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La VOCE 2001

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La VOCE ANNO XXII N°5

gennaio 2019

PAGINA         - 41

notemusicali. parte prima - 1. le caratteristiche dei suoni. prefazione. la musica è un suono che si inscrive in un particolare canone[1*], mentre altri suoni si inscrivono in canoni differenti: naturalistici (il sibilo del vento, lo scroscio della pioggia, l’infrangersi dei flutti marini sulle scogliere, il boato di un’eruzione vulcanica, lo scorrere di un fiume, il verso di un animale, il linguaggio dell’uomo ecc.) o provocati con strumenti diversi, non musicali (un martello sull’incudine, lo scappamento di un’automobile, l’infrangersi del muro del suono causato da un aviogetto a circa milleduecento chilometri orari.[2*] ecc.). il suono. ma allora cos’è questo suono, come si propaga e come viene percepito e registrato dagli esseri umani? il suono che noi percepiamo nel nostro ambiente naturale non è altro che aria più e meno compressa che va a impattare contro i nostri timpani, quelle sottili membrane semitrasparenti situate al termine del condotto uditivo esterno, che lo trasmettono al nervo acustico, nervo vestibolococleare[3*], il quale a sua volta lo trasforma in un messaggio elettrico e, ad una velocità che può superare i quattrocentotrenta chilometri orari, lo trasporta al romboencefalo, dove lo scarica sotto forma di impulsi elettrici, che vengono registrati sul materiale organico delle stratificazioni di neuroni, ossia sulla materia grigia, e vengono registrati in aree differenziate dalla natura del suono (sostanzialmente suono già ascoltato o suono nuovo, come ad esempio quello di una parola mai sentita prima), quindi attraverso un processo di preselezione/simulazione. anche un ipoudente può percepire i suoni, non con la stessa sensibilità dei nostri timpani, ma con ogni parte del proprio corpo (il plesso solare è particolarmente sensibile ad un certo tipo di suoni, secondo metodi di rilassamento orientali), i suoni inoltre si possono percepire anche attraverso il terreno (alcuni animali sono sensibilissimi alle onde sismiche) e sembra che in particolare branchi di elefanti siano in grado di comunicare tra loro anche a distanza di oltre 16 chilometri provocando coi piedi microterremoti. anche coccodrilli, balene e delfini possono comunicare con suoni non udibili dall’uomo. il suono è una vibrazione, ossia l’oscillazione di un corpo attorno alla sua posizione media fissa. un martello che picchia su un incudine provoca una prima compressione del metallo che poi un istante dopo si dilata e il suo gradiente della componente elastica lo porta a vibrare sempre meno fino a smorzarsi, ma nel frattempo
tutte queste vibrazioni vengono trasmesse al mezzo nel quale è immerso, ad esempio l’aria, che riporta queste compressioni e dilatazioni fino al nostro orecchio. il fulmine causa un forte aumento di pressione e temperatura, che provocano una rapida espansione del canale di aria ionizzata, che esso stesso crea, espansione che produce un’onda d’urto, quindi di compressione e rarefazione che chiamiamo tuono. allo stesso modo agiscono le onde del mare che si infrangono contro gli scogli: l'urto provoca compressioni e dilatazioni, che trasmesse all’aria, arrivano così, in fasi compresse e dilatate, fino al nostro orecchio. anche il vento provoca compressioni e dilatazioni dell’aria che arrivano al nostro orecchio come un soffio (o un sibilo se sono più potenti o intense). alcuni di questi suoni naturali (onde del mare, scorrere di un fiume ecc.) che muovono l’aria, anche senza essere provocati da specifiche vibrazioni di oggetti, vengono detti suoni ‘bianchi’ e vengono utilizzati terapeuticamente per rilassare o indurre il sonno. durante il sonno non siamo in grado di percepire suoni ripetitivi o in un certo senso omogenei per intensità e frequenza (al contrario di quelli molto irregolari, che solitamente cataloghiamo come rumori) e non siamo neppure in grado di percepire rumori al primo impatto: infatti di solito percepiamo rumori o suoni solo in un secondo momento (ossia se si ripetono una seconda o una terza volta). siamo però solitamente in grado di percepire anche la mancanza di suoni preesistenti. infine, durante lo stato di veglia, una prolungata assenza di suoni viene percepita dal nostro organismo come una tortura, una forma di tortura specificamente vietata nei paesi più civili. il suono può avere un forte impatto psicologico sull’uomo: freud ci curava le fobie, un tuono improvviso ci fa sobbalzare, la musicoterapia ha fondamenti scientifici, ma allora che cos’è questo suono, come si propaga, come lo percepiamo, e se la musica è un canone, questo canone musicale è stato uguale in tutti i tempi ed è lo stesso in tutto il mondo? il suono porta con se numerose informazioni: altezza, durata, intensità, timbro, velocità, modalità di esecuzione, mezzo di propagazione, spessore spaziale, sinestesia, grado di benessere o malessere, grado di sensibilità psicoacustica. altezza. il suono udibile dall’essere umano ha un’altezza (frequenza) che va dalle 20 alle 20000 vibrazioni al secondo. la nota del diapason (inventato dal musicista john shore nel 1711), lo strumento che serve per accordare gli strumenti musicali è un “la”[4*], indicato anche come la3 o a4 nelle diverse culture occidentali (le culture orientali hanno un canone diverso dal nostro), che vibra quattrocentoquaranta volte in un secondo, come stabilito dalla risoluzione europea n.71 del 30/06/1971 e dalla successiva legge italiana n.170 del 03/05/1989 (sono però molto diffuse altre frequenze, come ad esempio 442 hz[5*] e 443 hz. inoltre si usa

NOTEMUSICALI

PARTE PRIMA - 1.

LE CARATTERISTICHE DEI SUONI

Prefazione

La musica è un suono che si inscrive in un particolare canone[1*], mentre altri suoni si inscrivono in canoni differenti: naturalistici (il sibilo del vento, lo scroscio della pioggia, l’infrangersi dei flutti marini sulle scogliere, il boato di un’eruzione vulcanica, lo scorrere di un fiume, il verso di un animale, il linguaggio dell’uomo ecc.) o provocati con strumenti diversi, non musicali (un martello sull’incudine, lo scappamento di un’automobile, l’infrangersi del muro del suono causato da un aviogetto a circa milleduecento chilometri orari.[2*] ecc.).


Il suono

Ma allora cos’è questo suono, come si propaga e come viene percepito e registrato dagli esseri umani?
Il suono che noi percepiamo nel nostro ambiente naturale non è altro che aria più e meno compressa che va a impattare contro i nostri timpani, quelle sottili membrane semitrasparenti situate al termine del condotto uditivo esterno, che lo trasmettono al nervo acustico, nervo vestibolococleare[3*], il quale a sua volta lo trasforma in un messaggio elettrico e, ad una velocità che può superare i quattrocentotrenta chilometri orari, lo trasporta al romboencefalo, dove lo scarica sotto forma di impulsi elettrici, che vengono registrati sul materiale organico delle stratificazioni di neuroni, ossia sulla materia grigia, e vengono registrati in aree differenziate dalla natura del suono (sostanzialmente suono già ascoltato o suono nuovo, come ad esempio quello di una parola mai sentita prima), quindi attraverso un processo di preselezione/simulazione.

Anche un ipoudente può percepire i suoni, non con la stessa sensibilità dei nostri timpani, ma con ogni parte del proprio corpo (il plesso solare è particolarmente sensibile ad un certo tipo di suoni, secondo metodi di rilassamento orientali), i suoni inoltre si possono percepire anche attraverso il terreno (alcuni animali sono sensibilissimi alle onde sismiche) e sembra che in particolare branchi di elefanti siano in grado di comunicare tra loro anche a distanza di oltre 16 chilometri provocando coi piedi microterremoti. Anche coccodrilli, balene e delfini possono comunicare con suoni non udibili dall’uomo.

Il suono è una vibrazione, ossia l’oscillazione di un corpo attorno alla sua posizione media fissa. Un martello che picchia su un incudine provoca una prima compressione del metallo che poi un istante dopo si dilata e il suo gradiente della componente elastica lo porta a vibrare sempre meno fino a smorzarsi, ma nel frattempo

tutte queste vibrazioni vengono trasmesse al mezzo nel quale è immerso, ad esempio l’aria, che riporta queste compressioni e dilatazioni fino al nostro orecchio.
Il fulmine causa un forte aumento di pressione e temperatura, che provocano una rapida espansione del canale di aria ionizzata, che esso stesso crea, espansione che produce un’onda d’urto, quindi di compressione e rarefazione che chiamiamo tuono.
Allo stesso modo agiscono le onde del mare che si infrangono contro gli scogli: l'urto provoca compressioni e dilatazioni, che trasmesse all’aria, arrivano così, in fasi compresse e dilatate, fino al nostro orecchio.
Anche il vento provoca compressioni e dilatazioni dell’aria che arrivano al nostro orecchio come un soffio (o un sibilo se sono più potenti o intense).
Alcuni di questi suoni naturali (onde del mare, scorrere di un fiume ecc.) che muovono l’aria, anche senza essere provocati da specifiche vibrazioni di oggetti, vengono detti suoni ‘bianchi’ e vengono utilizzati terapeuticamente per rilassare o indurre il sonno.
Durante il sonno non siamo in grado di percepire suoni ripetitivi o in un certo senso omogenei per intensità e frequenza (al contrario di quelli molto irregolari, che solitamente cataloghiamo come rumori) e non siamo neppure in grado di percepire rumori al primo impatto: infatti di solito percepiamo rumori o suoni solo in un secondo momento (ossia se si ripetono una seconda o una terza volta). Siamo però solitamente in grado di percepire anche la mancanza di suoni preesistenti.
Infine, durante lo stato di veglia, una prolungata assenza di suoni viene percepita dal nostro organismo come una tortura, una forma di tortura specificamente vietata nei Paesi più civili.

Il suono può avere un forte impatto psicologico sull’uomo: Freud ci curava le fobie, un tuono improvviso ci fa sobbalzare, la musicoterapia ha fondamenti scientifici, ma allora che cos’è questo suono, come si propaga, come lo percepiamo, e se la musica è un canone, questo canone musicale è stato uguale in tutti i tempi ed è lo stesso in tutto il mondo?

Il suono porta con se numerose informazioni: altezza, durata, intensità, timbro, velocità, modalità di esecuzione, mezzo di propagazione, spessore spaziale, sinestesia, grado di benessere o malessere, grado di sensibilità psicoacustica.

Altezza. Il suono udibile dall’essere umano ha un’altezza (frequenza) che va dalle 20 alle 20000 vibrazioni al secondo. La nota del diapason (inventato dal musicista John Shore nel 1711), lo strumento che serve per accordare gli strumenti musicali è un “La”[4*], indicato anche come la3 o A4 nelle diverse culture occidentali (le culture orientali hanno un canone diverso dal nostro), che vibra quattrocentoquaranta volte in un secondo, come stabilito dalla risoluzione europea n.71 del 30/06/1971 e dalla successiva legge italiana n.170 del 03/05/1989 (sono però molto diffuse altre frequenze, come ad esempio 442 Hz[5*] e 443 Hz. Inoltre si usa


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