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La VOCE 1906

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La VOCE ANNO XXI N°10

giugno 2019

PAGINA b         - 30

segue da pag.29: zelenskij, il "grillo" di kiev al soldo dell'oligarca? nonostante questo lo stesso volker, rappresentante speciale degli stati uniti per l'ucraina, ha messo in guardia il neopresidente zelenskij dal compiere “passi sconsiderati”. ribadendo a più riprese il suo orientamento filoccidentale, zelenskij si è detto pronto ad incontrare vladimir putin e ad organizzare un referendum sull'entrata dell'ucraina nell'unione europa e nella nato. nel frattempo, il segretario generale della nato stoltenberg ha invitato zelenskij a visitare il quartier generale dell'alleanza atlantica. una delle questioni pià delicate dell'agenda politica ucraina è quella di di privat bank. il colosso bancario era stato sottratto da poroshenko al controllo di kolomoiskj nel 2016: adesso kolomoiskij pretende dall'ucraina ben 2 miliardi di dollari di compensazione per il danno subito. del resto, appena tre giorni prima del ballottaggio, il tribunale amministrativo di kiev ha decretato che la cosiddetta nazionalizzazione - in realtà, la presa in carico di un debito di oltre 5 miliardi di dollari da parte dello stato - di privat bank sia stata illegale: un fatto che conferma i chiari intenti dell'oligarca e la sua volontà di riprendere il controllo di privat bank a spese degli ucraini e delle cancellerie occidentali, le quali saranno chiamate nuovamente a monetizzare il proprio sostegno all'ucraina. nel 2016 bankitalia aveva imposto la chiusura della filiale italiana di privat bank per riciclaggio: ora una nuova inchiesta, questa volta dell'fbi, pende su kolomoiskij per ragioni analoghe. a tre giorni dal ballottaggio che ha confermato la prevedibile vittoria di zelenski,j il cremlino ha annunciato la decisione di interrompere le esportazioni di petrolio e di carbone verso l'ucraina. alla drastica scelta di mosca - arrivata alcuni mesi dopo l'interruzione totale delle importazioni di prodotti alimentari ucraini - ha fatto seguito la decisione della bielorussia, la quale che ha interrotto le vendite di petrolio - russo – all'ucraina. una mossa, quella del cremlino, che ha il chiaro intento di dare un nuovo giro di vite al fronteggiamento economico con l'ucraina. a poche ore dalla vittoria di zelenskij su poroshenko, vladimir putin ha annunciato ufficialmente che i cittadini delle autoproclamate repubbliche popolari di lugansk e donetsk potranno ottenere in modo più semplice la cittadinanza della federazione russa. a lugansk e donetsk la notizia è stata accolta dalla popolazione con entusiasmo, mentre non sono mancate le prevedibili rimostranze del governo di kiev. sul piano politico la mossa del cremlino porta con sé diverse implicazioni, le quali possono condurre ad un ampio ventaglio di possibilità: il momento in cui la decisione è stata resa pubblica indica chiaramente l'intento di mettere sotto pressione zelenskij. il rilascio facilitato dei passaporti della federazione russa renderà meno complessi sia i movimenti delle persone sia i movimenti delle merci, ed è possibile che seppur non nell'immediato possa produrre dei miglioramenti sul piano economico per la regione: alcune stime valutano il sostegno economico di mosca pari a circa il 60% dell'intero bilancio economico delle due repubbliche popolari. se un numero cospicuo dei residenti di lugansk e donetsk acquisirà la cittadinanza della federazione russa – come nei precedenti casi di abcasia e ossezia del sud - questo darà al cremlino piena legittimità a tutelare la loro sicurezza. nuove provocazioni da parte delle forze armate ucraine o dei paramilitari neofascisti potrebbero dunque produrre una reazione diretta da parte di mosca. pochi giorni dopo l'annuncio del rilascio facilitato del passaporto della federazione russa ai possessori di quello delle autoproclamate repubbliche di donetsk e lugansk, il cremlino ha addirittura ventilato l'ipotesi che in futuro il passaporto federale possa essere rilasciato in modo semplificato a tutti i possessori del passaporto ucraino. un'ipotesi che potrebbe dimostrarsi più concreta di una semplice provocazione. l'area neofascista ucraina ha accusato per anni poroshenko di non essere abbastanza determinato nel voler riconquistare armi alla mano il donbass e la crimea: sul piano elettorale le formazioni neofasciste hanno dimostrato di avere un peso pressoché irrilevante. tuttavia possono contare su di un buon livello organizzativo e su di un'ampia disponibilità di coperture, finanziamenti ed armi. il loro ruolo resta dunque centrale: zelenskij non ha alcuna esperienza politica e kolomoiskij lo controlla in modo pressoché diretto. quest'ultimo potrebbe utilizzare la propria posizione per ritagliarsi spazi di agibilità propri, ma kolomoiskij controlla in larga misura anche le principali minacce alla tenuta della nuova presidenza: se zelenskij fa qualcosa che non deve kolomoiskij può metterlo alle strette utilizzando le organizzazioni neofasciste. se invece zelenskij fosse fedele all'oligarca kolomoiskij, potrebbero essere gli oligarchi in difficoltà - sia poroshenko che akhmetov - a sostenere i gruppi neofascisti o qualunque elemento che possa svolgere una funzione destabilizzante. nuovi conflitti interni sembrano dunque attendere l'ucraina, rischiando non solo di vanificare ogni minima possibilità di miglioramento complessivo, ma addirittura di far esplodere una nuova guerra civile. la volontà degli oligarchi ucraini - al netto di alcune eccezioni - sembra continuare ad essere irrisolta la guerra del donbass (figura 5 e figura 6), facendo si che sul fronte si continui a sparare: del resto, senza una guerra in atto, le speranze di poter appropriarsi dei miliardi di dollari provenienti dal sostegno dell'occidente si farebbero ben più sottili. una volontà, quella degli oligarchi, che a dispetto del cosiddetto “piano volker” sembra convergere con gli intenti statunitensi di tenere in piedi a tutti i costi lo scontro con la federazione russa. 'mauro gemma' via comitatononato mar 14 mag . in georgia si reprimono gli antifascisti, ma da noi nessuno se ne accorge (video) . mentre, nell'intero occidente, la gran parte delle forze politiche e dell'apparato mediatico di ogni tendenza è impegnata a sostenere vergognosamente i fascisti che hanno organizzato un golpe in venezuela e che invocano quotidianamente l'intervento armato di potenze straniere contro il proprio paese, nella georgia che si appresta ad aprire basi militari usa, nell'indifferenza completa dell'opinione pubblica statunitense ed europea, in base a una famigerata legge che vieta l'ideologia e i simboli comunisti (esattamente come in ucraina), si aggrediscono e si arrestano militanti antifascisti colpevoli unicamente di difendere le bandiere della vittoria contro la peste hitleriana e di celebrare gli eroi e i martiri che hanno combattuto nelle file dell'armata rossa e della resistenza contro l'aggressione nazista. nel video le immagini dell'arresto del leader dei comunisti georgiani temur pipia, nel corso della manifestazione organizzata il 9 maggio scorso, in occasione della giornata della vittoria contro il nazifascismo. in georgia si reprimono gli antifascisti, ma da noi nessuno se ne accorge da kprf.ru051.html mentre, nell'intero occidente, la gran parte delle forze politiche e dell'apparato mediatico di ogni tendenza è impegnata a sostenere vergognosamente i fascisti che hanno organizzato un golpe in venezuela e che invocano quotidianamente l'intervento armato di.
potenze straniere contro il proprio paese, nella georgia che si appresta ad aprire basi militari usa, nell'indifferenza completa dell'opinione pubblica statunitense ed europea, in base a una famigerata legge che vieta l'ideologia e i simboli comunisti (esattamente come in ucraina), si aggrediscono e si arrestano militanti antifascisti colpevoli unicamente di difendere le bandiere della vittoria contro la peste hitleriana e di celebrare gli eroi e i martiri che hanno combattuto nelle file dell'armata rossa e della resistenza contro l'aggressione nazista. nel video le immagini dell'arresto del leader dei comunisti georgiani temur pipia, nel corso della manifestazione organizzata il 9 maggio scorso, in occasione della giornata della vittoria contro il nazifascismo. chi era mira markovic milosevic. a cura di enrico vigna . ad un mese dalla scomparsa a mosca, avvenuta il 14 aprile, qui alcune note sulla vita della moglie e poi vedova del presidente della jugoslavia e poi della serbia, slobodan milosevic, ma soprattutto leader e fondatrice della jul ( sinistra jugoslava) e irremovibile socialista. clicca sul titolo per leggere il documento completo. rand corp: come abbattere la russia. comitato promotore della campagna #no guerra #no nato italia . manlio dinucci - (il manifesto, 21 maggio 2019 . costringere l’avversario a estendersi eccessivamente per sbilanciarlo e abbatterlo: non è una mossa di judo ma il piano contro la russia elaborato dalla rand corporation, il più influente think tank usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli stati uniti e i loro alleati. la rand corp. si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia a lungo termine che permise agli stati uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda, costringendo l’unione sovietica a consumare le proprie risorse economiche nel confronto strategico. a questo modello si ispira il nuovo piano, «overextending and unbalancing russia», pubblicato dalla rand. secondo i suoi analisti, la russia resta un potente competitore degli stati uniti in alcuni campi fondamentali. per questo gli usa devono perseguire, insieme ai loro alleati, una strategia complessiva a lungo termine che sfrutti le sue vulnerabilità. vengono quindi analizzati vari modi per costringere la russia a sbilanciarsi, indicando per ciascuno le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli usa. gli analisti della rand ritengono che la maggiore vulnerabilità della russia sia quella economica, dovuta alla sua forte dipendenza dall’export di petrolio e gas, i cui introiti possono essere ridotti appesantendo le sanzioni e accrescendo l’export energetico usa. si deve far sì che l’europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto trasportato via mare da altri paesi. un altro modo per danneggiare nel tempo l’economia della russia è quello di incoraggiare l’emigrazione di personale qualificato, in particolare giovani russi con un alto grado di istruzione. in campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della russia all’esterno, espellendola da forum internazionali e boicottando gli eventi sportivi internazionali che essa organizza. in campo geopolitico, armare l’ucraina permette agli usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità esterna della russia, ma ciò deve essere calibrato per tenere la russia sotto pressione senza arrivare a un grande conflitto in cui essa avrebbe la meglio. in campo militare gli usa possono avere alti benefici, con bassi costi e rischi, dall’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della nato in funzione anti-russia. gli usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, soprattutto investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la russia. uscire dal trattato inf e schierare in europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla russia assicura loro alte probabilità di successo, ma comporta anche alti rischi. calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della rand – la russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli usa, ma anche questi dovranno investire grosse risorse sottraendole ad altri scopi. preannunciano così un ulteriore forte aumento della spesa militare usa/nato a scapito delle spese sociali. questo è il futuro che ci prospetta la rand corporation, il più influente think tank dello stato profondo, ossia del centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari, quello che determina le scelte strategiche non solo degli usa ma dell’intero occidente. le «opzioni» previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici e rischi viene pagato da tutti noi. lavrov avverte sui rischi della decisione degli stati uniti di inviare truppe aggiuntive in medio oriente. il ministro degli esteri russo sergey lavrov ha avvertito dei rischi sulla decisione degli stati uniti di inviare un ulteriore contingente militare nella regione del medio oriente. "per quanto riguarda la decisione di trump di inviare 1.500 soldati supplementari che vengono schierati in medio oriente e nord africa, si sa che i rischi aumentano sempre quando le capacità militari sono rafforzate", ha dichiarato lavrov. inoltre, il capo della diplomazia russa ha mostrato gradimento per "formare un concetto, un sistema di sicurezza" e proposto di "iniziare con semplici operazioni come la trasparenza nelle questioni militari, inviti per le esercitazioni, lo sviluppo di altre misure di fiducia con la partecipazione della lega araba, delle nazioni unite, dell'unione europea (unione europea) e dei cinque paesi membri del consiglio di sicurezza come garanti ". ..segue ./.
Segue da Pag.29: Zelenskij, il "Grillo" di Kiev al soldo dell'oligarca?

Nonostante questo lo stesso Volker, rappresentante speciale degli Stati Uniti per l'Ucraina, ha messo in guardia il neopresidente Zelenskij dal compiere “passi sconsiderati”.

Ribadendo a più riprese il suo orientamento filoccidentale, Zelenskij si è detto pronto ad incontrare Vladimir Putin e ad organizzare un referendum sull'entrata dell'Ucraina nell'Unione Europa e nella Nato. Nel frattempo, il segretario generale della Nato Stoltenberg ha invitato Zelenskij a visitare il quartier generale dell'Alleanza Atlantica. Una delle questioni pià delicate dell'agenda politica ucraina è quella di di Privat Bank. Il colosso bancario era stato sottratto da Poroshenko al controllo di Kolomoiskj nel 2016: adesso Kolomoiskij pretende dall'Ucraina ben 2 miliardi di dollari di compensazione per il danno subito. Del resto, appena tre giorni prima del ballottaggio, il tribunale amministrativo di Kiev ha decretato che la cosiddetta nazionalizzazione - in realtà, la presa in carico di un debito di oltre 5 miliardi di dollari da parte dello stato - di Privat Bank sia stata illegale: un fatto che conferma i chiari intenti dell'oligarca e la sua volontà di riprendere il controllo di Privat Bank a spese degli ucraini e delle cancellerie occidentali, le quali saranno chiamate nuovamente a monetizzare il proprio sostegno all'Ucraina.
Nel 2016 BankItalia aveva imposto la chiusura della filiale italiana di Privat Bank per riciclaggio: ora una nuova inchiesta, questa volta dell'FBI, pende su Kolomoiskij per ragioni analoghe.



A tre giorni dal ballottaggio che ha confermato la prevedibile vittoria di Zelenski,j il Cremlino ha annunciato la decisione di interrompere le esportazioni di petrolio e di carbone verso l'Ucraina. Alla drastica scelta di Mosca - arrivata alcuni mesi dopo l'interruzione totale delle importazioni di prodotti alimentari ucraini - ha fatto seguito la decisione della Bielorussia, la quale che ha interrotto le vendite di petrolio - russo – all'Ucraina. Una mossa, quella del Cremlino, che ha il chiaro intento di dare un nuovo giro di vite al fronteggiamento economico con l'Ucraina.
A poche ore dalla vittoria di Zelenskij su Poroshenko, Vladimir Putin ha annunciato ufficialmente che i cittadini delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk potranno ottenere in modo più semplice la cittadinanza della Federazione Russa.
A Lugansk e Donetsk la notizia è stata accolta dalla popolazione con entusiasmo, mentre non sono mancate le prevedibili rimostranze del governo di Kiev. Sul piano politico la mossa del Cremlino porta con sé diverse implicazioni, le quali possono condurre ad un ampio ventaglio di possibilità: il momento in cui la decisione è stata resa pubblica indica chiaramente l'intento di mettere sotto pressione Zelenskij. Il rilascio facilitato dei passaporti della Federazione Russa renderà meno complessi sia i movimenti delle persone sia i movimenti delle merci, ed è possibile che seppur non nell'immediato possa produrre dei miglioramenti sul piano economico per la regione: alcune stime valutano il sostegno economico di Mosca pari a circa il 60% dell'intero bilancio economico delle due Repubbliche Popolari.

Se un numero cospicuo dei residenti di Lugansk e Donetsk acquisirà la cittadinanza della Federazione Russa – come nei precedenti casi di Abcasia e Ossezia del Sud - questo darà al Cremlino piena legittimità a tutelare la loro sicurezza. Nuove provocazioni da parte delle forze armate ucraine o dei paramilitari neofascisti potrebbero dunque produrre una reazione diretta da parte di Mosca. Pochi giorni dopo l'annuncio del rilascio facilitato del passaporto della Federazione Russa ai possessori di quello delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, il Cremlino ha addirittura ventilato l'ipotesi che in futuro il passaporto federale possa essere rilasciato in modo semplificato a tutti i possessori del passaporto ucraino. Un'ipotesi che potrebbe dimostrarsi più concreta di una semplice provocazione.
L'area neofascista ucraina ha accusato per anni Poroshenko di non essere abbastanza determinato nel voler riconquistare armi alla mano il Donbass e la Crimea: sul piano elettorale le formazioni neofasciste hanno dimostrato di avere un peso pressoché irrilevante. Tuttavia possono contare su di un buon livello organizzativo e su di un'ampia disponibilità di coperture, finanziamenti ed armi.

Il loro ruolo resta dunque centrale: Zelenskij non ha alcuna esperienza politica e Kolomoiskij lo controlla in modo pressoché diretto. Quest'ultimo potrebbe utilizzare la propria posizione per ritagliarsi spazi di agibilità propri, ma Kolomoiskij controlla in larga misura anche le principali minacce alla tenuta della nuova presidenza: se Zelenskij fa qualcosa che non deve Kolomoiskij può metterlo alle strette utilizzando le organizzazioni neofasciste. Se invece Zelenskij fosse fedele all'oligarca Kolomoiskij, potrebbero essere gli oligarchi in difficoltà - sia Poroshenko che Akhmetov - a sostenere i gruppi neofascisti o qualunque elemento che possa svolgere una funzione destabilizzante.

Nuovi conflitti interni sembrano dunque attendere l'Ucraina, rischiando non solo di vanificare ogni minima possibilità di miglioramento complessivo, ma addirittura di far esplodere una nuova guerra civile. La volontà degli oligarchi ucraini - al netto di alcune eccezioni - sembra continuare ad essere irrisolta la guerra del Donbass (Figura 5 e Figura 6), facendo si che sul fronte si continui a sparare: del resto, senza una guerra in atto, le speranze di poter appropriarsi dei miliardi di dollari provenienti dal sostegno dell'Occidente si farebbero ben più sottili. Una volontà, quella degli oligarchi, che a dispetto del cosiddetto “piano Volker” sembra convergere con gli intenti statunitensi di tenere in piedi a tutti i costi lo scontro con la Federazione Russa.

'mauro gemma' via ComitatoNoNato mar 14 mag

In Georgia si reprimono gli antifascisti, ma da noi nessuno se ne accorge (video)

Mentre, nell'intero Occidente, la gran parte delle forze politiche e dell'apparato mediatico di ogni tendenza è impegnata a sostenere vergognosamente i fascisti che hanno organizzato un golpe in Venezuela e che invocano quotidianamente l'intervento armato di potenze straniere contro il proprio paese, nella Georgia che si appresta ad aprire basi militari USA, nell'indifferenza completa dell'opinione pubblica statunitense ed europea, in base a una famigerata legge che vieta l'ideologia e i simboli comunisti (esattamente come in Ucraina), si aggrediscono e si arrestano militanti antifascisti colpevoli unicamente di difendere le bandiere della vittoria contro la peste hitleriana e di celebrare gli eroi e i martiri che hanno combattuto nelle file dell'Armata Rossa e della Resistenza contro l'aggressione nazista. Nel video le immagini dell'arresto del leader dei comunisti georgiani Temur Pipia, nel corso della manifestazione organizzata il 9 maggio scorso, in occasione della Giornata della Vittoria contro il nazifascismo.


In Georgia si reprimono gli antifascisti, ma da noi nessuno se ne accorge

da kprf.ru051.html Mentre, nell'intero Occidente, la gran parte delle forze politiche e dell'apparato mediatico di ogni tendenza è impegnata a sostenere vergognosamente i fascisti che hanno organizzato un golpe in Venezuela e che invocano quotidianamente l'intervento armato di
potenze straniere contro il proprio paese, nella Georgia che si appresta ad aprire basi militari USA, nell'indifferenza completa dell'opinione pubblica statunitense ed europea, in base a una famigerata legge che vieta l'ideologia e i simboli comunisti (esattamente come in Ucraina), si aggrediscono e si arrestano militanti antifascisti colpevoli unicamente di difendere le bandiere della vittoria contro la peste hitleriana e di celebrare gli eroi e i martiri che hanno combattuto nelle file dell'Armata Rossa e della Resistenza contro l'aggressione nazista.

Nel video le immagini dell'arresto del leader dei comunisti georgiani Temur Pipia, nel corso della manifestazione organizzata il 9 maggio scorso, in occasione della Giornata della Vittoria contro il nazifascismo.



Chi era Mira Markovic Milosevic

a cura di Enrico Vigna

Ad un mese dalla scomparsa a Mosca, avvenuta il 14 aprile, qui alcune note sulla vita della moglie e poi vedova del Presidente della Jugoslavia e poi della Serbia, Slobodan Milosevic, ma soprattutto leader e fondatrice della JUL ( Sinistra Jugoslava) e irremovibile socialista.
Clicca sul titolo per leggere il documento completo.

RAND CORP: COME ABBATTERE LA RUSSIA

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO Italia

Manlio Dinucci - (il manifesto, 21 maggio 2019

Costringere l’avversario a estendersi eccessivamente per sbilanciarlo e abbatterlo: non è una mossa di judo ma il piano contro la Russia elaborato dalla Rand Corporation, il più influente think tank Usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli Stati uniti e i loro alleati.

La Rand Corp. si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia a lungo termine che permise agli Stati uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda, costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse economiche nel confronto strategico.

A questo modello si ispira il nuovo piano, «Overextending and Unbalancing Russia», pubblicato dalla Rand.

Secondo i suoi analisti, la Russia resta un potente competitore degli Stati uniti in alcuni campi fondamentali. Per questo gli Usa devono perseguire, insieme ai loro alleati, una strategia complessiva a lungo termine che sfrutti le sue vulnerabilità.

Vengono quindi analizzati vari modi per costringere la Russia a sbilanciarsi, indicando per ciascuno le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli Usa.

Gli analisti della Rand ritengono che la maggiore vulnerabilità della Russia sia quella economica, dovuta alla sua forte dipendenza dall’export di petrolio e gas, i cui introiti possono essere ridotti appesantendo le sanzioni e accrescendo l’export energetico Usa.

Si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto trasportato via mare da altri paesi.

Un altro modo per danneggiare nel tempo l’economia della Russia è quello di incoraggiare l’emigrazione di personale qualificato, in particolare giovani russi con un alto grado di istruzione.

In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno, espellendola da forum internazionali e boicottando gli eventi sportivi internazionali che essa organizza.

In campo geopolitico, armare l’Ucraina permette agli Usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità esterna della Russia, ma ciò deve essere calibrato per tenere la Russia sotto pressione senza arrivare a un grande conflitto in cui essa avrebbe la meglio.

In campo militare gli Usa possono avere alti benefici, con bassi costi e rischi, dall’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia.

Gli Usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, soprattutto investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia.

Uscire dal Trattato Inf e schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia assicura loro alte probabilità di successo, ma comporta anche alti rischi.

Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa, ma anche questi dovranno investire grosse risorse sottraendole ad altri scopi.

Preannunciano così un ulteriore forte aumento della spesa militare Usa/Nato a scapito delle spese sociali.

Questo è il futuro che ci prospetta la Rand Corporation, il più influente think tank dello Stato profondo, ossia del centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari, quello che determina le scelte strategiche non solo degli Usa ma dell’intero Occidente.

Le «opzioni» previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici e rischi viene pagato da tutti noi.

Lavrov avverte sui rischi della decisione degli Stati Uniti di inviare truppe aggiuntive in Medio Oriente

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha avvertito dei rischi sulla decisione degli Stati Uniti di inviare un ulteriore contingente militare nella regione del Medio Oriente.

"Per quanto riguarda la decisione di Trump di inviare 1.500 soldati supplementari che vengono schierati in Medio Oriente e Nord Africa, si sa che i rischi aumentano sempre quando le capacità militari sono rafforzate", ha dichiarato Lavrov.

Inoltre, il capo della diplomazia russa ha mostrato gradimento per "formare un concetto, un sistema di sicurezza" e proposto di "iniziare con semplici operazioni come la trasparenza nelle questioni militari, inviti per le esercitazioni, lo sviluppo di altre misure di fiducia con la partecipazione della Lega araba, delle Nazioni Unite, dell'Unione europea (Unione europea) e dei cinque paesi membri del Consiglio di sicurezza come garanti ".

..segue ./.

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