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La VOCE 2003 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°7 | marzo 2003 | PAGINA 3 - 23 |
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segue da pag.22: monsieur le président. lettera a sergio mattarella.
orientale», come recita la legge del 2004, istitutiva del «giorno del ricordo», non a caso voluto a ridosso di quello «della memoria» che dovrebbe invece rammemorarci, nel giorno dell’apertura dei cancelli di auschwitz da parte dell’armata rossa.
ella, signor presidente, non senza un palpabile disprezzo, ha parlato di «piccole sacche di deprecabile negazionismo militante», che si ostinerebbero a «negare»: che cosa? la «pulizia etnica» che viene identificata come la somma dei «crimini comunisti» in quelle terre. e lodevolmente, lei, signor presidente, invita allo studio della storia. ma è precisamente ciò che i «negazionisti» nel distorto messaggio che ella ha tenuto, cercano di fare, e vengono insultati, isolati, quasi cancellati. e mentre giornalisti senza etica e politici in caccia di voti snocciolano cifre fantastiche (1000, 2000, 10.000, 20.000, fino alle 30.000 annunciate da un tg nazionale ieri in apertura…), il paziente lavoro dei ricercatori propone un’altra versione, frutto dello scavo (compreso quello tremendo delle cavità del carso chiamate “foibe”), dell’accumulo di documenti, delle prove testimoniali verificate.
la storiografia ci dice tutt’altro dalla chiacchiera politico-mediatica: le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800 (compresi i militari), parecchie delle quali giustiziate, essendosi macchiate di crimini, autentici quanto taciuti, verso le popolazioni locali: nessun generale italiano accusato di crimini di guerra è mai stato punito.
e 400mila civili slavi rastrellati, deportati, torturati e fucilati semplicemente vengono cancellati. spiace che anche le autorità istituzionali a lei seconde e terze, abbiano ritenuto di usare espressioni gravi quanto infondate: «genocidio programmato contro gli italiani», dice la presidente del senato; «le atrocità nazifasciste non sono una giustificazione», aggiunge il presidente della camera.
spiace soprattutto che le sue parole abbiano, involontariamente, offerto un formidabile assist ai soliti salvini – che equipara tout court shoa e foibe pericolosamente banalizzando l’olocausto – e meloni, ai quali non è sembrato vero di poterne approfittare con altri inquietanti anatemi, mentre l’intero schieramento della destra usava con cinica disinvoltura il suo discorso, presidente, per berciare contro «i negazionisti» (etichettati senza mezzi termini «comunisti»).
ieri la delegazione del pd ha abbandonato le celebrazioni alla cosiddetta foiba di basovizza, davanti alla plateale strumentalizzazione da parte della destra. episodio che dovrebbe forse indurla, presidente, a una maggior prudenza.
il suo discorso, mi consenta, insomma, fa un grave torto alla conoscenza storica, che ella, lodevolmente, incita a perseguire, e genera conflitti che ella e la legge del 2004 vorrebbero chiudere.
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si ascolti anche:
intervista ad angelo d'orsi (a cura di raffaele liguori, su memos / radio popolare, martedì 11/02/2020).
foibe, i ricordi pericolosi del presidente mattarella. a memos lo storico angelo d’orsi critica la dichiarazione di ieri del capo dello stato per il giorno del ricordo delle vittime delle foibe. ci fu «una persecuzione contro gli italiani – ha detto mattarella - ...che si risolse in una vera e propria pulizia etnica». la replica di d’orsi a memos: «sono affermazioni prive di fondamento. la cosa più grave – sostiene lo storico - è accettare un’equiparazione sostanziale tra la shoah, un avvenimento terribile e mostruoso che ha segnato la storia del novecento, e - mi si passi il termine - una piccola storia come è quella del confine orientale. parlare di pulizia etnica – conclude il professor d’orsi - è un falso nel falso»...
audio (dal minuto 1:44 al minuto 9:55): https://www.radiopopolare.it/.
si veda anche:
lettera aperta al presidente della repubblica italiana, sergio mattarella (aurelio juri, capodistria, 10 febbraio 2020).
... nel 1988, in qualità' di presidente della comunita' degli italiani di capodistria, organizzammo con gruppo 88, un gruppo di intellettuali italiani, sloveni e croati fuori dagli schemi del regime, una conferenza che fece storia, perché smantello' e rimosse i tabù' che gravavano su esodo e foibe: »gli italiani in jugoslavia ieri, oggi e domani«, e che contribuì' ad un riavvicinamento fra »andati« e »rimasti«. nell'allora funzione conobbi e detti il benvenuto a tanti esponenti degli esuli che invitai a cooperare coi noi, a raccontarci anche lo loro verità', ma non a ridiscutere quanto era stato fatto negli anni del dopoguerra per riappacificare popoli e genti e dare una prospettiva ai rapporti fra i nostri due paesi. penso in primo luogo agli accordi di osimo. visto che non tutti colsero questo invito, ma anzi sfruttarono la mia buona fede per riaprire le ferite del passato imputando tutte le colpe alla jugoslavia, agli slavi e al comunismo e che le esagerazioni, manipolazioni e strumentalizzazioni su esodo e foibe continuavano e si moltiplicavano, salutai nel 1993 lo scambio di note fra i ministeri degli esteri di italia e slovenia...
http://aureliojuri.blogspot.
Segue da Pag.22: Monsieur le Président. Lettera a Sergio Mattarella
Orientale», come recita la legge del 2004, istitutiva del «Giorno del ricordo», non a caso voluto a ridosso di quello «della memoria» che dovrebbe invece rammemorarci, nel giorno dell’apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata rossa. Ella, signor Presidente, non senza un palpabile disprezzo, ha parlato di «piccole sacche di deprecabile negazionismo militante», che si ostinerebbero a «negare»: che cosa? La «pulizia etnica» che viene identificata come la somma dei «crimini comunisti» in quelle terre. E lodevolmente, Lei, signor Presidente, invita allo studio della storia. Ma è precisamente ciò che i «negazionisti» nel distorto messaggio che Ella ha tenuto, cercano di fare, e vengono insultati, isolati, quasi cancellati. E mentre giornalisti senza etica e politici in caccia di voti snocciolano cifre fantastiche (1000, 2000, 10.000, 20.000, fino alle 30.000 annunciate da un tg nazionale ieri in apertura…), il paziente lavoro dei ricercatori propone un’altra versione, frutto dello scavo (compreso quello tremendo delle cavità del Carso chiamate “foibe”), dell’accumulo di documenti, delle prove testimoniali verificate. La storiografia ci dice tutt’altro dalla chiacchiera politico-mediatica: le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800 (compresi i militari), parecchie delle quali giustiziate, essendosi macchiate di crimini, autentici quanto taciuti, verso le popolazioni locali: nessun generale italiano accusato di crimini di guerra è mai stato punito. E 400mila civili slavi rastrellati, deportati, torturati e fucilati semplicemente vengono cancellati. Spiace che anche le autorità istituzionali a Lei seconde e terze, abbiano ritenuto di usare espressioni gravi quanto infondate: «Genocidio programmato contro gli italiani», dice la presidente del Senato; «Le atrocità nazifasciste non sono una giustificazione», aggiunge il presidente della Camera. Spiace soprattutto che le Sue parole abbiano, involontariamente, offerto un formidabile assist ai soliti Salvini – che equipara tout court Shoa e foibe pericolosamente banalizzando l’Olocausto – e Meloni, ai quali non è sembrato vero di poterne approfittare con altri inquietanti anatemi, mentre l’intero schieramento della destra usava con cinica disinvoltura il Suo discorso, Presidente, per berciare contro «i negazionisti» (etichettati senza mezzi termini «comunisti»). Ieri la delegazione del Pd ha abbandonato le celebrazioni alla cosiddetta foiba di Basovizza, davanti alla plateale strumentalizzazione da parte della destra. Episodio che dovrebbe forse indurLa, Presidente, a una maggior prudenza. |
Il Suo discorso, mi consenta, insomma, fa un grave torto alla conoscenza storica, che Ella, lodevolmente, incita a perseguire, e genera conflitti che Ella e la legge del 2004 vorrebbero chiudere.
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Si ascolti anche:
INTERVISTA AD ANGELO D'ORSI (a cura di Raffaele Liguori, su Memos / Radio Popolare, martedì 11/02/2020) Foibe, i ricordi pericolosi del presidente Mattarella. A Memos lo storico Angelo D’Orsi critica la dichiarazione di ieri del capo dello stato per il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe. Ci fu «una persecuzione contro gli italiani – ha detto Mattarella - ...che si risolse in una vera e propria pulizia etnica». La replica di D’Orsi a Memos: «sono affermazioni prive di fondamento. La cosa più grave – sostiene lo storico - è accettare un’equiparazione sostanziale tra la Shoah, un avvenimento terribile e mostruoso che ha segnato la storia del Novecento, e - mi si passi il termine - una piccola storia come è quella del Confine Orientale. Parlare di pulizia etnica – conclude il professor D’Orsi - è un falso nel falso»... AUDIO (dal minuto 1:44 al minuto 9:55): https://www.radiopopolare.it/
Si veda anche:
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SERGIO MATTARELLA (Aurelio Juri, Capodistria, 10 febbraio 2020) ... Nel
1988, in qualità' di presidente della Comunita' degli Italiani
di Capodistria, organizzammo con Gruppo 88, un gruppo di
intellettuali italiani, sloveni e croati fuori dagli schemi del
regime, una conferenza che fece storia, perché smantello'
e rimosse i tabù' che gravavano su esodo e foibe: »Gli
Italiani in Jugoslavia ieri, oggi e domani«, e che contribuì'
ad un riavvicinamento fra »andati« e »rimasti«. Nell'allora
funzione conobbi e detti il benvenuto a tanti esponenti degli esuli
che invitai a cooperare coi noi, a raccontarci anche lo
loro verità', ma non a ridiscutere quanto era stato fatto negli
anni del dopoguerra per riappacificare popoli e genti e dare una
prospettiva ai rapporti fra i nostri due paesi. Penso in primo luogo
agli accordi di Osimo. Visto che non tutti colsero questo
invito, ma anzi sfruttarono la mia buona fede per riaprire le ferite
del passato imputando tutte le colpe alla Jugoslavia, agli Slavi e al
comunismo e che le esagerazioni, manipolazioni e strumentalizzazioni
su esodo e foibe continuavano e si moltiplicavano, salutai nel 1993
lo scambio di note fra i ministeri degli esteri di Italia e
Slovenia...
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