potere alla borghesia che assicurava un appoggio sentimentale alla monarchia. Successivamente, questo trasferimento del potere ha portato al domìnio dell'oligarchia finanziaria.
- Ma lei senza accorgesene è passato dal problema della rivoluzione al problema delle riforme. Non è la stessa cosa. Non pensa che il movimento cartista abbia avuto un ruolo importane nelle riforme inglesi del Diciannovesimo secolo?
- I cartisti fecero molto poco e scomparvero senza lasciare traccia.
- Non sono d'accordo con lei. I cartisti, e il movimento di sciopero che organizzarono, ebbero un ruolo di rilievo; costrinsero le classi dirigenti a molte concessioni relative al diritto di voto, all'abolizione dei cosiddetti "borghi putridi" [i distretti elettorali con pochissimi votanti] e a diversi altri punti della "Carta". Il cartismo ebbe un ruolo storico non privo di significato e costrinse una parte delle classi dirigenti a fare alcune concessioni-riforme per scongiurare una grave crisi. In generale, va detto che di tutte le classi dirigenti, le classi dirigenti inglesi, sia l'aristocrazia che la borghesia, si sono dimostrate le più intelligenti e flessibili dal punto di vista dei loro interessi di classe, dal punto di vista della conservazione del potere. Prendiamo ad esempio dalla storia moderna, lo sciopero generale del 1926. La prima cosa che qualsiasi altra borghesia avrebbe fatto
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dì fronte a un'iniziativa di questo tipo, quando il consiglio generale del sindacato ha proclamato lo sciopero, sarebbe stata di arrestare i dirigenti sindacali. La borghesia inglese non lo fece e agì con intelligenza dal punto di vista dei suoi interessi. Non riesco a immaginare che una strategia così flessibile possa essere seguita dalla borghesia degli Stati Uniti, della Germania o
della Francia. Per mantenere il loro dominio, le classi dirigenti della Gran Bretagna non hanno mai rinunciato a piccole concessioni, riforme. Ma sarebbe sbagliato pensare che queste riforme siano rivoluzionarie.
- La sua opinione delle classi dirigenti del mio Paese è più alta della mia. Ma c'è davvero una grande differenza fra una piccola rivoluzione e una grande riforma? Una riforma non è una piccola rivoluzione?
- In seguito a una pressione dal basso, la pressione delle masse, la borghesia a volte può concedere alcune riforme parziali che non contraddicono il sistema sociale economico esistente. Sceglie questa linea d'azione perché ritiene che queste concessioni siano necessarie per salvaguardare il suo dominio di classe. Questa è l'essenza delle riforme. La rivoluzione, invece, significa il passaggio del potere da una classe all'altra. Per questo è impossibile descrivere qualsiasi riforma come una rivoluzione. Per questo non possiamo sperare che il cambiamento del sistema sociale avvenga con un'impercettibile trasformazione da un sistema all'altro attraverso le riforme, grazie alle concessioni della classe dominante
- Le sono molto grato per questo colloquio, che ha significato davvero molto per me. Spiegandomi le cose, le sarà sembrato di tornare ai tempi in cui doveva illustrare i rudimenti del socialismo nei circoli illegali prima della rivoluzione. Attualmente nel mondo esistono solo due persone a cui danno ascolto milioni di persone soppesandone ogni opinione, ogni singola parola - lei e Roosevelt. Gli altri possono predicare quanto vogliono, quello che dicono non sarà mai pubblicato o tenuto in gran conto. Non sono ancora in grado di valutare quello che è stato fatto nel suo Paese, sono arrivato solo ieri. Ma ho già visto i volti sereni di uomini e donne sani e so che state facendo qualcosa di molto importante. Il contrasto con il 1920 è sbalorditivo.
- Si sarebbe potuto fare di più se i bolscevichi fossero stati più bravi.
- No, se gli esseri umani fossero stati più bravi. Sarebbe un'ottima cosa inventare un piano quinquennale per la ricostruzione del cervello umano, che evidentemente è privo di molte cose necessarie a un perfètto ordine sociale. (Ride)
- Non vuole trattenersi per il Congresso dell'Unione degli scrittori sovietici?
- Purtroppo ho molti impegni da rispettare e posso restare solo per una settimana. Sono venuto per parlare con lei e sono molto soddisfatto del nostro colloquio. Ma vorrei discutere con tulli gli scrittori sovietici che avrò modo di incontrare, la possibilità di una loro adesione al Pen Club. E' un'organizzazione internazionale di scrittori fondata da Galsworthy: dopo la sua morte ne sono divenuto il presidente. L'organizzazione è ancora debole, ma ha sezioni in molti Paesi, e la cosa più importante è che i discorsi dei suoi membri sono ampiamente commentati dalla stampa. Insiste molto sulla libera espressione di opinioni, anche opinioni di opposizione. Spero di discutere la questione con Gorkij. Non so se siete ancora pronti per tanta libertà...
- Noi bolscevichi la chiamiamo "autocritica". È molto praticata in Urss ...
* La versione inglese riporta la data del 23 luglio 1934
Resistenze.org
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