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La VOCE 2101

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La VOCE ANNO XXIII N°5

gennaio 2021

PAGINA 8

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
l’unità. ho già accennato a quello che pensava gramsci di pietro gobetti a proposito della questione meridionale e per restare in tema illuministico pietro gobetti diceva di gramsci "pare venuto dalla campagna per dimenticare le sue tradizioni, per sostituire l'eredità malata dell'anacronismo sardo con uno sforzo chiuso ed inesorabile verso la modernità del cittadino. porta nella persona fisica il segno di questa rinuncia alla vita dei campi, e la sovrapposizione quasi violenta di un programma costruito e ravvivato dalla forza della disperazione, della necessità spirituale e di chi ha respinto e rinnegato l'innocenza nativa", per esaltare la sua sensibilità nazionale, e in particolare la questione meridionale, ha sempre avuto per gramsci un'importanza fondamentale, fin da quando propose la candidatura di salvemini, come ho accennato nel mio contributo precedente. il suo mantra è stato l'unità, l'unità tra il nord e sud del paese, l'unità del proletariato operaio delle grandi città del nord, torino, milano, bologna, le sole città dalle quali per gramsci sarebbe potuta partire la rivoluzione comunista, e le grandi campagne e latifondi del sud con le sue povere masse contadine. unità che si era peraltro già creata in trincea, durante la prima grande guerra, dove avevano per la prima volta condiviso la stessa sorte, le stesse speranze e la stessa solidarietà. condivisioni e speranze che si sarebbero potute rinvigorire attraverso quella massa di contadini che le prospettive di miseria dei contadini del sud aveva costretto ad emigrare al nord industriale, provocando per altro una sovrabbondanza di mano d'opera e di sovraproduzione che saranno sfruttati dal fascismo per avere il sopravvento su un partito comunista che non avendo soluzioni, né possedendo i mezzi di produzione, dovette soccombere. ma questa vicinanza in fabbrica dei proletari del nord con i nuovi arrivi nelle loro fila di contadini meridionali, avrebbe creato l'opportunità di trasmettere a questi ultimi i principi e i valori del comunismo, fatto comprendere il comune interesse nella rivoluzione e i comuni vantaggi nella realizzazione di uno stato socialista, emancipandoli attraverso una propaganda che in fabbrica era molto diffusa e sentita ed eliminando diffidenze e rancori precedenti, e questi contadini lavoratori sarebbero poi stati messaggeri ideali per trasmettere ai contadini delle campagne del meridione gli stessi principi e valori. d'altronde di unità monolitica indispensabile sia per il successo della rivoluzione comunista che per la conduzione di uno stato socialista sono invocate sia da lenin, il primo a realizzarlo, sia di kim il sung, che può vantare attraverso la sua discendenza la più longeva delle democrazie popolari. l'unità nel perseguimento dello stato socialista è talmente importante che nella repubblica popolare di corea fin dalla sua fondazione si è sempre perseguita, purtroppo finora senza successo per le ingerenze del capitalismo nordamericano, arrivando fino ad accettare il mantenimento di due diverse conduzioni politiche. la borghesia settentrionale ha soggiogato l'italia meridionale e le isole riducendole a colonie di sfruttamento afferma gramsci, dandoci la più grande lezione di comunismo, che ancora oggi. dopo oltre cent'anni di sfruttamento da quei giorni, molti attuali movimenti e partiti sedicenti comunisti, ancora non hanno capito quando cercano di carpire qualche consenso al di fuori delle fabbriche in sciopero o mostrandosi solidali (a parole, non avendo alcunché da offrire) con i lavoratori che manifestano la loro disperazione per come sono finite in piscem le loro lotte di emancipazione sociale. c'è stato alla fine degli anni '60 del secolo breve un sommovimento che ha unito operai e studenti, ma senza una strategia unitaria nazionale, senza il coinvolgimento delle campagne, non solo dei proletari, ma anche dei sottoproletari, come pretendeva lenin, nessuna rivoluzione, per quanti buoni auspici di partenza possa avere, potrà mai riuscire veramente e consolidarsi in uno stato socialista. non a caso gramsci scelse questo nome l'unità per il quotidiano che fondò per il partito comunista d'italia, appunto per il significato che la parola stessa avrebbe avuto per gli operai e più in generale per ogni persona che si riconoscesse comunista, sia al nord che al sud d'italia. la forza del comunismo risiede nell'unità monolitica di popolazione e classe dirigente, tra operai, contadini ed intellettuali, sottoproletari, disoccupati e immigrati, interinali e precari, partite iva e cassaintegrati, pensionati al minimo e poveri di una povertà assoluta, meridionali, settentrionali o isolani, se oggi non si comprende almeno questa minima indispensabile condizione, la rivoluzione resterà per sempre una mera chimera per noi. compito degli intellettuali è di redigere una storiografia delle classi sfruttate (e munte dal fisco), delle classi mantenute in uno stato di pura sopravvivenza da istituzioni beneficenti, rimpinguate dal capitale industriale e finanziario al solo scopo di tenere ben alto il numero della forza lavoro disoccupata per poter meglio ricattare quella occupata. gli intellettuali dovrebbero dedicarsi a redigere non solo i successi ottenuti dalle classi subalterne quando sono riuscite ad unirsi e ad alzare forte la propria voce, ma anche per fornire loro una coscienza, una consapevolezza della loro innegabile forza e delle prove possibili per dimostrarla anche nelle attuali condizioni di regime di sfruttamento per infondere nelle masse quella fiducia in se stesse prodroma per la riuscita di una rivoluzione comunista. 31/12/2020 – roberto gessi. riporto questa lettera, presa da reblan.it, anche se un po' datata, risale a 21/01/2012, o proprio per questo perché risulta ancora maggiormente acuito il senso di delusione che rispecchiava già allora, e ancora di più oggi; si intitola 'auguri, antonio gramsci'. rimane solo da aggiungere, per noi che siamo più anziani dell'autore, che le cose erano già andate a male molto prima. quindi non è tutto perfettamente condivisibile, specialmente nei saluti finali, ma dà l'idea. auguri, antonio gramsci. di martino di lonardo. grazie gramsci. e’ proprio a te che indirizzo questa lettera. caro compagno rivoluzionario,grazie per aver fondato quel 21 dicembre 1921 l’allora partito comunista d’italia. a 91 anni di distanza tanto è cambiato…. nel 1991 occhetto, d’alema, veltroni ed il buon 70% del partito decisero di liquidarti in nome del fallimento del socialismo reale. a loro si opponevano un buon 30% che decise di fondare l’allora partito della rifondazione comunista. in quel progetto di rifondare il pci c’erano diliberto, cossutta, garavini ed anche il giovanissimo vendola e tanti e tante compagni/e…. ancora oggi a 21 quasi da quella idea rivoluzionaria,con tante scissioni e contrasti, quel partito esiste e lotta ancora. ma chissà se ci pensiamo ancora a rifondare lo storico pci…. nel 1991 nè ingrao nè bertinotti accettarono di entrare nel prc(lo fecero solo dopo). caro antonio tanto da allora è cambiato. il tuo sforzo di unire i cosiddetti socialisti di sinistra, quelli che credevano nella rivoluzione è svanito da tanto tempo. già dopo la seconda guerra mondiale e la cacciata dei fascisti sono avvenute quasi 30 scissioni. i comunisti d’oggi sono cambiati,ed anche tanto,non li riconosceresti più. quasi tutti hanno sotterrato l’ascia da guerra e l’idea della rivoluzione. lo stato socialista è rimasto ahimè solo un sogno di rivoluzione culturale,che in un paese governato da giornali padronali mi sembra impossibile. i comunisti degli anni 2000 hanno votato a favore della guerra sia in afghanistan ed in iraq,cacciando chi diceva che “la guerra è sbagliata”. addirittura alcuni di loro per rimanere attaccati alla loro poltrona nel 1998 inscenarono una patetica scissione (di cui non voglio parlarti…è passato cosi tanto tempo!…bisogna andare avanti ed essere uniti!) i comunisti degli anni 2000 si sono divisi e si continuano a dividere non su questioni ideologiche ma su spartizioni di potere e di poltrone (che ormai hanno perso) perdendosi nei meandri delle stanze dei bottoni. caro antonio è da non credere che chi detiene la proprietà ed il simbolo del tuo partito sono gli ex “compagni” del pd. non conosci il pd? il pd è la fusione di due partiti: l’ex ds e l’ex margherita. ebbene sì,gli eredi del pci che nacque da te che volevi fare la rivoluzione si sono fusi con i democristiani. addirittura caro compagno si sono rifiutati di chiamarsi “compagni”, prediligono fratelli,amici….. ed oggi sostengono addirittura il governo monti che è un governo di banchieri e padroni! mi chiedi che fine abbia fatto l’unità e se ancora esiste? beh caro antonio,le giornate in cui tu ed i tuoi compagni avete girato in lungo e largo il paese non esistono più!ora il giornale è in mano ad un padrone dell’editoria, praticamente il tuo giornale è sull’orlo del fallimento. caro compagno antonio (so che non ci crederai,ma è vero) a giugno dello scorso anno siamo andati a votare per decidere se l’acqua fosse un bene pubblico o privato. ovviamente con
grande impegno, soprattutto di noi comunisti ma non solo, abbiamo vinto e fatto una vera e propria doccia fredda ai padroni. ah ti ricordi vendola,quello che fondò rifondazione comunista,quel giovanotto che citava pasolini e che quando lo senti parlare ti fa venire la pelle d’oca? beh allora,lui non crede più nel comunismo (non so neanche più se crede nella sinistra) e voleva (senti questa) rendere la sanità privata. ti ricordi i fascisti per cui tu sei stato incarcerato? beh alcuni comunisti degli anni 2000 credono che sia giusto che aprino bocca per onore della “democrazia”, la stessa democrazia che per oltre 20 anni loro hanno schiacciato. e sai, se dici che un fascista va ucciso e rispedito nella fogna, loro stizziti dicono “ma sei un fascista anche tu se dici così”, ed è una vergogna per tutto quello per cui tu e tanti altri compagni hanno creduto e combattuto. l’unica cosa che non è cambiata è la crisi economica del capitalismo. per anni tutti i partiti della pseudo sinistra ed anche il prc(una parte di esso,la più moderata che è fuoriuscita) hanno creduto che si poteva governare il capitalismo e che l’idea che l’ideologia marxista anticapitale fosse rispolverata ed utilizzata faceva ridere a tutti. caro il mio antonio forse è vero l’ideologia comunista è morta,la rivoluzione è forse troppo lontana…ma ora come non mai c’è bisogno di comunismo! c’è bisogno di democrazia e libertà,cose che solo i veri comunisti sanno garantire. c’è bisogno di equità. c’è bisogno di lavoro. c’è ancora tanto bisogno di comunismo ma anche di sinistra unita ed alternativa che non faccia sconti ai padroni, che vada da sola alle elezioni e che ritrovi nel popolo la sua forza. ciao antonio, grazie ancora per quel 21 gennaio 1921. grazie per tutto quello che hai fatto e che continui a fare… salutami luciano magrì,palmiro togliatti,enrico berlinguer,benedetto petrone,lenin e tanti altri compagni e compagne che sono lì vicino a te…… la prima parte di questo ragionamento è sana e condivisibile, purtroppo il seguito (che non riportiamo) ricade nei soliti... “roboanti proclami” o i compiti dell’oggi? il 21 gennaio 2021 é una tappa importante per lo sviluppo del movimento comunista del nostro paese: a 100 anni dalla costituzione del partito comunista d'italia. un momento di riflessione e stimolo per i comunisti che intendono avviare un processo, dopo tanti anni di assenza, di ricostruzione del partito del proletariato nel nostro paese. sulle orme della rivoluzione sovietica d'ottobre, proletari e rivoluzionari del nostro paese, stremati dalla 1^ grande guerra imperialista, si mobilitarono per “fare come in russia” creando un movimento di occupazione delle fabbriche anche con le armi in pugno. un movimento che, privo di uno stato maggiore (il proprio partito), radicato a livello nazionale, appoggiato da piccoli gruppi comunisti combattivi e critici nei confronti della direzione riformista del psi, unico partito di massa con basi proletarie, fu isolato da quello stesso partito e sconfitto dalle forze reazionarie. nonostante ciò, riuscì a esprimere grandi potenzialità di lotta e di forza del proletariato e a incutere paura alle forze reazionarie borghesi. queste esperienze spinsero i comunisti e le avanguardie proletarie alla costituzione del proprio partito, rompendo con le direzioni riformiste e le formazioni di attendisti con l'aiuto e la direzione della terza internazionale. un partito comunista capace di organizzare il proletariato nella lotta contro il capitalismo e il nascente fascismo, nato come strumento armato e terroristico della borghesia contro il proletariato. era un momento di grandi scelte: o con la rivoluzione mondiale rappresentata dalla terza internazionale o con il riformismo traditore degli interessi del proletariato. nella storia ci sono momenti che costringono a schierarsi senza ambiguità, e non per l’interesse di piccoli gruppi o frazioni ma per le sorti del proletariato, dei comunisti e di interi popoli. lo sono state le posizioni di fronte alla guerra imperialista, di fronte alla rivoluzione proletaria, di fronte alla terza internazionale, di fronte alla denuncia della degenerazione revisionista kruscioviana e alla deriva togliattiana nel nostro paese. partito comunista del proletariato d’italia. blair: un assassino di massa che finge di preoccuparsi dei diritti umani della cina. un bellissimo articolo pubblicato sul morning star smaschera le menzogne di blair sulla cina e denuncia la sua politica criminale in iraq. di keith lamb. da https://morningstaronline.co.uk. traduzione di marco pondrelli per marx21.it- il bloomberg 2020 new economy forum ha ospitato un dialogo tra l'ex presidente americano bill clinton e l'ex primo ministro britannico tony blair. hanno discusso di come il mondo debba unirsi alla luce dei problemi globali condivisi come il covid-19 e l'ambiente. gran parte del confronto è stato dedicato alla cina. blair ha detto che "la cina ha una grande popolazione con una civiltà antica, quindi dovrebbe essere una delle grandi potenze del xxi secolo". tuttavia, il problema con la cina, per blair, è che "ha un sistema diverso". blair ritiene che l'impegno occidentale con la cina e l'apertura, avrebbero dovuto condurla sulla strada della liberalizzazione politica. blair ha continuato a sollevare preoccupazioni su hong kong e sullo xinjiang e ha detto: "la cina sta diventando una società repressiva". se la sua definizione di repressione significa che i cittadini cinesi si stanno arricchendo, che la povertà è stata eliminata e che i cinesi non stanno assaggiando le "bombe della libertà" lanciate sull'iraq, allora forse ha ragione. tuttavia, la posizione di blair è che se la cina fosse una democrazia liberale come gli stati uniti o la gran bretagna, l'"orrore" della realtà da loro vissuta sarebbe molto diverso, non ci sarebbero violazioni dei diritti umani e il mondo sarebbe un posto più sicuro. senza dubbio ci sarebbe anche un altro alleato per future guerre illegali! di conseguenza, la denuncia di blair della cina è piuttosto ricca e proviene da un uomo che, con gli stati uniti, ha ordinato ai coraggiosi soldati britannici di versare il loro sangue nell'illegale invasione dell'iraq del 2003. non dimentichiamoci che lo spargimento di sangue iracheno è stato altrettanto tragico per il popolo iracheno. hanno provano l'orrore della guerra e le madri irachene che piangono per i loro figli perduti tanto quanto le madri britanniche. nei primi due anni dell'invasione e dell'occupazione sono stati uccisi 24.865 civili. oggi con i numerosi conflitti, scatenati dalla distruzione dell'iraq, ci sono stati in totale 288.000 morti violente... di queste morti, secondo iraqbodycount.org, 208.419 sono civili. così, blair è in parte responsabile di uno dei più grandi crimini contro l'umanità del xxi secolo. eppure, a differenza di coloro che sono morti nel tentativo di portare la "libertà" in iraq, blair ha la sua vita e la sua libertà. nonostante la calamità che ha inflitto al mondo attraverso la potenza delle democrazie liberali, si sente spudoratamente nella posizione di poter giudicare la cina. ..segue ./.

L’UNITÀ


Ho già accennato a quello che pensava Gramsci di Pietro Gobetti a proposito della questione meridionale e per restare in tema illuministico Pietro Gobetti diceva di Gramsci "Pare venuto dalla campagna per dimenticare le sue tradizioni, per sostituire l'eredità malata dell'anacronismo sardo con uno sforzo chiuso ed inesorabile verso la modernità del cittadino. Porta nella persona fisica il segno di questa rinuncia alla vita dei campi, e la sovrapposizione quasi violenta di un programma costruito e ravvivato dalla forza della disperazione, della necessità spirituale e di chi ha respinto e rinnegato l'innocenza nativa", per esaltare la sua sensibilità nazionale, e in particolare la questione meridionale, ha sempre avuto per Gramsci un'importanza fondamentale, fin da quando propose la candidatura di Salvemini, come ho accennato nel mio contributo precedente.

Il suo mantra è stato l'unità, l'unità tra il nord e sud del Paese, l'unità del proletariato operaio delle grandi città del nord, Torino, Milano, Bologna, le sole città dalle quali per Gramsci sarebbe potuta partire la rivoluzione comunista, e le grandi campagne e latifondi del sud con le sue povere masse contadine. Unità che si era peraltro già creata in trincea, durante la Prima Grande Guerra, dove avevano per la prima volta condiviso la stessa sorte, le stesse speranze e la stessa solidarietà. Condivisioni e speranze che si sarebbero potute rinvigorire attraverso quella massa di contadini che le prospettive di miseria dei contadini del sud aveva costretto ad emigrare al nord industriale, provocando per altro una sovrabbondanza di mano d'opera e di sovraproduzione che saranno sfruttati dal fascismo per avere il sopravvento su un Partito comunista che non avendo soluzioni, né possedendo i mezzi di produzione, dovette soccombere.

Ma questa vicinanza in fabbrica dei proletari del nord con i nuovi arrivi nelle loro fila di contadini meridionali, avrebbe creato l'opportunità di trasmettere a questi ultimi i principi e i valori del comunismo, fatto comprendere il comune interesse nella rivoluzione e i comuni vantaggi nella realizzazione di uno Stato socialista, emancipandoli attraverso una propaganda che in fabbrica era molto diffusa e sentita ed eliminando diffidenze e rancori precedenti, e questi contadini lavoratori sarebbero poi stati messaggeri ideali per trasmettere ai contadini delle campagne del meridione gli stessi principi e valori.

D'altronde di unità monolitica indispensabile sia per il successo della rivoluzione comunista che per la conduzione di uno Stato socialista sono invocate sia da Lenin, il primo a realizzarlo, sia di Kim Il Sung, che può vantare attraverso la sua discendenza la più longeva delle democrazie popolari. L'unità nel perseguimento dello Stato socialista è talmente importante che nella Repubblica Popolare di Corea fin dalla sua fondazione si è sempre perseguita, purtroppo finora senza successo per le ingerenze del capitalismo nordamericano, arrivando fino ad accettare il mantenimento di due diverse conduzioni politiche.

La borghesia settentrionale ha soggiogato l'Italia meridionale e le isole riducendole a colonie di sfruttamento afferma Gramsci, dandoci la più grande lezione di comunismo, che ancora oggi. dopo oltre cent'anni di sfruttamento da quei giorni, molti attuali movimenti e partiti sedicenti comunisti, ancora non hanno capito quando cercano di carpire qualche consenso al di fuori delle fabbriche in sciopero o mostrandosi solidali (a parole, non avendo alcunché da offrire) con i lavoratori che manifestano la loro disperazione per come sono finite in piscem le loro lotte di emancipazione sociale. C'è stato alla fine degli anni '60 del secolo breve un sommovimento che ha unito operai e studenti, ma senza una strategia unitaria nazionale, senza il coinvolgimento delle campagne, non solo dei proletari, ma anche dei sottoproletari, come pretendeva Lenin, nessuna rivoluzione, per quanti buoni auspici di partenza possa avere, potrà mai riuscire veramente e consolidarsi in uno Stato socialista. Non a caso Gramsci scelse questo nome L'Unità per il quotidiano che fondò per il Partito Comunista d'Italia, appunto per il significato che la parola stessa avrebbe avuto per gli operai e più in generale per ogni persona che si riconoscesse comunista, sia al nord che al sud d'Italia.

La forza del comunismo risiede nell'unità monolitica di popolazione e classe dirigente, tra operai, contadini ed intellettuali, sottoproletari, disoccupati e immigrati, interinali e precari, partite IVA e cassaintegrati, pensionati al minimo e poveri di una povertà assoluta, meridionali, settentrionali o isolani, se oggi non si comprende almeno questa minima indispensabile condizione, la rivoluzione resterà per sempre una mera chimera per noi.

Compito degli intellettuali è di redigere una storiografia delle classi sfruttate (e munte dal fisco), delle classi mantenute in uno stato di pura sopravvivenza da istituzioni beneficenti, rimpinguate dal capitale industriale e finanziario al solo scopo di tenere ben alto il numero della forza lavoro disoccupata per poter meglio ricattare quella occupata.

Gli intellettuali dovrebbero dedicarsi a redigere non solo i successi ottenuti dalle classi subalterne quando sono riuscite ad unirsi e ad alzare forte la propria voce, ma anche per fornire loro una coscienza, una consapevolezza della loro innegabile forza e delle prove possibili per dimostrarla anche nelle attuali condizioni di regime di sfruttamento per infondere nelle masse quella fiducia in se stesse prodroma per la riuscita di una rivoluzione comunista.


31/12/2020 – Roberto Gessi


Riporto questa lettera, presa da reblan.it, anche se un po' datata, risale a 21/01/2012, o proprio per questo perché risulta ancora maggiormente acuito il senso di delusione che rispecchiava già allora, e ancora di più oggi; si intitola 'Auguri, Antonio Gramsci'.
Rimane solo da aggiungere, per noi che siamo più anziani dell'autore, che le cose erano già andate a male molto prima. Quindi non è tutto perfettamente condivisibile, specialmente nei saluti finali, ma dà l'idea.

Auguri, Antonio Gramsci

di Martino di Lonardo
Grazie Gramsci. E’ proprio a te che indirizzo questa lettera.
Caro compagno rivoluzionario,grazie per aver fondato quel 21 dicembre 1921 l’allora PARTITO COMUNISTA D’ITALIA.
A 91 anni di distanza tanto è cambiato….
Nel 1991 Occhetto, D’Alema, Veltroni ed il buon 70% del partito decisero di liquidarti in nome del fallimento del socialismo reale. A loro si opponevano un buon 30% che decise di fondare l’allora Partito della Rifondazione Comunista.
In quel progetto di rifondare il PCI c’erano Diliberto, Cossutta, Garavini ed anche il giovanissimo Vendola e tanti e tante compagni/e….
Ancora oggi a 21 quasi da quella idea rivoluzionaria,con tante scissioni e contrasti, quel partito esiste e lotta ancora. Ma chissà se ci pensiamo ancora a rifondare lo storico PCI….
Nel 1991 nè Ingrao nè Bertinotti accettarono di entrare nel PRC(lo fecero solo dopo).
Caro Antonio tanto da allora è cambiato. Il tuo sforzo di unire i cosiddetti socialisti di sinistra, quelli che credevano nella rivoluzione è svanito da tanto tempo.
Già dopo la seconda guerra mondiale e la cacciata dei fascisti sono avvenute quasi 30 scissioni.
I comunisti d’oggi sono cambiati,ed anche tanto,non li riconosceresti più. Quasi tutti hanno sotterrato l’ascia da guerra e l’idea della rivoluzione.
Lo stato socialista è rimasto ahimè solo un sogno di rivoluzione culturale,che in un paese governato da giornali padronali mi sembra impossibile.
I comunisti degli anni 2000 hanno votato a favore della guerra sia in Afghanistan ed in Iraq,cacciando chi diceva che “la guerra è sbagliata”.
Addirittura alcuni di loro per rimanere attaccati alla loro poltrona nel 1998 inscenarono una patetica scissione (di cui non voglio parlarti…è passato cosi tanto tempo!…bisogna andare avanti ed essere uniti!)
I comunisti degli anni 2000 si sono divisi e si continuano a dividere non su questioni ideologiche ma su spartizioni di potere e di poltrone (che ormai hanno perso) perdendosi nei meandri delle stanze dei bottoni.
Caro Antonio è da non credere che chi detiene la proprietà ed il simbolo del tuo partito sono gli ex “compagni” del PD.
Non conosci il PD?
Il PD è la fusione di due partiti: l’ex DS e l’ex Margherita. Ebbene sì,gli eredi del PCI che nacque da te che volevi fare la rivoluzione si sono fusi con i democristiani.
Addirittura caro compagno si sono rifiutati di chiamarsi “compagni”, prediligono fratelli,amici…..
Ed oggi sostengono addirittura il governo Monti che è un governo di banchieri e padroni!
Mi chiedi che fine abbia fatto L’Unità e se ancora esiste?
Beh caro Antonio,le giornate in cui tu ed i tuoi compagni avete girato in lungo e largo il paese non esistono più!Ora il giornale è in mano ad un padrone dell’editoria, praticamente il tuo giornale è sull’orlo del fallimento.
Caro compagno Antonio (so che non ci crederai,ma è vero) a giugno dello scorso anno siamo andati a votare per decidere se l’acqua fosse un bene pubblico o privato. Ovviamente con
grande impegno, soprattutto di noi comunisti ma non solo, abbiamo vinto e fatto una vera e propria doccia fredda ai padroni.
Ah ti ricordi Vendola,quello che fondò Rifondazione Comunista,quel giovanotto che citava Pasolini e che quando lo senti parlare ti fa venire la pelle d’oca?
Beh allora,lui non crede più nel comunismo (non so neanche più se crede nella sinistra) e voleva (senti questa) rendere la sanità privata.
Ti ricordi i fascisti per cui tu sei stato incarcerato? Beh alcuni comunisti degli anni 2000 credono che sia giusto che aprino bocca per onore della “democrazia”, la stessa democrazia che per oltre 20 anni loro hanno schiacciato.
E sai, se dici che un fascista va ucciso e rispedito nella fogna, loro stizziti dicono “Ma sei un fascista anche tu se dici così”, ed è una vergogna per tutto quello per cui tu e tanti altri compagni hanno creduto e combattuto.
L’unica cosa che non è cambiata è la crisi economica del capitalismo.
Per anni tutti i partiti della pseudo sinistra ed anche il PRC(una parte di esso,la più moderata che è fuoriuscita) hanno creduto che si poteva governare il capitalismo e che l’idea che l’ideologia marxista anticapitale fosse rispolverata ed utilizzata faceva ridere a tutti.
Caro il mio Antonio forse è vero l’ideologia comunista è morta,la rivoluzione è forse troppo lontana…ma ora come non mai c’è bisogno di comunismo!
C’è bisogno di democrazia e libertà,cose che solo i veri comunisti sanno garantire.
C’è bisogno di equità.
C’è bisogno di lavoro.
C’è ancora tanto bisogno di comunismo ma anche di sinistra unita ed alternativa che non faccia sconti ai padroni, che vada da sola alle elezioni e che ritrovi nel popolo la sua forza.
Ciao Antonio, grazie ancora per quel 21 gennaio 1921. Grazie per tutto quello che hai fatto e che continui a fare…
Salutami Luciano Magrì,Palmiro Togliatti,Enrico Berlinguer,Benedetto Petrone,Lenin e tanti altri compagni e compagne che sono lì vicino a te……

La prima parte di questo ragionamento è sana e condivisibile, purtroppo il seguito (che non riportiamo) ricade nei soliti...

“Roboanti proclami” o i compiti dell’oggi?

Il 21 gennaio 2021 é una tappa importante per lo sviluppo del movimento comunista del nostro paese: a 100 anni dalla costituzione del Partito Comunista d'Italia.
Un momento di riflessione e stimolo per i comunisti che intendono avviare un processo, dopo tanti anni di assenza, di ricostruzione del Partito del proletariato nel nostro paese.
Sulle orme della Rivoluzione Sovietica d'Ottobre, proletari e rivoluzionari del nostro paese, stremati dalla 1^ grande guerra imperialista, si mobilitarono per “fare come in Russia” creando un movimento di occupazione delle fabbriche anche con le armi in pugno.
Un movimento che, privo di uno Stato maggiore (il proprio Partito), radicato a livello nazionale, appoggiato da piccoli gruppi comunisti combattivi e critici nei confronti della direzione riformista del Psi, unico partito di massa con basi proletarie, fu isolato da quello stesso partito e sconfitto dalle forze reazionarie. Nonostante ciò, riuscì a esprimere grandi potenzialità di lotta e di forza del proletariato e a incutere paura alle forze reazionarie borghesi.
Queste esperienze spinsero i comunisti e le avanguardie proletarie alla costituzione del proprio Partito, rompendo con le direzioni riformiste e le formazioni di attendisti con l'aiuto e la direzione della Terza Internazionale. Un Partito comunista capace di organizzare il proletariato nella lotta contro il capitalismo e il nascente fascismo, nato come strumento armato e terroristico della borghesia contro il proletariato.
Era un momento di grandi scelte: O con la Rivoluzione mondiale rappresentata dalla Terza Internazionale O con il riformismo traditore degli interessi del proletariato.
Nella storia ci sono momenti che costringono a schierarsi senza ambiguità, e non per l’interesse di piccoli gruppi o frazioni ma per le sorti del proletariato, dei comunisti e di interi popoli. Lo sono state le posizioni di fronte alla guerra imperialista, di fronte alla rivoluzione proletaria, di fronte alla Terza Internazionale, di fronte alla denuncia della degenerazione revisionista kruscioviana e alla deriva togliattiana nel nostro paese.
Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Blair: un assassino di massa che finge di preoccuparsi dei diritti umani della Cina

Un bellissimo articolo pubblicato sul Morning Star smaschera le menzogne di Blair sulla Cina e denuncia la sua politica criminale in Iraq

di Keith Lamb

da https://morningstaronline.co.uk

traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Il Bloomberg 2020 New Economy Forum ha ospitato un dialogo tra l'ex presidente americano Bill Clinton e l'ex primo ministro britannico Tony Blair.

Hanno discusso di come il mondo debba unirsi alla luce dei problemi globali condivisi come il Covid-19 e l'ambiente.

Gran parte del confronto è stato dedicato alla Cina.

Blair ha detto che "la Cina ha una grande popolazione con una civiltà antica, quindi dovrebbe essere una delle grandi potenze del XXI secolo".

Tuttavia, il problema con la Cina, per Blair, è che "ha un sistema diverso".

Blair ritiene che l'impegno occidentale con la Cina e l'apertura, avrebbero dovuto condurla sulla strada della liberalizzazione politica.

Blair ha continuato a sollevare preoccupazioni su Hong Kong e sullo Xinjiang e ha detto: "La Cina sta diventando una società repressiva".

Se la sua definizione di repressione significa che i cittadini cinesi si stanno arricchendo, che la povertà è stata eliminata e che i cinesi non stanno assaggiando le "bombe della libertà" lanciate sull'Iraq, allora forse ha ragione.

Tuttavia, la posizione di Blair è che se la Cina fosse una democrazia liberale come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, l'"orrore" della realtà da loro vissuta sarebbe molto diverso, non ci sarebbero violazioni dei diritti umani e il mondo sarebbe un posto più sicuro.

Senza dubbio ci sarebbe anche un altro alleato per future guerre illegali!

Di conseguenza, la denuncia di Blair della Cina è piuttosto ricca e proviene da un uomo che, con gli Stati Uniti, ha ordinato ai coraggiosi soldati britannici di versare il loro sangue nell'illegale invasione dell'Iraq del 2003.

Non dimentichiamoci che lo spargimento di sangue iracheno è stato altrettanto tragico per il popolo iracheno.

Hanno provano l'orrore della guerra e le madri irachene che piangono per i loro figli perduti tanto quanto le madri britanniche.

Nei primi due anni dell'invasione e dell'occupazione sono stati uccisi 24.865 civili.

Oggi con i numerosi conflitti, scatenati dalla distruzione dell'Iraq, ci sono stati in totale 288.000 morti violente...

Di queste morti, secondo iraqbodycount.org, 208.419 sono civili.

Così, Blair è in parte responsabile di uno dei più grandi crimini contro l'umanità del XXI secolo.

Eppure, a differenza di coloro che sono morti nel tentativo di portare la "libertà" in Iraq, Blair ha la sua vita e la sua libertà.

Nonostante la calamità che ha inflitto al mondo attraverso la potenza delle democrazie liberali, si sente spudoratamente nella posizione di poter giudicare la Cina.

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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