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La VOCE 1911 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°3 | novembre 2019 | PAGINA a - 25 |
un ottimo e chiaro comunicato del fronte popolare per la liberazione della palestina. si denuncia l'invasione della siria, e non di una sua particolare area etnica. vincenzo brandi.
il fplp condanna l’invasione turca.
di fronte popolare per la liberazione della palestina.
il fronte popolare per la liberazione della palestina (fplp) condanna fermamente l’invasione turca del territorio siriano dal confine nord della siria. avevamo avvertito che si sarebbe arrivati a un tentativo di occupazione, alla luce delle ambizioni turche nel territorio siriano, che non sono cessate da quando alessandretta (iskenderun) è stata annessa alla turchia nel 1939.
il fplp ritiene che questa invasione militare coordinata con l’amministrazione statunitense non sia isolata dagli obiettivi che stavano e stanno dietro il sostegno delle forze terroristiche in siria da parte di questi due paesi e di molti altri, al fine di indebolire lo stato nazionale siriano e danneggiarne il ruolo, la sovranità, l’integrità territoriale attraverso l’istituzione di cantoni divisi per etnie e dottrine religiose.
il fronte invita i popoli arabi a prendere posizione e ad agire denunciando l’invasione turca e sostenendo la siria nella difesa del suo popolo e di tutti i suoi territori.
inoltre, invitiamo la lega araba, che sabato prossimo terrà il suo consiglio ministeriale, a occuparsi di ciò che questa invasione turca costituisce in termini di minaccia alla sicurezza nazionale araba e minaccia per l’unità e l’integrità territoriale di uno stato arabo. tale posizione richiede innanzitutto che la lega araba ritorni sui propri passi rispetto alla sciagurata decisione di escludere la siria dalla lega, e che non tolleri ulteriormente il sostegno di alcuni stati appartenenti alla lega a gruppi terroristici che, coordinati con la turchia e altri paesi, perseverano nel pianificare la distruzione della siria.
fronte popolare per la liberazione della palestina.
dipartimento centrale di informazione.
olivia zemor ci scrive da parigi e invictapalestina aderisce all'iniziativa:
manifestiamo a l'aia perché i crimini d'israele siano infine giudicati dalla corte penale internazionale.
il procuratore generale della cpi (corte penale internazionale situata a l'aia), fatou bensouda si rifiuta di trattare i fascicoli delle denuncie sporte contro i crimini israeliani, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
recentemente la corte d'appello è stata obbligata di richiederle di rivedere la sua posizione e riprendere l'inchiesta sul sanguinoso assalto della pirateria israeliana del 31 marzo 2010 contro la mavi marmara, nave della flotilla umanitaria in rotta verso gaza. fatou bensouda ha tempo fino al 2 dicembre per rivedere la sua posizione e lei sola è decisionaria. (nel 2013 lo stato delle comore, paese in cui la mavi marmara era registrata, ha sporto denuncia alla cpi, ma fatou bensouda ha affermato che non avrebbe avviato nessun procedimento giudiziario contro israele, preché il crimine non era stato « abbastanza importante »!)
del resto, anche quando il carattere di crimine contro l'umanità del regime di apartheid salta agli occhi, come il caso del massacro di gaza nell'estate 2014 (più di 2400 palestinesi assassinati, di cui 600 bambini), la signora besnouda non si è messa fretta : non ha ancora reso le sue conclusioni su questo caso, allo studio ormai da 4 anni.
le ong al-haq, al mezan e il centro palestinese per i diritti umani hanno raccolto loro stessi numerose prove dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi da israele (persecuzione, apartheid, furto, distruzione e saccheggio dei beni palestinesi e centinaia di assassinii) in cisgiodania e gerusalemme est dal 2014.
queste ong hanno sporto denuncia alla procura generale della cpi, malgrado le minacce di morte da parte di israele, ricevute, come rivelato, dai loro membri.
contemporaneamente, sono state depositate 650 denuncie ben documentate riguardo agli
assassinii e i feriti gravi tra i manifestanti della marcia del ritorno a gaza.
saranno anche queste insabbiate dalla procura generale ?
noi, uomini e donne di coscienza, facciamo appello per un raduno davanti alla corte penale internazionale dell'aia, venerdi' 29 novembre 2019 alle 14:00, in occasione della giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.
il bds è antisemita?
invictapalestina.
2060 iscritti.
cari antirazzisti, cosa fate quando vedete che israele
costruisce muri e posti di blocco per i palestinesi?
07/10/2019 di invicta palestina.
amira hass: privazione del sonno e cella freddissima. una donna palestinese viene interrogata da israele.
lo shin bet non ha risposto alla domanda di haaretz :” come mai la privazione del sonno e le posizioni dolorose non sono considerate torture illegali?“
traduzione e sintesi personale di bocchescucite.
una frase sentita da lama khater, durante il periodo in cui fu interrogata dal servizio di sicurezza di shin bet, la aiutò a resistere. “nessun interrogatorio dura per sempre“, le disse il rappresentante della croce rossa, che la vide per la prima volta circa due settimane dopo il suo arresto.
come ha sottolineato khater il mese scorso a casa sua a hebron in cisgiordania: “anche se in quel momento sentivo che l’interrogatorio sarebbe durato per sempre e il tempo nel reparto shin bet nella prigione di ashkelon si era fermato, la frase è diventata un’ancora per me, una chiave per ricordare che il tempo non si ferma e non si ferma qui.” khater è stata arrestata il 24 luglio 2018 e immediatamente trasferita per l’interrogatorio dello shin bet , durato 35 giorni.
l’arresto non è stato una sorpresa.
scrive articoli altamente critici nei confronti dell’autorità palestinese e del suo coordinamento sulla sicurezza con israele, sostenendo il diritto di resistere all’occupazione israeliana. non si aspettava un interrogatorio così lungo finalizzato ad avere informazioni da lei e a farle ammettere di svolgere attività civili (non militari) con hamas. non si aspettava un interrogatorio che includesse la privazione del sonno, l’essere dolorosamente ammanettata per molte ore ogni giorno, l’essere messa in una cella maleodorante con un condizionatore d’aria gelida e poi in una cella ancora più maleodorante (n. 8 ) dove il rubinetto forniva solo acqua marrone arrugginita.
“avevo dolori intestinali”, dice. “mi sono lamentata dell’acqua, ma l’interrogatore ha risposto: ‘la croce rossa controlla l’acqua e va bene. proprio come nelle carceri dei paesi arabi’”.
khater, 43 anni, del villaggio di ein siniya vicino a ramallah, ricorda i nomi della maggior parte dei suoi interrogatori: “dov, il maggiore yehiya, capo della sezione degli interrogatori, haroun, marcel, russo, rino, binji, johnny, vice di yehiya, il colonnello itzik, che viene ogni domenica e si è rivolto a me in modo molto minaccioso. inoltre c’era il generale herzl, che affermava di essere responsabile di tutti i centri specializzati per gli interrogatori in cisgiordania e “mirol” o qualcosa del genere. forse non ho capito del tutto il nome.
“khater afferma che la croce rossa ha cercato di garantire che una donna fosse presente nella stanza degli interrogatori, come richiesto dalla legge.
“sì, c’era sempre una donna nella stanza. le donne venivano sostituite ogni due ore, giorno e notte. si sedevano dietro il tavolo e guardavano i loro cellulari. di tanto in tanto una di loro aveva un libro. il maggiore yehiya ha anche sottolineato che erano lì solo per giocare con i loro cellulari. voleva dire che con il mio silenzio stavo facendo sprecare risorse. a volte c’era un interrogatore nella stanza, a volte due, a volte tre. durante il giorno l’interrogatorio avveniva in stanze diverse, al primo piano, di notte nel seminterrato. l’interrogatore si sedeva dietro la sua scrivania e poi prendeva la sedia e si sedeva proprio di fronte a me. gli dicevo di allontanarsi. infatti, per motivi religiosi non gli era permesso avvicinarsi così tanto.“
..segue ./.
Un ottimo e chiaro comunicato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Si denuncia l'invasione della Siria, e non di una sua particolare area etnica. Vincenzo Brandi
Il Fplp condanna l’invasione turcaIl Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) condanna fermamente l’invasione turca del territorio siriano dal confine nord della Siria. Avevamo avvertito che si sarebbe arrivati a un tentativo di occupazione, alla luce delle ambizioni turche nel territorio siriano, che non sono cessate da quando Alessandretta (Iskenderun) è stata annessa alla Turchia nel 1939. Il FPLP ritiene che questa invasione militare coordinata con l’amministrazione statunitense non sia isolata dagli obiettivi che stavano e stanno dietro il sostegno delle forze terroristiche in Siria da parte di questi due paesi e di molti altri, al fine di indebolire lo stato nazionale siriano e danneggiarne il ruolo, la sovranità, l’integrità territoriale attraverso l’istituzione di cantoni divisi per etnie e dottrine religiose. Il Fronte invita i popoli arabi a prendere posizione e ad agire denunciando l’invasione turca e sostenendo la Siria nella difesa del suo popolo e di tutti i suoi territori. Inoltre, invitiamo la Lega araba, che sabato prossimo terrà il suo consiglio ministeriale, a occuparsi di ciò che questa invasione turca costituisce in termini di minaccia alla sicurezza nazionale araba e minaccia per l’unità e l’integrità territoriale di uno stato arabo. Tale posizione richiede innanzitutto che la Lega Araba ritorni sui propri passi rispetto alla sciagurata decisione di escludere la Siria dalla Lega, e che non tolleri ulteriormente il sostegno di alcuni stati appartenenti alla Lega a gruppi terroristici che, coordinati con la Turchia e altri paesi, perseverano nel pianificare la distruzione della Siria. Fronte popolare per la liberazione della Palestina Dipartimento centrale di informazione Olivia Zemor ci scrive da Parigi e Invictapalestina aderisce all'iniziativa: Manifestiamo a L'AIA perché i crimini d'Israele siano infine giudicati dalla Corte Penale Internazionale Il procuratore generale della CPI (Corte Penale Internazionale situata a L'Aia), Fatou Bensouda si rifiuta di trattare i fascicoli delle denuncie sporte contro i crimini israeliani, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Recentemente la Corte d'Appello è stata obbligata di richiederle di rivedere la sua posizione e riprendere l'inchiesta sul sanguinoso assalto della pirateria israeliana del 31 marzo 2010 contro la Mavi Marmara, nave della Flotilla umanitaria in rotta verso Gaza. Fatou Bensouda ha tempo fino al 2 dicembre per rivedere la sua posizione e lei sola è decisionaria. (Nel 2013 lo stato delle Comore, paese in cui la Mavi Marmara era registrata, ha sporto denuncia alla CPI, ma Fatou Bensouda ha affermato che non avrebbe avviato nessun procedimento giudiziario contro Israele, preché il crimine non era stato « abbastanza importante »!) Del resto, anche quando il carattere di crimine contro l'umanità del regime di apartheid salta agli occhi, come il caso del massacro di Gaza nell'estate 2014 (più di 2400 palestinesi assassinati, di cui 600 bambini), la signora Besnouda non si è messa fretta : non ha ancora reso le sue conclusioni su questo caso, allo studio ormai da 4 anni. Le ONG Al-Haq, Al Mezan e il Centro Palestinese per i Diritti Umani hanno raccolto loro stessi numerose prove dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi da Israele (persecuzione, apartheid, furto, distruzione e saccheggio dei beni palestinesi e centinaia di assassinii) in Cisgiodania e Gerusalemme Est dal 2014. Queste Ong hanno sporto denuncia alla Procura Generale della CPI, malgrado le minacce di morte da parte di Israele, ricevute, come rivelato, dai loro membri. Contemporaneamente, sono state depositate 650 denuncie ben documentate riguardo agli |
assassinii e i feriti gravi tra i manifestanti della Marcia del Ritorno a Gaza.
Saranno anche queste insabbiate dalla Procura Generale ? Noi, uomini e donne di coscienza, facciamo appello per un raduno davanti alla Corte Penale Internazionale dell'Aia, Venerdi' 29 novembre 2019 alle 14:00, in occasione della Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Il BDS è antisemita?Invictapalestina 2060 iscritti Cari antirazzisti, cosa fate quando vedete che Israele costruisce muri e posti di blocco per i palestinesi? 07/10/2019 DI INVICTA PALESTINA Amira Hass: PRIVAZIONE DEL SONNO E CELLA FREDDISSIMA. UNA DONNA PALESTINESE VIENE INTERROGATA DA ISRAELETraduzione e sintesi personale di Bocchescucite Una frase sentita da Lama Khater, durante il periodo in cui fu interrogata dal servizio di sicurezza di Shin Bet, la aiutò a resistere. “Nessun interrogatorio dura per sempre“, le disse il rappresentante della Croce Rossa, che la vide per la prima volta circa due settimane dopo il suo arresto. Come ha sottolineato Khater il mese scorso a casa sua a Hebron in Cisgiordania: “Anche se in quel momento sentivo che l’interrogatorio sarebbe durato per sempre e il tempo nel reparto Shin Bet nella prigione di Ashkelon si era fermato, la frase è diventata un’ancora per me, una chiave per ricordare che il tempo non si ferma e non si ferma qui.” Khater è stata arrestata il 24 luglio 2018 e immediatamente trasferita per l’interrogatorio dello Shin Bet , durato 35 giorni. L’arresto non è stato una sorpresa. Scrive articoli altamente critici nei confronti dell’Autorità Palestinese e del suo coordinamento sulla sicurezza con Israele, sostenendo il diritto di resistere all’occupazione israeliana. Non si aspettava un interrogatorio così lungo finalizzato ad avere informazioni da lei e a farle ammettere di svolgere attività civili (non militari) con Hamas. Non si aspettava un interrogatorio che includesse la privazione del sonno, l’essere dolorosamente ammanettata per molte ore ogni giorno, l’essere messa in una cella maleodorante con un condizionatore d’aria gelida e poi in una cella ancora più maleodorante (n. 8 ) dove il rubinetto forniva solo acqua marrone arrugginita. “Avevo dolori intestinali”, dice. “Mi sono lamentata dell’acqua, ma l’interrogatore ha risposto: ‘La Croce Rossa controlla l’acqua e va bene. Proprio come nelle carceri dei paesi arabi’”. Khater, 43 anni, del villaggio di Ein Siniya vicino a Ramallah, ricorda i nomi della maggior parte dei suoi interrogatori: “Dov, il maggiore Yehiya, capo della sezione degli interrogatori, Haroun, Marcel, Russo, Rino, Binji, Johnny, vice di Yehiya, il colonnello Itzik, che viene ogni domenica e si è rivolto a me in modo molto minaccioso. Inoltre c’era il generale Herzl, che affermava di essere responsabile di tutti i centri specializzati per gli interrogatori in Cisgiordania e “Mirol” o qualcosa del genere. Forse non ho capito del tutto il nome. “Khater afferma che la Croce Rossa ha cercato di garantire che una donna fosse presente nella stanza degli interrogatori, come richiesto dalla legge. “Sì, c’era sempre una donna nella stanza. Le donne venivano sostituite ogni due ore, giorno e notte. Si sedevano dietro il tavolo e guardavano i loro cellulari. Di tanto in tanto una di loro aveva un libro. Il maggiore Yehiya ha anche sottolineato che erano lì solo per giocare con i loro cellulari. Voleva dire che con il mio silenzio stavo facendo sprecare risorse. A volte c’era un interrogatore nella stanza, a volte due, a volte tre. Durante il giorno l’interrogatorio avveniva in stanze diverse, al primo piano, di notte nel seminterrato. L’interrogatore si sedeva dietro la sua scrivania e poi prendeva la sedia e si sedeva proprio di fronte a me. Gli dicevo di allontanarsi. Infatti, per motivi religiosi non gli era permesso avvicinarsi così tanto.“ ..segue ./.
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