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La VOCE 2001

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La VOCE ANNO XXII N°5

gennaio 2019

PAGINA         - 43

avviciniamo ad una sorgente sonora con una velocità significativa rispetto alla velocità del suono ascolteremo un suono più acuto di un osservatore fermo rispetto a quella sorgente; e viceversa. il fenomeno è dovuto al fatto che alla frequenza di compressione/dilatazione dell’aria provocata dalla sorgente va aggiunta la frequenza provocata dal nostro spostamento se ci avviciniamo e quindi la frequenza risultante sarà maggiore; e viceversa. il fenomeno si può osservare anche se noi siamo fermi rispetto ad una sorgente sonora che si avvicina e poi si allontana da noi, come potrebbe essere la sirena dei pompieri o della polizia: in avvicinamento percepiamo una frequenza più alta e in allontanamento una più bassa nonostante che la sirena suoni invece sempre la stessa nota ed il motivo è che in avvicinamento dobbiamo sommare alla frequenza della nota lo spostamento d’aria provocato dalla velocità del mezzo, mentre in allontanamento alla frequenza della nota va sottratto lo spostamento d’aria in senso contrario alla propagazione del suono (si tratta del noto effetto doppler, analizzato per la prima volta da christian andreas doppler nel 1845). esistono strumenti musicali che sfruttano l'effetto doppler per rendere particolari effetti onomatopeici; come ad esempio il tamburo a frizione rotante che in romagna è chiamato “raganella”. per questo tipo di strumenti a fabio lombardi si devono le osservazioni sull'accentuazione della resa sonora per l'effetto doppler: quando il piccolo tamburo rotea, l'ascoltatore percepisce due picchi di frequenza modulati progressivamente ed alternativamente verso l'alto e verso il basso, per l'effetto sopra citato, e questo porta ad un suono simile al gracidare di rana da cui il nome dello strumento giocattolo. ..segue nell'inserto arte del prossimo mese ./. note. 1*. in musica il canone è anche un componimento contrappuntistico, sviluppatosi soprattutto nella polifonia fiamminga del sec. 15°, ove il discorso d’una voce viene imitato, a determinati intervalli di tempo e di altezza, dall’altra o dalle altre voci di concerto: c. alla 5a, all’8a, all’unisono, per moto contrario, retrogrado, ecc. [vocabolario treccani]. torna. 2*. questa espressione deriva da un fraintendimento dei primi voli che superavano, solitamente in picchiata, la velocità di propagazione del suono nell’aria perché molti velivoli esplodevano in modo inaspettato, come se avessero impattato contro un muro invisibile, ma in realtà il fenomeno è causato dal fatto che l’aria si comprime sempre di più all’aumentare della velocità dell’aviogetto diventando elevatissima, fin quando la spinta provocata del velivolo non ce la fa più a spostarla e appunto l’impatto delle molecole di aria contro il mezzo meccanico provoca questo fenomeno del “bang” sonico, che può essere disastroso per un piloto impreparato o un velivolo molto fragile. alla nasa sono allo studio velivoli che potrebbero riuscire a volare oltre la soglia del suono senza provocare il fastidioso boom. [https://aerospacecue.it/cosa-vuol-dire-rompere-il-muro-del-suono/11963/] torna. 3. si chiama così perché si divide in due parti che innervano due parti distinte del nostro orecchio interno deputate rispettivamente al senso dell’equilibrio statico e dinamico (il vestibolo raccoglie gli stimoli di accelerazione lineare e angolare della testa) e gli stimoli acustici (la coclea è collegata lateralmente al timpano e la catena di trasmissione include gli ossicini, che si trovano nella sua parte centrale assieme all’organo di corti (sostanzialmente cellule ciliate), vero responsabile della trasduzione degli impulsi cinetici in impulsi elettrochimici. [https://it.wikipedia.org/wiki/nervo_vestibolococleare] torna. 4. nell’antichità la difficoltà di individuare anche una sola nota precisa derivava dal fatto che la trasmissione non poteva che essere orale e non essendoci strumenti idonei per la misurazione della frequenza (anche se già pitagora, la fonte principale per la ricostruzione di un canone musicale in occidente, aveva già ben individuato quelle che risultavano essere assonanze e dissonanze) non si sapeva come trasmettere questa informazione su larga scala e nel tempo. fu guido d’arezzo a risolvere il problema.). gia pitagora aveva definito 7 gradi della scala musicale, accorgendosi che facendo vibrare una corda che avesse dimensioni ridotte alla metà di una corda fatta vibrare in.
precedenza, si otteneva un suono che unito al primo provocava un alto numero di armoniche (ossia di suoni di frequenza doppia, quadrupla ecc.). lo stesso pitagora poi individuò la distanza tra un suono e il successivo utilizzando i rapporti delle dimensioni delle corde fatte vibrare. un rapporto di ¾ provocava la distanza di 4 note dalla precedente, una distanza di 2/3 una distanza di quinta, 9/8 per una distanza di seconda, 81/64 per una distanza di terza, 27/16 per una distanza di sesta e 243/128 per una distanza di settimana. guido d’arezzo riuscì a risolvere il problema della trasmissione vocale di questa scala musicale, definita scala diatonica, utilizzando le iniziali di una musica molto ben conosciuta e già molto diffusa ai suoi tempi che iniziava ogni capoverso con la nota successiva a quella del capoverso precedente: si trattava dell’inno di san giovanni, che recita così nei suoi 7 capoversi iniziali: ut queant laxis, da cui la prima nota fu chiamata ut (l’ut venne poi chiamato do a partire dal xvii secolo da gian battista doni, dalle iniziali del suo cognome), resonare fibris, la seconda nota re, mira gestorum, la terza mi, famuli tuorum, la quarta fa, solve polluti, la quinta sol, labii reatum, la sesta la e sancte iohannes, la settima si (inizialmente le note erano solo 6 ed erano ut, re, mi, fa, sol, la. il si venne aggiunto in seguito, perché inizialmente i canti non prevedevano l’uso della sensibile e fu sempre tratto dallo stesso inno di san giovanni). nella notazione anglosassone le stesse note sono però rappresentate da semplici lettere come nella seguente corrispondenza: la = a - si = b - do = c - re = d - mi = e - fa = f - sol = g. https://www.studenti.it/suono.html] torna. 5. l'hertz (simbolo hz) è l'unità di misura del sistema internazionale della frequenza. prende il nome dal fisico tedesco heinrich rudolf hertz che portò importanti contributi alla scienza, nel campo dell'elettromagnetismo. hz = 1⁄s, si legge che un hertz equivale ad un impulso al secondo (o un ciclo al secondo). oppure: hz = s−1, si legge che l'hertz è l'inverso dell'intervallo di intermittenza. tale unità di misura può essere applicata a qualsiasi evento periodico. un hertz equivale ad un impulso al secondo, per cui, per esempio, si può dire che il ticchettio di un orologio a pendolo ha una frequenza di 1 hz. multipli. 1 decahertz (simbolo dahz) = 101 hz = 10 hz- 1 ettohertz (simbolo hhz) = 102 hz = 100 hz. 1 kilohertz (simbolo khz) = 103 hz = 1 000 hz. 1 megahertz (simbolo mhz) = 106 hz = 1 000 000 hz. 1 gigahertz (simbolo ghz) = 109 hz = 1 000 000 000 hz. 1 terahertz (simbolo thz) = 1012 hz = 1 000 000 000 000 hz. 1 petahertz (simbolo phz) = 1015 hz = 1 000 000 000 000 000 hz. esempi. acustica. 25 e 150 hz: le fusa dei gatti o anche da 1,5 a 6 khz. 20 hz: frequenza minima udibile dall'uomo. 261,626 hz: la nota musicale do centrale nel temperamento equabile. 256,869 hz: la nota musicale do centrale nel temperamento equabile verdiano. 440 hz: il la usato per accordare gli strumenti musicali (diapason). 430,54 hz: il la dell'accordatura verdiana (o "scientifica"). 16 ÷ 24 khz: limite superiore delle frequenze udibili dall'uomo. [[https://it.wikipedia.org/wiki/hertz]] torna. 6. il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera, ma ne parleremo molto più diffusamente quando tratteremo degli strumenti musicali. torna. 7. il decibel (db) è la decima parte del bel, un'unità di misura utilizzata in acustica per misurare l'intensità del suono (dal nome dell'inventore alexander graham bell, lo stesso che carpì il progetto del telefono di meucci e lo brevettò negli stati uniti il 3 marzo del 1876). il db è una misura logaritmica, ossia derivata ad esempio dal rapporto di due grandezze omogenee, nel nostro caso le pressioni, e viene utilizzato con funzioni diverse sia il livello di pressione acustica sia il livello di intensità acustica. per esempio, ad ogni raddoppio di intensità acustica corrisponde un aumento di tre db: supponiamo che in una stanza ci sia una persona che parla con un’intensità acustica di sessanta db; facciamo entrare nella stanza un’altra persona che parli a sua volta con un’intensità acustica di sessanta db; in quella stanza quando c’era una sola persona potevamo misurare sessanta db, ed ora che ce ne sono due misuriamo sessantatre db; per misurare sessantasei db dovremmo portare le persone nella stanza a quattro, ognuna che parli con una intensità acustica di sessanta db. però l’orecchio umano non è così sensibile da poter valutare la differenza di tre db ed in effetti noi percepiamo il raddoppio dell’intensità acustica non a tre db, ma ogni dieci db. sorgente sonora intensità acustica (db). silenzio:       0. sussuro vicino:     20. sala vuota:      30. voce umana pacata: 60. traffico:      75. concerto rock:   110. jet in partenza:    120. [http://www.internationalacoustic.com/intensita-acustica-e-percezione-del-suono/] torna.
avviciniamo ad una sorgente sonora con una velocità significativa rispetto alla velocità del suono ascolteremo un suono più acuto di un osservatore fermo rispetto a quella sorgente; e viceversa. Il fenomeno è dovuto al fatto che alla frequenza di compressione/dilatazione dell’aria provocata dalla sorgente va aggiunta la frequenza provocata dal nostro spostamento se ci avviciniamo e quindi la frequenza risultante sarà maggiore; e viceversa. Il fenomeno si può osservare anche se noi siamo fermi rispetto ad una sorgente sonora che si avvicina e poi si allontana da noi, come potrebbe essere la sirena dei pompieri o della polizia: in avvicinamento percepiamo una frequenza più alta e in allontanamento una più bassa nonostante che la sirena suoni invece sempre la stessa nota ed il motivo è che in avvicinamento dobbiamo sommare alla frequenza della nota lo spostamento d’aria provocato dalla velocità del mezzo, mentre in allontanamento alla frequenza della nota va sottratto lo spostamento d’aria in senso contrario alla propagazione del suono (si tratta del noto Effetto Doppler, analizzato per la prima volta da Christian Andreas Doppler nel 1845). Esistono strumenti musicali che sfruttano l'effetto Doppler per rendere particolari effetti onomatopeici; come ad esempio il tamburo a frizione rotante che in Romagna è chiamato “Raganella”. Per questo tipo di strumenti a Fabio Lombardi si devono le osservazioni sull'accentuazione della resa sonora per l'effetto Doppler: quando il piccolo tamburo rotea, l'ascoltatore percepisce due picchi di frequenza modulati progressivamente ed alternativamente verso l'alto e verso il basso, per l'effetto sopra citato, e questo porta ad un suono simile al gracidare di rana da cui il nome dello strumento giocattolo.

..segue nell'inserto Arte del prossimo mese ./.
Note

1*. In musica il canone è anche un componimento contrappuntistico, sviluppatosi soprattutto nella polifonia fiamminga del sec. 15°, ove il discorso d’una voce viene imitato, a determinati intervalli di tempo e di altezza, dall’altra o dalle altre voci di concerto: c. alla 5a, all’8a, all’unisono, per moto contrario, retrogrado, ecc. [Vocabolario Treccani]. Torna

2*. Questa espressione deriva da un fraintendimento dei primi voli che superavano, solitamente in picchiata, la velocità di propagazione del suono nell’aria perché molti velivoli esplodevano in modo inaspettato, come se avessero impattato contro un muro invisibile, ma in realtà il fenomeno è causato dal fatto che l’aria si comprime sempre di più all’aumentare della velocità dell’aviogetto diventando elevatissima, fin quando la spinta provocata del velivolo non ce la fa più a spostarla e appunto l’impatto delle molecole di aria contro il mezzo meccanico provoca questo fenomeno del “bang” sonico, che può essere disastroso per un piloto impreparato o un velivolo molto fragile. Alla NASA sono allo studio velivoli che potrebbero riuscire a volare oltre la soglia del suono senza provocare il fastidioso boom [https://aerospacecue.it/cosa-vuol-dire-rompere-il-muro-del-suono/11963/] Torna

3. Si chiama così perché si divide in due parti che innervano due parti distinte del nostro orecchio interno deputate rispettivamente al senso dell’equilibrio statico e dinamico (il vestibolo raccoglie gli stimoli di accelerazione lineare e angolare della testa) e gli stimoli acustici (la coclea è collegata lateralmente al timpano e la catena di trasmissione include gli ossicini, che si trovano nella sua parte centrale assieme all’organo di Corti (sostanzialmente cellule ciliate), vero responsabile della trasduzione degli impulsi cinetici in impulsi elettrochimici.
[https://it.wikipedia.org/wiki/Nervo_vestibolococleare]
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4. Nell’antichità la difficoltà di individuare anche una sola nota precisa derivava dal fatto che la trasmissione non poteva che essere orale e non essendoci strumenti idonei per la misurazione della frequenza (anche se già Pitagora, la fonte principale per la ricostruzione di un canone musicale in occidente, aveva già ben individuato quelle che risultavano essere assonanze e dissonanze) non si sapeva come trasmettere questa informazione su larga scala e nel tempo. Fu Guido d’Arezzo a risolvere il problema.). Gia Pitagora aveva definito 7 gradi della scala musicale, accorgendosi che facendo vibrare una corda che avesse dimensioni ridotte alla metà di una corda fatta vibrare in

precedenza, si otteneva un suono che unito al primo provocava un alto numero di armoniche (ossia di suoni di frequenza doppia, quadrupla ecc.). Lo stesso Pitagora poi individuò la distanza tra un suono e il successivo utilizzando i rapporti delle dimensioni delle corde fatte vibrare. Un rapporto di ¾ provocava la distanza di 4 note dalla precedente, una distanza di 2/3 una distanza di quinta, 9/8 per una distanza di seconda, 81/64 per una distanza di terza, 27/16 per una distanza di sesta e 243/128 per una distanza di settimana.
Guido d’Arezzo riuscì a risolvere il problema della trasmissione vocale di questa scala musicale, definita scala diatonica, utilizzando le iniziali di una musica molto ben conosciuta e già molto diffusa ai suoi tempi che iniziava ogni capoverso con la nota successiva a quella del capoverso precedente: si trattava dell’Inno di San Giovanni, che recita così nei suoi 7 capoversi iniziali:
Ut queant laxis, da cui la prima nota fu chiamata Ut (L’Ut venne poi chiamato Do a partire dal XVII secolo da Gian Battista Doni, dalle iniziali del suo cognome),
Resonare fibris, la seconda nota Re,
Mira gestorum, la terza Mi,
Famuli tuorum, la quarta Fa,
Solve polluti, la quinta Sol,
Labii reatum, la sesta La e
Sancte Iohannes, la settima Si (Inizialmente le note erano solo 6 ed erano UT, RE, MI, FA, SOL, LA. Il SI venne aggiunto in seguito, perché inizialmente i canti non prevedevano l’uso della sensibile e fu sempre tratto dallo stesso Inno di San Giovanni).
Nella notazione anglosassone le stesse note sono però rappresentate da semplici lettere come nella seguente corrispondenza:
La = A - Si = B - Do = C - Re = D - Mi = E - Fa = F - Sol = G
https://www.studenti.it/suono.html] Torna

5. L'hertz (simbolo Hz) è l'unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza. Prende il nome dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz che portò importanti contributi alla scienza, nel campo dell'elettromagnetismo.
Hz = 1⁄s, si legge che un hertz equivale ad un impulso al secondo (o un ciclo al secondo)
oppure:
Hz = s−1, si legge che l'hertz è l'inverso dell'intervallo di intermittenza.
Tale unità di misura può essere applicata a qualsiasi evento periodico. Un hertz equivale ad un impulso al secondo, per cui, per esempio, si può dire che il ticchettio di un orologio a pendolo ha una frequenza di 1 Hz.

Multipli
1 decahertz (simbolo daHz) = 101 Hz = 10 Hz
1 ettohertz (simbolo hHz) = 102 Hz = 100 Hz
1 kilohertz (simbolo kHz) = 103 Hz = 1 000 Hz
1 megahertz (simbolo MHz) = 106 Hz = 1 000 000 Hz
1 gigahertz (simbolo GHz) = 109 Hz = 1 000 000 000 Hz
1 terahertz (simbolo THz) = 1012 Hz = 1 000 000 000 000 Hz
1 petahertz (simbolo PHz) = 1015 Hz = 1 000 000 000 000 000 Hz
Esempi
Acustica
  • 25 e 150 Hz: le fusa dei gatti o anche da 1,5 a 6 kHz.
  • 20 Hz: frequenza minima udibile dall'uomo
  • 261,626 Hz: la nota musicale DO centrale nel temperamento equabile.
  • 256,869 Hz: la nota musicale DO centrale nel temperamento equabile verdiano.
  • 440 Hz: Il LA usato per accordare gli strumenti musicali (Diapason).
  • 430,54 Hz: Il LA dell'accordatura verdiana (o "scientifica").
  • 16 ÷ 24 kHz: limite superiore delle frequenze udibili dall'uomo. [[https://it.wikipedia.org/wiki/Hertz]] Torna
6. Il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera, ma ne parleremo molto più diffusamente quando tratteremo degli strumenti musicali. Torna

7. Il decibel (dB) è la decima parte del bel, un'unità di misura utilizzata in acustica per misurare l'intensità del suono (dal nome dell'inventore Alexander Graham Bell, lo stesso che carpì il progetto del telefono di Meucci e lo brevettò negli Stati Uniti il 3 marzo del 1876). Il dB è una misura logaritmica, ossia derivata ad esempio dal rapporto di due grandezze omogenee, nel nostro caso le pressioni, e viene utilizzato con funzioni diverse sia il livello di pressione acustica sia il livello di intensità acustica. Per esempio, ad ogni raddoppio di intensità acustica corrisponde un aumento di tre dB: supponiamo che in una stanza ci sia una persona che parla con un’intensità acustica di sessanta dB; facciamo entrare nella stanza un’altra persona che parli a sua volta con un’intensità acustica di sessanta dB; in quella stanza quando c’era una sola persona potevamo misurare sessanta dB, ed ora che ce ne sono due misuriamo sessantatre dB; per misurare sessantasei dB dovremmo portare le persone nella stanza a quattro, ognuna che parli con una intensità acustica di sessanta dB. Però l’orecchio umano non è così sensibile da poter valutare la differenza di tre dB ed in effetti noi percepiamo il raddoppio dell’intensità acustica non a tre dB, ma ogni dieci dB.

SORGENTE SONORA INTENSITÀ ACUSTICA (dB)
Silenzio:       0
Sussuro vicino:     20
Sala vuota:      30
Voce umana pacata: 60
Traffico:      75
Concerto rock:   110
Jet in partenza:    120

[http://www.internationalacoustic.com/intensita-acustica-e-percezione-del-suono/] Torna


  P R E C E D E N T E   

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