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La VOCE ANNO XXII N°3

novembre 2019

PAGINA b         - 26

segue da pag.25: amira hass: privazione del sonno e cella freddissima. una donna palestinese viene interrogata da israele. durante il periodo degli interrogatori è stata portata da un medico tre volte – una volta quando l’interrogante ha visto che stava per svenire e due volte su sua richiesta. una di quelle volte fu “quando avevo le mestruazioni, quindi forse è per questo il mal di schiena era più insopportabile del solito”. il dottore, un uomo di circa 60 anni la rimandò nella stanza degli interrogatori. mentre khater e io parlavamo nel suo salotto, suo figlio di 3 anni yihya correva ridendo e saltando da una sedia all’altra, non toccato dall’argomento della nostra conversazione. la fotografia di sua madre che lo abbraccia nella notte in cui è stata arrestata, è diventata un’altra icona palestinese. l’arresto, che ha avuto luogo alle 2 del mattino, non è stato particolarmente aggressivo. fakhouri, il marito di khater, ricorda che sono venuti circa 20 soldati armati e mascherati oltre all’ufficiale dello shin bet con il volto coperto. ha chiesto dove fosse lama e ha anche chiesto il suo cellulare e computer. nonostante le sue obiezioni una donna soldato l’ha sottoposta a una perquisizione del corpo senza ordinarle di spogliarsi completamente. le è stato chiesto se era incinta e se aveva qualche malattia. ha detto di essere anemica e le è stato permesso di prendere le sue pillole. e’ stata quindi condotta in una base militare con molti soldati, dove le è stato permesso di pregare, poi portata in una clinica. al mattino è stata trasferita – ancora non ammanettata – in una base dell insediamento di gush etzion. lì è stata sottoposta a un’altra perquisizione del corpo e, per la prima volta, bendata, ammanettata e messa in una “bosta” – il veicolo usato per trasportare i detenuti dalle prigioni al tribunale.“ quello è stato il momento più difficile. ti fanno sedere su un sedile all’interno di questa stretta scatola di ferro. sono stata trattenuta lì per circa due ore prima che l’auto iniziasse a muoversi. canzoni ebraiche ad alti decibel mi frastornavano. ”durante il viaggio la radio è stata spenta, ma la sua testa urtava contro le pareti di ferro. il veicolo si è fermato nella prigione di shikma ad ashkelon. quando la benda le è stata tolta, ha visto che l’orologio al polso di un ufficiale di polizia segnava le 14:30. ancora una volta è stata sottoposta a un’ispezione corporale “non nuda”, poi è stata condotta in una stanza per gli interrogatori fino alle 3 del mattino. le è stato mostrato anche un pezzo di carta con l’elenco dei suoi diritti: una doccia quotidiana, l’uso del bagno e il diritto al silenzio. “mi hanno fatto sedere su una sedia fissata al pavimento, alta quanto le sedie usate in una scuola elementare. le mie mani erano legate con delle manette di ferro alla sedia. quando mi sono rifiutato di fornire la mia password e-mail, l’ ‘agente dello shin bet, mi ha detto: “okay, sei solo all’inizio dell’interrogatorio”. le ha chiesto delle sue attività per hamas e lei ha risposto di non aver legami con hamas. “non ti stiamo arrestando per quello che hai scritto ma per quello che hai fatto”. tuttavia, per l’intero periodo dell’interrogatorio, mi hanno posto domande su quanto avevo scritto risalendo anche a 19 anni prima”, afferma khater. “ho specificato che che non rinnegavo quello che avevo scritto, ma mi sono rifiutata di attribuirmi l’appartenenza ad hamas. l’interrogatore mi disse che ero bugiarda e se avessi continuato a negarlo saremmo andati a un livello più alto di interrogatorio. ha minacciato di non lasciarmi andare al bagno. ho menzionato il documento sui diritti che mi avevano mostrato e lui si è arrabbiato, affermando che non avevo il diritto di dire a un ufficiale dello shin bet ciò che poteva o non poteva fare. disse che aveva lavorato per 15 anni nella shin bet e solo quattro o cinque persone non avevano confessato durante un suo interrogatorio. era dov. dopo di lui è arrivato haroun. mi hanno detto: “se confessi, ti faremo parlare con la tua famiglia, ti metteremo in una cella migliore. molte persone hanno cercato di non confessare e dopo 10-15 giorni lo hanno fatto. salvati. in quel primo giorno di interrogatorio il maggiore yehiya mi disse: ‘sei un individuo e noi rappresentiamo uno stato. tutte le agenzie di intelligence del medio oriente vengono e imparano da noi. l’individuo ha un’energia limitata. non importa quanto fingi di essere una combattente, ti indebolirai. l’individuo non può resistere a uno stato.” alle 3:30 del mattino, 25 ore dopo il suo arresto, è stata posta in isolamento. “tre metri per due, forse meno. il buco per il bagno era dentro e molto sporco. l’acqua del rubinetto gocciolò per cinque secondi, quindi si fermò. sul pavimento c’era un materasso sottile con tre coperte: una come cuscino e due per coprirmi. faceva tremendamente freddo perché il condizionatore d’aria funzionava alla temperatura più bassa. mi sembrava che fosse inverno. la luce era sempre accesa. ho preso cibo tre volte al giorno, piatti difficili da mangiare.” dopo la prima notte in isolamento, una donna soldato l’ha condotta, ammanettata e con gli occhi coperti, di nuovo nella stanza degli interrogatori. ancora una volta sulla sedia bassa, con le mani ammanettate dietro la schiena: “ti lasceremo qui per sei mesi. porteremo qui i tuoi figli se non parli, ti rovineremo la vita. “nei primi giorni l’interrogatorio si prolungava per 10 ore al giorno” e all’epoca ne sentivo la pesantezza. mi hanno lasciato andare in bagno quando ho chiesto ciò. avrei potuto chiedere di farmi una doccia. la doccia è in una cella di isolamento separata, ma non ti fa venir voglia di usarla perché è sporca e la pressione dell’acqua è debole e l’acqua è fredda. nei primi giorni mi hanno anche permesso di tornare nella cella di isolamento nel pomeriggio, aggiungendo che ‘non avevo ancora visto niente’ ”. più tardi hanno iniziato a interrogarla per circa 20 ore al giorno, e questo è andato avanti per due settimane e mezza – dalle 7:00 alle 2:30, sempre ammanettata alla sedia.“mi portavano il cibo lì. aprivano le manette quando mangiavo o e pregavo. quando chiedevo di andare in bagno, mi concedevano fino a cinque minuti. se ritenevano che stavo impiegando troppo tempo, la donna soldato apriva la porta. la cosa più difficile è stata durante il mio periodo. mi imbarazzava chiedere di andare in bagno. avevo portato con me assorbenti da casa, me li hanno presi e me ne hanno dato altri di scarsa qualità.” anche quando tornava nella cella, non riusciva a dormire. qualcuno, fuori dalla cella, batteva contro il muro, le vertigini, il dolore alla testa e al collo la tenevano sveglia. “gli interrogatori, quando vedevano che stavo crollando sulla sedia, dicevano: ‘se vuoi dormire, confessa. altrimenti sarà più difficile. se vuoi riposare, sai cosa fare.’ e così giorno dopo giorno. il mio cuore batteva più forte di giorno in giorno. non potevo camminare, raddrizzare la schiena. lo sfinimento e il dolore alla schiena e alla testa erano sempre presenti. la cosa più difficile da sopportare è stata la privazione del sonno. quando mi sono appisolata un po’, l’interrogatore ha minacciato di trasferirmi in una cella di isolamento più dura.” era la cella n. 8 dove, per alcuni giorni, lei è stata mandata durante le brevi pause tra gli interrogatori. ricorda l’ interrogatore di nome marcel: “ in ognuna delle sue sessioni sono stata insultata. mi disse: “tuo nonno era sicuramente tra quelli che massacrarono ebrei a hebron nel 1929”. risposi che la mia famiglia non era di hebron. “allora sicuramente era il nonno di tuo marito” . sostenevano che ero responsabile della sezione comunicazioni di hamas, che avevo organizzato corsi politici per resistere agli interrogatori. ho risposto: ‘come posso allenarmi in qualcosa che non ho sperimentato?’” dopo 35 giorni di interrogatorio khater viene trasferita nella prigione di damun con altre donne di hebron, arrestate con l’accusa di essere membri del comitato femminile di hamas. il suo processo è durato a lungo perché non ha confessato. alla fine, a giugno, ha raggiunto un patteggiamento con l’accusa militare che ha ridotto le accuse ed è stata condannata per “servizio in carica per un’associazione illegale“. è stata condannata a 13 mesi di carcere e a una multa di 4.000 shekel ($ 1.150). tre settimane prima della sua liberazione, il 26 luglio, suo figlio, uno studente, è stato arrestato per sospetto di associazione con hamas. lo shin bet amira hass: privazione del sonno e cella freddissima. una donna palestinese viene interrogata da israelenon ha risposto alla domanda di haaretz :”come mai la privazione del sonno e le posizioni dolorose non sono considerate torture illegali?“
perché israele si dibatte per venir fuori da uno stallo politico. bibi , benny e moshe yaalon ai tempi di margine protettivo (thomas coex/afp). ottobre 4, 2019 - jonathan cook 2 ottobre 2019 mondoweiss. sarebbe un grave errore supporre che l’attuale fase di stallo politico in israele – nella quale né il primo ministro in carica benjamin netanyahu né il suo principale rivale benny gantz sembrano in grado di mettere insieme un governo di coalizione – sia il segnale di un profonda frattura ideologica. in termini politici, non esiste nessuna spaccatura in israele. nelle elezioni generali di questo mese, il 90 % degli ebrei israeliani ha votato per partiti o della destra militarista e anti-araba oppure dell’estrema destra religiosa anti-araba. i due partiti che dichiarano di rappresentare il centro-sinistra – le versioni ribattezzate del labour e di meretz – hanno avuto solo 11 seggi in un parlamento composto da 120 membri. ancora più strano, i tre partiti che affermano di voler formare un “governo di grande coalizione” hanno avuto circa il 60% dei voti. il likud di netanyahu, il partito blu e bianco di gantz guidato da ex generali, e l’ yisrael beiteinu dell’ex ministro della difesa avigdor lieberman si sono assicurati, insieme, 73 seggi – ben oltre i 61 necessari per la maggioranza. tutti e tre sostengono il rafforzamento dell’occupazione e l’annessione di parti della cisgiordania; tutti e tre pensano che gli insediamenti siano giustificati e necessari; tutti chiedono che l’assedio di gaza continui; tutti vedono la leadership palestinese come inaffidabile; e tutti vogliono che i vicini stati arabi si facciano piccoli per la paura. moshe yaalon, generale collega di gantz nel partito blu e bianco, era stato in passato una figura chiave nel likud al fianco di netanyahu. e lieberman, prima di creare il suo partito, era il responsabile dell’ufficio di netanyahu. questi non sono nemici politici; sono stretti alleati sul piano ideologico. esiste una differenza significativa ma non del tutto insormontabile. gantz pensa che sia importante mantenere il sostegno bipartisan degli stati uniti all’occupazione militare da parte di israele, mentre netanyahu ha preferito affidare la sorte di israele a donald trump e alla destra religiosa cristiana. reuven rivlin, presidente di israele, ha sollecitato i tre partiti a lavorare insieme. ha suggerito che netanyahu e gantz si alternino nel ruolo di primo ministro, una prassi già utilizzata in israele in passato. ma dopo che la scorsa settimana gantz ha posto un rifiuto, il presidente ha assegnato a netanyahu il compito di cercare di formare un governo, sebbene la maggior parte degli osservatori ritenga che lo sforzo si rivelerà inutile. dopo le elezioni non risolutive in aprile e settembre, israele sembra quindi avviarsi verso un terzo turno elettorale. ma se lo stallo non è ideologico, quale ne è la causa? in verità, la paralisi è stata determinata da due paure: una nel likud, l’altra nel blu e bianco. gantz è felice di sedere in un governo di unità con il likud. la sua difficoltà è allearsi con netanyahu, i cui avvocati hanno iniziato questa settimana le udienze con il procuratore generale per molteplici accuse di frode e abuso d’ufficio. netanyahu vuole restare al potere per poter imporre una legge che gli garantirebbe l’immunità dall’accusa. blu e bianco è stato costituito per estromettere netayahu perché è un corrotto e sta energicamente distruggendo ciò che resta delle istituzioni democratiche israeliane, anche attraverso il tentativo di denigrare i pubblici ministeri che lo indagano. per blu and bianco sostenere ora netanyahu in un governo di coalizione rappresenterebbe un tradimento nei confronti dei propri elettori. la soluzione per il likud, quindi, dovrebbe essere ovvia: eliminare netanyahu e condividere il potere con blu e bianco. ma il problema è che i membri del likud sono assolutamente schiavi del loro leader. il pensiero di perderlo li terrorizza. il likud ora sembra più un credo religioso verso un uomo che un partito politico. gantz, nel frattempo, è preda di un diverso tipo di paura. senza il likud, l’unica soluzione per gantz è chiedere appoggio altrove. ma ciò lo legherebbe ai 13 seggi della lista comune, una coalizione di partiti che rappresenta la grande minoranza israeliana di cittadini palestinesi. e lì è il problema. blu e bianco è un partito profondamente arabo-fobico, proprio come il likud e l’yisrael beiteinu. il suo unico leader civile, yair lapid, ha notoriamente rifiutato di lavorare con i partiti palestinesi dopo le elezioni del 2013 – prima che netanyahu facesse dell’istigazione al razzismo il marchio della sua campagna elettorale. lapid ha dichiarato: “non starò mai con gli zoabi”, un riferimento al più importante dei legislatori palestinesi dell’epoca, haneen zoabi. allo stesso modo, gantz ha più volte ribadito il suo rifiuto di sedere in parlamento con la lista comune. tuttavia, il leader della lista comune ayman odeh la scorsa settimana ha fatto un gesto senza precedenti, offrendo a gantz il contributo [elettorale] della maggior parte della sua corrente. non è stata una concessione facile, date le posizioni di gantz e [dato] il suo ruolo nel 2014 nel condurre la distruzione di gaza al comando dell’esercito. la mossa ha fatto arrabbiare molti palestinesi nei territori occupati. ma odeh a settembre ha assistito, come risultato, ad un balzo in avanti del 10% dei votanti nella minoranza palestinese rispetto alle elezioni di aprile, tanto è disperato il desiderio dei suoi elettori di sbarazzarsi di netanyahu. i sondaggi segnalano anche una crescente frustrazione tra i cittadini palestinesi per la loro scarsa influenza politica. sebbene i colloqui di pace siano fuori dall’agenda di israele, alcuni in quella minoranza sperano di ottenere un po’ di sollievo per la loro comunità dopo decenni di aspre discriminazioni istituzionali. in un articolo pubblicato sul new york times la scorsa settimana, odeh ha spiegato il suo sostegno a gantz. intenderebbe inviare “un chiaro messaggio, che l’unico futuro per questo paese sia un futuro condiviso e che non esista un futuro condiviso senza la piena ed equa partecipazione dei cittadini arabo palestinesi”. ..segue ./.
Segue da Pag.25: Amira Hass: PRIVAZIONE DEL SONNO E CELLA FREDDISSIMA. UNA DONNA PALESTINESE VIENE INTERROGATA DA ISRAELE

Durante il periodo degli interrogatori è stata portata da un medico tre volte – una volta quando l’interrogante ha visto che stava per svenire e due volte su sua richiesta. Una di quelle volte fu “quando avevo le mestruazioni, quindi forse è per questo il mal di schiena era più insopportabile del solito”.



Il dottore, un uomo di circa 60 anni la rimandò nella stanza degli interrogatori. Mentre Khater e io parlavamo nel suo salotto, suo figlio di 3 anni Yihya correva ridendo e saltando da una sedia all’altra, non toccato dall’argomento della nostra conversazione. La fotografia di sua madre che lo abbraccia nella notte in cui è stata arrestata, è diventata un’altra icona palestinese.
L’arresto, che ha avuto luogo alle 2 del mattino, non è stato particolarmente aggressivo. Fakhouri, il marito di Khater, ricorda che sono venuti circa 20 soldati armati e mascherati oltre all’ufficiale dello Shin Bet con il volto coperto. Ha chiesto dove fosse Lama e ha anche chiesto il suo cellulare e computer. Nonostante le sue obiezioni una donna soldato l’ha sottoposta a una perquisizione del corpo senza ordinarle di spogliarsi completamente. Le è stato chiesto se era incinta e se aveva qualche malattia. Ha detto di essere anemica e le è stato permesso di prendere le sue pillole.

E’ stata quindi condotta in una base militare con molti soldati, dove le è stato permesso di pregare, poi portata in una clinica. Al mattino è stata trasferita – ancora non ammanettata – in una base dell insediamento di Gush Etzion. Lì è stata sottoposta a un’altra perquisizione del corpo e, per la prima volta, bendata, ammanettata e messa in una “bosta” – il veicolo usato per trasportare i detenuti dalle prigioni al tribunale.“

Quello è stato il momento più difficile. Ti fanno sedere su un sedile all’interno di questa stretta scatola di ferro. Sono stata trattenuta lì per circa due ore prima che l’auto iniziasse a muoversi. Canzoni ebraiche ad alti decibel mi frastornavano.
”Durante il viaggio la radio è stata spenta, ma la sua testa urtava contro le pareti di ferro. Il veicolo si è fermato nella prigione di Shikma ad Ashkelon. Quando la benda le è stata tolta, ha visto che l’orologio al polso di un ufficiale di polizia segnava le 14:30.
Ancora una volta è stata sottoposta a un’ispezione corporale “non nuda”, Poi è stata condotta in una stanza per gli interrogatori fino alle 3 del mattino. Le è stato mostrato anche un pezzo di carta con l’elenco dei suoi diritti: una doccia quotidiana, l’uso del bagno e il diritto al silenzio.
“Mi hanno fatto sedere su una sedia fissata al pavimento, alta quanto le sedie usate in una scuola elementare. Le mie mani erano legate con delle manette di ferro alla sedia. Quando mi sono rifiutato di fornire la mia password e-mail, l’ ‘agente dello Shin Bet, mi ha detto: “Okay, sei solo all’inizio dell’interrogatorio”. Le ha chiesto delle sue attività per Hamas e lei ha risposto di non aver legami con Hamas. “Non ti stiamo arrestando per quello che hai scritto ma per quello che hai fatto”. Tuttavia, per l’intero periodo dell’interrogatorio, mi hanno posto domande su quanto avevo scritto risalendo anche a 19 anni prima”, afferma Khater.
“Ho specificato che che non rinnegavo quello che avevo scritto, ma mi sono rifiutata di attribuirmi l’appartenenza ad Hamas. L’interrogatore mi disse che ero bugiarda e se avessi continuato a negarlo saremmo andati a un livello più alto di interrogatorio. Ha minacciato di non lasciarmi andare al bagno. Ho menzionato il documento sui diritti che mi avevano mostrato e lui si è arrabbiato, affermando che non avevo il diritto di dire a un ufficiale dello Shin Bet ciò che poteva o non poteva fare. Disse che aveva lavorato per 15 anni nella Shin Bet e solo quattro o cinque persone non avevano confessato durante un suo interrogatorio. Era Dov.
Dopo di lui è arrivato Haroun. Mi hanno detto: “Se confessi, ti faremo parlare con la tua famiglia, ti metteremo in una cella migliore. Molte persone hanno cercato di non confessare e dopo 10-15 giorni lo hanno fatto. Salvati.
In quel primo giorno di interrogatorio il maggiore Yehiya mi disse: ‘Sei un individuo e noi rappresentiamo uno stato. Tutte le agenzie di intelligence del Medio Oriente vengono e imparano da noi. L’individuo ha un’energia limitata. Non importa quanto fingi di essere una combattente, ti indebolirai. L’individuo non può resistere a uno stato.”
Alle 3:30 del mattino, 25 ore dopo il suo arresto, è stata posta in isolamento. “Tre metri per due, forse meno. Il buco per il bagno era dentro e molto sporco. L’acqua del rubinetto gocciolò per cinque secondi, quindi si fermò. Sul pavimento c’era un materasso sottile con tre coperte: una come cuscino e due per coprirmi. Faceva tremendamente freddo perché il condizionatore d’aria funzionava alla temperatura più bassa. Mi sembrava che fosse inverno. La luce era sempre accesa. Ho preso cibo tre volte al giorno, piatti difficili da mangiare.”
Dopo la prima notte in isolamento, una donna soldato l’ha condotta, ammanettata e con gli occhi coperti, di nuovo nella stanza degli interrogatori. Ancora una volta sulla sedia bassa, con le mani ammanettate dietro la schiena: “Ti lasceremo qui per sei mesi. Porteremo qui i tuoi figli se non parli, ti rovineremo la vita. “Nei primi giorni l’interrogatorio si prolungava per 10 ore al giorno” e all’epoca ne sentivo la pesantezza. Mi hanno lasciato andare in bagno quando ho chiesto ciò. Avrei potuto chiedere di farmi una doccia. La doccia è in una cella di isolamento separata, ma non ti fa venir voglia di usarla perché è sporca e la pressione dell’acqua è debole e l’acqua è fredda.
Nei primi giorni mi hanno anche permesso di tornare nella cella di isolamento nel pomeriggio, aggiungendo che ‘non avevo ancora visto niente’ ”. Più tardi hanno iniziato a interrogarla per circa 20 ore al giorno, e questo è andato avanti per due settimane e mezza – dalle 7:00 alle 2:30, sempre ammanettata alla sedia.“Mi portavano il cibo lì. Aprivano le manette quando mangiavo o e pregavo. Quando chiedevo di andare in bagno, mi concedevano fino a cinque minuti. Se ritenevano che stavo impiegando troppo tempo, la donna soldato apriva la porta. La cosa più difficile è stata durante il mio periodo. Mi imbarazzava chiedere di andare in bagno. Avevo portato con me assorbenti da casa, me li hanno presi e me ne hanno dato altri di scarsa qualità.”
Anche quando tornava nella cella, non riusciva a dormire. Qualcuno, fuori dalla cella, batteva contro il muro, le vertigini, il dolore alla testa e al collo la tenevano sveglia.
“Gli interrogatori, quando vedevano che stavo crollando sulla sedia, dicevano: ‘Se vuoi dormire, confessa. Altrimenti sarà più difficile. Se vuoi riposare, sai cosa fare.’ E così giorno dopo giorno. Il mio cuore batteva più forte di giorno in giorno. Non potevo camminare, raddrizzare la schiena. Lo sfinimento e il dolore alla schiena e alla testa erano sempre presenti.
La cosa più difficile da sopportare è stata la privazione del sonno. Quando mi sono appisolata un po’, l’interrogatore ha minacciato di trasferirmi in una cella di isolamento più dura.” Era la cella n. 8 dove, per alcuni giorni, lei è stata mandata durante le brevi pause tra gli interrogatori.
Ricorda l’ interrogatore di nome Marcel: “ In ognuna delle sue sessioni sono stata insultata. Mi disse: “Tuo nonno era sicuramente tra quelli che massacrarono ebrei a Hebron nel 1929”. Risposi che la mia famiglia non era di Hebron. “Allora sicuramente era il nonno di tuo marito” .
Sostenevano che ero responsabile della sezione comunicazioni di Hamas, che avevo organizzato corsi politici per resistere agli interrogatori. Ho risposto: ‘Come posso allenarmi in qualcosa che non ho sperimentato?’”
Dopo 35 giorni di interrogatorio Khater viene trasferita nella prigione di Damun con altre donne di Hebron, arrestate con l’accusa di essere membri del comitato femminile di Hamas.
Il suo processo è durato a lungo perché non ha confessato. Alla fine, a giugno, ha raggiunto un patteggiamento con l’accusa militare che ha ridotto le accuse ed è stata condannata per “servizio in carica per un’associazione illegale“.
È stata condannata a 13 mesi di carcere e a una multa di 4.000 shekel ($ 1.150). Tre settimane prima della sua liberazione, il 26 luglio, suo figlio, uno studente, è stato arrestato per sospetto di associazione con Hamas. Lo Shin Bet Amira Hass: PRIVAZIONE DEL SONNO E CELLA FREDDISSIMA. UNA DONNA PALESTINESE VIENE INTERROGATA DA ISRAELEnon ha risposto alla domanda di Haaretz :”Come mai la privazione del sonno e le posizioni dolorose non sono considerate torture illegali?“

Perché Israele si dibatte per venir fuori da uno stallo politico


Bibi , Benny e Moshe Yaalon ai tempi di Margine Protettivo (Thomas Coex/AFP)

OTTOBRE 4, 2019 - Jonathan Cook 2 ottobre 2019 mondoweiss

Sarebbe un grave errore supporre che l’attuale fase di stallo politico in Israele – nella quale né il primo ministro in carica Benjamin Netanyahu né il suo principale rivale Benny Gantz sembrano in grado di mettere insieme un governo di coalizione – sia il segnale di un profonda frattura ideologica.

In termini politici, non esiste nessuna spaccatura in Israele. Nelle elezioni generali di questo mese, il 90 % degli ebrei israeliani ha votato per partiti o della destra militarista e anti-araba oppure dell’estrema destra religiosa anti-araba.

I due partiti che dichiarano di rappresentare il centro-sinistra – le versioni ribattezzate del Labour e di Meretz – hanno avuto solo 11 seggi in un parlamento composto da 120 membri.

Ancora più strano, i tre partiti che affermano di voler formare un “governo di grande coalizione” hanno avuto circa il 60% dei voti.

Il Likud di Netanyahu, il partito Blu e Bianco di Gantz guidato da ex generali, e l’ Yisrael Beiteinu dell’ex ministro della difesa Avigdor Lieberman si sono assicurati, insieme, 73 seggi – ben oltre i 61 necessari per la maggioranza.

Tutti e tre sostengono il rafforzamento dell’occupazione e l’annessione di parti della Cisgiordania; tutti e tre pensano che gli insediamenti siano giustificati e necessari; tutti chiedono che l’assedio di Gaza continui; tutti vedono la leadership palestinese come inaffidabile; e tutti vogliono che i vicini stati arabi si facciano piccoli per la paura.

Moshe Yaalon, generale collega di Gantz nel partito Blu e Bianco, era stato in passato una figura chiave nel Likud al fianco di Netanyahu. E Lieberman, prima di creare il suo partito, era il responsabile dell’ufficio di Netanyahu. Questi non sono nemici politici; sono stretti alleati sul piano ideologico.

Esiste una differenza significativa ma non del tutto insormontabile. Gantz pensa che sia importante mantenere il sostegno bipartisan degli Stati Uniti all’occupazione militare da parte di Israele, mentre Netanyahu ha preferito affidare la sorte di Israele a Donald Trump e alla destra religiosa cristiana.

Reuven Rivlin, presidente di Israele, ha sollecitato i tre partiti a lavorare insieme. Ha suggerito che Netanyahu e Gantz si alternino nel ruolo di primo ministro, una prassi già utilizzata in Israele in passato.

Ma dopo che la scorsa settimana Gantz ha posto un rifiuto, il presidente ha assegnato a Netanyahu il compito di cercare di formare un governo, sebbene la maggior parte degli osservatori ritenga che lo sforzo si rivelerà inutile. Dopo le elezioni non risolutive in aprile e settembre, Israele sembra quindi avviarsi verso un terzo turno elettorale.

Ma se lo stallo non è ideologico, quale ne è la causa?

In verità, la paralisi è stata determinata da due paure: una nel Likud, l’altra nel Blu e Bianco.

Gantz è felice di sedere in un governo di unità con il Likud. La sua difficoltà è allearsi con Netanyahu, i cui avvocati hanno iniziato questa settimana le udienze con il procuratore generale per molteplici accuse di frode e abuso d’ufficio. Netanyahu vuole restare al potere per poter imporre una legge che gli garantirebbe l’immunità dall’accusa.

Blu e Bianco è stato costituito per estromettere Netayahu perché è un corrotto e sta energicamente distruggendo ciò che resta delle istituzioni democratiche israeliane, anche attraverso il tentativo di denigrare i pubblici ministeri che lo indagano.

Per Blu and Bianco sostenere ora Netanyahu in un governo di coalizione rappresenterebbe un tradimento nei confronti dei propri elettori.

La soluzione per il Likud, quindi, dovrebbe essere ovvia: eliminare Netanyahu e condividere il potere con Blu e Bianco.

Ma il problema è che i membri del Likud sono assolutamente schiavi del loro leader. Il pensiero di perderlo li terrorizza. Il Likud ora sembra più un credo religioso verso un uomo che un partito politico.

Gantz, nel frattempo, è preda di un diverso tipo di paura.

Senza il Likud, l’unica soluzione per Gantz è chiedere appoggio altrove. Ma ciò lo legherebbe ai 13 seggi della Lista Comune, una coalizione di partiti che rappresenta la grande minoranza israeliana di cittadini palestinesi.

E lì è il problema. Blu e Bianco è un partito profondamente arabo-fobico, proprio come il Likud e l’Yisrael Beiteinu. Il suo unico leader civile, Yair Lapid, ha notoriamente rifiutato di lavorare con i partiti palestinesi dopo le elezioni del 2013 – prima che Netanyahu facesse dell’istigazione al razzismo il marchio della sua campagna elettorale.

Lapid ha dichiarato: “Non starò mai con gli Zoabi”, un riferimento al più importante dei legislatori palestinesi dell’epoca, Haneen Zoabi.

Allo stesso modo, Gantz ha più volte ribadito il suo rifiuto di sedere in Parlamento con la Lista Comune.

Tuttavia, il leader della Lista Comune Ayman Odeh la scorsa settimana ha fatto un gesto senza precedenti, offrendo a Gantz il contributo [elettorale] della maggior parte della sua corrente.

Non è stata una concessione facile, date le posizioni di Gantz e [dato] il suo ruolo nel 2014 nel condurre la distruzione di Gaza al comando dell’esercito. La mossa ha fatto arrabbiare molti palestinesi nei territori occupati.

Ma Odeh a settembre ha assistito, come risultato, ad un balzo in avanti del 10% dei votanti nella minoranza palestinese rispetto alle elezioni di aprile, tanto è disperato il desiderio dei suoi elettori di sbarazzarsi di Netanyahu.

I sondaggi segnalano anche una crescente frustrazione tra i cittadini palestinesi per la loro scarsa influenza politica. Sebbene i colloqui di pace siano fuori dall’agenda di Israele, alcuni in quella minoranza sperano di ottenere un po’ di sollievo per la loro comunità dopo decenni di aspre discriminazioni istituzionali.

In un articolo pubblicato sul New York Times la scorsa settimana, Odeh ha spiegato il suo sostegno a Gantz. Intenderebbe inviare “un chiaro messaggio, che l’unico futuro per questo paese sia un futuro condiviso e che non esista un futuro condiviso senza la piena ed equa partecipazione dei cittadini arabo palestinesi”.

..segue ./.

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