La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |
Stampa pagina |
Stampa inserto |
La VOCE 1905 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La gloriosa Bandiera |
La VOCE ANNO XXI N°9 | maggio 2019 | PAGINA 1 - 13 |
portavoce del ministero degli esteri a proposito delle alture del golan in siria.
kfaitalia .
un portavoce del ministero degli affari esteri della rpdc ha dato la seguente risposta a una domanda posta dalla kcna il 27 marzo per quanto concerne la questione delle alture del golan in siria:
è globalmente riconosciuto che le alture del golan sono territorio sacro ed inalienabile della siria, essendo anche state adottate risoluzioni al riguardo nel consiglio di sicurezza delle nazioni unite e nell’assemblea generale delle nazioni unite.
la negazione della giurisdizione siriana sulle alture del golan è una violazione della sovranità della siria e ciò può portare a un ulteriore aggravamento dell’instabile situazione regionale.
esprimiamo pieno sostegno e solidarietà alla lotta del governo e del popolo siriani per riprendersi le alture del golan occupate, salvaguardare la sovranità del paese e realizzare l’integrità territoriale.
fonte: naenara
portavoce del ministero degli esteri sollecita un’indagine responsabile sull’assalto all’ambasciata della rpdc
kfaitalia
un portavoce del ministero degli affari esteri della rpdc ha dato la seguente risposta a una domanda posta dalla kcna il 31 marzo per quanto concerne il recente assalto all’ambasciata della rpdc in spagna:
un grave attentato terrorista si è verificato il 22 febbraio, quando un gruppo armato ha assaltato l’ambasciata della rpdc in spagna e ha legato, picchiato e torturato il personale dell’ambasciata, rubando i loro apparati di comunicazione.
l’intrusione illegale e l’occupazione di una missione diplomatica, oltreché l’estorsione, sono una grave violazione della sovranità statale e una flagrante violazione del diritto internazionale; questo tipo di azioni non dovrebbe mai essere tollerato da nessuna parte nel mondo.
stiamo seguendo tutte le voci di corridoio che si stanno ora spargendo, per le quali l’fbi statunitense e i quattro gatti di una “organizzazione” anti-rpdc sono stati coinvolti nell’incidente, e altro di simile.
ci aspettiamo che le autorità competenti in spagna, luogo dell’incidente, portino avanti un’indagine responsabile sull’incidente e assicurino alla giustizia i terroristi e i loro burattinai, in conformità con le norme internazionali in materia; aspetteremo pazientemente i risultati.
fonte: naenara .
kim jong il – su alcuni problemi posti nell’interpretazione della filosofia del juche (2/4/1974).
kfaitalia .
rilanciamo quest’opera filosofica del grande dirigente, compagno kim jong il, in occasione del 45° anniversario della sua pubblicazione.
***
tratto da: kim jong il, per sviluppare le idee del juche, casa editrice in lingue estere, pyongyang 1995, pagg. 1-8 ed. fr.
su alcuni problemi posti nell’interpretazione della filosofia del juche .
risultati del colloquio coi funzionari della propaganda teorica del partito .
recentemente, uno specialista delle scienze sociali mi ha fatto pervenire una lettera nella quale esprimeva la sua opinione sulla filosofia jucheana.
il contenuto di questa lettera mi porta a credere che i nostri scienziati non abbiano ancora una conoscenza precisa della filosofia jucheana.
la filosofia jucheana è una filosofia nuova e il nostro leader ne è il promotore.
è una filosofia incentrata sull’uomo, poiché, nella sua formulazione così come nella sua sistematizzazione, essa mette l’accento sulla specie umana. per filosofia incentrata sull’uomo non intendiamo semplicemente una filosofia che cerca di studiare e delucidare il problema dell’uomo. la filosofia incentrata sull’uomo di cui noi parliamo mette l’essere umano al centro del problema filosofico fondamentale e ne fa una leva per ciò che concerne la visione, la concezione e la posizione che bisogna adottare nei confronti dell’universo.
ma l’autore della lettera che ho testé menzionato assimila la filosofia jucheana alla filosofia umanista. la sua opinione è ad ogni modo condivisa da alcuni altri specialisti delle scienze sociali.
la filosofia umanista è molto antica; essa è del resto dovuta a molteplici scuole aventi tutte lo stesso obiettivo: la chiarificazione della questione puramente umana. essa nega la missione iniziale della filosofia in quanto scienza che s’ingegna a comprendere il mondo; è una filosofia della vita che disserta essenzialmente su cosa sono l’uomo e la vita umana.
del tutto diverso è il discorso da farsi per la filosofia jucheana. essa s’interroga fondamentalmente sulla posizione ed il ruolo dell’uomo nel mondo e specifica il principio filosofico secondo il quale l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto. il problema fondamentale che pone questa filosofia non è il problema astratto dell’uomo, ma piuttosto quello dei rapporti tra il mondo e l’essere umano; altresì, il principio sul quale essa riposa non è semplicemente una concezione della vita umana, ma una concezione del mondo. ma questa concezione del mondo, che essa preconizza, è incentrata sull’uomo, è una concezione jucheana dell’universo.
la filosofia jucheana professa ugualmente un nuovo punto di vista per quanto attiene all’uomo.
storicamente parlando, il problema dell’uomo è stato per lungo tempo l’oggetto delle ricerche filosofiche e innumerevoli dibattiti sono stati intrapresi intorno a questo problema,
senza tuttavia esser giunti ad una soluzione filosofica soddisfacente. I teorici marxisti classici hanno formulato un’opinione dialettica materialista su questo problema, compiendo così un enorme progresso nella delucidazione filosofica della natura dell’uomo. Per essi, la natura dell’uomo è costituita dall’insieme dei rapporti sociali, la produzione materiale e i rapporti socio-economici costituendo i fattori più determinanti di ogni azione umana. Malgrado il loro punto di vista dialettico materialista sul problema dell’uomo, essi non hanno potuto tuttavia evidenziare completamente le caratteristiche essenziali dell’uomo in quanto essere che domina e trasforma la natura e la società.
La filosofia jucheana è stata la prima a dimostrare che il senso di libertà, la creatività e la coscienza sono gli attributi dell’essere sociale che è l’uomo. Essa ha inoltre totalmente delucidato la natura dell’uomo e colto in modo giusto il problema filosofico della sua posizione e del suo ruolo in quanto padrone della natura e della società che egli sottomette alla sua volontà e trasforma.
La filosofia jucheana e la filosofia umanista differiscono fondamentalmente l’una dall’altra per il punto di vista che ciascuna di esse adotta nei riguardi dell’uomo. La prima vede nell’uomo un essere sociale autonomo, creatore e cosciente, mentre i sostenitori della seconda negano il carattere sociale dell’uomo che considerano come un essere istintivo, impotente ed isolato dal mondo. La filosofia umanista borghese rifiuta di comprendere scientificamente il mondo e si oppone alla sua trasformazione rivoluzionaria, esaltando così la tristezza, il pessimismo e l’individualismo estremo.
Noi dobbiamo farci un’idea chiara della natura reazionaria della filosofia umanista preconizzata dalla borghesia ed afferrare correttamente l’originalità della filosofia jucheana che pone e delucida in modo originale il problema dell’uomo.
Per comprendere la filosofia jucheana bisogna, inoltre, interpretare in maniera precisa il suo nuovo punto di vista nei riguardi del mondo, il quale è incentrato sull’uomo.
Secondo questa filosofia, l’uomo è l’asse di ogni visione del mondo e la concezione e la posizione da adottare verso il mondo devono ugualmente essere incentrate sull’uomo. È questa la caratteristica essenziale di questa filosofia, la sola concezione rivoluzionaria del mondo nella nostra epoca. Chiarendo con originalità la percezione, la concezione e la posizione nei riguardi dell’universo polarizzandole sull’uomo, essa fornisce alle masse lavoratrici, e soprattutto alla classe operaia, un’arma efficace che permette loro di trasformare il mondo e di modellare il loro destino.
Ora, attualmente alcuni pretendono che l’essere umano sia la componente essenziale dell’universo o che esso sia all’origine di tutte le trasformazioni che intervengono nel mondo materiale, e credono di aver così trovato il nuovo punto di vista preconizzato dalla filosofia jucheana e che si distingue da quello delle filosofie precedenti.
La dialettica materialista ha già dimostrato che il mondo è costituito dalla materia e non dallo spirito o dall’idea, che muta e si evolve in funzione delle leggi sue proprie e non sotto l’impulso di una forza sovrannaturale qualsiasi. Non si può negare il fatto che il mondo, di cui la materia è sostanza, sia una totalità materiale e che il suo movimento e la sua evoluzione si reggano su leggi loro proprie. La filosofia jucheana, per parte sua, tenta di rispondere alla nuova domanda: chi è il padrone del mondo e qual è la forza che lo trasforma e lo modifica? Essa sviluppa una nuova percezione del mondo secondo la quale la natura e la società sono dominate e trasformate dall’uomo, portando così a termine, con successo, il principale compito filosofico della nostra epoca nella quale le masse popolari sono divenute padrone del loro destino, soggetti della storia.
La filosofia jucheana spiega così il fatto che l’uomo è il padrone del mondo, che lo domina, ma essa non suggerisce affatto che il mondo materiale abbia per componente essenziale la specie umana. Ugualmente, questa filosofia sottolinea che è l’uomo che modifica il mondo, ma non ammette che l’uomo sia l’autore di tutti i cambiamenti che sopravvengono nel mondo. L’opinione per la quale il mondo materiale si limita essenzialmente all’uomo o che tutte le trasformazioni del mondo dipendano dall’uomo è dovuta a una cattiva comprensione della filosofia jucheana. Per poter comprendere il mondo secondo la spiegazione che ne propone la filosofia jucheana, si devono apprezzare correttamente la posizione ed il ruolo dell’uomo.
Per comprendere correttamente la filosofia jucheana, è altresì importante farsi un’idea giusta della nozione di indipendenza.
La filosofia jucheana è stata la prima a mettere in luce il fatto che l’uomo è un essere sociale avente un bisogno vitale d’indipendenza, compiendo così una svolta storica nella delucidazione della natura dell’uomo così come della sua posizione e del suo ruolo.
Ma, attualmente, hanno avuto corso false opinioni nell’interpretazione del problema dell’indipendenza delucidato dalla filosofia jucheana.
Come dimostra la lettera che ho prima citato, alcuni considerano il senso di libertà dell’uomo come risultato dello sviluppo e del perfezionamento dell’istinto di conservazione che caratterizza la materia vivente in generale.
Il senso di libertà è l’attributo dell’essere sociale che è l’uomo e non dovrebbe dunque essere considerato come un semplice risultato dello sviluppo e del perfezionamento della natura biologica della materia vivente.
L’opinione per la quale il senso di libertà dell’uomo è il risultato dello sviluppo e del perfezionamento delle proprietà naturali della materia vivente ordinaria deriva, essenzialmente, da una forma di riflessione evoluzionista.
Certo, noi non neghiamo l’evoluzionismo in quanto tale. La scienza ha dimostrato già da molto tempo che la specie umana rappresenta il risultato di una lunga serie di trasformazioni.
Tuttavia, se l’uomo stesso è il prodotto dell’evoluzione, lo stesso non vale per il senso di libertà di cui gode.
Il senso di libertà è il prodotto della società. Si tratta di una proprietà che l’uomo riceve dalla società e non dalla natura; non è un dono dell’ambiente naturale, ma un prodotto del divenire storico-sociale. La natura conferisce all’uomo le sue proprietà naturali, biologiche, mentre la società gli conferisce le proprietà di ogni essere sociale. Si può affermare che il senso di libertà dell’uomo è un’esigenza ed una espressione della vita e delle pratiche sociali.
Evidentemente, sarebbe possibile paragonare in una prospettiva evoluzionista l’uomo e la materia vivente in generale per sapere perché il senso di libertà è dato solo all’uomo.
Non si potrebbe concepire il senso di libertà dell’uomo al di fuori del suo organismo fisico specifico che si è formato e si è sviluppato nel corso di un lungo processo di evoluzione.
Grazie a questo organismo molto evoluto, l’uomo possiede la facoltà di pensare e quella di lavorare, che gli sono proprie e che non sono date ad alcuna altra forma di materia vivente, ciò che spiega il suo senso di libertà. Non si deve perciò dedurre che quest’ultimo, così come l’organismo umano, è il prodotto della sua evoluzione. Il senso di libertà, attributo dell’uomo, non è né esistito né ha potuto farlo sotto qualsiasi forma, nemmeno in forma embrionale, prima della formazione della società.
Il senso di libertà dell’uomo si distingue qualitativamente dalla natura istintiva della materia vivente ordinaria che cerca semplicemente di mantenere la propria esistenza fisica. Esso consiste nel voler vivere e svilupparsi in quanto essere sociale. È sbagliato cercare di spiegare il senso di libertà dell’essere sociale che è l’uomo a partire dal suo semplice istinto di conservazione. Adottando questa posizione non si farà che negare la differenza
..segue ./.
Portavoce del Ministero degli Esteri a proposito delle Alture del Golan in SiriaUn portavoce del Ministero degli Affari Esteri della RPDC ha dato la seguente risposta a una domanda posta dalla KCNA il 27 marzo per quanto concerne la questione delle Alture del Golan in Siria: È globalmente riconosciuto che le Alture del Golan sono territorio sacro ed inalienabile della Siria, essendo anche state adottate risoluzioni al riguardo nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La negazione della giurisdizione siriana sulle Alture del Golan è una violazione della sovranità della Siria e ciò può portare a un ulteriore aggravamento dell’instabile situazione regionale. Esprimiamo pieno sostegno e solidarietà alla lotta del governo e del popolo siriani per riprendersi le Alture del Golan occupate, salvaguardare la sovranità del paese e realizzare l’integrità territoriale. Fonte: Naenara Portavoce del Ministero degli Esteri sollecita un’indagine responsabile sull’assalto all’ambasciata della RPDCUn portavoce del Ministero degli Affari Esteri della RPDC ha dato la seguente risposta a una domanda posta dalla KCNA il 31 marzo per quanto concerne il recente assalto all’ambasciata della RPDC in Spagna: Un grave attentato terrorista si è verificato il 22 febbraio, quando un gruppo armato ha assaltato l’ambasciata della RPDC in Spagna e ha legato, picchiato e torturato il personale dell’ambasciata, rubando i loro apparati di comunicazione. L’intrusione illegale e l’occupazione di una missione diplomatica, oltreché l’estorsione, sono una grave violazione della sovranità statale e una flagrante violazione del diritto internazionale; questo tipo di azioni non dovrebbe mai essere tollerato da nessuna parte nel mondo. Stiamo seguendo tutte le voci di corridoio che si stanno ora spargendo, per le quali l’FBI statunitense e i quattro gatti di una “organizzazione” anti-RPDC sono stati coinvolti nell’incidente, e altro di simile. Ci aspettiamo che le autorità competenti in Spagna, luogo dell’incidente, portino avanti un’indagine responsabile sull’incidente e assicurino alla giustizia i terroristi e i loro burattinai, in conformità con le norme internazionali in materia; aspetteremo pazientemente i risultati. Fonte: Naenara KIM JONG IL – Su alcuni problemi posti nell’interpretazione della filosofia del Juche (2/4/1974)Rilanciamo quest’opera filosofica del grande dirigente, compagno Kim Jong Il, in occasione del 45° anniversario della sua pubblicazione. *** Tratto da: Kim Jong Il, Per sviluppare le idee del Juche, Casa Editrice in Lingue Estere, Pyongyang 1995, pagg. 1-8 ed. fr. Su alcuni problemi posti nell’interpretazione della filosofia del Juche Risultati del colloquio coi funzionari della propaganda teorica del Partito Recentemente, uno specialista delle scienze sociali mi ha fatto pervenire una lettera nella quale esprimeva la sua opinione sulla filosofia jucheana. Il contenuto di questa lettera mi porta a credere che i nostri scienziati non abbiano ancora una conoscenza precisa della filosofia jucheana. La filosofia jucheana è una filosofia nuova e il nostro Leader ne è il promotore. È una filosofia incentrata sull’uomo, poiché, nella sua formulazione così come nella sua sistematizzazione, essa mette l’accento sulla specie umana. Per filosofia incentrata sull’uomo non intendiamo semplicemente una filosofia che cerca di studiare e delucidare il problema dell’uomo. La filosofia incentrata sull’uomo di cui noi parliamo mette l’essere umano al centro del problema filosofico fondamentale e ne fa una leva per ciò che concerne la visione, la concezione e la posizione che bisogna adottare nei confronti dell’universo. Ma l’autore della lettera che ho testé menzionato assimila la filosofia jucheana alla filosofia umanista. La sua opinione è ad ogni modo condivisa da alcuni altri specialisti delle scienze sociali. La filosofia umanista è molto antica; essa è del resto dovuta a molteplici scuole aventi tutte lo stesso obiettivo: la chiarificazione della questione puramente umana. Essa nega la missione iniziale della filosofia in quanto scienza che s’ingegna a comprendere il mondo; è una filosofia della vita che disserta essenzialmente su cosa sono l’uomo e la vita umana. Del tutto diverso è il discorso da farsi per la filosofia jucheana. Essa s’interroga fondamentalmente sulla posizione ed il ruolo dell’uomo nel mondo e specifica il principio filosofico secondo il quale l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto. Il problema fondamentale che pone questa filosofia non è il problema astratto dell’uomo, ma piuttosto quello dei rapporti tra il mondo e l’essere umano; altresì, il principio sul quale essa riposa non è semplicemente una concezione della vita umana, ma una concezione del mondo. Ma questa concezione del mondo, che essa preconizza, è incentrata sull’uomo, è una concezione jucheana dell’universo. La filosofia jucheana professa ugualmente un nuovo punto di vista per quanto attiene all’uomo. Storicamente parlando, il problema dell’uomo è stato per lungo tempo l’oggetto delle ricerche filosofiche e innumerevoli dibattiti sono stati intrapresi intorno a questo problema, |
senza tuttavia esser giunti ad una soluzione filosofica soddisfacente. I teorici marxisti classici hanno
formulato un’opinione dialettica materialista su questo problema, compiendo così un enorme progresso nella delucidazione filosofica della natura dell’uomo. Per essi, la natura dell’uomo è costituita dall’insieme dei rapporti sociali, la produzione materiale e i rapporti socio-economici costituendo i fattori più determinanti di ogni azione umana. Malgrado il loro punto di vista dialettico materialista sul problema dell’uomo, essi non hanno potuto tuttavia evidenziare completamente le caratteristiche essenziali dell’uomo in quanto essere che domina e trasforma la natura e la società.
La filosofia jucheana è stata la prima a dimostrare che il senso di libertà, la creatività e la coscienza sono gli attributi dell’essere sociale che è l’uomo. Essa ha inoltre totalmente delucidato la natura dell’uomo e colto in modo giusto il problema filosofico della sua posizione e del suo ruolo in quanto padrone della natura e della società che egli sottomette alla sua volontà e trasforma. La filosofia jucheana e la filosofia umanista differiscono fondamentalmente l’una dall’altra per il punto di vista che ciascuna di esse adotta nei riguardi dell’uomo. La prima vede nell’uomo un essere sociale autonomo, creatore e cosciente, mentre i sostenitori della seconda negano il carattere sociale dell’uomo che considerano come un essere istintivo, impotente ed isolato dal mondo. La filosofia umanista borghese rifiuta di comprendere scientificamente il mondo e si oppone alla sua trasformazione rivoluzionaria, esaltando così la tristezza, il pessimismo e l’individualismo estremo. Noi dobbiamo farci un’idea chiara della natura reazionaria della filosofia umanista preconizzata dalla borghesia ed afferrare correttamente l’originalità della filosofia jucheana che pone e delucida in modo originale il problema dell’uomo. Per comprendere la filosofia jucheana bisogna, inoltre, interpretare in maniera precisa il suo nuovo punto di vista nei riguardi del mondo, il quale è incentrato sull’uomo. Secondo questa filosofia, l’uomo è l’asse di ogni visione del mondo e la concezione e la posizione da adottare verso il mondo devono ugualmente essere incentrate sull’uomo. È questa la caratteristica essenziale di questa filosofia, la sola concezione rivoluzionaria del mondo nella nostra epoca. Chiarendo con originalità la percezione, la concezione e la posizione nei riguardi dell’universo polarizzandole sull’uomo, essa fornisce alle masse lavoratrici, e soprattutto alla classe operaia, un’arma efficace che permette loro di trasformare il mondo e di modellare il loro destino. Ora, attualmente alcuni pretendono che l’essere umano sia la componente essenziale dell’universo o che esso sia all’origine di tutte le trasformazioni che intervengono nel mondo materiale, e credono di aver così trovato il nuovo punto di vista preconizzato dalla filosofia jucheana e che si distingue da quello delle filosofie precedenti. La dialettica materialista ha già dimostrato che il mondo è costituito dalla materia e non dallo spirito o dall’idea, che muta e si evolve in funzione delle leggi sue proprie e non sotto l’impulso di una forza sovrannaturale qualsiasi. Non si può negare il fatto che il mondo, di cui la materia è sostanza, sia una totalità materiale e che il suo movimento e la sua evoluzione si reggano su leggi loro proprie. La filosofia jucheana, per parte sua, tenta di rispondere alla nuova domanda: chi è il padrone del mondo e qual è la forza che lo trasforma e lo modifica? Essa sviluppa una nuova percezione del mondo secondo la quale la natura e la società sono dominate e trasformate dall’uomo, portando così a termine, con successo, il principale compito filosofico della nostra epoca nella quale le masse popolari sono divenute padrone del loro destino, soggetti della storia. La filosofia jucheana spiega così il fatto che l’uomo è il padrone del mondo, che lo domina, ma essa non suggerisce affatto che il mondo materiale abbia per componente essenziale la specie umana. Ugualmente, questa filosofia sottolinea che è l’uomo che modifica il mondo, ma non ammette che l’uomo sia l’autore di tutti i cambiamenti che sopravvengono nel mondo. L’opinione per la quale il mondo materiale si limita essenzialmente all’uomo o che tutte le trasformazioni del mondo dipendano dall’uomo è dovuta a una cattiva comprensione della filosofia jucheana. Per poter comprendere il mondo secondo la spiegazione che ne propone la filosofia jucheana, si devono apprezzare correttamente la posizione ed il ruolo dell’uomo. Per comprendere correttamente la filosofia jucheana, è altresì importante farsi un’idea giusta della nozione di indipendenza. La filosofia jucheana è stata la prima a mettere in luce il fatto che l’uomo è un essere sociale avente un bisogno vitale d’indipendenza, compiendo così una svolta storica nella delucidazione della natura dell’uomo così come della sua posizione e del suo ruolo. Ma, attualmente, hanno avuto corso false opinioni nell’interpretazione del problema dell’indipendenza delucidato dalla filosofia jucheana. Come dimostra la lettera che ho prima citato, alcuni considerano il senso di libertà dell’uomo come risultato dello sviluppo e del perfezionamento dell’istinto di conservazione che caratterizza la materia vivente in generale. Il senso di libertà è l’attributo dell’essere sociale che è l’uomo e non dovrebbe dunque essere considerato come un semplice risultato dello sviluppo e del perfezionamento della natura biologica della materia vivente. L’opinione per la quale il senso di libertà dell’uomo è il risultato dello sviluppo e del perfezionamento delle proprietà naturali della materia vivente ordinaria deriva, essenzialmente, da una forma di riflessione evoluzionista. Certo, noi non neghiamo l’evoluzionismo in quanto tale. La scienza ha dimostrato già da molto tempo che la specie umana rappresenta il risultato di una lunga serie di trasformazioni. Tuttavia, se l’uomo stesso è il prodotto dell’evoluzione, lo stesso non vale per il senso di libertà di cui gode. Il senso di libertà è il prodotto della società. Si tratta di una proprietà che l’uomo riceve dalla società e non dalla natura; non è un dono dell’ambiente naturale, ma un prodotto del divenire storico-sociale. La natura conferisce all’uomo le sue proprietà naturali, biologiche, mentre la società gli conferisce le proprietà di ogni essere sociale. Si può affermare che il senso di libertà dell’uomo è un’esigenza ed una espressione della vita e delle pratiche sociali. Evidentemente, sarebbe possibile paragonare in una prospettiva evoluzionista l’uomo e la materia vivente in generale per sapere perché il senso di libertà è dato solo all’uomo. Non si potrebbe concepire il senso di libertà dell’uomo al di fuori del suo organismo fisico specifico che si è formato e si è sviluppato nel corso di un lungo processo di evoluzione. Grazie a questo organismo molto evoluto, l’uomo possiede la facoltà di pensare e quella di lavorare, che gli sono proprie e che non sono date ad alcuna altra forma di materia vivente, ciò che spiega il suo senso di libertà. Non si deve perciò dedurre che quest’ultimo, così come l’organismo umano, è il prodotto della sua evoluzione. Il senso di libertà, attributo dell’uomo, non è né esistito né ha potuto farlo sotto qualsiasi forma, nemmeno in forma embrionale, prima della formazione della società. Il senso di libertà dell’uomo si distingue qualitativamente dalla natura istintiva della materia vivente ordinaria che cerca semplicemente di mantenere la propria esistenza fisica. Esso consiste nel voler vivere e svilupparsi in quanto essere sociale. È sbagliato cercare di spiegare il senso di libertà dell’essere sociale che è l’uomo a partire dal suo semplice istinto di conservazione. Adottando questa posizione non si farà che negare la differenza ..segue ./.
|
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
Stampa pagina | Stampa inserto | La VOCE 1809 |
La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |