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La VOCE ANNO XXI N°7

marzo 2019

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Ucraina: violazione della libertà

Higinio Polo | Rebelión Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

09/02/2019

Il prossimo 31 marzo si svolgeranno le elezioni presidenziali in Ucraina, evento in cui si fronteggiano i diversi candidati del regime emersi dal colpo di Stato di Maidan nel 2014, per appropriarsi delle molle politiche per proseguire la folle corsa al saccheggio e alla spogliazione a cui hanno sottoposto il paese. Le elezioni si svolgono tra coloro quelli che si sono avvantaggiati del colpo di Stato, che si sono arricchiti dal saccheggio del paese negli ultimi anni e che ora cercano di contrattare le chiavi del potere e continuare ad arricchirsi.

Tra i candidati vi è l'attuale presidente Petro Poroshenko, un uomo corrotto e profondamente impopolare, con poche possibilità di essere rieletto; Yulia Timoshenko, una donna arricchita con le oscure reti di corruzione nella compagnia ucraina del gas e dei contratti di fornitura e che era leader della "rivoluzione arancione"; e Yuriy Boyko, ex ministro di Yanukovych e vecchio nemico di Aleksandr Turchinov, uno dei primi golpisti del 2014. Ce ne sono anche altri meno rilevanti di candidati, come Andriy Sadovyi, Sindaco di Leopoli (una delle città dove il nazismo ucraino è più diffuso) e leader del partito Samopomich (Auto Aiuto), che è definito simile alla Democrazia Cristiana; o Valentyn Nalyvaichenko, che dopo il colpo di stato è stato nominato capo della SBU, servizi segreti ucraini.

Le garanzie democratiche sono inesistenti: il terreno politico è riservato ai partiti del regime, che tuttavia si combattono tra loro in mezzo a intrighi, manipolazioni e sporche operazioni. Pertanto, il governo Poroshenko non vuole candidati scomodi e quindi, la candidatura di Petro Simonenko (Segretario Generale del Partito Comunista di Ucraina), per le elezioni presidenziali è stata respinta dalla Commissione Elettorale centrale, che ha deciso di negare la sua registrazione in aperta violazione dei diritti democratici. Tale decisione non trova corrispondenza nemmeno tra le leggi stesse adottate dal Parlamento ed è in palese contraddizione con i documenti firmati dall'Ucraina con l'Unione europea, in cui si esprime un impegno a rispettare i principi democratici, la libertà e i diritti umani.

In risposta alle indicazioni del governo golpista di Petro Poroshenko, le agenzie ufficiali ucraine hanno imposto le loro condizioni, emarginando e perseguitando tutte le organizzazioni politiche che combattono contro le istituzioni e il potere di coloro che hanno beneficiato del colpo di Stato del Maidán del 2014. Il colpo di Stato che ha inaugurato gli anni dell'arbitrarietà e della repressione è stato organizzato, sostenuto e finanziato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, che hanno militarmente addestrato mercenari nei campi polacchi nelle settimane che hanno portato al rovesciamento di Yanukovych. Il Parlamento golpista ha poi espulso i 32 deputati comunisti che erano stati eletti nelle elezioni precedenti e il Ministero della Giustizia e i tribunali amministrativi hanno vietato l'attività del Partito Comunista di Ucraina. Nè sono stati fatti progressi nelle indagini della terribile mattanza dei sindacati di Odessa, dove i teppisti di Maidan hanno bruciato quarantadue persone vive: a alcuni hanno fatto saltare la testa mentre gridavano viva l'Ucraina.

Da allora, il governo golpista ha promosso una legislazione che cerca di cancellare dalla memoria del paese ogni riferimento ai comunisti, alla Repubblica socialista sovietica ucraina, all'Unione Sovietica, imponendo nelle scuole, nelle università e sui mezzi di comunicazione una vergognosa manipolazione della storia del paese. A tal fine, il parlamento golpista ha approvato la legge chiamata "decomunistizzazione" che era così arbitraria da essere considerata un abuso da parte della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa e tra le questioni in sospeso su cui la Corte Costituzionale ucraina deve pronunciarsi.

Nulla può essere previsto con un regime come quello dell'Ucraina, nel cui governo ci sono ministri apertamente fascisti, il cui programma prevede l'integrazione del paese nella NATO, il rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti, le cui truppe frequentemente partecipano alle esercitazioni militari nel paese e a cui Kiev ha offerto anche l'apertura delle basi militari e navali e la prosecuzione del saccheggio che ha reso l'Ucraina uno dei paesi più poveri in Europa. Il governo di Poroshenko, così come i partiti politici emersi dal sistema Maidán, è il protagonista di uno scandaloso regime di corruzione, nepotismo e saccheggio dei beni pubblici e continua ad imporre una dura repressione contro i comunisti e la sinistra, negando l'adempimento degli accordi di Minsk per porre fine alla guerra in Donbass, mentre ancora bombarda il territorio, invia squadre della morte, come quella che ha ucciso il leader del Donbass, Aleksandr Zajarchenko e dando copertura per il dispiegamento militare degli Stati Uniti e della NATO nel Mar Nero, con le pericolose conseguenze che ciò può avere per il mantenimento della pace in quella regione e in tutta Europa.

La violazione di libertà e democrazia che impedisce a Petro Simonenko di candidarsi alle elezioni presidenziali ucraine, dovrebbe spingere il governo spagnolo, l'Unione europea e il Parlamento europeo a intervenire in difesa dei principi democratici, condannando l'azione del governo di Kiev e richiedendo la loro immediata rettifica, in modo che Simonenko sia in grado di registrare la sua la candidatura alle elezioni presidenziali. E' molto dubbio che ciò avvenga, naturalmente, perché ora Madrid e Bruxelles hanno occhi solo per guardare verso Caracas, anche se non c'è dubbio che l'Unione europea, le organizzazioni democratiche, i sindacati, dovrebbero esprimere la loro solidarietà al Partito Comunista ucraino, in difesa della libertà.

Al Partito Comunista di Ucraina viene impedito di partecipare alle elezioni presidenziali

Dichiarazione di Petro Simonenko, Segretario generale del PCU da kpu.party Traduzione dal russo di Mauro Gemma per Marx21.it

L'Unione Europea, impegnata a sostenere un golpista fascista in Venezuela, ovviamente non ha nulla da dire quando il governo nazista di Kiev viola spudoratamente le più elementari libertà democratiche, in nome della persecuzione dei comunisti scatenata in seguito al colpo di Stato sostenuto dall'imperialismo USA/UE/NATO del 2014 e dopo il varo delle odiose leggi che li discriminano e li criminalizzano (MG)


Il rifiuto della Commissione elettorale centrale di registrare il leader del Partito Comunista di Ucraina Petro Simonenko come candidato alla presidenza è incostituzionale: il partito si appella alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Questo ha dichiarato in una nota rilasciata a GolosUA Petro Simonenko, che è stato candidato alla carica di presidente dell'Ucraina dal Partito Comunista.

“Ciò rappresenta una discriminazione e la negazione dei diritti non solo ai membri del partito, ma anche a molte persone che simpatizzano per noi e ci esprimono sostegno, milioni di cittadini che oggi difendono e chiedono il rispetto delle idee di sinistra da parte delle autorità. Questa è una grave violazione della Costituzione, che consente ai partiti di prendere parte alle elezioni. La Costituzione richiede anche che i processi elettorali rappresentino una varietà di idee e ideologie. Questa è una grave violazione, dal momento che al Partito Comunista è vietato partecipare alle elezioni. Inoltre, il divieto, che la Commissione elettorale Centrale ha imposto con la sua decisione, si basa sul fatto che non abbiamo abbandonato la nostra ideologia, il nome del partito e i suoi simboli ", ha detto il leader del Partito Comunista.

Secondo Petro Simonenko, gli elettori dovrebbero capire che i comunisti devono essere ammessi perché rappresentano una diversa linea ideologica e altre opinioni su ciò che sta accadendo in Ucraina e su come è possibile risolvere i suoi problemi.

"Si dovrebbe anche capire che in questa situazione viene negata la registrazione di un partito politico che non è proibito. Il destino della legge sulla "decomunistizzazione" è attualmente all'esame della Corte costituzionale (...) Ci troviamo perciò di fronte a una grave violazione dei diritti umani, e sicuramente ci rivolgeremo ai tribunali, in particolare alla Corte europea dei diritti dell'uomo", ha concluso Petro Simonenko.

Servizio stampa del Partito Comunista di Ucraina

Caro -*Mauro e Piero, tempi duri per i comunisti ! Su "La Stampa" di ieri venerdì 8 si poteva leggere questo titolo a proposito dell'Ucraina "Il Parlamento vota a favore dell'adesione alla Nato e all'Ue" che iniziava così :"Il sogno europeo della Rivolta di Maidan sarà presto nella Costituzione ucraina". Sembra che il sogno degli Ucraini sia di entrare prima nella Nato che nell'Ue e si ignora completamente che il colpo di Stato contro Yanukovic é stato organizzato dalla Cia, dal sottosegretario Nuland. In serata alla Retetre in ricordo delle Foibe e dei Profughi istriani nel film Red Land- Istria rossa, i partigiani slavi venivano presentati tutti come stupratori, assassini e criminali e l'attore Franco Nero, nel film uno stimato intellettuale pacifista, definiva il comunismo di Tito peggiore del nazi-fascismo. Nel film nessuna responsabilità da parte dei fascisti, nessun accenno ai campi di concentramento fascisti, alle stragi nazi-fasciste delle popolazioni slave né nei confronti di quegli sloveni italiani come Pahor che finirono in campi di concentramento solo per il fatto di essere di etnia slovena. E oggi a mezzogiorno il discorso del Presidente Mattarella che definiva negazionisti gli storici che considerano le Foibe come una conseguenza dell'aggressione nazi-fascista alla Jugoslavia. Per il Presidente Mattarella, in Istria, i partigiani slavi di Tito attuarono una criminale pulizia etnica nei confronti degli italiani. E sembra che su ciò ci sia un consenso generale.
A mio parere é in atto una revisione storica iniziata con Napolitano e proseguita da Mattarella per cui, fra un po', anche in Italia, sarà arduo dichiararsi comunisti. Ciò, a mio parere, é dovuto al fatto che non esiste più una forza di di sinistra nel Parlamento, gl intellettuali comunisti sono rari e non hanno voce sui mezzi d'informazione e, mai come oggi, ho notato un'informazione ed una narrazione alla rovescia, al servizio dei potenti, delle multinazionali e dei banchieri, delle Amministrazioni statunitensi, qualunque cosa facciano . Avrei sperato una Italia ed una Europa diverse, ma guardando a quanto accade sono pessimista.
Un cordiale saluto
Ireo Bono

Ndr.:*Mauro Gemma e Pietro Pagliani

Sì, è così e il gioco è anche scoperto. I Comunisti mangiavano i bambini e Russi e Cinesi sono gli eredi dei cattivissimi Comunisti. Propaganda di guerra di bassissima lega. Voglio vedere se gli "intellettuali di sinistra" alzeranno una qualche debole protesta. C'è un punto positivo in tutto questo squallore: tra poco non ci saranno più alibi sinistroidi e questi agenti, funzionari e fan dell'Impero saranno messi a nudo nella loro essenza concreta: il fascismo.
...
P.

Ucraina, la Nato nella Costituzione

L’arte della guerra


UN REPARTO DEL BATTAGLIONE AZOV

Manlio Dinucci
Il giorno dopo la firma del protocollo di adesione alla Nato della Macedonia del Nord quale 30° membro, l‘Ucraina ha compiuto un atto senza precedenti: ha incluso nella propria Costituzione l’impegno a entrare ufficialmente nella Nato e allo stesso tempo nell’Unione europea.

Il 7 febbraio, su proposta del presidente Petro Poroshenko – l’oligarca arricchitosi col saccheggio delle proprietà statali, che si ricandida alla presidenza – il parlamento di Kiev ha approvato (con 334 voti contro 35 e 16 assenti) gli emendamenti in tal senso della Costituzione.

Il Preambolo enuncia «il corso irreversibile dell’Ucraina verso l’integrazione euro-atlantica»; gli Articoli 85 e 116 decretano che compito fondamentale del parlamento e del governo è «ottenere la piena appartenza dell’Ucraina alla Nato e alla Ue»; l’Articolo 102 stabilisce che «il presidente dell’Ucraina è il garante del corso strategico dello Stato per ottenere la piena appartenenza alla Nato e alla Ue». L’inclusione nella Costituzione ucraina dell’impegno a entrare ufficialmente nella Nato comporta conseguenze gravissime.

Sul piano interno, vincola a tale scelta il futuro dell’Ucraina, escludendo qualsiasi alternativa, e mette di fatto fuorilegge qualsiasi partito o persona si opponga al «corso strategico dello Stato». Già oggi la Commissione elettorale centrale impedisce a Petro Simonenko, esponente del PC di Ucraina, di partecipare alle elezioni presidenziali di marzo.

Il merito di aver introdotto nella Costituzione l’impegno a far entrare ufficialmente l’Ucraina nella Nato va in particolare al presidente del parlamento Andriy Parubiy. Cofondatore nel 1991 del Partito nazionalsociale ucraino, sul modello del Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler; capo delle formazioni paramilitari neonaziste, usate nel 2014 nel putsch di Piazza Maidan, sotto regia Usa/Nato, e nel massacro di Odessa; capo del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale che, con il Battaglione Azov e altre unità neonaziste, attacca i civili ucraini di nazionalità russa nella parte orientale del paese ed effettua con apposite squadracce feroci pestaggi, devastazioni di sedi politiche e roghi di libri in perfetto stile nazista.

Sul piano internaziionale, va tenuto presente che l’Ucraina è già di fatto nella Nato, di cui è paese partner: ad esempio il battaglione Azov, la cui impronta nazista è rappresentata dall’emblema ricalcato da quello delle SS Das Reich, è stato trasformato in reggimento operazioni speciali, dotato di mezzi corazzati e addestrato da istruttori Usa della 173a Divisione aviotrasportata, trasferiti da Vicenza in Ucraina, affiancati da altri della Nato.

Poiché la Russia viene accusata dalla Nato di aver annesso illegalmente la Crimea e di condurre azioni militari contro l’Ucraina, se questa entrasse ufficialmente nella Nato, gli altri 30 membri della Alleanza, in base all’Art. 5, dovrebbero «assistere la parte attaccata intraprendendo l’azione giudicata necessaria, compreso l’uso della forza armata». In altre parole, dovrebbero andare in guerra contro la Russia.

Su queste pericolose implicazioni della modifica della Costituzione ucraina – dietro cui vi sono certamente le lunghe mani degli strateghi Usa/Nato – è calato, in Europa, il silenzio politico e mediatico.

Tace anche il parlamento italiano, che nel 2017 ha concordato un memorandum d’intesa con quello ucraino, sottoscritto da Laura Boldrini e Andriy Parubiy, rafforzando la cooperazione tra la Repubblica italiana, nata dalla Resistenza contro il nazi-fascismo, e un regime che ha creato in Ucraina una situazione analoga a quella che portò all’avvento del fascismo negli anni Venti e del nazismo negli anni Trenta.

(il manifesto, 12 febbraio 2019)

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