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La VOCE 1906

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La VOCE ANNO XXI N°10

giugno 2019

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mauro gemma . il partito comunista di ucraina comunica in una nota indirizzata a “solidnet“ (la rete dei partiti comunisti e operai, a cui, per l‘italia, partecipano pci, prc e pc) che “rabochaya gazeta”, gloriosa storica testata del movimento operaio - perseguitata alla fine dell'800 dalla okhrana, il servizio di sicurezza zarista - viene ora attaccata dai servizi di polizia del regime nazista ucraino e rischia di vedere insidiata la sua esistenza. e noi ci chiediamo: è mai possibile - tra le tante dichiarazioni rilasciate, nel nostro paese, in occasione della “giornata mondiale della libertà di stampa” - che, di fronte a questa nuova nefandezza dei fascisti al potere a kiev fortemente lesiva della libertà di espressione di giornalisti ucraini, non si sia levata una sola voce dei democratici e degli antifascisti italiani? ucraina: il regime nazional-fascista prepara la messa al bando di uno storico giornale dei lavoratori. nota del partito comunista di ucraina . da solidnet.org . traduzione di mauro gemma per marx21.it . il partito comunista di ucraina comunica in una nota indirizzata a “solidnet“ (la rete dei partiti comunisti e operai, a cui, per l‘italia, partecipano pci, prc e pc) che “rabochaya gazeta”, gloriosa storica testata del movimento operaio - perseguitata alla fine dell'800 dalla okhrana, il servizio di sicurezza zarista - viene ora attaccata dai servizi di polizia del regime nazista ucraino e rischia di vedere insidiata la sua esistenza. e noi ci chiediamo: è mai possibile - tra le tante dichiarazioni rilasciate, nel nostro paese, in occasione della “giornata mondiale della libertà di stampa” - che, di fronte a questa nuova nefandezza dei fascisti al potere a kiev fortemente lesiva della libertà di espressione di giornalisti ucraini, non si sia levata una sola voce dei democratici e degli antifascisti italiani? (marx21.it) . rabochaya gazeta (giornale operaio) ha ricevuto una comunicazione dal tribunale amministrativo di kiev che avvisa che il servizio di sicurezza dell'ucraina ha avviato una causa per bandire il giornale che difende i diritti e le libertà dei lavoratori, per liberarli dall'oppressione del capitale internazionale e degli oligarchi nazisti nostrani... questa causa si baserebbe sui risultati delle "analisi" delle perquisizioni del maggio 2018 negli uffici del comitato centrale del partito comunista di ucraina e nella casa di petro simonenko. questa causa è basata su fatti falsi, su ciniche manipolazioni di termini e concetti. per esempio, secondo i “linguisti” del servizio di sicurezza, la parola "lotta" equivale a una presa del potere armata! e che dire della lotta per i diritti umani, per il diritto al lavoro e per un salario dignitoso? durante una perquisizione illegale nell'ufficio del comitato centrale del partito comunista di ucraina nel 2108, gli agenti di polizia avevano piazzato degli adesivi attraverso i quali i comunisti avrebbero invitato a prendere le armi nel giorno della vittoria. tali adesivi sono serviti come pretesto per definire il termine "lotta" usato nei discorsi del leader del partito comunista, petro symonenko, pubblicati nelle pagine di rabochaya gazeta, come la richiesta di rovesciamento armato del regime. ma la ciliegina sulla torta è la differenza delle date sul timbro postale e nel documento in uscita. nel timbro postale la data di spedizione è 16 aprile 2019, mentre il documento contenuto nella busta è datato 18 aprile!!! il partito comunista condanna la palese violazione dei diritti e delle libertà dei cittadini ucraini da parte del regime di poroshenko ed esprime la speranza che il buon senso trionfi e che i giudici assumano una decisione basata sui principi democratici generali e sull'inalienabile diritto umano alla libertà di coscienza e di parola. per informazione il primo numero della rabochaya gazeta quale giornale del gruppo di socialdemocratici fu pubblicato a kiev il 22 agosto (3 settembre), e il numero 2 nel dicembre 1897 (datato novembre). nel primo numero del giornale vennero pubblicati appelli per la lotta politica, per la conquista della libertà politica, per la creazione di un partito socialdemocratico unificato. il giornale pubblicò articoli sulla lotta economica e politica del proletariato nei maggiori centri industriali (san pietroburgo, mosca, kharkov, kiev, riga e yekaterinoslav), analizzando gli eventi più importanti della vita sociale e politica. il terzo numero del "rg" si sarebbe dovuto pubblicare a yekaterinoslav subito dopo il i congresso del partito operaio socialdemocratico russo. ma, a causa degli attacchi della polizia nel marzo del 1898, il giornale cessò di esistere. i materiali preparati per il n. 3 furono sequestrati dalla polizia. il tentativo di riprendere la pubblicazione della "rg" fu efettuato nel 1899. tuttavia, ciò non fu possibile. la pubblicazione del giornale esistente fino ad oggi ha avuto inizio il 1 ° gennaio 1957 in ucraino e russo. nell'ultimo decennio, la diffusione del giornale ha raggiunto le 600.000 copie circa. oggi, "rg" è un mass media sociale e politico che tutela gli interessi e i diritti dei lavoratori e dei pensionati. i temi principali di "rg" sono: il pagamento puntuale di salari e pensioni, i problemi della sicurezza sul lavoro, i problemi della sanità, specialmente nei villaggi dove le persone devono percorrere circa 30 km o più per ottenere cure mediche qualificate, i problemi relativi alla chiusura di scuole e istituti professionali. vengono trattati anche i temi della corruzione, dell'abitazione e dei servizi comunali, della cultura e dell'economia nazionale. partito comunista di ucraina - comitato centrale - dipartimento delle relazioni internazionali . analisi - la nuova ucraina di igor kolomoiskij. reso celebre dalla serie cinematografica “sluga naroda” (in italiano: “servo del popolo”) - trasmessa da #netflix ed anticamera della campagna elettorale vera e propria - vladimir #zelenskij condivide il sostegno di #kolomoskij con l'organizzazione neofascista pravy sektor e con diversi battaglioni paramilitari. nuovi conflitti interni sembrano attendere l'#ucraina, rischiando non solo di vanificare ogni minima possibilità di miglioramento complessivo, ma addirittura di far esplodere una nuova guerra civile. la volontà degli oligarchi ucraini - al netto di alcune eccezioni - sembra continuare ad essere quella di lasciare irrisolta la guerra del #donbass, facendo si che sul fronte si continui a sparare: del resto, senza una guerra in atto, le speranze di poter appropriarsi dei miliardi di dollari provenienti dal sostegno dell'#occidente si farebbero ben più sottili. una volontà, quella degli oligarchi, che a dispetto del cosiddetto “piano #volker” sembra convergere con gli intenti statunitensi di tenere in piedi a tutti i costi lo scontro con la federazione russa. la mia analisi per quadrante futuro. #russia #usa .
zelenskij, il "grillo" di kiev al soldo dell'oligarca? scarica il pdf con tutti i grafici di questo articolo chiusa, lo scorso 21 aprile, la parentesi delle elezioni presidenziali, la situazione ucraina non è affatto stabilizzata: si presenta, anzi, in uno sviluppo continuo caratterizzato da incertezza ed instabilità. sul piano politico le elezioni hanno visto confermata la mancanza complessiva di forze di orientamento socialdemocratico o socialista, una mancanza da ricondurre alla repressione totale messa in atto - dalle organizzazioni neofasciste prima e dall'apparato ucraino poi – sin dalle mobilitazioni di piazza maidan del 2013. emblematica, da questo punto di vista, risulta l'esclusione del partito comunista ucraino, fuorilegge ormai da alcuni anni nonostante fosse una delle principali formazioni politiche dell'era pre-maidan . l'alta astensione degli aventi diritto al voto – circa 40% al primo turno, circa 55% al ballottaggio - ha confermato una profonda sfiducia nei confronti delle forze politiche e del sistema politico in generale. l'atteggiamento istituzionale nei confronti della stampa – nazionale ed estera – ha confermato la volontà governativa di non dare accesso al paese ad osservatori critici e di limitare al massimo la diffusione di informazioni sgradite. nel primo turno (figura 1) poroshenko è uscito sconfitto nella maggior parte delle regioni ucraine: 23 su 25, riuscendo ad imporsi solamente in due regioni dell'area occidentale – la regione di l'vov e quella di ternopol - in cui è tradizionalmente radicato il nazionalismo ucraino. yulia timoshenko, invece, è risultata la più votata solo nella regione limitrofa di ivano-frankovsk. specularmente, yurij bojko del “blocco d'opposizione” - formazione in cui sono confluiti vari elementi del vecchio “partito delle regioni” di viktor yanukovich – è risultato il più votato soltanto nelle porzioni di territorio delle regioni di donetsk e lugansk sotto il controllo del governo di kiev (figura 2). la dinamica del ballottaggio ha riversato su vladimir zelenskij il voto di gran parte degli ucraini ostili o delusi da poroshenko (figura 3). in termini geografici, nelle zone del paese maggiormente legate alla lingua ed alla cultura russa – la parte orientale e la parte meridionale del paese – in occasione del ballottaggio si sono registrati picchi di preferenza per l'avversario di poroshenko che hanno superato addirittura l'80%. si è trattato dunque di un voto contro poroshenko, più che di un voto a sostegno di zelenskij. chi ha tratto il massimo beneficio dal diffuso risentimento popolare nei confronti di poroshenko è stato senza dubbio il suo arcinemico igor kolomoiskij. kolomoiskij è infatti il vero vincitore delle presidenziali. nel costruire la figura di zelenskij, l'oligarca igor kolomoiskij - che ne è il principale finanziatore - sembra aver tratto ispirazione da beppe grillo e dalla narrazione che in italia ha caratterizzato gli albori del movimento cinque stelle. gli argomenti della campagna di zelenskij hanno ricalcato quelli della cosiddetta rivoluzione arancione del 2003 e quelli del primo maidan: lotta alla corruzione, trasparenza, legalità, occidentalizzazione del paese. proprio in una delle regioni dove è maggiormente radicato il sistema di potere di kolomoiskij, quella di dnepropetrovsk, si è registrato il picco di voti per il comico di origine ebraica vladimir zelenskij, circa il 45%. reso celebre dalla serie cinematografica “sluga naroda” (in italiano: “servo del popolo”) - trasmessa da netflix ed anticamera della campagna elettorale vera e propria - vladimir zelenskij condivide il sostegno di kolomoskij con l'organizzazione neofascista pravy sektor ed di diversi battaglioni paramilitari. anche l'atteggiamento del ministro dell'interno arsen avakov lascia intendere che una parte consistente – e probabilmente maggioritaria – degli apparati ucraini si sia progressivamente allontanata da poroshenko avvicinandosi agli interessi di igor kolomoiskij. nella sua accattivante campagna elettorale vladimir zelenskij si è mostrato il più qualunquista possibile, cercando di strizzare l'occhio sia al nazionalismo ucraino sia ai milioni di ucraini insofferenti al corso politico inaugurato da maidan (figura 4). rispetto al conflitto del donbass, zelenskij ha espresso apprezzamento esplicito per il cosiddetto “piano volker”, proposto dagli stati uniti per la risoluzione del conflitto. constatando l'inefficacia degli accordi di minsk ha insistito sulla necessità di nuove consultazioni da estendere agli stati uniti ed alla gran bretagna. ..segue ./.
Mauro Gemma

Il Partito Comunista di Ucraina comunica in una nota indirizzata a “Solidnet“ (la rete dei partiti comunisti e operai, a cui, per l‘Italia, partecipano PCI, PRC e PC) che “Rabochaya Gazeta”, gloriosa storica testata del movimento operaio - perseguitata alla fine dell'800 dalla Okhrana, il servizio di sicurezza zarista - viene ora attaccata dai servizi di polizia del regime nazista ucraino e rischia di vedere insidiata la sua esistenza. E noi ci chiediamo: è mai possibile - tra le tante dichiarazioni rilasciate, nel nostro paese, in occasione della “Giornata mondiale della libertà di stampa” - che, di fronte a questa nuova nefandezza dei fascisti al potere a Kiev fortemente lesiva della libertà di espressione di giornalisti ucraini, non si sia levata una sola voce dei democratici e degli antifascisti italiani?

Ucraina: il regime nazional-fascista prepara la messa al bando di uno storico giornale dei lavoratori

Nota del Partito Comunista di Ucraina

da solidnet.org

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il Partito Comunista di Ucraina comunica in una nota indirizzata a “Solidnet“ (la rete dei partiti comunisti e operai, a cui, per l‘Italia, partecipano PCI, PRC e PC) che “Rabochaya Gazeta”, gloriosa storica testata del movimento operaio - perseguitata alla fine dell'800 dalla Okhrana, il servizio di sicurezza zarista - viene ora attaccata dai servizi di polizia del regime nazista ucraino e rischia di vedere insidiata la sua esistenza. E noi ci chiediamo: è mai possibile - tra le tante dichiarazioni rilasciate, nel nostro paese, in occasione della “Giornata mondiale della libertà di stampa” - che, di fronte a questa nuova nefandezza dei fascisti al potere a Kiev fortemente lesiva della libertà di espressione di giornalisti ucraini, non si sia levata una sola voce dei democratici e degli antifascisti italiani? (Marx21.it)


Rabochaya Gazeta (Giornale Operaio) ha ricevuto una comunicazione dal tribunale amministrativo di Kiev che avvisa che il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina ha avviato una causa per bandire il giornale che difende i diritti e le libertà dei lavoratori, per liberarli dall'oppressione del capitale internazionale e degli oligarchi nazisti nostrani... Questa causa si baserebbe sui risultati delle "analisi" delle perquisizioni del maggio 2018 negli uffici del Comitato Centrale del Partito Comunista di Ucraina e nella casa di Petro Simonenko.

Questa causa è basata su fatti falsi, su ciniche manipolazioni di termini e concetti. Per esempio, secondo i “linguisti” del Servizio di Sicurezza, la parola "lotta" equivale a una presa del potere armata! E che dire della lotta per i diritti umani, per il diritto al lavoro e per un salario dignitoso?

Durante una perquisizione illegale nell'ufficio del Comitato Centrale del Partito Comunista di Ucraina nel 2108, gli agenti di polizia avevano piazzato degli adesivi attraverso i quali i comunisti avrebbero invitato a prendere le armi nel Giorno della Vittoria. Tali adesivi sono serviti come pretesto per definire il termine "lotta" usato nei discorsi del leader del Partito Comunista, Petro Symonenko, pubblicati nelle pagine di Rabochaya Gazeta, come la richiesta di rovesciamento armato del regime.

Ma la ciliegina sulla torta è la differenza delle date sul timbro postale e nel documento in uscita. Nel timbro postale la data di spedizione è 16 aprile 2019, mentre il documento contenuto nella busta è datato 18 aprile!!!

Il Partito Comunista condanna la palese violazione dei diritti e delle libertà dei cittadini ucraini da parte del regime di Poroshenko ed esprime la speranza che il buon senso trionfi e che i giudici assumano una decisione basata sui principi democratici generali e sull'inalienabile diritto umano alla libertà di coscienza e di parola.

Per informazione il primo numero della Rabochaya Gazeta quale giornale del gruppo di socialdemocratici fu pubblicato a Kiev il 22 agosto (3 settembre), e il numero 2 nel dicembre 1897 (datato novembre).

Nel primo numero del giornale vennero pubblicati appelli per la lotta politica, per la conquista della libertà politica, per la creazione di un Partito Socialdemocratico unificato. Il giornale pubblicò articoli sulla lotta economica e politica del proletariato nei maggiori centri industriali (San Pietroburgo, Mosca, Kharkov, Kiev, Riga e Yekaterinoslav), analizzando gli eventi più importanti della vita sociale e politica.

Il terzo numero del "RG" si sarebbe dovuto pubblicare a Yekaterinoslav subito dopo il I Congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo. Ma, a causa degli attacchi della polizia nel marzo del 1898, il giornale cessò di esistere. I materiali preparati per il n. 3 furono sequestrati dalla polizia.

Il tentativo di riprendere la pubblicazione della "RG" fu efettuato nel 1899. Tuttavia, ciò non fu possibile.

La pubblicazione del giornale esistente fino ad oggi ha avuto inizio il 1 ° gennaio 1957 in ucraino e russo. Nell'ultimo decennio, la diffusione del giornale ha raggiunto le 600.000 copie circa.

Oggi, "RG" è un mass media sociale e politico che tutela gli interessi e i diritti dei lavoratori e dei pensionati. I temi principali di "RG" sono: il pagamento puntuale di salari e pensioni, i problemi della sicurezza sul lavoro, i problemi della sanità, specialmente nei villaggi dove le persone devono percorrere circa 30 km o più per ottenere cure mediche qualificate, i problemi relativi alla chiusura di scuole e istituti professionali. Vengono trattati anche i temi della corruzione, dell'abitazione e dei servizi comunali, della cultura e dell'economia nazionale.

Partito Comunista di Ucraina - Comitato Centrale - Dipartimento delle Relazioni Internazionali

Analisi - La nuova Ucraina di Igor Kolomoiskij

Reso celebre dalla serie cinematografica “Sluga Naroda” (in italiano: “servo del popolo”) - trasmessa da #Netflix ed anticamera della campagna elettorale vera e propria - Vladimir #Zelenskij condivide il sostegno di #Kolomoskij con l'organizzazione neofascista Pravy Sektor e con diversi battaglioni paramilitari.

Nuovi conflitti interni sembrano attendere l'#Ucraina, rischiando non solo di vanificare ogni minima possibilità di miglioramento complessivo, ma addirittura di far esplodere una nuova guerra civile. La volontà degli oligarchi ucraini - al netto di alcune eccezioni - sembra continuare ad essere quella di lasciare irrisolta la guerra del #Donbass, facendo si che sul fronte si continui a sparare: del resto, senza una guerra in atto, le speranze di poter appropriarsi dei miliardi di dollari provenienti dal sostegno dell'#Occidente si farebbero ben più sottili. Una volontà, quella degli oligarchi, che a dispetto del cosiddetto “piano #Volker” sembra convergere con gli intenti statunitensi di tenere in piedi a tutti i costi lo scontro con la Federazione Russa. La mia analisi per Quadrante Futuro. #russia #usa

Zelenskij, il "Grillo" di Kiev al soldo dell'oligarca?

Scarica il pdf con tutti i grafici di questo articolo Chiusa, lo scorso 21 aprile, la parentesi delle elezioni presidenziali, la situazione ucraina non è affatto stabilizzata: si presenta, anzi, in uno sviluppo continuo caratterizzato da incertezza ed instabilità.
Sul piano politico le elezioni hanno visto confermata la mancanza complessiva di forze di orientamento socialdemocratico o socialista, una mancanza da ricondurre alla repressione totale messa in atto - dalle organizzazioni neofasciste prima e dall'apparato ucraino poi – sin dalle mobilitazioni di piazza Maidan del 2013. Emblematica, da questo punto di vista, risulta l'esclusione del partito comunista ucraino, fuorilegge ormai da alcuni anni nonostante fosse una delle principali formazioni politiche dell'era pre-Maidan

L'alta astensione degli aventi diritto al voto – circa 40% al primo turno, circa 55% al ballottaggio - ha confermato una profonda sfiducia nei confronti delle forze politiche e del sistema politico in generale. L'atteggiamento istituzionale nei confronti della stampa – nazionale ed estera – ha confermato la volontà governativa di non dare accesso al paese ad osservatori critici e di limitare al massimo la diffusione di informazioni sgradite.
Nel primo turno (Figura 1) Poroshenko è uscito sconfitto nella maggior parte delle regioni ucraine: 23 su 25, riuscendo ad imporsi solamente in due regioni dell'area occidentale – la regione di L'vov e quella di Ternopol - in cui è tradizionalmente radicato il nazionalismo ucraino. Yulia Timoshenko, invece, è risultata la più votata solo nella regione limitrofa di Ivano-Frankovsk. Specularmente, Yurij Bojko del “Blocco d'opposizione” - formazione in cui sono confluiti vari elementi del vecchio “Partito delle regioni” di Viktor Yanukovich – è risultato il più votato soltanto nelle porzioni di territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk sotto il controllo del governo di Kiev (Figura 2). La dinamica del ballottaggio ha riversato su Vladimir Zelenskij il voto di gran parte degli ucraini ostili o delusi da Poroshenko (Figura 3). In termini geografici, nelle zone del paese maggiormente legate alla lingua ed alla cultura russa – la parte orientale e la parte meridionale del Paese – in occasione del ballottaggio si sono registrati picchi di preferenza per l'avversario di Poroshenko che hanno superato addirittura l'80%.

Si è trattato dunque di un voto contro Poroshenko, più che di un voto a sostegno di Zelenskij. Chi ha tratto il massimo beneficio dal diffuso risentimento popolare nei confronti di Poroshenko è stato senza dubbio il suo arcinemico Igor Kolomoiskij.
Kolomoiskij è infatti il vero vincitore delle presidenziali. Nel costruire la figura di Zelenskij, l'oligarca Igor Kolomoiskij - che ne è il principale finanziatore - sembra aver tratto ispirazione da Beppe Grillo e dalla narrazione che in Italia ha caratterizzato gli albori del Movimento Cinque Stelle. Gli argomenti della campagna di Zelenskij hanno ricalcato quelli della cosiddetta Rivoluzione Arancione del 2003 e quelli del primo Maidan: lotta alla corruzione, trasparenza, legalità, occidentalizzazione del paese. Proprio in una delle regioni dove è maggiormente radicato il sistema di potere di Kolomoiskij, quella di Dnepropetrovsk, si è registrato il picco di voti per il comico di origine ebraica Vladimir Zelenskij, circa il 45%.





Reso celebre dalla serie cinematografica “Sluga Naroda” (in italiano: “servo del popolo”) - trasmessa da Netflix ed anticamera della campagna elettorale vera e propria - Vladimir Zelenskij condivide il sostegno di Kolomoskij con l'organizzazione neofascista Pravy Sektor ed di diversi battaglioni paramilitari. Anche L'atteggiamento del Ministro dell'Interno Arsen Avakov lascia intendere che una parte consistente – e probabilmente maggioritaria – degli apparati ucraini si sia progressivamente allontanata da Poroshenko avvicinandosi agli interessi di Igor Kolomoiskij.
Nella sua accattivante campagna elettorale Vladimir Zelenskij si è mostrato il più qualunquista possibile, cercando di strizzare l'occhio sia al nazionalismo ucraino sia ai milioni di ucraini insofferenti al corso politico inaugurato da Maidan (Figura 4). Rispetto al conflitto del Donbass, Zelenskij ha espresso apprezzamento esplicito per il cosiddetto “piano Volker”, proposto dagli Stati Uniti per la risoluzione del conflitto. Constatando l'inefficacia degli accordi di Minsk ha insistito sulla necessità di nuove consultazioni da estendere agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna.
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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