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La VOCE ANNO XXI N°6

febbraio 2019

PAGINA E        - 37

L'arte della guerra

Israele, licenza di uccidere

Manlio Dinucci


«Con una mossa davvero insolita, Israele ha ufficializzato l'attacco contro obiettivi militari iraniani in Siria e intimato alle autorità siriane di non vendicarsi contro Israele»: così i media italiani riportano l’attacco effettuato ieri da Israele in Siria con missili da crociera e bombe guidate. «È un messaggio ai russi, che insieme all’Iran permettono la sopravvivenza al potere di Assad», commenta il Corriere della Sera.

Nessuno mette in dubbio il «diritto» di Israele di attaccare uno Stato sovrano per imporre quale governo debba avere, dopo che per otto anni gli Usa, la Nato e le monarchie del Golfo hanno cercato insieme ad Israele di demolirlo, come avevano fatto nel 2011 con lo Stato libico.

Nessuno si scandalizza che gli attacchi aerei israeliani, sabato e lunedì, abbiano provocato decine di morti, tra cui almeno quattro bambini, e gravi danni all’aeroporto internazionale di Damasco, mentre si dà risalto alla notizia che per prudenza è rimasta chiusa per un giorno, con grande dispiacere degli escursionisti, la stazione sciistica israeliana sul Monte Hermon (interamente occupato da Israele insieme alle alture del Golan).

Nessuno si preoccupa del fatto che l’intensificarsi degli attacchi israeliani in Siria, con il pretesto che essa serve come base di lancio di missili iraniani, rientra nella preparazione di una guerra su larga scala contro l’Iran, pianificata col Pentagono, i cui effetti sarebbero catastrofici.

La decisione degli Stati uniti di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano – accordo definito da Israele «la resa dell’Occidente all’asse del male guidato dall’Iran» – ha provocato una situazione di estrema pericolosità non solo per il Medio Oriente.

Israele, l’unica potenza nucleare in Medioriente – non aderente al Trattato di non-proliferazione, sottoscritto invece dall’Iran – tiene puntate contro l’Iran 200 armi nucleari (come ha specificato l’ex segretario di stato Usa Colin Powell nel marzo 2015).

Tra i diversi vettori di armi nucleari Israele possiede una prima squadra di caccia F-35A, dichiarata operativa nel dicembre 2017. Israele non solo è stato il primo paese ad acquistare il nuovo caccia di quinta generazione della statunitense Lockheed Martin, ma con le proprie industrie militari svolge un ruolo importante nello sviluppo del caccia: le Israel Aerospace Industries hanno iniziato lo scorso dicembre la produzione di componenti delle ali che rendono gli F-35 invisibili ai radar.

Grazie a tale tecnologia, che sarà applicata anche agli F-35 italiani, Israele potenzia le capacità di attacco delle sue forze nucleari, integrate nel sistema elettronico Nato nel quadro del «Programma di cooperazione individuale con Israele».

Di tutto questo non vi è però notizia sui nostri media, come non vi è notizia che, oltre alle vittime provocate dall’attacco israeliano in Siria, vi sono quelle ancora più numerose provocate tra i palestinesi dall’embargo israeliano nella Striscia di Gaza.

Qui – a causa del blocco, decretato dal governo israeliano, di fondi internazionali destinati alle strutture sanitarie della Striscia – sei ospedali su tredici, tra cui i due ospedali pediatrici Nasser e Rantissi, hanno dovuto chiudere il 20 gennaio per mancanza del carburante necessario a produrre energia elettrica (nella Striscia l'erogazione tramite rete è estremamente saltuaria).

Non si sa quante vittime provocherà la deliberata chiusura degli ospedali di Gaza. Di questo non ci sarà comunque notizia sui nostri media, che hanno invece dato rilievo a quanto dichiarato dal vice-premier Matteo Salvini nella recente visita in Israele: «Tutto il mio impegno per sostenere il diritto alla sicurezza di Israele, baluardo di democrazia in Medio Oriente».

(il manifesto, 22 gennaio 2019)

La Cina mette in guardia dal fomentare le tensioni in Siria



Pechino ritiene che "tutte le parti interessate dovrebbero astenersi da qualsiasi iniziativa, che potrebbe portare a crescenti tensioni" in Siria e nella regione.

Pechino chiede a tutte le parti di evitare passi che potrebbero deteriorare la situazione in Siria, ha dichiarato oggi ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, commentando un raid aereo israeliano sulla Siria.

"La Cina ha sempre affermato che è importante rispettare e difendere la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria, al momento, la soluzione politica della crisi siriana è in una fase chiave", ha osservato il diplomatico.

"Riteniamo che tutte le parti interessate debbano astenersi da qualsiasi iniziativa, che potrebbe portare a crescenti tensioni e che le parti dovrebbero mantenere insieme la pace e la stabilità nella regione per incoraggiare la soluzione politica della crisi siriana", ha affermato Chunying.

Fonte: TASS - Notizia del: 21/01/2019

Posizioni di sinistra tedesche e statunitensi sul Venezuela.
È tutta una sorpresa.

Finalmente Die Linke ha preso una posizione ufficiale sul Venezuela. Ecco qui sotto la traduzione da RedGlobe ( https://www.redglobe.de/lateinamerika-karibik/venezuela/34722-die-linke-verurteilt-putschversuch-in-venezuela):
La sinistra condanna il tentativo di colpo di stato contro il governo in Venezuela. Il riconoscimento dell'autoproclamatosi presidente provvisorio da parte degli Stati Uniti e di altri governi e la minaccia di utilizzare mezzi militari costituiscono una violazione del diritto internazionale, che in nessun caso può essere accettato. L'epoca dei tentativi di colpo di stato orchestrati dagli Stati Uniti deve finalmente terminare."

Toni simili anche da parte della Federazione Sindacale Mondiale.

Il Manifesto invece pasticcia, in senso letterale. Mentre nel sommario dell'articolo " Guaidó e Trump più isolati di Maduro: l’Osa si spacca" si dice che " Sedici paesi americani su 35 non appoggiano il golpe" nel testo leggiamo che è il contrario: solo 16 paesi su 35 hanno appoggiato il golpista Guaidó .
Strafalcione anche su Bernie Sanders, che secondo l'articolo si opporrebbe al golpe perché ha dichiarato che gli Usa " dovrebbero appoggiare lo stato di diritto e l’autodeterminazione del popolo venezuelano". 
Vabbè l'ottimismo, ma qui siamo al surrealismo! Cercando in tutti i modi e a tutti i costi di trovare un imperialista buono, il Manifesto stravolge totalmente lo "statement" di Sanders che inizia dicendo: " Il governo Maduro in Venezuela sta usando una violenta repressione sulla società civile venezuelana, ha violato la costituzione sciogliendo l'Assemblea Nazionale". 


..segue ./.

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