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La VOCE ANNO XXI N°5

gennaio 2019

PAGINA 2         - 22

Segue da Pag.21: ANDREA MARTOCCHIA: INTRODUZIONE

Internazionale come codificato a seguito della vittoria sul nazifascismo, nel contesto della guerra per la distruzione della Jugoslavia che su questo – come su tanti altri aspetti – ha rappresentato un modello delle modalità di aggressione contro Stati sovrani adottate dopo la fine della Guerra Fredda.

Tra gli altri esempi di attacco al Diritto Internazionale ricordo in particolare i riconoscimenti unilaterali di "Stati" al di fuori dal quadro ONU; addirittura, è stata data facoltà a paesi della Unione Europea di riconoscere la "indipendenza" della "Repubblica del Kosovo" benché su questo nell'Unione stessa non ci fosse unanimità, tant'è che ancora oggi almeno 5 paesi membri non la riconoscono.

Comunque, a ben vedere, nessuna giustizia formale su fatti specifici, connessi al disastro jugoslavo, è possibile se non si procede preliminarmente a processare i più alti responsabili dei crimini che sono all'origine di questa tragedia, cioè dei crimini commessi contro la pace. Come codificato all'interno dello Statuto del cosiddetto 
Tribunale di Norimberga, commette "Crimes against peace" anche chi fomenta un conflitto civile (civil strife) in un altro Stato, e chi ingerisce nei suoi affari interni.

Di questo e di molto altro parleranno sicuramente i nostri ospiti oggi, a partire dai due vincitori della prima tornata del Premio che abbiamo intitolato a Giuseppe Torre, e cioè Stephen Karganovic e Jovan Milojevich. Successivamente diranno la loro i quattro relatori invitati: gen. Giorgio Blais, avv. Tiphaine Dickson, dott. Massimo Nava, dott. Slobodan Lazarevic. Prima di tutti però prenderà la parola la nostra amica Jean Toschi Marazzani Visconti in quanto rappresentante della giuria che ha scelto i vincitori.


Purtroppo il tempo a disposizione stamattina è poco: chiediamo scusa, d'altronde questo appuntamento va considerato solo come il primo momento pubblico nel ciclo di iniziative che abbiamo avviato sul "Tribunale ad hoc", deve servire per conoscersi e per mettere a fuoco i temi. 

Per chiudere voglio ringraziare di cuore in primis proprio Jeannie, per il grande impegno che ha profuso per gestire tutto il Concorso e la giornata di oggi; ringrazio poi la titolare della Galleria Milano, 
Carla Pellegrini, che ha accettato di ospitarci generosamente in questa location bellissima, e Toni Merola per l'aiuto materiale; ringrazio inoltre Antonio Torre, figlio di Giuseppe Torre, venuto da Genova per partecipare con noi a questo che è anche un tributo a suo padre Giuseppe.

(A. Martocchia è segretario del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus)



ALDO BERNARDINI: MESSAGGIO DI SALUTO

Un saluto a tutti i presenti, in particolare ai partecipanti al concorso. I lavori presentati da questi costituiscono un forte contributo per un'analisi indipendente, fuori dagli schemi del pensiero unico dominante, del fondamento giuridico e del funzionamento concreto del Tribunale dell'Aia sulla ex-Jugoslavia. Ne scaturiscono spunti di riflessione sul neppur troppo occulto carattere di strumentalità di tale organo nei riguardi della programmata distruzione di uno Stato sovrano quale la Jugoslavia. Mi auguro che questa opera di ricerca trovi continuazione.

(A. Bernardini è membro della Giuria del concorso "Torre" e del Comitato Scientifico-Artistico di Jugocoord Onlus)



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Da Rajko Blagojević della Udruzenje Medjunarodna Radnička Solidarnost di Kragujevac riceviamo e volentieri diffondiamo le seguenti sintesi sulla situazione generale socio-economica in Serbia e sugli sviluppi alla fabbrica ex-Zastava oggi FIAT-Chrysler (FCA) di Kragujevac.



SERBIA – SITUAZIONE ATTUALE

 

Alcuni giorni fa all’indirizzo di ogni pensionato in Serbia è arrivata lettera di ringraziamento firmata dal presidente serbo Aleksandar Vučić nella quale lui ringrazia pensionati per la pazienza, la responsabilità, il rispetto e l’affetto verso patria dimostrato nel periodo precedente e perchè con il loro sacrificio e rinuncio di una parte della loro pensione si è potuto garantire il futuro dei nostril figli..

Le reazioni sono state più che accese per vari motivi. Innanzitutto il mittente è il partito radicale serbo il cui logotipo si trova sulla busta. Poi, è noto che solo Fondo pensionistico possiede evidenza sui pensionati mentre con la legge su privacy (protezione dei dati sulle persone) sono protetti i dati di ogni singolo cittadino e cosi anche del pensionato. Ed infine, i pensionati non accettano il fatto che il governo senza chiedere il loro consenso, dal 2014 fino ad oggi, aveva tolto 10 % dalle pensioni, in base ai criteri completamente sconosciuti. Perciò tale lettera viene vista da loro come offesa perchè le pensioni sono una proprietà acquisita come è noto a tutti.

In Serbia ci sono 2.583.000 impiegati e 1.720.000 pensionati che sono  nella fascia più vulnerabile della popolazione secondo i dati ufficiali. La pensione minima di 14.338,00 dinari (120 euro) ricevono perfino 290.000 pensionati mentre cca 663..000 pensionati ricevono meno di 25.000,00 dinari (210 euro).

La situazione non è rosea nemmeno per quelli che lavorano nonostante il fatto che il governo attuale continua a dichiarare che la Serbia sia un leader economico nei Balcani e che tutto “vada molto bene per noi.”

..segue ./.

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