Last name:

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2101

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU


La VOCE ANNO XXIII N°5

gennaio 2021

PAGINA C        - 35

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
questioni della scienza. a cura di a. martocchiad. gli articoli del prof. andrea martocchia sono sospesi fino a fine anno per impegni straordinari sopraggiunti. ciò che davvero rimane di gramsci e del partito comunista. andrea martocchia. membro del comitato scientifico g.a.ma.di. responsabile dell’inserto jugoslavia de la voce. è possibile – come ha fatto notare vincenzo brandi – che la particolare situazione di pandemia in cui ci troviamo contribuirà a relegare i due anniversari – delle nascite del pcdi e dello stesso gramsci – più o meno nel dimenticatoio. tuttavia, in giro è sempre pieno di "esperti di gramsci" da un lato e di comunisti impegnati a "rifondare il partito" dall'altro, e anche se quest'anno le attenzioni sono rivolte altrove, il rischio di incappare nelle solite litanìe rimane elevato. per non rischiare di alimentarne io stesso, di litanìe, provo ad esporre in modo stringato solo alcune tesi relative a ciò che può essere veramente utile per l'oggi di quei grandi insegnamenti del passato. 1. gramsci. questo scritto si inserisce in un confronto avviato, con encomiabile impegno, da parte del g.a.ma.di. tramite la sua presidente miriam pellegrini e il direttore de la voce roberto gessi; confronto fortunatamente già alimentato da validi contributi. il primo e principale contributo è nella oculata selezione degli scritti di gramsci, che molto giustamente si apre con stralci dalle lettere dal carcere del 1932, nei quali gramsci critica duramente benedetto croce in senso anti-idealistico e materialistico, finendo per accostarlo al mai cessato "machiavellismo" e "trasformismo" delle classi dirigenti italiane. queste lettere gramsciane sono di enorme importanza proprio perché contraddicono la vulgata della tradizione intellettuale italiana novecentesca. nel suo machiavellismo e trasformismo, cioè opportunismo, tale tradizione ha prodotto il mito della dìade cattocomunista croce-gramsci. i due sono stati trattati come un giano bifronte, come se fossero state le due facce di una stessa medaglia. questa nefasta visione ha prevalso soprattutto in virtù della deriva del "partito di massa" post-togliattiano, che ha disperso le specificità del proprio bagaglio ideologico adattandosi alla melassa indigesta del crocianesimo imperante. se dunque vogliamo salvare qualcosa di gramsci come teorico, è preminente evidenziare ciò che lo differenzia totalmente da croce. solo così, peraltro, avremmo materiale sul quale cercare di fare (gramsciana) egemonia! viceversa, saremmo noi le vittime dell'egemonia (idealista, spiritualista, cattolica) altrui. 2. il partito. anche l'altro scritto selezionato – "che fare?", del 1923 – è illuminante e prezioso per l'oggi. constatando la "sconfitta della classe operaia italiana", dopo il biennio rosso e la marcia su roma, gramsci scrive: << che fare dunque? da che punto incominciare? ecco: secondo me bisogna incominciare proprio da questo; dallo studio della dottrina [ma anche] riunirsi, comprare dei libri, organizzare lezioni e conversazioni su questo argomento, formarsi dei criteri solidi di ricerca e di esame e criticare il passato, per essere più forti nell'avvenire a vincere... >> la situazione dell'epoca era ovviamente assai diversa da quella odierna; tuttavia i due momenti storici sono accomunati dalla "sconfitta della classe operaia" e da un senso di disfatta per i comunisti e i progressisti. in questa soffocante condizione, il quesito "che fare?" ha risposte fondamentalmente simili oggi come allora. la nota esortazione gramsciana << agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza >> non cessa mai di essere illuminante; però, mentre sull' "agitatevi" i compagni si mostrano più o meno sempre pronti, anzi impazienti, sull' "organizzatevi" spesso si accapigliano, e sullo "studiate" si bloccano completamente... e invece ripetiamo cosa dice gramsci: << incominciare ... dallo studio della dottrina ... riunirsi, comprare dei libri, organizzare lezioni e conversazioni su questo argomento, formarsi dei criteri solidi di ricerca e di esame e criticare il passato, per essere più forti nell'avvenire a vincere. >>
anziché comunisti, oggi noi siamo dei "desiderosi di essere" (in inglese: "would-be") comunisti: non possiamo essere integralmente comunisti finché non saremo inquadrati/inquadrabili in un partito. però gramsci ci spiega che al partito non si arriva senza solide basi organizzative e teoriche. 1. basi organizzative: essere legati e interni alle masse e alle lotte, ma non venerare le lotte indipendentemente dalla prospettiva; combattere costantemente le concezioni e i comportamenti individualistici, soggettivistico-velleitari, autoreferenziali, che viceversa sono quelli che oggi ovunque prevalgono, come portato della (questa sì, purtroppo, oggi egemone) cultura borghese in cui siamo immersi. 2. basi teoriche: ciò che caratterizza il comunismo, cioè il socialismo scientifico, dal punto di vista della teoria è il materialismo storico e dialettico: questa e solo questa è la teoria con cui fare egemonia. ho imparato da miriam pellegrini che il partito comunista può consolidarsi e vincere solo in condizioni di crisi, quando il vecchio modo crolla per le contraddizioni interne del capitalismo – quindi in condizioni di guerra, fame, clandestinità... come durante la resistenza. tuttavia, se non si è seminato nulla prima, se non si è costruita organizzazione e se non si padroneggia una propria specifica visione del mondo (teoria), non si sarà mai in grado di traghettare nessuno dalla barbarie al socialismo, come è invece indispensabile. 25/12/2020 - andrea martocchia. introduzione ai lavori - engels duecento anni dopo - unict. engels 200. introduzione ai lavori del convegno "engels duecento anni dopo", università degli studi di catania, 14-15 dicembre 2020. 1) saluti istituzionali : prof.ssa maria caterina paino, dir. dipartimento di scienze umanistiche (università degli studi di catania). 2) presentazione e avvio dei lavori : prof. salvatore tiné (università degli studi di catania). nicolás maduro: il pensiero di engels continua a ispirare i popoli che lottano per il socialismo. orinoco tribune, 28 novembre 2020. il venezuela celebra il bicentenario della nascita di friedrich engels, filosofo tedesco dalle idee elevate e dai grandi contributi che continua a ispirare i popoli che hanno deciso di costruire il nostro modello socialista, osservava il capo dello stato nicolás maduro. secondo i post sui suoi account sui social media, il presidente venezuelano affermava che engels ha contribuito notevolmente alla lotta per la costruzione internazionale del comunismo. ..segue ./.

Questioni della Scienza
a cura di A. Martocchiad
Gli articoli del Prof. Andrea Martocchia sono sospesi fino a fine anno per impegni straordinari sopraggiunti.


CIÒ CHE DAVVERO RIMANE DI GRAMSCI E DEL PARTITO COMUNISTA

Andrea Martocchia
membro del Comitato Scientifico G.A.MA.DI.
Responsabile dell’inserto Jugoslavia de La VOCE


È possibile – come ha fatto notare Vincenzo Brandi – che la particolare situazione di pandemia in cui ci troviamo contribuirà a relegare i due anniversari – delle nascite del PCdI e dello stesso Gramsci – più o meno nel dimenticatoio. Tuttavia, in giro è sempre pieno di "esperti di Gramsci" da un lato e di comunisti impegnati a "rifondare il Partito" dall'altro, e anche se quest'anno le attenzioni sono rivolte altrove, il rischio di incappare nelle solite litanìe rimane elevato. Per non rischiare di alimentarne io stesso, di litanìe, provo ad esporre in modo stringato solo alcune tesi relative a ciò che può essere veramente utile per l'oggi di quei grandi insegnamenti del passato.

1. Gramsci

Questo scritto si inserisce in un confronto avviato, con encomiabile impegno, da parte del G.A.MA.DI. tramite la sua presidente Miriam Pellegrini e il direttore de La Voce Roberto Gessi; confronto fortunatamente già alimentato da validi contributi. Il primo e principale contributo è nella oculata selezione degli scritti di Gramsci, che molto giustamente si apre con stralci dalle Lettere dal Carcere del 1932, nei quali Gramsci critica duramente Benedetto Croce in senso anti-idealistico e materialistico, finendo per accostarlo al mai cessato "machiavellismo" e "trasformismo" delle classi dirigenti italiane.

Queste Lettere gramsciane sono di enorme importanza proprio perché contraddicono la vulgata della tradizione intellettuale italiana novecentesca. Nel suo machiavellismo e trasformismo, cioè opportunismo, tale tradizione ha prodotto il mito della dìade cattocomunista Croce-Gramsci. I due sono stati trattati come un Giano bifronte, come se fossero state le due facce di una stessa medaglia. Questa nefasta visione ha prevalso soprattutto in virtù della deriva del "partito di massa" post-togliattiano, che ha disperso le specificità del proprio bagaglio ideologico adattandosi alla melassa indigesta del crocianesimo imperante.

Se dunque vogliamo salvare qualcosa di Gramsci come teorico, è preminente evidenziare ciò che lo differenzia totalmente da Croce. Solo così, peraltro, avremmo materiale sul quale cercare di fare (gramsciana) egemonia! Viceversa, saremmo noi le vittime dell'egemonia (idealista, spiritualista, cattolica) altrui.

2. Il Partito

Anche l'altro scritto selezionato – "Che Fare?", del 1923 – è illuminante e prezioso per l'oggi.
Constatando la "sconfitta della classe operaia italiana", dopo il Biennio Rosso e la Marcia su Roma, Gramsci scrive:

<< Che fare dunque? Da che punto incominciare? Ecco: secondo me bisogna incominciare proprio da questo; dallo studio della dottrina [ma anche] riunirsi, comprare dei libri, organizzare lezioni e conversazioni su questo argomento, formarsi dei criteri solidi di ricerca e di esame e criticare il passato, per essere più forti nell'avvenire a vincere... >> La situazione dell'epoca era ovviamente assai diversa da quella odierna; tuttavia i due momenti storici sono accomunati dalla "sconfitta della classe operaia" e da un senso di disfatta per i comunisti e i progressisti. In questa soffocante condizione, il quesito "Che fare?" ha risposte fondamentalmente simili oggi come allora. La nota esortazione gramsciana

<< Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza >>

non cessa mai di essere illuminante; però, mentre sull' "Agitatevi" i compagni si mostrano più o meno sempre pronti, anzi impazienti, sull' "Organizzatevi" spesso si accapigliano, e sullo "Studiate" si bloccano completamente... E invece ripetiamo cosa dice Gramsci: << incominciare ... dallo studio della dottrina ... riunirsi, comprare dei libri, organizzare lezioni e conversazioni su questo argomento, formarsi dei criteri solidi di ricerca e di esame e criticare il passato, per essere più forti nell'avvenire a vincere. >>

Anziché comunisti, oggi noi siamo dei "desiderosi di essere" (in inglese: "would-be") comunisti: non possiamo essere integralmente comunisti finché non saremo inquadrati/inquadrabili in un Partito. Però Gramsci ci spiega che al Partito non si arriva senza solide basi organizzative e teoriche.

1. Basi organizzative: essere legati e interni alle masse e alle lotte, ma non venerare le lotte indipendentemente dalla prospettiva; combattere costantemente le concezioni e i comportamenti individualistici, soggettivistico-velleitari, autoreferenziali, che viceversa sono quelli che oggi ovunque prevalgono, come portato della (questa sì, purtroppo, oggi egemone) cultura borghese in cui siamo immersi.

2. Basi teoriche: ciò che caratterizza il comunismo, cioè il socialismo scientifico, dal punto di vista della teoria è il Materialismo Storico E DIALETTICO: questa e solo questa è la teoria con cui fare EGEMONIA.

Ho imparato da Miriam Pellegrini che il Partito Comunista può consolidarsi e vincere solo in condizioni di crisi, quando il vecchio modo crolla per le contraddizioni interne del capitalismo – quindi in condizioni di guerra, fame, clandestinità... come durante la Resistenza. Tuttavia, se non si è seminato nulla prima, se non si è costruita organizzazione e se non si padroneggia una propria specifica visione del mondo (teoria), non si sarà mai in grado di traghettare nessuno dalla Barbarie al Socialismo, come è invece indispensabile.

25/12/2020 - Andrea Martocchia

Introduzione ai lavori - Engels duecento anni dopo - UNICT

Engels 200

Introduzione ai lavori del convegno "Engels duecento anni dopo", Università degli Studi di Catania, 14-15 dicembre 2020.
1) Saluti istituzionali : Prof.ssa Maria Caterina Paino, dir. Dipartimento di Scienze Umanistiche (Università degli Studi di Catania)
2) Presentazione e avvio dei lavori : Prof. Salvatore Tiné (Università degli Studi di Catania)


Nicolás Maduro: Il pensiero di Engels continua a ispirare i popoli che lottano per il socialismo



Orinoco Tribune, 28 novembre 2020

Il Venezuela celebra il bicentenario della nascita di Friedrich Engels, filosofo tedesco dalle idee elevate e dai grandi contributi che continua a ispirare i popoli che hanno deciso di costruire il nostro modello socialista, osservava il capo dello Stato Nicolás Maduro. Secondo i post sui suoi account sui social media, il presidente venezuelano affermava che Engels ha contribuito notevolmente alla lotta per la costruzione internazionale del comunismo.
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2101

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.