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La VOCE 1909

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La VOCE ANNO XXII N°1

settembre 2019

PAGINA 9

segue da pag.8: l'europa nella strategia nucleare del pentagono. lo conferma l’ultimo documento strategico delle forze armate usa, «nuclear operations» (11 giugno), redatto sotto la direzione del presidente degli stati maggiori riuniti. premesso che «le forze nucleari forniscono agli usa la capacità di conseguire i propri obiettivi nazionali», il documento sottolinea che esse devono essere «diversificate, flessibili e adattabili» a «una vasta gamma di avversari, minacce e contesti». mentre la russia avverte che anche l’uso di una singola arma nucleare di bassa potenza innescherebbe una reazione a catena che potrebbe portare a un conflitto nucleare su vasta scala, la dottrina statunitense si sta orientando in base a un pericoloso concetto di «flessibilità». il documento strategico afferma che «le forze nucleari usa forniscono i mezzi per applicare la forza a una vasta gamma di bersagli nei tempi e nei modi scelti dal presidente». bersagli (chiarisce lo stesso documento) in realtà scelti dalle agenzie di intelligence, che ne valutano la vulnerabilità a un attacco nucleare, prevedendo anche gli effetti della ricaduta radioattiva. l’uso di armi nucleari – sottolinea il documento – «può creare le condizioni per risultati decisivi: in specifico, l’uso di un’arma nucleare cambierà fondamentalmente il quadro di una battaglia creando le condizioni che permettono ai comandanti di prevalere nel conflitto». le armi nucleari permettono inoltre agli usa di «assicurare gli alleati e i partner» che, fidando su di esse, «rinunciano al possesso di proprie armi nucleari, contribuendo agli scopi usa di non-proliferazione». il documento chiarisce però che «gli usa e alcuni alleati nato selezionati mantengono aerei a duplice capacità in grado di trasportare armi nucleari o convenzionali». ammette così che quattro paesi europei ufficialmente non-nucleari – italia, germania, belgio, olanda – e la turchia, violando il trattato di non-proliferazione, non solo ospitano armi nucleari usa (le bombe b-61 che dal 2020 saranno sostituire dalle più micidiali b61-12), ma sono preparati a usarle in un attacco nucleare sotto comando del pentagono. tutto questo tacciono governi e parlamenti, televisioni e giornali, con il complice silenzio della stragrande maggioranza dei politici e dei giornalisti, che invece ci ripetono quotidianamente quanto importante sia, per noi italiani ed europei, la «sicurezza». la garantiscono gli stati uniti schierando in europa altre armi nucleari. illustre presidente conte, ieri ho seguito la sua conferenza stampa e ho approvato le sue definizioni. come lei sa io non ho condiviso la sua adesione al si tav ma questo non cambia la mia stima di partigiana e di cittadina nei suoi confronti. io la vedrei leader di un nuovo partito magari con l'apporto di fico e suoi estimatori oltre al fatto che la vedrei ancora presidente del consiglio. noi dobbiamo liberare i diritti e doveri costituzionali dal cancro salvini. faccia tutto il possibile per questo, purtroppo dovendo accantonare di maio molto colpevole di questa grave situazione. per il bene del paese e del continente europa noi g.a.ma.di. siamo disposti a dare un valido contributo. saluti rispettosi miriam pellegrini ferri partigiana di giustizia e libertà e presidente g.a.ma.di. gentile miriam pellegrini ferri, il presidente conte ha ricevuto con gratitudine il suo contributo. nel ringraziarla per il sostegno e per aver voluto esporre le sue riflessioni, le invia i suoi più cordiali saluti. la segreteria del presidente del consiglio dei ministri . sotto lo «scudo» missili nucleari usa in europa. comitato promotore della campagna #no guerra #no nato. italia . 21 ago 2019 - manlio dinucci - (il manifesto, 20 e 21 agosto 2019) . ll sito missilistico nato di deveselu in romania, facente parte del sistema statunitense aegis di «difesa missilistica», ha terminato «l’aggiornamento» iniziato lo scorso aprile. lo comunica la nato, assicurando che «esso non ha conferito alcuna capacità offensiva al sistema», il quale «rimane puramente difensivo, focalizzato su potenziali minacce provenienti dall’esterno dell’area euro-atlantica». il sito di deveselu è dotato (secondo la descrizione ufficiale) di 24 missili, installati in lanciatori verticali sotterranei, per l’intercettazione di missili balistici a raggio corto e intermedio. un altro sito, che entrerà in funzione nel 2020 nella base polacca di redzikowo, sarà anch’esso dotato di tale sistema. lanciatori dello stesso tipo sono a bordo delle quattro navi della us navy che, dislocate nella base spagnola di rota, incrociano nel mediterraneo, mar nero e mar baltico. la dislocazione stessa dei lanciatori mostra che il sistema è diretto non contro la «minaccia iraniana» (come dichiarano usa e nato), ma principalmente contro la russia. che il cosiddetto «scudo» non sia «puramente difensivo», lo spiega la stessa industria bellica che lo ha realizzato, la lockheed martin. essa documenta che il sistema è «progettato per installare qualsiasi missile in qualsiasi tubo di lancio», per cui è adatto a «qualsiasi missione di guerra», compreso «l’attacco a obiettivi terrestri». la lockheed martin specifica che i tubi di lancio di maggiori dimensioni possono lanciare «i più grandi missili come quelli di difesa contro i missili balistici e quelli per l‘attacco a lungo raggio». ammette quindi, nella sostanza, che le installazioni in romania e polonia e le quattro navi del sistema aegis possono essere armate non solo di missili anti-missile, ma anche di.
missili da crociera tomahawk a testata nucleare capaci di colpire obiettivi a migliaia di km di distanza. come documenta il servizio di ricerca del congresso (24 luglio 2019), le quattro navi usa che «operano in acque europee per difendere l’europa da potenziali attacchi di missili balistici», fanno parte di una flotta di 38 navi aegis che nel 2024 saliranno a 59. nell’anno fiscale 2020 vengono stanziati 1,8 miliardi di dollari per il potenziamento di tale sistema, compresi i siti in romania e polonia. altre installazioni terrestri e navi del sistema aegis verranno dislocate non solo in europa contro la russia, ma anche in asia e nel pacifico contro la cina. secondo i piani, il giappone installerà sul proprio territorio due siti missilistici forniti dagli usa, corea del sud e australia acquisteranno dagli usa navi dello stesso sistema. per di più, nei tre mesi in cui le attrezzature di deveselu sono state portate negli usa per essere «aggiornate», è stata dislocata nel sito in romania una batteria missilistica mobile thaad dell’esercito usa, in grado di «abbattere un missile balistico sia dentro che fuori dell’atmosfera», ma anche in grado di lanciare missili nucleari a lungo raggio. rimesso in funzione il sistema aegis – comunica la nato – la thaad è stata «ridispiegata». non specifica dove. si sa però che l’esercito usa ha dispiegato batterie missilistiche di questo tipo da israele all’isola di guam nel pacifico. alla luce di questi fatti, nel momento in cui gli usa stracciano il trattato inf per installare missili nucleari a medio raggio a ridosso di russia e cina, non stupisce l’annuncio – fatto a mosca dal senatore viktor bondarev, capo della commissione difesa – che la russia ha dispiegato in crimea bombardieri da attacco nucleare tu-22m3. quasi nessuno però se ne preoccupa dato che, in italia e nella ue, tutto questo è nascosto dall’apparato politico-mediatico. gli usa resuscitano i missili di comiso . il pentagono ha annunciato di aver effettuato il 18 agosto, nel pacifico, il test di un missile da crociera (cruise) con base a terra. lanciato da una piattaforma mobile nell’isola san nicolas in california, ha colpito l’obiettivo a oltre 500 km di distanza. i dati raccolti nel test – informa il pentagono – serviranno allo «sviluppo di future capacità missilistiche a raggio intermedio». ritiratisi dal trattato inf del 1987 – che aveva eliminato tutti i missili nucleari statunitensi e sovietici a gittata intermedia (tra 500 e 5500 km) con base a terra, compresi i cruise schierati a comiso – gli usa danno il via a una nuova, pericolosa corsa agli armamenti nucleari. il lancio del primo missile della categoria prima proibita dal trattato inf è stato effettuato appena 16 giorni dopo il definitivo ritiro degli stati uniti dal trattato, annunciato dal segretario di stato mike pompeo il 2 agosto. ciò conferma che, mentre il trattato inf era ancora in vigore, gli stati uniti realizzavano un primo missile della categoria proibita dal trattato. nel 2014, l’amministrazione obama accusava la russia, senza portare alcuna prova, di aver sperimentato un missile da crociera (sigla 9m729) della categoria proibita dal trattato e, nel 2015, annunciava che «di fronte alla violazione del trattato inf da parte della russia, gli stati uniti stanno considerando lo spiegamento in europa di missili con base a terra». il piano è stato confermato dalla amministrazione trump: nel 2018 il congresso ha autorizzato il finanziamento di «un programma di ricerca e sviluppo di un missile da crociera lanciato da terra da piattaforma mobile su strada». le immagini del test diffuse dal pentagono mostrano che il missile esce da un lanciatore verticale, tipo quelli usati dal sistema statunitense aegis di «difesa missilistica», già installati nel sito missilistico nato di deveselu in romania (e l’anno prossimo in polonia) e su quattro navi della us navy che, dislocate nella base spagnola di rota, incrociano nel mediterraneo, mar nero e mar baltico. la stessa industria bellica che ha realizzato il sistema aegis, la lockheed martin, documenta che il sistema è «progettato per installare qualsiasi missile in qualsiasi tubo di lancio», per cui è adatto a «qualsiasi missione di guerra», compreso «l’attacco a obiettivi terrestri». non potendo verificare quali missili siano installati nei lanciatori verticali in prossimità del suo territorio, la russia dà per scontato che vi siano anche missili nucleari e si muove di conseguenza. una volta realizzati nuovi missili nucleari (sia da crociera che balistici) della categoria prima proibita dal trattato inf, gli usa chiederanno agli alleati europei di «ospitarli», e quindi di essere in prima linea nel confronto nucleare con la russia. quale sarà la risposta del prossimo governo italiano? rete televisiva austriaca scredita la vita di garibaldi 30 agosto 2019. per contrastare questa trivialità ignorante degli austriaci che non si possono immaginare oltre l'oktoberfest potrebbe bastare anche solo ricordare l'alta civiltà espressa per la prima volta nella la repubblica romana, come ad esempio la parità di voto alle donne, voluta e realizzata dall'eroe dei due mondi giuseppe garibaldi, ma si può riportare anche quanto scritto da silvio pozzani "giuseppe garibaldi e il mito della capitale d’italia" di cui forniamo il link https://anvrg.org/anvrg-storie-narrate-e-documentate-le-sedi-i-cimeli-gli-archivi/ e dal quale possiamo estrapolare anche solo qualche frase come per esempio questo suo ricordo infantile:"la roma ch’io scorgeva nel mio giovanile intendimento, era la roma dell’avvenire, roma di cui giammai ho disperato naufrago, moribondo, relegato nel fondo delle foreste americane! la roma dell’idea rigeneratrice d’un gran popolo! idea dominatrice di quanto potevano ispirare il presente e il passato, siccome dell’intiera mia vita…infine roma per me è l’italia…roma è il simbolo dell’italia una, sotto qualunque forma voi la vogliate.”." garibaldi, stando a quanto egli stesso dichiara, nelle “memorie” così scriveva dell’urbe nel 1849, quando era a roma, come comandante militare, ma anche come rappresentante eletto all’assemblea costituente, da cui, il 9 febbraio 1849, doveva scaturire la repubblica romana; in quell’occasione, il suo pensiero corse all’antica: “ora assistevo alla rinascita del gigante delle repubbliche, la romana! sul teatro delle maggiori grandezze del mondo! nell’urbe!… quivi, liberamente, nell’aula stessa dove si adunavano i vecchi tribuni della roma dei grandi, eravamo adunati noi, non indegni forse degli antichi padri nostri, se presieduti dal genio ch’essi ebbero la fortuna di conoscere ed acclamare sommo! e la fatidica voce di repubblica risonava nell’augusto recinto, come nel di’ che ne furono cacciati i re per sempre!”. oltre ai ricordi classici, sull’animo del nizzardo agiva il culto di roma alimentato da giuseppe mazzini, nelle cui idealità aveva avuto forma e sviluppo l’educazione politica di garibaldi, dall’affiliazione alla giovine italia nel 1833, all’esilio sudamericano, da cui l’eroe aveva fatto precipitosamente ritorno al primo annunzio delle rivoluzioni del 1848. così il grande italiano rievocava il suo ingresso nell’urbe nel 1849: “roma era il sogno de’ miei giovani anni, l’idea-madre nel concetto della mente, la religione dell’anima, e v’entrai, la sera, a piedi, sui primi del marzo, trepido e quasi adorando. per me, roma era – ed è tuttavia malgrado le vergogne dell’oggi – il tempio dell’umanità;... questa idea mazziniana di roma aveva avuto spazio per affermarsi con la giovine italia (1831), non solo nell’ambiente degli affiliati e dei simpatizzanti, ma anche in quello degli esuli; anche in sudamerica, dove garibaldi era riparato dopo il fallito tentativo di far sollevare genova, in concomitanza con la progettata invasione della savoia (1834), condannato per questo a morte in contumacia. il 1848 lo sorprese – abbiamo detto – a montevideo, a capo di una legione italiana che si era già distinta per valore, in più occasioni, nella difesa della capitale dell’uruguay dall’assedio delle forze argentine ma evidentemente gli austriaci sono così beceri da avercela con l'eroe dei due mondi, perché rode ancora loro la sconfitta subita nel 1848 a luino e poi a morazzone. d'altronde ci vollero quattro nazioni, tra cui l'austriaca coalizzate e non bastò perché ci volle anche il ricorso all'inganno dei francesi per averla vinta sulla repubblica romana. forse gli austriaci quest'anno hanno anticipato l'oktoberfest e sono già tutti ubriachi, per questo gozzovigliando straparlano, quello che pare inverosimile, ma evidentemente invece non c'è austriaco che si salvi dall'ubriacatura nazionale, neppure tra gli addetti alle trasmissioni televisive. roberto gessi.
Segue da Pag.8: L'EUROPA NELLA STRATEGIA NUCLEARE DEL PENTAGONO

Lo conferma l’ultimo documento strategico delle Forze armate Usa, «Nuclear Operations» (11 giugno), redatto sotto la direzione del Presidente degli Stati maggiori riuniti.

Premesso che «le forze nucleari forniscono agli Usa la capacità di conseguire i propri obiettivi nazionali», il documento sottolinea che esse devono essere «diversificate, flessibili e adattabili» a «una vasta gamma di avversari, minacce e contesti».

Mentre la Russia avverte che anche l’uso di una singola arma nucleare di bassa potenza innescherebbe una reazione a catena che potrebbe portare a un conflitto nucleare su vasta scala, la dottrina statunitense si sta orientando in base a un pericoloso concetto di «flessibilità».

Il documento strategico afferma che «le forze nucleari Usa forniscono i mezzi per applicare la forza a una vasta gamma di bersagli nei tempi e nei modi scelti dal Presidente». Bersagli (chiarisce lo stesso documento) in realtà scelti dalle agenzie di intelligence, che ne valutano la vulnerabilità a un attacco nucleare, prevedendo anche gli effetti della ricaduta radioattiva.

L’uso di armi nucleari – sottolinea il documento – «può creare le condizioni per risultati decisivi: in specifico, l’uso di un’arma nucleare cambierà fondamentalmente il quadro di una battaglia creando le condizioni che permettono ai comandanti di prevalere nel conflitto».

Le armi nucleari permettono inoltre agli Usa di «assicurare gli alleati e i partner» che, fidando su di esse, «rinunciano al possesso di proprie armi nucleari, contribuendo agli scopi Usa di non-proliferazione».

Il documento chiarisce però che «gli Usa e alcuni alleati Nato selezionati mantengono aerei a duplice capacità in grado di trasportare armi nucleari o convenzionali».

Ammette così che quattro paesi europei ufficialmente non-nucleari – Italia, Germania, Belgio, Olanda – e la Turchia, violando il Trattato di non-proliferazione, non solo ospitano armi nucleari Usa (le bombe B-61 che dal 2020 saranno sostituire dalle più micidiali B61-12), ma sono preparati a usarle in un attacco nucleare sotto comando del Pentagono.

Tutto questo tacciono governi e parlamenti, televisioni e giornali, con il complice silenzio della stragrande maggioranza dei politici e dei giornalisti, che invece ci ripetono quotidianamente quanto importante sia, per noi italiani ed europei, la «sicurezza».

La garantiscono gli Stati uniti schierando in Europa altre armi nucleari.

Illustre Presidente Conte,
ieri ho seguito la sua conferenza stampa e ho approvato le sue definizioni.
Come lei sa io non ho condiviso la sua adesione al SI TAV ma questo non cambia la mia stima di partigiana e di cittadina nei suoi confronti.
Io la vedrei leader di un nuovo partito magari con l'apporto di Fico e suoi estimatori oltre al fatto che la vedrei ancora Presidente del consiglio.
Noi dobbiamo liberare i diritti e doveri costituzionali dal cancro Salvini.
Faccia tutto il possibile per questo, purtroppo dovendo accantonare Di Maio molto colpevole di questa grave situazione.
Per il bene del Paese e del continente Europa noi G.A.MA.DI. siamo disposti a dare un valido contributo.
Saluti rispettosi Miriam Pellegrini Ferri partigiana di Giustizia e Libertà e Presidente G.A.MA.DI.

Gentile Miriam Pellegrini Ferri,

il Presidente Conte ha ricevuto con gratitudine il suo contributo.

Nel ringraziarla per il sostegno e per aver voluto esporre le sue riflessioni, le invia i suoi più cordiali saluti.

La Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri

SOTTO LO «SCUDO» MISSILI NUCLEARI USA IN EUROPA

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO
Italia

21 AGO 2019 - Manlio Dinucci - (il manifesto, 20 e 21 agosto 2019)

ll sito missilistico Nato di Deveselu in Romania, facente parte del sistema statunitense Aegis di «difesa missilistica», ha terminato «l’aggiornamento» iniziato lo scorso aprile. Lo comunica la Nato, assicurando che «esso non ha conferito alcuna capacità offensiva al sistema», il quale «rimane puramente difensivo, focalizzato su potenziali minacce provenienti dall’esterno dell’area euro-atlantica».

Il sito di Deveselu è dotato (secondo la descrizione ufficiale) di 24 missili, installati in lanciatori verticali sotterranei, per l’intercettazione di missili balistici a raggio corto e intermedio.

Un altro sito, che entrerà in funzione nel 2020 nella base polacca di Redzikowo, sarà anch’esso dotato di tale sistema.

Lanciatori dello stesso tipo sono a bordo delle quattro navi della US Navy che, dislocate nella base spagnola di Rota, incrociano nel Mediterraneo, Mar Nero e Mar Baltico.

La dislocazione stessa dei lanciatori mostra che il sistema è diretto non contro la «minaccia iraniana» (come dichiarano Usa e Nato), ma principalmente contro la Russia.

Che il cosiddetto «scudo» non sia «puramente difensivo», lo spiega la stessa industria bellica che lo ha realizzato, la Lockheed Martin. Essa documenta che il sistema è «progettato per installare qualsiasi missile in qualsiasi tubo di lancio», per cui è adatto a «qualsiasi missione di guerra», compreso «l’attacco a obiettivi terrestri».

La Lockheed Martin specifica che i tubi di lancio di maggiori dimensioni possono lanciare «i più grandi missili come quelli di difesa contro i missili balistici e quelli per l‘attacco a lungo raggio». Ammette quindi, nella sostanza, che le installazioni in Romania e Polonia e le quattro navi del sistema Aegis possono essere armate non solo di missili anti-missile, ma anche di
missili da crociera Tomahawk a testata nucleare capaci di colpire obiettivi a migliaia di km di distanza.

Come documenta il Servizio di ricerca del Congresso (24 luglio 2019), le quattro navi Usa che «operano in acque europee per difendere l’Europa da potenziali attacchi di missili balistici», fanno parte di una flotta di 38 navi Aegis che nel 2024 saliranno a 59. Nell’anno fiscale 2020 vengono stanziati 1,8 miliardi di dollari per il potenziamento di tale sistema, compresi i siti in Romania e Polonia.

Altre installazioni terrestri e navi del sistema Aegis verranno dislocate non solo in Europa contro la Russia, ma anche in Asia e nel Pacifico contro la Cina. Secondo i piani, il Giappone installerà sul proprio territorio due siti missilistici forniti dagli Usa, Corea del Sud e Australia acquisteranno dagli Usa navi dello stesso sistema.

Per di più, nei tre mesi in cui le attrezzature di Deveselu sono state portate negli Usa per essere «aggiornate», è stata dislocata nel sito in Romania una batteria missilistica mobile Thaad dell’Esercito Usa, in grado di «abbattere un missile balistico sia dentro che fuori dell’atmosfera», ma anche in grado di lanciare missili nucleari a lungo raggio. Rimesso in funzione il sistema Aegis – comunica la Nato – la Thaad è stata «ridispiegata». Non specifica dove.

Si sa però che l’esercito Usa ha dispiegato batterie missilistiche di questo tipo da Israele all’isola di Guam nel Pacifico.

Alla luce di questi fatti, nel momento in cui gli Usa stracciano il Trattato Inf per installare missili nucleari a medio raggio a ridosso di Russia e Cina, non stupisce l’annuncio – fatto a Mosca dal senatore Viktor Bondarev, capo della Commissione Difesa – che la Russia ha dispiegato in Crimea bombardieri da attacco nucleare Tu-22M3.

Quasi nessuno però se ne preoccupa dato che, in Italia e nella Ue, tutto questo è nascosto dall’apparato politico-mediatico.

GLI USA RESUSCITANO I MISSILI DI COMISO

Il Pentagono ha annunciato di aver effettuato il 18 agosto, nel Pacifico, il test di un missile da crociera (Cruise) con base a terra. Lanciato da una piattaforma mobile nell’isola San Nicolas in California, ha colpito l’obiettivo a oltre 500 km di distanza. I dati raccolti nel test – informa il Pentagono – serviranno allo «sviluppo di future capacità missilistiche a raggio intermedio». Ritiratisi dal Trattato Inf del 1987 – che aveva eliminato tutti i missili nucleari statunitensi e sovietici a gittata intermedia (tra 500 e 5500 km) con base a terra, compresi i Cruise schierati a Comiso – gli Usa danno il via a una nuova, pericolosa corsa agli armamenti nucleari.

Il lancio del primo missile della categoria prima proibita dal Trattato Inf è stato effettuato appena 16 giorni dopo il definitivo ritiro degli Stati uniti dal Trattato, annunciato dal segretario di stato Mike Pompeo il 2 agosto. Ciò conferma che, mentre il Trattato Inf era ancora in vigore, gli Stati uniti realizzavano un primo missile della categoria proibita dal Trattato.

Nel 2014, l’amministrazione Obama accusava la Russia, senza portare alcuna prova, di aver sperimentato un missile da crociera (sigla 9M729) della categoria proibita dal Trattato e, nel 2015, annunciava che «di fronte alla violazione del Trattato Inf da parte della Russia, gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili con base a terra». Il piano è stato confermato dalla amministrazione Trump: nel 2018 il Congresso ha autorizzato il finanziamento di «un programma di ricerca e sviluppo di un missile da crociera lanciato da terra da piattaforma mobile su strada».

Le immagini del test diffuse dal Pentagono mostrano che il missile esce da un lanciatore verticale, tipo quelli usati dal sistema statunitense Aegis di «difesa missilistica», già installati nel sito missilistico Nato di Deveselu in Romania (e l’anno prossimo in Polonia) e su quattro navi della US Navy che, dislocate nella base spagnola di Rota, incrociano nel Mediterraneo, Mar Nero e Mar Baltico. La stessa industria bellica che ha realizzato il sistema Aegis, la Lockheed Martin, documenta che il sistema è «progettato per installare qualsiasi missile in qualsiasi tubo di lancio», per cui è adatto a «qualsiasi missione di guerra», compreso «l’attacco a obiettivi terrestri».

Non potendo verificare quali missili siano installati nei lanciatori verticali in prossimità del suo territorio, la Russia dà per scontato che vi siano anche missili nucleari e si muove di conseguenza.

Una volta realizzati nuovi missili nucleari (sia da crociera che balistici) della categoria prima proibita dal Trattato Inf, gli Usa chiederanno agli alleati europei di «ospitarli», e quindi di essere in prima linea nel confronto nucleare con la Russia. Quale sarà la risposta del prossimo governo italiano?

RETE TELEVISIVA AUSTRIACA SCREDITA LA VITA DI GARIBALDI 30 Agosto 2019

Per contrastare questa trivialità ignorante degli Austriaci che non si possono immaginare oltre l'oktoberfest potrebbe bastare anche solo ricordare l'alta civiltà espressa per la prima volta nella La Repubblica Romana, come ad esempio la parità di voto alle donne, voluta e realizzata dall'EROE DEI DUE MONDI GIUSEPPE GARIBALDI, ma si può riportare anche quanto scritto da Silvio Pozzani "GIUSEPPE GARIBALDI E IL MITO DELLA CAPITALE D’ITALIA" di cui forniamo il Link https://anvrg.org/anvrg-storie-narrate-e-documentate-le-sedi-i-cimeli-gli-archivi/ e dal quale possiamo estrapolare anche solo qualche frase come per esempio questo suo ricordo infantile:"La Roma ch’io scorgeva nel mio giovanile intendimento, era la Roma dell’avvenire, Roma di cui giammai ho disperato naufrago, moribondo, relegato nel fondo delle foreste americane! La Roma dell’idea rigeneratrice d’un gran popolo! Idea dominatrice di quanto potevano ispirare il presente e il passato, siccome dell’intiera mia vita…Infine Roma per me è l’Italia…Roma è il simbolo dell’Italia una, sotto qualunque forma voi la vogliate.”."
Garibaldi, stando a quanto egli stesso dichiara, nelle “Memorie” così scriveva dell’Urbe nel 1849, quando era a Roma, come Comandante militare, ma anche come rappresentante eletto all’Assemblea Costituente, da cui, il 9 febbraio 1849, doveva scaturire la Repubblica Romana; in quell’occasione, il suo pensiero corse all’antica: “Ora assistevo alla rinascita del gigante delle Repubbliche, la romana! Sul teatro delle maggiori grandezze del mondo! Nell’Urbe!… Quivi, liberamente, nell’aula stessa dove si adunavano i vecchi tribuni della Roma dei Grandi, eravamo adunati noi, non indegni forse degli antichi padri nostri, se presieduti dal genio ch’essi ebbero la fortuna di conoscere ed acclamare sommo! E la fatidica voce di Repubblica risonava nell’augusto recinto, come nel di’ che ne furono cacciati i re per sempre!”.
Oltre ai ricordi classici, sull’animo del Nizzardo agiva il culto di Roma alimentato da Giuseppe Mazzini, nelle cui idealità aveva avuto forma e sviluppo l’educazione politica di Garibaldi, dall’affiliazione alla Giovine Italia nel 1833, all’esilio sudamericano, da cui l’Eroe aveva fatto precipitosamente ritorno al primo annunzio delle rivoluzioni del 1848.
Così il Grande Italiano rievocava il suo ingresso nell’Urbe nel 1849: “Roma era il sogno de’ miei giovani anni, l’idea-madre nel concetto della mente, la religione dell’anima, e v’entrai, la sera, a piedi, sui primi del marzo, trepido e quasi adorando. Per me, Roma era – ed è tuttavia malgrado le vergogne dell’oggi – il Tempio dell’Umanità;...
Questa idea mazziniana di Roma aveva avuto spazio per affermarsi con la Giovine Italia (1831), non solo nell’ambiente degli affiliati e dei simpatizzanti, ma anche in quello degli esuli; anche in Sudamerica, dove Garibaldi era riparato dopo il fallito tentativo di far sollevare Genova, in concomitanza con la progettata invasione della Savoia (1834), condannato per questo a morte in contumacia.
Il 1848 lo sorprese – abbiamo detto – a Montevideo, a capo di una Legione Italiana che si era già distinta per valore, in più occasioni, nella difesa della capitale dell’Uruguay dall’assedio delle forze argentine Ma evidentemente gli Austriaci sono così beceri da avercela con l'Eroe dei due mondi, perché rode ancora loro la sconfitta subita nel 1848 a Luino e poi a Morazzone.
D'altronde ci vollero quattro nazioni, tra cui l'austriaca coalizzate e non bastò perché ci volle anche il ricorso all'inganno dei Francesi per averla vinta sulla REPUBBLICA ROMANA.
Forse gli Austriaci quest'anno hanno anticipato l'oktoberfest e sono già tutti ubriachi, per questo gozzovigliando straparlano, quello che pare inverosimile, ma evidentemente invece non c'è Austriaco che si salvi dall'ubriacatura nazionale, neppure tra gli addetti alle trasmissioni televisive.

Roberto Gessi.


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