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La VOCE 1910 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°2 | ottobre 2019 | PAGINA 3 - 23 |
segue da pag.22: the hague tribunal, srebrenica, and the miscarriage of justice.
foreword by ambassador james bisset.
afterward by peter brock.
post script by jean toschi morazzani visconti.
editors: milo yelesiyevich and stephen karganovich.
244 pages, isbn: 0970919875.
this volume is a timely and welcome antidote to the sloppy but comfortable conventional wisdom about srebrenica. a must read.
-- tiphaine dickson --personal e-mail.
these four powerful essays by renowned experts in international law outline in meticulous detail the extent to which the icty has failed in its mission of bringing closure and historical truth to the peoples of the former yugoslavia. instead, it has falsified history and presented to the world a mischievously misleading account of the breakup of yugoslavia and the wars this startling event triggered. at the heart of the icty s historical narrative are the events that followed the fall of srebrenica in july 1995. as the authors explain the icty seized on the tragedy of srebrenica in order to construct a false narrative, one that pits monstrous bosnian serbs against angelic bosnian muslims. through the manipulation of questionable forensic evidence and dubious eyewitness testimony in one srebrenica case after another, the icty was able to manufacture a fake history that will help no one but those who are even now laying the ground for future conflicts in the lands that once comprised yugoslavia. these essays provide a bracing rejection of the view that judicial bodies are uniquely qualified to provide authoritative history.
-- george szamuely, phd author of bombs for peace: nato s humanitarian war on yugoslavia --personal e-mail.
about the author:
stephen karganovich is president of the non-governmental organization, the srebrenica historical project. he also served as a defense attorney for a number of defendants before the hague tribunal.
https://www.amazon.com/hague-.
===
sullo stesso tema si vedano anche gli articoli consigliati alla pagina: https://it.groups.
la balcanizzazione dell’italia .
il pensiero unico neoliberista mira a indebolire la sovranità popolare e a tal fine, per dare il colpo definitivo alla costituzione italiana “troppo democratica”, favorisce la balcanizzazione del paese.
di renato caputo 07/07/2019.
https://www.lacittafutura.it/.
la netta vittoria nelle ultime elezioni politiche del qualunquista – programmaticamente né di destra, né di sinistra – movimento 5 stelle rischiava di mettere in discussione un elemento chiave della seconda repubblica, ovvero della restaurazione liberista, il bipolarismo fra due diverse fazioni dello stesso partito: i liberali progressisti e i liberali conservatori.
tale bipolarismo faceva particolarmente comodo ai dirigenti del centro-destra e del centro-sinistra che potevano godere di una notevole rendita di posizione assicurata dal voto utile. era anche la soluzione più confacente al pensiero unico neoliberista che voleva togliere la possibilità alle classi non possidenti di ottenere una parziale redistribuzione a loro favore di rendite e profitti mediante il suffragio universale. non potendo eliminare quest’ultimo, se non mettendo a serio rischio la loro capacità di egemonia sui subalterni, il modo migliore per renderlo inoffensivo era svuotarlo dall’interno, riproducendo il modello dello stato liberale italiano dalla.
nascita alla prima guerra mondiale dove appunto si confrontavano due diverse tendenze dello stesso partito e, a scanso di equivoci, dominava permanentemente il trasformismo, visto che non essendoci differenze essenziali e contendendo essenzialmente per la conquista del centro i politicanti erano pronti a tutto pur di mantenere le loro poltrone nelle istituzioni.
bisogna anche riconoscere che fra i principali responsabili della politica politicante della messa in discussione di tale modello troviamo il pd, con i governi letta, renzi e gentiloni che si sono spostati talmente a destra da far perdere qualsiasi significato al termine centro-sinistra. in particolare renzi ha fatto di tutto per coinvolgere nel proprio governo il centro-destra e mirava apertamente alla costruzione di un partito della nazione, in grado di ricomprendere nel proprio trasformismo centrista tanto il centro-sinistra che il centro-destra. tale politica non poteva che mettere in allarme i sacerdoti del pensiero unico neoliberista, in quanto veniva meno la finzione del bipolarismo e il ricatto del voto utile e questo finiva per lasciare spazio al risorgere della sinistra. inoltre, in tal modo, con un partito della nazione potentissimo, avrebbe riconquistato una relativa indipendenza la classe dirigente politica rispetto alla classe dominante economica, facendo venire meno un altro dei capisaldi del neoliberismo e della seconda repubblica.
proprio per questo i poteri forti dopo aver caldeggiato contro renzi e i 5 stelle – che avevano ormai capitalizzato a proprio vantaggio l’opposizione alle politiche antipopolari del governo fondato sul patto del nazareno – un nuovo governo tecnico, vista la completa impopolarità di tale opzione, essendo ancora troppo fresco il ricordo del massacro sociale perpetuato dal governo monti, si sono inventati dal nulla un nuovo leader di destra in grado di catalizzare intorno a sé il “popolo” del centro-destra. si tratta, ovviamente, di matteo salvini, completamente sconosciuto leader di un partito, la lega nord, in una fase di crisi spaventosa tanto che pochi erano disposti a scommettere sulla sua stessa sopravvivenza.
mediante il controllo sostanzialmente monopolistico degli strumenti d’egemonia sulla società civile, le classi dominanti sono riuscite a fare di un politicante di quart’ordine, tanto noioso quanto privo di carisma, pedissequo e monocorde, l’astro nascente della politica italiana e addirittura del sovranismo europeo. tale “miracolo” è pienamente riuscito anche perché l’unica forza in grado di contendere l’egemonia della classe dominante, il pd, si è al solito accodato, mostrandosi come di consueto più realista del re. anche perché, una volta che renzi si è reso conto che il suo progetto di modifica ultra maggioritaria della legge elettorale avrebbe favorito i cinque stelle, ha cambiato completamente la legge elettorale per impedire al m5s di poter avere la maggioranza necessaria a governare e per favorire un “grande” successo elettorale di salvini. in tal modo, renzi ha potuto di nuovo giocare la carta del voto utile, ricattando gli elettori, in quanto se non avessero votato lui avrebbero favorito il governo del paese da parte di forze populiste e apparentemente antitetiche all’unione europea.
tale ricatto non è andato del tutto a buon fine in quanto renzi, perdendo l’appoggio dei poteri forti e del suo blocco sociale di riferimento, ha disperso una grande quantità di voti che oltre a far crescere ulteriormente l’astensione ha premiato, il voto di protesta al m5s e lo scontato successo di salvini favorito non solo dall’appoggio degli strumenti di egemonia sulla società civile, ma dalla stessa legge elettorale. non contento il pd, capitanato da gentiloni e renzi, ha chiuso immediatamente le porte a qualsiasi accordo con il m5s, costringendo nei fatti quest’ultimo a formare un governo con la lega.
da allora il pd, in perfetto accordo con i poteri forti e l’opposizione conservatrice e reazionaria ha sistematicamente attaccato il m5s sulle questioni strutturali, socio-economiche, da destra favorendo così la costante ascesa di salvini, forte del completo appoggio bipartisan di chi controlla gli strumenti volti a garantire l’egemonia sulla società civile. in tal modo i rapporti di forza fra i due alleati di governo si sono completamente rovesciati nelle recenti elezioni per il parlamento europeo a favore della lega. anche perché tutta la campagna è stata costruita sulla presunta contrapposizione fra i tecnici ultra liberisti apologeti dell’unione europea e della globalizzazione, il cui prototipo è stato rappresentato da macron e i populisti sovranisti, in grado di rappresentare l’opposizione di sua maestà, ovvero un’opposizione tutta interna alle logiche neoliberiste dell’ue, il cui prototipo ha finito per essere proprio salvini.
..segue ./.
Segue da Pag.22: The Hague Tribunal, Srebrenica, and the Miscarriage of Justice
Foreword by Ambassador James Bisset Afterward by Peter Brock Post Script by Jean Toschi Morazzani Visconti Editors:
Milo Yelesiyevich and Stephen Karganovich This volume is a timely and welcome antidote to the sloppy but comfortable conventional wisdom about Srebrenica. A must read. --
Tiphaine Dickson --Personal e-mail === Sullo stesso tema si vedano anche gli articoli consigliati alla pagina: https://it.groups. La balcanizzazione dell’Italia
La netta vittoria nelle ultime elezioni politiche del qualunquista – programmaticamente né di destra, né di sinistra – Movimento 5 stelle rischiava di mettere in discussione un elemento chiave della Seconda repubblica, ovvero della restaurazione liberista, il bipolarismo fra due diverse fazioni dello stesso partito: i liberali progressisti e i liberali conservatori. Tale bipolarismo faceva particolarmente comodo ai dirigenti del centro-destra e del centro-sinistra che potevano godere di una notevole rendita di posizione assicurata dal voto utile. Era anche la soluzione più confacente al pensiero unico neoliberista che voleva togliere la possibilità alle classi non possidenti di ottenere una parziale redistribuzione a loro favore di rendite e profitti mediante il suffragio universale. Non potendo eliminare quest’ultimo, se non mettendo a serio rischio la loro capacità di egemonia sui subalterni, il modo migliore per renderlo inoffensivo era svuotarlo dall’interno, riproducendo il modello dello Stato liberale italiano dalla |
nascita alla Prima guerra mondiale dove appunto si confrontavano due
diverse tendenze dello stesso partito e,
a scanso di equivoci, dominava permanentemente il trasformismo,
visto che non essendoci differenze essenziali e contendendo
essenzialmente per la conquista
del centro i
politicanti erano pronti a tutto pur di mantenere le loro poltrone
nelle istituzioni.
Bisogna anche riconoscere che fra i principali responsabili della politica politicante della messa in discussione di tale modello troviamo il Pd, con i governi Letta, Renzi e Gentiloni che si sono spostati talmente a destra da far perdere qualsiasi significato al termine centro-sinistra. In particolare Renzi ha fatto di tutto per coinvolgere nel proprio governo il centro-destra e mirava apertamente alla costruzione di un Partito della nazione, in grado di ricomprendere nel proprio trasformismo centrista tanto il centro-sinistra che il centro-destra. Tale politica non poteva che mettere in allarme i sacerdoti del pensiero unico neoliberista, in quanto veniva meno la finzione del bipolarismo e il ricatto del voto utile e questo finiva per lasciare spazio al risorgere della sinistra. Inoltre, in tal modo, con un Partito della nazione potentissimo, avrebbe riconquistato una relativa indipendenza la classe dirigente politica rispetto alla classe dominante economica, facendo venire meno un altro dei capisaldi del neoliberismo e della Seconda repubblica. Proprio per questo i poteri forti dopo aver caldeggiato contro Renzi e i 5 stelle – che avevano ormai capitalizzato a proprio vantaggio l’opposizione alle politiche antipopolari del governo fondato sul patto del Nazareno – un nuovo governo tecnico, vista la completa impopolarità di tale opzione, essendo ancora troppo fresco il ricordo del massacro sociale perpetuato dal governo Monti, si sono inventati dal nulla un nuovo leader di destra in grado di catalizzare intorno a sé il “popolo” del centro-destra. Si tratta, ovviamente, di Matteo Salvini, completamente sconosciuto leader di un partito, la Lega nord, in una fase di crisi spaventosa tanto che pochi erano disposti a scommettere sulla sua stessa sopravvivenza. Mediante il controllo sostanzialmente monopolistico degli strumenti d’egemonia sulla società civile, le classi dominanti sono riuscite a fare di un politicante di quart’ordine, tanto noioso quanto privo di carisma, pedissequo e monocorde, l’astro nascente della politica italiana e addirittura del sovranismo europeo. Tale “miracolo” è pienamente riuscito anche perché l’unica forza in grado di contendere l’egemonia della classe dominante, il Pd, si è al solito accodato, mostrandosi come di consueto più realista del re. Anche perché, una volta che Renzi si è reso conto che il suo progetto di modifica ultra maggioritaria della legge elettorale avrebbe favorito i Cinque stelle, ha cambiato completamente la legge elettorale per impedire al M5s di poter avere la maggioranza necessaria a governare e per favorire un “grande” successo elettorale di Salvini. In tal modo, Renzi ha potuto di nuovo giocare la carta del voto utile, ricattando gli elettori, in quanto se non avessero votato lui avrebbero favorito il governo del paese da parte di forze populiste e apparentemente antitetiche all’Unione europea. Tale ricatto non è andato del tutto a buon fine in quanto Renzi, perdendo l’appoggio dei poteri forti e del suo blocco sociale di riferimento, ha disperso una grande quantità di voti che oltre a far crescere ulteriormente l’astensione ha premiato, il voto di protesta al M5s e lo scontato successo di Salvini favorito non solo dall’appoggio degli strumenti di egemonia sulla società civile, ma dalla stessa legge elettorale. Non contento il Pd, capitanato da Gentiloni e Renzi, ha chiuso immediatamente le porte a qualsiasi accordo con il M5s, costringendo nei fatti quest’ultimo a formare un governo con la Lega. Da allora il Pd, in perfetto accordo con i poteri forti e l’opposizione conservatrice e reazionaria ha sistematicamente attaccato il M5s sulle questioni strutturali, socio-economiche, da destra favorendo così la costante ascesa di Salvini, forte del completo appoggio bipartisan di chi controlla gli strumenti volti a garantire l’egemonia sulla società civile. In tal modo i rapporti di forza fra i due alleati di governo si sono completamente rovesciati nelle recenti elezioni per il parlamento europeo a favore della Lega. Anche perché tutta la campagna è stata costruita sulla presunta contrapposizione fra i tecnici ultra liberisti apologeti dell’Unione europea e della globalizzazione, il cui prototipo è stato rappresentato da Macron e i populisti sovranisti, in grado di rappresentare l’opposizione di sua maestà, ovvero un’opposizione tutta interna alle logiche neoliberiste dell’Ue, il cui prototipo ha finito per essere proprio Salvini. ..segue ./.
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