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La VOCE 1909

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La VOCE ANNO XXII N°1

settembre 2019

PAGINA 10

spartaco partigiano "gira". 14 luglio 2019 nel vii anniversario della scomparsa. è il vii anniversario della scomparsa di spartaco, ma a me sembra di vederlo come fosse ieri: forse è così per le personalità carismatiche che segnano la nostra vita indelebilmente. io devo esprimere a spartaco eterna gratitudine per gli insegnamenti umani e politici e che ha saputo trasmettermi non solo con le parole, ma con il suo portamento, il suo stile apparentemente austero, ma capace di una bontà d'animo infinita. spartaco è un uomo, spartaco è l'uomo perfetto che ognuno di noi avrebbe voluto essere, mentre lui è riuscito ad esserlo per tutta la sua vita. un uomo scientificamente rigoroso nell'analisi politica, un valoroso partigiano che ha sempre saputo schierarsi dalla parte giusta, anche con grande sprezzo del pericolo, un antimperialista, un comunista e un combattente irriducibile con il g.a.ma.di. assieme alla sua degna compagna, un marito e un padre meraviglioso a sentire miriam e i loro figli. un esempio imperituro per tutti coloro che in italia e all'estero svolgono un lavoro intellettuale e pratico contro le forze della conservazione e della reazione. compagni, chiedo ai nostri lettori che l'hanno conosciuto di inviare un pensiero personale che verrà pubblicato su la voce di settembre 2019 e di stringerci intorno a miriam, cui facciamo le nostre più sentite condoglianze in questi giorni di lutto e a cui chiediamo di continuare, con l'energia che la contraddistingue, le sue attività sociali e pubblicistihe. roberto gessi. spartaco con i coreani. in questo triste anniversario mi unisco alla nostalgia di miriam e di tutti i compagni che hanno conosciuto spartaco. spartaco a campo dei fiori. per ricordarlo chiedo che siano ripubblicati su la voce questi due brani: 1) dal libro "i partigiani jugoslavi nella resistenza italiana" (roma: odradek, 2011), a p.104: spartaco ferri. romano, di famiglia antifascista da sempre, giovane sportivo (giocava a rugby), spartaco era entrato formalmente nel pci nel 1942-1943.
chiesi al partito [comunista italiano] di essere inviato ai reparti di resistenza. la mia richiesta fu accolta [...]. partimmo in due compagni per terni e con la parola d’ordine ricevuta ci accettarono e per quattro giorni camminammo in gruppo solo di notte fino a giungere a destinazione. la base era d’appoggio ad azioni partigiane e in collegamento con partigiani jugoslavi usciti dal carcere fascista. [...] dopo qualche giorno fummo costretti a spostarci perché si sapeva che era programmato un rastrellamento fascista. camminammo un giorno e mezzo per raggiungere la casa di un compagno che dietro il porcile aveva costruito una finta stalla per rifugiare partigiani e ricercati. dopo solo due ore, tuttavia, i tre partigiani dovettero allontanarsi per evitare di mettere a rischio la famiglia ospitante; e poco dopo, sfortunatamente, durante il cammino si trovarono per caso in mezzo ad un gruppo di fascisti che si riposavano dopo una esercitazione. io che ero il terzo dei tre, sperando di non esser visto, sono scappato all’indietro e mi sono disteso a terra tra l’erba con la speranza di non essere notato. non fu così: l‘ufficiale esplorando la zona mi ha trovato. siamo stati portati al carcere di terni dove siamo stati interrogati e poi tradotti in galera in un angusto locale, con finestra per spiarci e dove già alloggiavano altri due detenuti che chiaramente erano due spie. 2) da "la voce" del g.a.ma.di. di ottobre 2012: il primo ricordo che ho di spartaco ferri credo risalga al 1999. ero assieme ad un altro compagno quando incontrammo spartaco e la sua compagna miriam pellegrini presso il cancello del parco della cacciarella appena ristrutturato, in via casal bruciato a roma. conoscevo allora solo miriam, indirettamente per averla ascoltata ed apprezzata in trasmissioni radiofoniche su radio città aperta. dopo essere stati presentati, i due si informarono meglio su di me, sulla mia formazione ed attività lavorativa, e subito spartaco mi sorprese: "la tua formazione scientifica è molto preziosa. ce n'è bisogno, perchè in giro regna sovrana una confusione terribile. il pensiero comunista si basa sulla scienza, ogni questione politica andrebbe affrontata scientificamente, altrimenti tutto viene distorto e capovolto. alla base della nostra teoria e pratica politica c'è il materialismo dialettico di engels, che è esso stesso teoria scientifica. chi prescinde da questo, anche se si dichiara comunista o marxista, viene imbrigliato nelle credenze e nelle chiacchiere della religione, cioè nell'irrazionalità in tutte le sue forme, ed è perciò destinato al fallimento." era la prima volta che sentivo parole simili, pronunziate con tale esattezza e determinazione, e devo dire che ne rimasi - e ne sono tuttora - folgorato. avevo finalmente incontrato dei compagni con grande esperienza alle spalle, che non solo erano in grado di insegnarmi qualcosa - e per di più con la credibilità di chi era stato partigiano, combattente per la liberazione dal nazifascismo, e poi impegnato in tante battaglie non solo contro i residui del fascismo ma anche contro l'opportunismo e le deviazioni delle sinistra borghese... non solo potevano insegnarmi qualcosa, ma avevano anche salda in mano la "chiave" dell'unitarietà tra conoscenza e passione scientifico-culturale e conoscenza e passione politico-ideologica. tutte cose - engels, la dialettica della natura, il socialismo scientifico - che conoscevo solo librescamente, per averle lette, e che adesso invece, grazie alle parole di spartaco, si incarnavano nell'impegno concreto, nella attività politica reale, nella frequentazione vera con questi compagni preziosi. spartaco aveva maturato le sue convinzioni sin dagli anni quaranta, nel fuoco della lotta partigiana e nei primissimi anni di vita politica del pci nell'italia appena liberata. mi spiegò che in quell'epoca - credo fosse tra il 1944 e il 1947 - il partito organizzava seri corsi di formazione, che includevano lo studio del materialismo dialettico, e quindi l'approfondimento della figura e dell'opera di friedrich engels. contenuti che ben presto furono abbandonati dal partito, troppo impegnato a conciliare l'aspirazione comunista con l'egemonia culturale del vaticano attraverso scelte compromissorie e snaturanti. nell'arco di pochi anni divenne chiaro che nel partito si era preferito cedere l'attività culturale ed il lavoro ideologico ad intellettuali che non solo erano di estrazione borghese, ma che conservavano quella impostazione idealistica, subalterna al cattolicesimo, che continua a piagare la vita intellettuale della nostra nazione. spartaco era fatto di tutt'altra pasta. da giovanissimo aveva recepito la natura più profonda e corretta del pensiero materialista storico e dialettico, non aveva mai ceduto a compromessi su quel versante, ed era in grado di tramandare quelle convinzioni, quel sapere, intatto a giovani "ignoranti" come me. è una lezione di quelle che non saranno mai dimenticate. andrea martocchia . spartaco era un uomo vero e un vero compagno, mi ha sempre affascinato la sua riservatezza e il suo carisma, lo terrò sempre nel mio cuore, mauro pascolini . calendario di luglio di spartaco ferri. calendario di agosto di spartaco ferri. calendario di settembre di spartaco ferri. andrea. un amico, un compagno, un grande scrittore. alcuni milioni di italiani piangeranno in modo sincero la perdita di andrea camilleri. ma accanto al dolore autentico e grande, dovremo assistere anche al carosello delle ipocrisie. a quanti lo hanno detestato innanzitutto come uomo e cittadino, e ora daranno la stura alle perifrasi, all’inzuccheramento dei veleni, alle acrobazie semantiche sugli specchi. a quanti poi, nella “repubblica delle lettere”, lo hanno considerato uno scrittore “di genere”, un “giallista”, non un grande scrittore tout court, i cui romanzi storici (e massime “il re di girgenti” che ho sempre considerato il suo capolavoro) non hanno nulla da invidiare a quelli di un de roberto, anzi. andrea per me era prima di tutto un amico. ma di questo, e delle nostre confidenze, e di quanto e come mi mancherà, non voglio parlare. andrea era per noi tutti un compagno, parola desueta che ha sempre amato, avendo rivendicato fino all’ultimo il suo essere comunista. che, certamente, non aveva nulla a che fare, e da lunghissimo tempo, con il comunismo degli apparati, o dei residui ciarpami mini-partitocratici che ancora sequestrano quel nome. per andrea comunismo era una cosa assai semplice, ma inflessibile, e dunque grande: dalla parte degli sfruttati, degli ultimi, per realizzare nel mondo la più grande giustizia e libertà. su questa base non ha mai lesinato il suo impegno, pronto a spendere e rischiare la sua enorme popolarità per cause che andavano contro lo spirito dei tempi. perciò lo ricorderemo nel modo più semplice e autentico, mettendo a disposizione dei lettori che hanno amato andrea grande scrittore e compagno tutti i suoi testi pubblicati sulla rivista. un volume di micromega per tenere nei nostri scaffali, fisicamente, il ricordo e l’insegnamento dell’ultima grande figura di intellettuale impegnato che abbia avuto il nostro paese. e ripubblicando inoltre micromega 5/2018 (“camilleri sono”), ricco delle testimonianze dei suoi editori, registi, sceneggiatori, attori, traduttori, produttori, studiosi. (pfd’a) . oggi 10 agosto 2019 a roma: omaggio a ciceruacchio nel 170° della repubblica romana. 6 agosto 1945 – 74 anni fa – tutto l’orrore di hiroshima e nagasaki in una foto: il bimbo con il fratellino morto sulla schiena.


SPARTACO PARTIGIANO "GIRA"

14 Luglio 2019 nel VII anniversario della scomparsa.

È il VII anniversario della scomparsa di Spartaco, ma a me sembra di vederlo come fosse ieri: forse è così per le personalità carismatiche che segnano la nostra vita indelebilmente.
Io devo esprimere a Spartaco eterna gratitudine per gli insegnamenti umani e politici e che ha saputo trasmettermi non solo con le parole, ma con il suo portamento, il suo stile apparentemente austero, ma capace di una bontà d'animo infinita.
Spartaco è un UOMO, Spartaco è l'uomo perfetto che ognuno di noi avrebbe voluto essere, mentre lui è riuscito ad esserlo per tutta la sua vita.
Un uomo scientificamente rigoroso nell'analisi politica, un valoroso partigiano che ha sempre saputo schierarsi dalla parte giusta, anche con grande sprezzo del pericolo, un antimperialista, un comunista e un combattente irriducibile con il G.A.MA.DI. assieme alla sua degna compagna, un marito e un padre meraviglioso a sentire Miriam e i loro figli.
Un esempio imperituro per tutti coloro che in Italia e all'estero svolgono un lavoro intellettuale e pratico contro le forze della conservazione e della reazione.

Compagni, chiedo ai nostri lettori che l'hanno conosciuto di inviare un pensiero personale che verrà pubblicato su La VOCE di Settembre 2019 e di stringerci intorno a Miriam, cui facciamo le nostre più sentite condoglianze in questi giorni di lutto e a cui chiediamo di continuare, con l'energia che la contraddistingue, le sue attività sociali e pubblicistihe.

Roberto Gessi.

Spartaco con i Coreani
Spartaco con i Coreani

In questo triste anniversario mi unisco alla nostalgia di Miriam e di tutti i compagni che hanno conosciuto Spartaco.


Spartaco a Campo dei Fiori
Spartaco a Campo dei Fiori

Per ricordarlo chiedo che siano ripubblicati su La Voce questi due brani:

1) Dal libro "I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana" (Roma: Odradek, 2011), a p.104:


Spartaco Ferri. Romano, di famiglia antifascista da sempre, giovane sportivo (giocava a rugby), Spartaco era entrato formalmente nel PCI nel 1942-1943.

Chiesi al Partito [comunista italiano] di essere inviato ai reparti di Resistenza. La mia richiesta fu accolta [...]. Partimmo in due compagni per Terni e con la parola d’ordine ricevuta ci accettarono e per quattro giorni camminammo in gruppo solo di notte fino a giungere a destinazione. La Base era d’appoggio ad azioni partigiane e in collegamento con partigiani jugoslavi usciti dal carcere fascista. [...] Dopo qualche giorno fummo costretti a spostarci perché si sapeva che era programmato un rastrellamento fascista. Camminammo un giorno e mezzo per raggiungere la casa di un compagno che dietro il porcile aveva costruito una finta stalla per rifugiare partigiani e ricercati.

Dopo solo due ore, tuttavia, i tre partigiani dovettero allontanarsi per evitare di mettere a rischio la famiglia ospitante; e poco dopo, sfortunatamente, durante il cammino si trovarono per caso in mezzo ad un gruppo di fascisti che si riposavano dopo una esercitazione. Io che ero il terzo dei tre, sperando di non esser visto, sono scappato all’indietro e mi sono disteso a terra tra l’erba con la speranza di non essere notato. Non fu così: l‘ufficiale esplorando la zona mi ha trovato. Siamo stati portati al carcere di Terni dove siamo stati interrogati e poi tradotti in galera in un angusto locale, con finestra per spiarci e dove già alloggiavano altri due detenuti che chiaramente erano due spie.

2) Da "La Voce" del G.A.MA.DI. di ottobre 2012:

Il primo ricordo che ho di Spartaco Ferri credo risalga al 1999. Ero assieme ad un altro compagno quando incontrammo Spartaco e la sua compagna Miriam Pellegrini presso il cancello del parco della Cacciarella appena ristrutturato, in via Casal Bruciato a Roma. Conoscevo allora solo Miriam, indirettamente per averla ascoltata ed apprezzata in trasmissioni radiofoniche su Radio Città Aperta. Dopo essere stati presentati, i due si informarono meglio su di me, sulla mia formazione ed attività lavorativa, e subito Spartaco mi sorprese: "La tua formazione scientifica è molto preziosa. Ce n'è bisogno, perchè in giro regna sovrana una confusione terribile. Il pensiero comunista si basa sulla scienza, ogni questione politica andrebbe affrontata scientificamente, altrimenti tutto viene distorto e capovolto. Alla base della nostra teoria e pratica politica c'è il Materialismo Dialettico di Engels, che è esso stesso teoria scientifica. Chi prescinde da questo, anche se si dichiara comunista o marxista, viene imbrigliato nelle credenze e nelle chiacchiere della religione, cioè nell'irrazionalità in tutte le sue forme, ed è perciò destinato al fallimento."
Era la prima volta che sentivo parole simili, pronunziate con tale esattezza e determinazione, e devo dire che ne rimasi - e ne sono tuttora - folgorato. Avevo finalmente incontrato dei compagni con grande esperienza alle spalle, che non solo erano in grado di insegnarmi qualcosa - e per di più con la credibilità di chi era stato partigiano, combattente per la liberazione dal nazifascismo, e poi impegnato in tante battaglie non solo contro i residui del fascismo ma anche contro l'opportunismo e le deviazioni delle sinistra borghese... Non solo potevano insegnarmi qualcosa, ma avevano anche salda in mano la "chiave" dell'unitarietà tra conoscenza e passione scientifico-culturale e conoscenza e passione politico-ideologica. Tutte cose - Engels, la Dialettica della Natura, il socialismo scientifico - che conoscevo solo librescamente, per averle lette, e che adesso invece, grazie alle parole di Spartaco, si incarnavano nell'impegno concreto, nella attività politica reale, nella frequentazione vera con questi compagni preziosi.
Spartaco aveva maturato le sue convinzioni sin dagli anni Quaranta, nel fuoco della lotta partigiana e nei primissimi anni di vita politica del PCI nell'Italia appena liberata. Mi spiegò che in quell'epoca - credo fosse tra il 1944 e il 1947 - il Partito organizzava seri corsi di formazione, che includevano lo studio del Materialismo Dialettico, e quindi l'approfondimento della figura e dell'opera di Friedrich Engels. Contenuti che ben presto furono abbandonati dal Partito, troppo impegnato a conciliare l'aspirazione comunista con l'egemonia culturale del Vaticano attraverso scelte compromissorie e snaturanti. Nell'arco di pochi anni divenne chiaro che nel Partito si era preferito cedere l'attività culturale ed il lavoro ideologico ad intellettuali che non solo erano di estrazione borghese, ma che conservavano quella impostazione idealistica, subalterna al cattolicesimo, che continua a piagare la vita intellettuale della nostra nazione.
Spartaco era fatto di tutt'altra pasta. Da giovanissimo aveva recepito la natura più profonda e corretta del pensiero materialista storico e dialettico, non aveva mai ceduto a compromessi su quel versante, ed era in grado di tramandare quelle convinzioni, quel sapere, intatto a giovani "ignoranti" come me. È una lezione di quelle che non saranno mai dimenticate.

Andrea Martocchia

Spartaco era un uomo vero e un vero compagno, mi ha sempre affascinato la sua riservatezza e il suo carisma, lo terrò sempre nel mio cuore,
Mauro Pascolini

CALENDARIO DI LUGLIO di SPARTACO FERRI

CALENDARIO DI AGOSTO di SPARTACO FERRI

CALENDARIO DI SETTEMBRE di SPARTACO FERRI

Andrea. Un amico, un compagno, un grande scrittore

Alcuni milioni di italiani piangeranno in modo sincero la perdita di Andrea Camilleri. Ma accanto al dolore autentico e grande, dovremo assistere anche al carosello delle ipocrisie.

A quanti lo hanno detestato innanzitutto come uomo e cittadino, e ora daranno la stura alle perifrasi, all’inzuccheramento dei veleni, alle acrobazie semantiche sugli specchi. A quanti poi, nella “repubblica delle lettere”, lo hanno considerato uno scrittore “di genere”, un “giallista”, non un grande scrittore tout court, i cui romanzi storici (e massime “Il re di Girgenti” che ho sempre considerato il suo capolavoro) non hanno nulla da invidiare a quelli di un De Roberto, anzi.

Andrea per me era prima di tutto un amico. Ma di questo, e delle nostre confidenze, e di quanto e come mi mancherà, non voglio parlare. Andrea era per noi tutti un compagno, parola desueta che ha sempre amato, avendo rivendicato fino all’ultimo il suo essere comunista. Che, certamente, non aveva nulla a che fare, e da lunghissimo tempo, con il comunismo degli apparati, o dei residui ciarpami mini-partitocratici che ancora sequestrano quel nome. Per Andrea comunismo era una cosa assai semplice, ma inflessibile, e dunque grande: dalla parte degli sfruttati, degli ultimi, per realizzare nel mondo la più grande giustizia e libertà. Su questa base non ha mai lesinato il suo impegno, pronto a spendere e rischiare la sua enorme popolarità per cause che andavano contro lo spirito dei tempi.

Perciò lo ricorderemo nel modo più semplice e autentico, mettendo a disposizione dei lettori che hanno amato Andrea grande scrittore e compagno tutti i suoi testi pubblicati sulla rivista. Un volume di MicroMega per tenere nei nostri scaffali, fisicamente, il ricordo e l’insegnamento dell’ultima grande figura di intellettuale impegnato che abbia avuto il nostro paese. E ripubblicando inoltre MicroMega 5/2018 (“Camilleri sono”), ricco delle testimonianze dei suoi editori, registi, sceneggiatori, attori, traduttori, produttori, studiosi.

(pfd’a)

Oggi 10 Agosto 2019 a Roma: Omaggio a Ciceruacchio nel 170° della Repubblica Romana

6 agosto 1945 – 74 anni fa – Tutto l’orrore di Hiroshima e Nagasaki in una foto: il bimbo con il fratellino morto sulla schiena



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