Last name:

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2101

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU


La VOCE ANNO XXIII N°5

gennaio 2021

PAGINA D         - 36

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
segue da pag.35: nicolás maduro: il pensiero di engels continua a ispirare i popoli che lottano per il socialismo. friedrich engels nacque il 28 novembre 1820 nella città di barmen, in germania. figlio di elisabeth franziska mauritia von haar e friedrich engels, produttore di tessuti di cotone. crebbe in una ricca famiglia protestante. fin da giovane fu influenzato dalle opere del poeta radicale heinrich heine e dal filosofo georg wilhelm friedrich hegel. nel 1839 iniziò a scrivere articoli letterari e filosofici. nel 1842 divenne sostenitore delle idee comuniste e incontrò karl marx. collaborò con la rivista northern star e studiò economia politica. engels influenzò marx con la loro profonda amicizia. in virtù della critica all’economia classica, engels contribuito agli scritti più emblematici dell’umanità: il manifesto comunista, di cui fu coautore, e il capitael: una critica all’economia politica. sebbene il pensatore e leader socialista friedrich engels lasciasse questo mondo il 5 agosto 1895, la sua eredità vive nei suoi libri profondi e analitici che ancora informano sul dinamismo sociale, politico, economico e culturale dei popoli e dei movimenti rivoluzionari contemporanei del mondo. «la cina dimostra di essere un partner affidabile per la regione latinoamericana» intervista a jorge arreaza, ministro degli esteri del venezuela. intervista a jorge arreaza, ministro degli esteri del venezuela. da https://www.abrilabril.pt. traduzione di mauro gemma per marx21.it- in un'intervista al giornalista indiano vijay prashad, il ministro degli esteri venezuelano ha sottolineato l'importanza che la cina ha per il suo paese e per la regione, tenendo conto delle pressioni degli stati uniti. l'intervista, pubblicata sul portale asiatimes.com, si concentra sul ruolo che la cina assume per "salvare" il venezuela, tra gli altri paesi, dal bullismo esercitato dagli stati uniti. nel settembre 2018 il presidente del venezuela ha visitato la cina, dove ha incontrato la sua controparte, xi jinping, con i governi dei due paesi che hanno firmato una serie di accordi in diversi ambiti. se l'attenzione della stampa internazionale si è concentrata sul petrolio e sull'aiuto della cina al venezuela, il giornalista sottolinea che i legami "vanno oltre", includendo l'area sociale e il benessere della popolazione. tra gli accordi firmati nel 2018 c'era la partecipazione della cina alla costruzione di 13.000 case nella zona di el valle di caracas, in collaborazione con il proyecto vivienda gran misión venezuela. lo ha sottolineato il ministro degli affari esteri del venezuela, jorge arreaza, nella sua conversazione con vijay prashad. e così tanti altri progetti sociali sono stati realizzati grazie agli investimenti cinesi. il paese asiatico, ha detto arreaza, "è stato importante per garantire la sovranità del venezuela, poiché le aggressioni statunitensi sono aumentate nel corso degli anni". durante la pandemia, gli stati uniti hanno esercitato ancora più pressione sul venezuela, ma gli aiuti della cina non sono stati vani: dalla cina sono arrivate tonnellate di attrezzature, kit di test, ventilatori, medicinali e dispositivi di protezione covid19. al quotidiano messicano el universal, l'ambasciatore cinese a caracas, li baorong, ha detto che il suo paese ha fortemente sostenuto "gli sforzi compiuti dal governo venezuelano per garantire la salute e salvare vite umane, nonostante le sanzioni unilaterali più severe e criminali". il commercio continua nonostante le misure punitive degli stati uniti e degli alleati. arreaza ha sottolineato il fatto che la cina ha quasi sempre ignorato l'assedio finanziario imposto da washington a caracas. "quando la cina dichiara che continuerà a negoziare con il venezuela", ha detto il diplomatico, "si oppone all'illegalità delle misure coercitive che gli stati uniti impongono al venezuela". l'amministrazione statunitense "è arrivata al punto di portare avanti moderne azioni di pirateria, fermando le barche in alto mare e rubando il carico che era stato pagato dal popolo venezuelano", ha detto arreaza, per mostrare la portata dei "crimini" commessi contro il suo paese, in questo caso, cercando di impedire di avere accesso al carburante. jorge arreaza ha chiarito che le società americane sono benvenute nel suo paese, ma avvertendo che gli stati uniti "non hanno il diritto" di impedire al venezuela "di negoziare e collaborare con coloro che ritengono più vantaggiosi" per i loro interessi. in merito alle recenti pressioni del segretario di stato usa, mike pompeo, esercitate sui paesi della regione per non concludere accordi commerciali con la cina, il diplomatico ha affermato che "il colonialismo è obsoleto nella regione" e ha spiegato a prashad che il modello di relazioni si contrappone a quello della cina, che "negozia con i paesi senza interferire nei loro affari interni". poiché rispetta le decisioni sovrane di un paese, "la cina ha dimostrato di essere un partner affidabile per la regione e di poter continuare a svolgere un ruolo chiave nel nostro sviluppo per molti anni", ha affermato arreaza. bielorussia. tra eurasia e tentativi di rivoluzione colorata. di giambattista cadoppi. di marco pondrelli. nel dibattito italiano quando si parla di bielorussia e di lukashenko si parla disinvoltamente di dittatura. sono metodi a cui la politica e la stampa italiana ci hanno abituato da tempo, si usano definizioni e si lanciano anatemi senza spiegare e motivare le proprie affermazioni. sarebbe interessante capire perché per lukashenko e chavez si ricorre al termine 'dittatore' mentre quando si parla di arabia saudita si usa l'espressione 'sovrano' o 'famiglia reale'. il libro di cadoppi è un tentativo riuscito di andare oltre i tweet ed argomentare le proprie idee attraverso un'analisi. dopo le elezioni di agosto in italia destra e sinistra hanno iniziato a gridare ai brogli, sostenendo la necessità di dovere liberare la bielorussia dalla dittatura. il presidente del parlamento europeo, david sassoli, è caduto vittima di uno scherzo telefonico nel quale ha definito molto interessante l'ipotesi di rovesciare lukashenko con un golpe[1]. alcune deputate di 'sinistra' hanno portato il loro sostegno alla 'rivoluzione' delle donne bielorusse senza il minimo imbarazzo nell'avere al proprio fianco il governo di varsavia che sta attaccando i diritti delle donne in casa propria seguendo un programma medioevale. è interessante, nell'affrontare la questione bielorussa, partire proprio dal ruolo della polonia. il libro analizza le tensioni fra unione sovietica e polonia che prima della seconda guerra mondiale si produssero anche rispetto ai territori bielorussi. rispetto al patto ribbentrop – molotov secondo l'autore non si può parlare di spartizione della polonia fra germania e urss perché l'armata rossa non fece altro che liberare i territori occidentali di ucraina e
bielorussia dall'occupazione polacca nel 1919 [pag.13]. la successiva invasione tedesca trovò una ferma risposta della popolazione, la resistenza bielorussa portò il ministro dei territori del reich alfred rosenberg ad affermare che 'la popolazione della bielorussia è così infettata dalla visione del mondo bolscevica che non esistono condizioni organizzative o personali per l'autogoverno' [pag.22]. nonostante ciò cadoppi non nega che, così come in polonia, anche qui si furono elementi collaborazionisti, i quali il 25 marzo del 1943 festeggiarono la “liberazione“ portata dai nazisti. forse i politici italiani ed europei ignorando questo fatto (ma da chi vota risoluzioni che accusano l'unione sovietica di essere responsabile dello scoppio della seconda guerra mondiale c'è poco da aspettarsi) non hanno colto il chiaro riferimento che ebbe la scelta di avviare le proteste contro lukashenko proprio il 25 marzo del 2020. essendo tornata la bielorussia al centro del mirino è interessante indagare il perché. una volta smontata, con dovizia di dati ed informazioni che l'autore elenca, l'accusa di trovarci di fronte ad una dittatura occorre domandarsi quali sono i veri motivi di questa aggressione. le risposta si divide in due parti. innanzitutto lukashenko non ha mai seguito la strada neoliberista, che all'inizio degli anni '90 trovò terreno fertile anche in russia. il ruolo dello stato in economia è sempre rimasto centrale. se si guarda il sistema economico bielorusso si può affermare che è un modello che guarda più alla cina che non all'unione sovietica. vi è infatti un settore privato dinamico ma lo stato ha un ruolo strategico e centrale, il forte ruolo pubblico è possibile perché a differenza di altri paesi qui non si è mai vissuta la folle stagione delle privatizzazioni. il primo 'crimine' di lukashenko è il suo esempio, evidentemente è una colpa garantire un reddito pro-capite di 20.00 dollari (il 71° a livello mondiale) [pag.110] e la più bassa presenza di poveri nell'area ex-sovietica [pag. 102], così come è una colpa un coefficiente gini[2] pari allo 0,275 (in italia è allo 0,396). a fronte di questi dati (ed anche altri che cadoppi riporta) è davvero così strano che la popolazione si affidi a lukashenko anziché scegliere la strada ucraina? 'normalizzare' la bielorussia vorrebbe dire aprire la porta ai capitali occidentali pronti a banchettare, in nome delle cosiddette riforme, a spese del popolo bielorusso. se da una parte si vuole colpire l'esempio bielorusso dall'altra, ed è il secondo punto, il tentativo evidenziato da cadoppi è quello di 'assestare il colpo decisivo per completare l'accerchiamento della russia e interrompere la via della seta' [pag. 4]. l'occidente ha il problema di dover gestire, e possibilmente evitare, il suo declino bloccando la crescita del continente euroasiatico. in europa questo vuole dire accerchiare e minacciare la russia, installando i missili della nato sempre più vicini a mosca. in passato, anche a causa di alcune dichiarazioni di lukashenko, l'occidente si era illuso di potere sfilare la bielorussia dall'orbita russa oggi, avendo capito che questa strada è impraticabile, è passato alla via ucraina. tra ucraina e bielorussia c'è però una differenza significativa, mentre l'ucraina è un paese diviso è l'occidente ha potuto lavorare su queste divisioni evocando i peggiori spettri del passato (il sostegno ad un governo che schiera contro le popolazioni del donbass il famigerato battaglione azov è una vergogna), in bielorussia anche l'opposizione ha capito che non c'è spazio per raccogliere consensi con una politica dichiaratamente russofobica. inoltre i bielorussi non hanno alcun interesse a rispondere alla sirene europee dopo avere visto i risultati prodottisi in ucraina e difficilmente ai cittadini europei qualcuno sarà in grado di spiegare perché dopo kiev essi devono battersi per minsk. è presto per potere capire come finirà la crisi bielorussa, quello che possiamo dire è che difficilmente l'occidente potrà precipitare il paese in una nuova euromaidan. il libro sarà presentato assieme all'autore martedì 29 dicembre alle ore 21,30 con diretta streaming sulla pagina facebook di marx21.it. note: 1. https://www.youtube.com/watch?v=e-ggnkae6h4. 2. è un coefficiente che misura la diseguaglianza che va da 0 ad 1, più ci si avvicina all'1 maggiore è la diseguaglianza. gli uomini (e le donne) dell'amministrazione biden. di antónio santos. da http://avante.pt. traduzione di marx21.it. investito dalla decisione della central services administration di sbloccare la transizione al potere, joe biden ha presentato una squadra di veterani per "guidare il mondo" e "affrontare gli avversari dell'america". i nuovi falchi democratici si distinguono per la diversità del piumaggio, c'è persino un "immigrato latino" a capo della macchina per le deportazioni degli immigrati latini e per la prima volta una donna che decide chi deve uccidere la cia. inoltre, sono indistinguibili dai repubblicani. nel volo sulla preda, tutti i falchi sono marroni. vedi antony blinken, il prossimo segretario di stato che, in qualità di consigliere per la sicurezza e vice segretario di stato di obama, nella cui funzione si è distinto per le posizioni più aggressive nell'attacco alla libia e per le proposte più avventurose per destabilizzare la siria. dopo la scadenza del termine, blinken ha fondato westexec e si è arricchito vendendo consulenza a compagnie di armamenti e agenzie mercenarie in tutto il mondo, dagli stati uniti a israele attraverso l'arabia saudita. questo milionario, anche lui meritocraticamente figlio di milionari, difende apertamente una più dura politica di sanzioni economiche contro la russia che "dimostri al popolo russo che c'è una multa molto pesante da pagare per chi sostiene criminali internazionali come putin". c'è poi avril haines. la donna che ha progettato il programma di "uccisioni selezionate" con droni di obama sarà il prossimo capo dei servizi di intelligence. l'ex vicedirettore della cia è stata difensore pubblico di gina haspel quando trump l'aveva nominata a capo di quell'agenzia. haspel è stata uno degli artefici della rete di prigioni segrete della cia dove l'amministrazione bush ha torturato ammettendo di aver distrutto i filmati. la lista continua con alexander mayorkas, il prossimo segretario del dipartimento per la sicurezza interna, che si è presentato come un immigrato "portato in questo paese dai miei genitori per sfuggire al comunismo". figlio di un capitalista cubano, mayorkas ha contribuito a raggiungere, nel mandato di obama, il record di deportazioni di immigrati in tutta la storia degli stati uniti. la lunga storia dei candidati di biden ci consente di prevedere la continuazione della politica imperialista statunitense dell'amministrazione obama in circostanze nuove. nelle parole di biden, "l'america è tornata". il problema è che non se n'è mai andata. desecretati gli atti: nixon e kissinger dietro il golpe in cile. written by rosario sorace 14 novembre 2020. vengono desecretati gli atti segreti in possesso dagli usa sul golpe dell’11 settembre 1973 in cile. emerge quel che già si sospettava; l’amministrazione nixon favorì il colpo di stato che mise fine al governo del socialista allende. l’nsa ha reso pubbliche le trascrizioni di colloqui e appunti che illustrano la strategia messa in atto dagli stati uniti per destabilizzare il leader socialista. ..segue ./.
Segue da Pag.35: Nicolás Maduro: Il pensiero di Engels continua a ispirare i popoli che lottano per il socialismo

Friedrich Engels nacque il 28 novembre 1820 nella città di Barmen, in Germania. Figlio di Elisabeth Franziska Mauritia von Haar e Friedrich Engels, produttore di tessuti di cotone. Crebbe in una ricca famiglia protestante. Fin da giovane fu influenzato dalle opere del poeta radicale Heinrich Heine e dal filosofo Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Nel 1839 iniziò a scrivere articoli letterari e filosofici. Nel 1842 divenne sostenitore delle idee comuniste e incontrò Karl Marx. Collaborò con la rivista Northern Star e studiò economia politica.
Engels influenzò Marx con la loro profonda amicizia. In virtù della critica all’economia classica, Engels contribuito agli scritti più emblematici dell’umanità: Il Manifesto Comunista, di cui fu coautore, e Il Capitael: Una Critica all’Economia Politica.
Sebbene il pensatore e leader socialista Friedrich Engels lasciasse questo mondo il 5 agosto 1895, la sua eredità vive nei suoi libri profondi e analitici che ancora informano sul dinamismo sociale, politico, economico e culturale dei popoli e dei movimenti rivoluzionari contemporanei del mondo.

«La Cina dimostra di essere un partner affidabile per la regione latinoamericana» Intervista a Jorge Arreaza, Ministro degli Esteri del Venezuela

Intervista a Jorge Arreaza, Ministro degli Esteri del Venezuela

da https://www.abrilabril.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

In un'intervista al giornalista indiano Vijay Prashad, il ministro degli Esteri venezuelano ha sottolineato l'importanza che la Cina ha per il suo Paese e per la regione, tenendo conto delle pressioni degli Stati Uniti.


L'intervista, pubblicata sul portale asiatimes.com, si concentra sul ruolo che la Cina assume per "salvare" il Venezuela, tra gli altri paesi, dal bullismo esercitato dagli Stati Uniti.

Nel settembre 2018 il presidente del Venezuela ha visitato la Cina, dove ha incontrato la sua controparte, Xi Jinping, con i governi dei due paesi che hanno firmato una serie di accordi in diversi ambiti.

Se l'attenzione della stampa internazionale si è concentrata sul petrolio e sull'aiuto della Cina al Venezuela, il giornalista sottolinea che i legami "vanno oltre", includendo l'area sociale e il benessere della popolazione. Tra gli accordi firmati nel 2018 c'era la partecipazione della Cina alla costruzione di 13.000 case nella zona di El Valle di Caracas, in collaborazione con il Proyecto Vivienda Gran Misión Venezuela.

Lo ha sottolineato il ministro degli Affari esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, nella sua conversazione con Vijay Prashad. E così tanti altri progetti sociali sono stati realizzati grazie agli investimenti cinesi. Il Paese asiatico, ha detto Arreaza, "è stato importante per garantire la sovranità del Venezuela, poiché le aggressioni statunitensi sono aumentate nel corso degli anni".

Durante la pandemia, gli Stati Uniti hanno esercitato ancora più pressione sul Venezuela, ma gli aiuti della Cina non sono stati vani: dalla Cina sono arrivate tonnellate di attrezzature, kit di test, ventilatori, medicinali e dispositivi di protezione Covid19.

Al quotidiano messicano El Universal, l'ambasciatore cinese a Caracas, Li Baorong, ha detto che il suo Paese ha fortemente sostenuto "gli sforzi compiuti dal governo venezuelano per garantire la salute e salvare vite umane, nonostante le sanzioni unilaterali più severe e criminali".

Il commercio continua nonostante le misure punitive degli Stati Uniti e degli alleati

Arreaza ha sottolineato il fatto che la Cina ha quasi sempre ignorato l'assedio finanziario imposto da Washington a Caracas. "Quando la Cina dichiara che continuerà a negoziare con il Venezuela", ha detto il diplomatico, "si oppone all'illegalità delle misure coercitive che gli Stati Uniti impongono al Venezuela".

L'amministrazione statunitense "è arrivata al punto di portare avanti moderne azioni di pirateria, fermando le barche in alto mare e rubando il carico che era stato pagato dal popolo venezuelano", ha detto Arreaza, per mostrare la portata dei "crimini" commessi contro il suo paese, in questo caso, cercando di impedire di avere accesso al carburante.

Jorge Arreaza ha chiarito che le società americane sono benvenute nel suo paese, ma avvertendo che gli Stati Uniti "non hanno il diritto" di impedire al Venezuela "di negoziare e collaborare con coloro che ritengono più vantaggiosi" per i loro interessi.

In merito alle recenti pressioni del Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, esercitate sui paesi della regione per non concludere accordi commerciali con la Cina, il diplomatico ha affermato che "il colonialismo è obsoleto nella regione" e ha spiegato a Prashad che il modello di relazioni si contrappone a quello della Cina, che "negozia con i Paesi senza interferire nei loro affari interni".

Poiché rispetta le decisioni sovrane di un paese, "la Cina ha dimostrato di essere un partner affidabile per la regione e di poter continuare a svolgere un ruolo chiave nel nostro sviluppo per molti anni", ha affermato Arreaza.

Bielorussia. Tra Eurasia e tentativi di rivoluzione colorata. Di Giambattista Cadoppi

di Marco Pondrelli

Nel dibattito italiano quando si parla di Bielorussia e di Lukashenko si parla disinvoltamente di dittatura. Sono metodi a cui la politica e la stampa italiana ci hanno abituato da tempo, si usano definizioni e si lanciano anatemi senza spiegare e motivare le proprie affermazioni. Sarebbe interessante capire perché per Lukashenko e Chavez si ricorre al termine 'dittatore' mentre quando si parla di Arabia Saudita si usa l'espressione 'sovrano' o 'famiglia reale'.

Il libro di Cadoppi è un tentativo riuscito di andare oltre i tweet ed argomentare le proprie idee attraverso un'analisi. Dopo le elezioni di agosto in Italia destra e sinistra hanno iniziato a gridare ai brogli, sostenendo la necessità di dovere liberare la Bielorussia dalla dittatura. Il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è caduto vittima di uno scherzo telefonico nel quale ha definito molto interessante l'ipotesi di rovesciare Lukashenko con un golpe[1]. Alcune deputate di 'sinistra' hanno portato il loro sostegno alla 'rivoluzione' delle donne bielorusse senza il minimo imbarazzo nell'avere al proprio fianco il governo di Varsavia che sta attaccando i diritti delle donne in casa propria seguendo un programma medioevale.

È interessante, nell'affrontare la questione bielorussa, partire proprio dal ruolo della Polonia. Il libro analizza le tensioni fra Unione Sovietica e Polonia che prima della seconda guerra mondiale si produssero anche rispetto ai territori bielorussi. Rispetto al patto Ribbentrop – Molotov secondo l'Autore non si può parlare di spartizione della Polonia fra Germania e URSS perché l'Armata Rossa non fece altro che liberare i territori occidentali di Ucraina e
Bielorussia dall'occupazione polacca nel 1919 [pag.13].

La successiva invasione tedesca trovò una ferma risposta della popolazione, la Resistenza bielorussa portò il ministro dei territori del Reich Alfred Rosenberg ad affermare che 'la popolazione della Bielorussia è così infettata dalla visione del mondo bolscevica che non esistono condizioni organizzative o personali per l'autogoverno' [pag.22]. Nonostante ciò Cadoppi non nega che, così come in Polonia, anche qui si furono elementi collaborazionisti, i quali il 25 marzo del 1943 festeggiarono la “liberazione“ portata dai nazisti. Forse i politici italiani ed europei ignorando questo fatto (ma da chi vota risoluzioni che accusano l'Unione Sovietica di essere responsabile dello scoppio della seconda guerra mondiale c'è poco da aspettarsi) non hanno colto il chiaro riferimento che ebbe la scelta di avviare le proteste contro Lukashenko proprio il 25 marzo del 2020.

Essendo tornata la Bielorussia al centro del mirino è interessante indagare il perché. Una volta smontata, con dovizia di dati ed informazioni che l'Autore elenca, l'accusa di trovarci di fronte ad una dittatura occorre domandarsi quali sono i veri motivi di questa aggressione. Le risposta si divide in due parti.

Innanzitutto Lukashenko non ha mai seguito la strada neoliberista, che all'inizio degli anni '90 trovò terreno fertile anche in Russia. Il ruolo dello Stato in economia è sempre rimasto centrale. Se si guarda il sistema economico bielorusso si può affermare che è un modello che guarda più alla Cina che non all'Unione Sovietica. Vi è infatti un settore privato dinamico ma lo Stato ha un ruolo strategico e centrale, il forte ruolo pubblico è possibile perché a differenza di altri paesi qui non si è mai vissuta la folle stagione delle privatizzazioni. Il primo 'crimine' di Lukashenko è il suo esempio, evidentemente è una colpa garantire un reddito pro-capite di 20.00 dollari (il 71° a livello mondiale) [pag.110] e la più bassa presenza di poveri nell'area ex-sovietica [pag. 102], così come è una colpa un coefficiente GINI[2] pari allo 0,275 (in Italia è allo 0,396).

A fronte di questi dati (ed anche altri che Cadoppi riporta) è davvero così strano che la popolazione si affidi a Lukashenko anziché scegliere la strada ucraina? 'Normalizzare' la Bielorussia vorrebbe dire aprire la porta ai capitali occidentali pronti a banchettare, in nome delle cosiddette riforme, a spese del popolo bielorusso.

Se da una parte si vuole colpire l'esempio bielorusso dall'altra, ed è il secondo punto, il tentativo evidenziato da Cadoppi è quello di 'assestare il colpo decisivo per completare l'accerchiamento della Russia e interrompere la Via della Seta' [pag. 4]. L'Occidente ha il problema di dover gestire, e possibilmente evitare, il suo declino bloccando la crescita del continente Euroasiatico. In Europa questo vuole dire accerchiare e minacciare la Russia, installando i missili della NATO sempre più vicini a Mosca. In passato, anche a causa di alcune dichiarazioni di Lukashenko, l'Occidente si era illuso di potere sfilare la Bielorussia dall'orbita russa oggi, avendo capito che questa strada è impraticabile, è passato alla via ucraina. Tra Ucraina e Bielorussia c'è però una differenza significativa, mentre l'Ucraina è un paese diviso è l'Occidente ha potuto lavorare su queste divisioni evocando i peggiori spettri del passato (il sostegno ad un governo che schiera contro le popolazioni del Donbass il famigerato battaglione Azov è una vergogna), in Bielorussia anche l'opposizione ha capito che non c'è spazio per raccogliere consensi con una politica dichiaratamente russofobica. Inoltre i bielorussi non hanno alcun interesse a rispondere alla sirene europee dopo avere visto i risultati prodottisi in Ucraina e difficilmente ai cittadini europei qualcuno sarà in grado di spiegare perché dopo Kiev essi devono battersi per Minsk.

È presto per potere capire come finirà la crisi bielorussa, quello che possiamo dire è che difficilmente l'Occidente potrà precipitare il paese in una nuova euromaidan.

Il libro sarà presentato assieme all'Autore martedì 29 dicembre alle ore 21,30 con diretta streaming sulla pagina Facebook di marx21.it

Note:
1. https://www.youtube.com/watch?v=e-GgNKaE6h4
2. È un coefficiente che misura la diseguaglianza che va da 0 ad 1, più ci si avvicina all'1 maggiore è la diseguaglianza.

Gli uomini (e le donne) dell'amministrazione Biden

di António Santos

da http://avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Investito dalla decisione della Central Services Administration di sbloccare la transizione al potere, Joe Biden ha presentato una squadra di veterani per "guidare il mondo" e "affrontare gli avversari dell'America".

I nuovi falchi democratici si distinguono per la diversità del piumaggio, c'è persino un "immigrato latino" a capo della macchina per le deportazioni degli immigrati latini e per la prima volta una donna che decide chi deve uccidere la CIA. Inoltre, sono indistinguibili dai repubblicani. Nel volo sulla preda, tutti i falchi sono marroni.

Vedi Antony Blinken, il prossimo Segretario di Stato che, in qualità di consigliere per la sicurezza e vice segretario di Stato di Obama, nella cui funzione si è distinto per le posizioni più aggressive nell'attacco alla Libia e per le proposte più avventurose per destabilizzare la Siria. Dopo la scadenza del termine, Blinken ha fondato WestExec e si è arricchito vendendo consulenza a compagnie di armamenti e agenzie mercenarie in tutto il mondo, dagli Stati Uniti a Israele attraverso l'Arabia Saudita. Questo milionario, anche lui meritocraticamente figlio di milionari, difende apertamente una più dura politica di sanzioni economiche contro la Russia che "dimostri al popolo russo che c'è una multa molto pesante da pagare per chi sostiene criminali internazionali come Putin".

C'è poi Avril Haines. La donna che ha progettato il programma di "uccisioni selezionate" con droni di Obama sarà il prossimo capo dei servizi di intelligence. L'ex vicedirettore della CIA è stata difensore pubblico di Gina Haspel quando Trump l'aveva nominata a capo di quell'agenzia. Haspel è stata uno degli artefici della rete di prigioni segrete della CIA dove l'amministrazione Bush ha torturato ammettendo di aver distrutto i filmati.

La lista continua con Alexander Mayorkas, il prossimo segretario del Dipartimento per la sicurezza interna, che si è presentato come un immigrato "portato in questo paese dai miei genitori per sfuggire al comunismo". Figlio di un capitalista cubano, Mayorkas ha contribuito a raggiungere, nel mandato di Obama, il record di deportazioni di immigrati in tutta la storia degli Stati Uniti.

La lunga storia dei candidati di Biden ci consente di prevedere la continuazione della politica imperialista statunitense dell'amministrazione Obama in circostanze nuove. Nelle parole di Biden, "l'America è tornata". Il problema è che non se n'è mai andata.

DESECRETATI GLI ATTI: NIXON E KISSINGER DIETRO IL GOLPE IN CILE

written by Rosario Sorace 14 Novembre 2020

Vengono desecretati gli atti segreti in possesso dagli Usa sul golpe dell’11 settembre 1973 in Cile. Emerge quel che già si sospettava; l’amministrazione Nixon favorì il colpo di stato che mise fine al governo del socialista Allende.

L’Nsa ha reso pubbliche le trascrizioni di colloqui e appunti che illustrano la strategia messa in atto dagli Stati Uniti per destabilizzare il leader socialista.

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2101

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.