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La VOCE 1911 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°3 | novembre 2019 | PAGINA d - 28 |
segue da pag.27: università statale di milano cancella evento con un'attivista medico israeliano dopo una lettera intimidatoria della comunità ebraica.
ma gli ebrei italiani sono italiani di religione ebraica o sono israeliani con passaporto italiano che usano la religione come fosse una nazionalità? non è una domanda oziosa visto il concetto, più volte ribadito, di israele come stato ebraico di tutti gli ebrei del mondo, benché non tutti gli ebrei del mondo riconoscano israele o si riconoscano in israele.
l'ultimo caso di intromissione riguarda la lettera di rimprovero intimidatorio al rettore dell'università statale di milano, accusato di mancato rispetto verso gli "ebrei tutti" per aver accettato la richiesta di una conferenza informativa sulla situazione palestinese nei locali universitari.
parlare di palestina tira necessariamente in ballo le sistematiche violazioni israeliane e quindi la comunità ebraica, sentendosi evidentemente israeliana, teme che la verità si diffonda. ergo, è la verità che offende i supporter italiani di israele i quali, in nome non certo del diritto, ma della religione, si riconoscono suoi cittadini a distanza e, in base al loro oggettivo potere, impongono il silenzio alle istituzioni italiane.
senza pudore, come avviene quando la paura mangia l'anima, la comunità ebraica milanese, infatti, dichiara di sentire come una vera e propria ingiuria il fatto che l'incontro in questione si sarebbe svolto in un giorno coincidente con una festa ebraica celebrata in israele! e allora? dov’è il problema?
è chiaramente una scusa strumentale perché nessuno è obbligato a conoscere le festività religiose di ebrei o di altre comunità che non sono nel calendario della repubblica italiana, perciò questo considerare offensivo il fatto che l'università di milano ospiti una conferenza informativa in un giorno festivo in israele, ma normalmente feriale in italia, avrebbe quanto meno dell'assurdo se fosse detto dall'ometto della strada. ha invece dell'arrogante intrusione e intimidazione se detto da chi ha conoscenza delle norme civiche e giuridiche e quindi diventa realmente una preoccupante intrusione.
vogliamo sperare che sia stata solo la paura di una vergognosa verità a muovere la penna della comunità ebraica e non il tentativo di imporre il proprio diktat (come già fatto a roma, a padova e in altre città) su una libera e laica università italiana.
comunque, il consiglio della facoltà in cui doveva svolgersi l’evento si è espresso accettando l’imposizione della comunità ebraica e dichiarando che essendo la festa del kippur la conferenza non si può fare. non è la battuta di spirito di una commediola popolare, è la realtà. una realtà che confonde un’università laica con un luogo di culto, e trasforma i docenti da dignitosi trasmettitori di sapere a umili sudditi di un’imposizione sionista che si serve della religione per imporre il bavaglio su ciò che è sgradito a israele.
per completezza d'informazione precisiamo ai nostri lettori che l’oratore della conferenza “parliamo di palestina” è miko peled, medico, figlio di un generale israeliano e convinto assertore nella necessità di raggiungere una pace giusta nel martoriato medio oriente. ma miko peled critica israele e ne denuncia i crimini e siccome, diversamente dalla comunità ebraica di milano, è un ebreo che non ha paura della verità e crede che solo raccontandola si possa aiutare israele a non precipitare ancora più in fondo nel baratro della criminale barbarie in cui sta affondando, la comunità ebraica milanese vuole che venga tacitato e chiede al rettore franzini e al consiglio di facoltà di occuparsi loro del bavaglio.
se la comunità ebraica di milano avesse meno paura e maggior rispetto del diritto e della verità, non cadrebbe così in basso e si porrebbe in civile contraddittorio con coloro che, con spregio, nella sua lettera al rettore definisce “elementi e sigle propal” e non si permetterebbe di chiedere al rettore di una liberà università “di intervenire, nel suo ruolo di rettore, annullando tale evento”.
l’associazione studentesca che ha organizzato l’iniziativa ha comunque risposto alla lettera di annullamento del consiglio di facoltà dicendo che l’incontro di oggi, 9 ottobre, si sarebbe tenuto lo stesso, in altri locali probabilmente ma si sarebbe tenuto, rimarcando che la paura mangia l’anima solo a chi ha verità da nascondere e non a chi punta sulla verità per arrivare a un discorso di giusta soluzione di un’ingiustizia quasi secolare.
#boycottpuma secondo round: partecipa alla seconda giornata internazionale di azione il 26 ottobre 2019.
in tutto il mondo gruppi si stanno preparando per la seconda giornata di protesta contro la puma, che sostiene gli insediamenti illegali israeliani costruiti su terre rubate ai palestinesi. partecipa!
in tutto il mondo, i tifosi del fair play e dello sport per tutte e tutti si uniscono all’appello delle squadre e degli atleti palestinesi per il boicottaggio del marchio puma fino a quando non cesserà di sostenere l’occupazione militare illegale israeliana e la negazione dei diritti umani dei palestinesi.
il noto produttore di abbigliamento sportivo puma è lo sponsor principale della israel football association (ifa), che include e difende le squadre degli insediamenti israeliani. questi insediamenti cacciano le famiglie palestinesi dalla loro terra, sono illegali e costituiscono un crimine di guerra secondo la legge internazionale.
nel mese di giugno scorso, gruppi in più di 20 paesi hanno partecipato alla prima giornata internazionale di azione contro puma, con proteste davanti ai negozi e sedi di puma e delle squadre che puma sponsorizza. nei social media, #boycottpuma è stato l’hashtag legato al marchio puma più tweetato di quel giorno.
ora parte il secondo round.
sabato 26 ottobre 2019, partecipa anche tu alla giornata internazionale di azione #boycottpuma!
iscrivi il tuo gruppo!
puma si sente sotto pressione. per rispondere alle critiche, puma rivendica in modo ridicolo un "impegno per l'uguaglianza universale". un "impegno per l'uguaglianza universale" deve voler dire non fare sport con l’apartheid! puma deve quindi mettere la parola fine a:
qualsiasi complicità nel nascondere il furto illegale di terre e risorse naturali palestinesi da parte di israele.
qualsiasi sostegno alle infrastrutture di occupazione di israele che negano agli atleti palestinesi la libertà di movimento e il loro diritto allo sport.
la sponsorizzazione della israel football association (ifa).
quest’anno la coppa palestinese di calcio è stata rinviata indefinitamente perché israele negava i permessi per partecipare alle finali in cisgiordania a praticamente tutti i giocatori della squadra vincitrice della lega di gaza. la settimana scorsa, l’esercito israeliano ha fatto irruzione in un torneo di calcio a livello familiare nella gerusalemme est occupata impedendo ai giocatori di continuare.
puma trae profitto dall’espansione infinita degli insediamenti illegali israeliani e dalla negazione da parte di israele dei diritti umani di base dei palestinesi.
unisciti a noi per costringere la puma a rispettare il suo impegno di giustizia sociale.
iscrivi il tuo gruppo alla seconda giornata internazionale #boycottpuma, il 26 ottobre 2019.
scarica il materiale della campagna:
- volantino boicotta puma.
- cartello uno.
- cartello due .
alcune idee per la giornata #boycottpuma.
cerca di coinvolgere associazioni sportive locali, squadre popolari, tifoserie o altre realtà del mondo dello sport.
1. organizza un’azione creativa in un negozio puma.
spazio alla creatività! organizza una finta partita o maratona presso un negozio puma. cerca negozi puma nella tua città sul sito di puma oppure su google maps.
2. organizza una protesta presso una sede della puma.
consegna la lettera firmata da 200 squadre palestinesi alle sedi della puma.
3. organizza un workshop.
coinvolgi organizzazioni sportive per un workshop o un incontro sugli attacchi israeliani sullo sport palestinese e la campagna #boycottpuma. contattaci per possibili relatori: bdsitalia@gmail.com.
4. chiedi alle squadre sponsorizzate dalla puma di recedere dal contratto.
puma sponsorizza squadre, giocatori, atleti e artisti. contattaci per maggiori informazioni e per una lettera facsimile: bdsitalia@gmail.com.
5. organizza una “social media house party”.
organizza un’azione collettiva #boycottpuma sui social media con i tuoi amici.
iscriviti alla giornata di azione per maggiori informazioni.
fonte: campagna palestinese per il boicottaggio academico e culturale di israele (pacbi).
traduzione di bds italia.
miko peled a torino racconta come e perchè adesso sostiene la liberazione della palestina.
invictapalestina.
2070 iscritti.
12 ott 2019.
cittadino israeliano, nipote di uno dei padri fondatori di israele, figlio di un generale israeliano, volontario nell’esercito, una sorella uccisa durante un attacco palestinese, un’altra che scrive libri per descrivere come il sionismo alimenta il razzismo verso gli arabi partendo dai libri di testo nelle scuole.
miko peled a torino racconta come e perchè adesso sostiene la liberazione della palestina.
due ore di riprese al campus einaudi sede universitaria della città di torino, brillante traduzione di un giovane studente.
8 ore di lavoro per realizzare il montaggio di un video che in solo 40 minuti riporta l’intervento integrale sovrapponendo la traduzione alla registrazione come se fosse una simultanea e togliendo pause e tempi tecnici di presentazioni ecc.
un video imperdibile da diffondere, con molta efficacia nell’esposizione miko risponde alle domande più frequenti e smaschera la narrazione sionista.
grazie a quanti hanno organizzato dibattiti nell’università di milano, torino e cagliari, grazie soprattutto ad annalisa portioli per organizzato il viaggio di miko peled in italia.
Segue da Pag.27: Università Statale di Milano cancella evento con un'attivista medico israeliano dopo una lettera intimidatoria della Comunità ebraica
Ma gli ebrei italiani sono italiani di religione ebraica o sono israeliani con passaporto italiano che usano la religione come fosse una nazionalità? Non è una domanda oziosa visto il concetto, più volte ribadito, di Israele come Stato ebraico di tutti gli ebrei del mondo, benché non tutti gli ebrei del mondo riconoscano Israele o si riconoscano in Israele. ![]() L'ultimo caso di intromissione riguarda la lettera di rimprovero intimidatorio al Rettore dell'Università Statale di Milano, accusato di mancato rispetto verso gli "ebrei tutti" per aver accettato la richiesta di una conferenza informativa sulla situazione palestinese nei locali universitari. Parlare di Palestina tira necessariamente in ballo le sistematiche violazioni israeliane e quindi la Comunità ebraica, sentendosi evidentemente israeliana, teme che la verità si diffonda. Ergo, è la verità che offende i supporter italiani di Israele i quali, in nome non certo del Diritto, ma della religione, si riconoscono suoi cittadini a distanza e, in base al loro oggettivo potere, impongono il silenzio alle istituzioni italiane. Senza pudore, come avviene quando la paura mangia l'anima, la Comunità ebraica milanese, infatti, dichiara di sentire come una vera e propria ingiuria il fatto che l'incontro in questione si sarebbe svolto in un giorno coincidente con una festa ebraica celebrata in Israele! E allora? Dov’è il problema? È chiaramente una scusa strumentale perché nessuno è obbligato a conoscere le festività religiose di ebrei o di altre comunità che non sono nel calendario della Repubblica italiana, perciò questo considerare offensivo il fatto che l'Università di Milano ospiti una conferenza informativa in un giorno festivo in Israele, ma normalmente feriale in Italia, avrebbe quanto meno dell'assurdo se fosse detto dall'ometto della strada. Ha invece dell'arrogante intrusione e intimidazione se detto da chi ha conoscenza delle norme civiche e giuridiche e quindi diventa realmente una preoccupante intrusione. Vogliamo sperare che sia stata solo la paura di una vergognosa verità a muovere la penna della comunità ebraica e non il tentativo di imporre il proprio diktat (come già fatto a Roma, a Padova e in altre città) su una libera e laica Università italiana. Comunque, il Consiglio della Facoltà in cui doveva svolgersi l’evento si è espresso accettando l’imposizione della Comunità ebraica e dichiarando che essendo la festa del Kippur la conferenza non si può fare. Non è la battuta di spirito di una commediola popolare, è la realtà. Una realtà che confonde un’università laica con un luogo di culto, e trasforma i docenti da dignitosi trasmettitori di sapere a umili sudditi di un’imposizione sionista che si serve della religione per imporre il bavaglio su ciò che è sgradito a Israele. Per completezza d'informazione precisiamo ai nostri lettori che l’oratore della conferenza “Parliamo di Palestina” è Miko Peled, medico, figlio di un generale israeliano e convinto assertore nella necessità di raggiungere una pace giusta nel martoriato Medio Oriente. Ma Miko Peled critica Israele e ne denuncia i crimini e siccome, diversamente dalla Comunità ebraica di Milano, è un ebreo che non ha paura della verità e crede che solo raccontandola si possa aiutare Israele a non precipitare ancora più in fondo nel baratro della criminale barbarie in cui sta affondando, la Comunità ebraica milanese vuole che venga tacitato e chiede al rettore Franzini e al Consiglio di Facoltà di occuparsi loro del bavaglio. Se la Comunità ebraica di Milano avesse meno paura e maggior rispetto del diritto e della verità, non cadrebbe così in basso e si porrebbe in civile contraddittorio con coloro che, con spregio, nella sua lettera al rettore definisce “elementi e sigle propal” e non si permetterebbe di chiedere al rettore di una liberà Università “di intervenire, nel suo ruolo di Rettore, annullando tale evento”. L’associazione studentesca che ha organizzato l’iniziativa ha comunque risposto alla lettera di annullamento del Consiglio di Facoltà dicendo che l’incontro di oggi, 9 ottobre, si sarebbe tenuto lo stesso, in altri locali probabilmente ma si sarebbe tenuto, rimarcando che la paura mangia l’anima solo a chi ha verità da nascondere e non a chi punta sulla verità per arrivare a un discorso di giusta soluzione di un’ingiustizia quasi secolare. #BoycottPuma secondo round: partecipa alla seconda giornata internazionale di azione il 26 ottobre 2019![]() In tutto il mondo gruppi si stanno preparando per la seconda giornata di protesta contro la Puma, che sostiene gli insediamenti illegali israeliani costruiti su terre rubate ai palestinesi. Partecipa! In tutto il mondo, i tifosi del fair play e dello sport per tutte e tutti si uniscono all’appello delle squadre e degli atleti palestinesi per il boicottaggio del marchio Puma fino a quando non cesserà di sostenere l’occupazione militare illegale israeliana e la negazione dei diritti umani dei palestinesi. Il noto produttore di abbigliamento sportivo Puma è lo sponsor principale della Israel Football Association (IFA), che include e difende le squadre degli insediamenti israeliani. Questi insediamenti cacciano le famiglie palestinesi dalla loro terra, sono illegali e costituiscono un crimine di guerra secondo la Legge internazionale. Nel mese di giugno scorso, gruppi in più di 20 paesi hanno partecipato alla prima giornata internazionale di azione contro Puma, con proteste davanti ai negozi e sedi di Puma e delle squadre che Puma sponsorizza. Nei social media, #BoycottPuma è stato l’hashtag legato al marchio Puma più tweetato di quel giorno. |
Ora parte il secondo round. Sabato 26 ottobre 2019, partecipa anche tu alla Giornata internazionale di azione #BoycottPuma!
Iscrivi il tuo gruppo!Puma si sente sotto pressione. Per rispondere alle critiche, Puma rivendica in modo ridicolo un "impegno per l'uguaglianza universale". Un "impegno per l'uguaglianza universale" deve voler dire non fare sport con l’apartheid! Puma deve quindi mettere la parola fine a:
Quest’anno la coppa palestinese di calcio è stata rinviata indefinitamente perché Israele negava i permessi per partecipare alle finali in Cisgiordania a praticamente tutti i giocatori della squadra vincitrice della Lega di Gaza. La settimana scorsa, l’esercito israeliano ha fatto irruzione in un torneo di calcio a livello familiare nella Gerusalemme Est occupata impedendo ai giocatori di continuare. Puma trae profitto dall’espansione infinita degli insediamenti illegali israeliani e dalla negazione da parte di Israele dei diritti umani di base dei palestinesi. Unisciti a noi per costringere la Puma a rispettare il suo impegno di giustizia sociale. Iscrivi il tuo gruppo alla seconda giornata internazionale #BoycottPuma, il 26 ottobre 2019Scarica il materiale della campagna: - volantino Boicotta Puma
Alcune idee per la giornata #BoycottPumaCerca di coinvolgere associazioni sportive locali, squadre popolari, tifoserie o altre realtà del mondo dello sport. 1. Organizza un’azione creativa in un negozio Puma 2. Organizza una protesta presso una sede della Puma 3. Organizza un workshop 4. Chiedi alle squadre sponsorizzate dalla Puma di recedere dal contratto 5. Organizza una “social media house party” Iscriviti alla Giornata di azione per maggiori informazioni. Fonte: Campagna palestinese per il boicottaggio academico e culturale di Israele (PACBI) Traduzione di BDS Italia Miko Peled a Torino racconta come e perchè ADESSO sostiene la liberazione della Palestina.![]() Invictapalestina 2070 iscritti 12 ott 2019 Cittadino israeliano, nipote di uno dei padri fondatori di Israele, figlio di un generale israeliano, volontario nell’esercito, una sorella uccisa durante un attacco palestinese, un’altra che scrive libri per descrivere come il sionismo alimenta il razzismo verso gli arabi partendo dai libri di testo nelle scuole. Miko Peled a Torino racconta come e perchè ADESSO sostiene la liberazione della Palestina. Due ore di riprese al Campus Einaudi sede universitaria della città di Torino, brillante traduzione di un giovane studente. 8 ore di lavoro per realizzare il montaggio di un video che in solo 40 minuti riporta l’intervento integrale sovrapponendo la traduzione alla registrazione come se fosse una simultanea e togliendo pause e tempi tecnici di presentazioni ecc. Un video imperdibile da diffondere, con molta efficacia nell’esposizione Miko risponde alle domande più frequenti e smaschera la narrazione sionista. Grazie a quanti hanno organizzato dibattiti nell’università di Milano, Torino e Cagliari, Grazie soprattutto ad ANNALISA PORTIOLI per organizzato il viaggio di Miko Peled in Italia. |
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