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La VOCE ANNO XXI N°6

febbraio 2019

PAGINA 4         - 16

Sud Corea plaude al nuovo incontro tra Trump e Kim Jong-Un



Seul approva la decisione di condurre il secondo incontro tra il presidente americano Donald Trump ed il leader nordcoreano Kim Jong-un, ha riferito il portavoce dell'amministrazione presidenziale durante una conferenza stampa dopo l'annuncio della Casa Bianca sul secondo incontro tra i due leader nella seconda metà di febbraio.

"Speriamo che il vertice tra Corea del Nord e Stati Uniti diventi un punto di svolta sulla strada per creare una pace duratura e permanente nella penisola coreana", riporta la dichiarazione l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.


In precedenza la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders aveva riferito ai giornalisti che Trump ha in agenda un secondo incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un a fine febbraio, tuttavia il luogo dei colloqui sarà rivelato successivamente. L'annuncio è stato fatto a margine dei negoziati tra Donald Trump e il vicepresidente del comitato centrale del Partito del Lavoro di Corea Kim Yong-chol, in visita negli Stati Uniti dove ha discusso le questioni di denuclearizzazione e l'organizzazione del secondo summit.

Incrementiamo in ogni modo la forza politico-ideologica

kfaitalia - Editoriale del Rodong Sinmun del 18 gennaio 2019.

È importante incrementare in ogni modo la forza politico-ideologica così da accelerare l’avanzata vittoriosa della rivoluzione, compiendo con successo i compiti militanti definiti dal Partito del Lavoro di Corea quest’anno.

La potenza politico-ideologica è la prima e principale forza del nostro Stato e la forza motrice per la costruzione di un potente paese socialista.

La grande unità unanime è la fonte della lotta eroica della nostra patria che ha ottenuto solo vittorie, superando difficoltà di ogni tipo sul cammino non battuto per il trionfo della causa socialista del Juche. Incrementare la potenza politico-ideologica garantisce la dignità, la vittoria e la prosperità eterna dello Stato socialista.

Grazie al Dirigente Supremo Kim Jong Un, grande uomo senza pari, la potenza politico-ideologica della Corea del Juche è stata pienamente dimostrata.

La Corea socialista è un paese unanimemente unito che ha felicemente raggiunto l’unicità ideologica.

Uno Stato è invincibile quando si dota di un’ideologia e una politica che ricevono la simpatia del popolo e lo uniscono e allorquando ha raggiunto fermamente l’unità e la coesione.

Il nostro popolo non ha mai dubitato della fattibilità del piano a lungo termine del Partito.

La linea del Partito è una scienza e una verità che va attuata incondizionatamente di fronte a ogni sorta di difficoltà. Ciò riflette la fedeltà di tutto il popolo.

La marcia rivoluzionaria di quest’anno della Corea del Juche, che avanza con la potenza dell’unità unanime basata sulla grande idea e su di un’indomita forza mentale, si fa più dinamica ogni giorno che passa.

Tutto il popolo dovrà lavorare sodo per la prosperità del paese socialista, il più grande paese del popolo, strettamente unito attorno al Partito.

KIM IL SUNG – A proposito della linea politica ed economica immediata della Repubblica Popolare Democratica di Corea e di alcuni problemi internazionali (10/1/1972)

kfaitalia
Da Kim Il Sung, Il Juché della nostra rivoluzione, vol. II, Editori Riuniti, 1980, pp. 332-362:
A proposito della linea politica ed economica immediata

della Repubblica Popolare Democratica di Corea e di

alcuni problemi internazionali


Risposte alle domande poste da alcuni giornalisti
del giornale giapponese Yomiuri Shimbun
10 gennaio 1972
Vi auguro un caloroso benvenuto nel nostro paese.

Fino ad oggi voi avete tenuto un atteggiamento amichevole verso il nostro paese e avete prestato un aiuto inestimabile ai nostri cittadini residenti in Giappone nella loro opera di difesa dei diritti nazionali democratici e nel loro lavoro sul problema del rimpatrio.

Inoltre, avete fatto grandi sforzi per migliorare i rapporti tra la Corea e il Giappone.

Noi ve ne siamo riconoscenti.

Voi avete parlato molto del lavoro di direzione che noi svolgiamo alla base; in realtà, se noi andiamo tra le masse, è piuttosto per imparare da esse che per dirigerle.

Dopo aver portato a termine la lotta rivoluzionaria, quando ci siamo accinti a realizzare l’edificazione socialista ci siamo trovati di fronte a numerosi problemi. Il nostro orientamento è stato che per risolvere quei problemi era necessario andare tra le masse, e in particolare tra gli operai e i contadini, che sono i produttori diretti, per imparare da esse. A partire da questo punto di vista, noi andiamo spesso nelle fabbriche e nei villaggi per consultare gli operai, i contadini e le altre masse lavoratrici.

Anche un partito marxista-leninista, che rappresenta gli interessi della classe operaia e delle masse lavoratrici, una volta al potere può cadere nel soggettivismo e nel burocratismo. Per evitare questo, bisogna andare tra le masse. Più la situazione si presenta difficile, più è necessario andare tra le masse per discutere con loro di tutti i problemi e imparare da esse.

Le masse popolari sono i nostri maestri. Noi impariamo costantemente da esse.

Sia nel periodo di edificazione pacifica che ha seguito la Liberazione e in quello della Guerra di Liberazione della Patria, sia nell’epoca della rivoluzione socialista e dell’edificazione del socialismo nel dopoguerra, noi siamo sempre andati tra le masse, insieme ad esse, abbiamo ricercato i mezzi per venire a capo delle difficoltà, e abbiamo tratto da esse fiducia e coraggio. Si può citare una moltitudine di esempi.

La chiave del successo della lotta rivoluzionaria e dell’opera di edificazione socialista è l’unità del partito con le masse: questo è il nostro credo fondamentale.

Oggi innumerevoli eroi anonimi lavorano nelle fabbriche e nelle campagne del nostro paese. Sono essi che, sostenendo il partito, fanno avanzare la rivoluzione e l’edificazione. Il nostro partito mette a parte le masse popolari delle sue intenzioni, sintetizza le loro opinioni creative e, su questa base, stabilisce la sua linea e la sua politica. Grazie a ciò, la linea e la politica del nostro partito godono dell’approvazione assoluta delle masse popolari; ogni decisione e ogni orientamento vengono applicati fruttuosamente grazie agli sforzi congiunti del partito e delle masse.

Il nostro partito respira costantemente la stessa aria che respirano le masse popolari. Noi possiamo affermare che è in questo che consiste il segreto che finora ha permesso al nostro partito di non cadere nel soggettivismo e di non commettere errori. Anche in futuro noi continueremo a rafforzare i legami di sangue con le masse popolari per non cadere in errori di soggettivismo e per accrescere e sviluppare ancora i successi già ottenuti.

Le domande che voi mi avete posto mi sono pervenute attraverso il Comitato centrale dell’Unione dei giornalisti coreani.

Le vostre domande toccano una gamma molto ampia di settori e numerosi problemi.

Vorrei rispondervi raggruppandole, per facilità, in una serie di temi, a seconda del loro contenuto.

I. A proposito delle idee del Juché

Mi avete domandato di dare una spiegazione dettagliata a proposito delle idee del Juché.

Vorrei rispondere brevemente a questo proposito.

Credo in ogni caso che la comprensione del problema potrebbe essere aiutata dalla lettura di una serie di miei scritti sulle idee del Juché.

Le idee del Juché sono l’ideologia della direzione unica del nostro Partito e del principio direttivo della Repubblica Popolare Democratica di Corea in tutte le sue attività. Prendendo le idee del Juché come principio direttivo incrollabile nella rivoluzione e nell’edificazione, noi perseguiamo fermamente l’applicazione del Juché in tutti i campi.

Applicare il Juché significa avere un atteggiamento degno di un padrone nei confronti della rivoluzione e dell’edificazione del proprio paese. In altri termini, significa concretizzare lo spirito di indipendenza e lo spirito creativo, il che a sua volta significa risolvere tutti i problemi che si pongono nella lotta rivoluzionaria e nell’opera di edificazione principalmente con le proprie forze e conformemente alla situazione del proprio paese, su un terreno di indipendenza e di creatività.

La rivoluzione non può essere né esportata né importata. Gli stranieri non possono fare la rivoluzione al nostro posto. Il padrone della rivoluzione in ogni paese è il popolo del paese stesso, e il fattore decisivo per la vittoria della rivoluzione è la forza del paese.

Via via che il movimento rivoluzionario della classe operaia e delle masse popolari si sviluppa, si pongono numerosi problemi difficili e complicati che in precedenza non esistevano.

Per portare avanti la rivoluzione, il popolo di ciascun paese, in quanto padrone del paese, deve sforzarsi e lottare, esaminare e considerare con la propria testa tutti i problemi che si pongono nella rivoluzione e l’edificazione e risolverli con le proprie forze, conformemente alla situazione del paese. Soltanto così la rivoluzione e l’edificazione possono essere realizzate con successo.

Le idee del Juché esigono che tutti mettano la rivoluzione nel loro paese al centro dei loro pensieri e della loro pratica rivoluzionaria. La rivoluzione e l’edificazione sono opera dell’uomo. Di conseguenza, per uscire vittoriosi dalla rivoluzione, è necessario avere una giusta concezione rivoluzionaria del mondo; in tal senso, è importante armarsi di un’ideologia e di un punto di vista che consentano di portare avanti la rivoluzione e l’edificazione nel proprio paese sotto la propria responsabilità e con un atteggiamento degno di veri padroni.

Le idee del Juché sono fondate su questa esigenza della rivoluzione.

Il radicamento del Juché per noi è stato un problema particolarmente importante. Da lungo tempo nel nostro paese il servilismo verso le grandi potenze, questa ideologia avvilente che consiste nel non contare sulle proprie forze, nel venerare ciecamente gli altri e nell’adulare i grandi paesi, era penetrato nella mentalità di alcune persone. Coloro che erano imbevuti di questa ideologia non pensavano, nel momento in cui il loro paese era in pericolo, a salvarlo con le loro forze, appoggiandosi fermamente sul popolo; al contrario si abbandonavano alle politiche settarie, ciascuno guardando al proprio modello e affidandosi sull’esempio di altri. Questo ha avuto come conseguenza l’asservimento del nostro paese.

Il servilismo verso le grandi potenze non è stato eliminato completamente neppure in seguito; anzi, ad esso si aggiunse il dogmatismo, con grave pregiudizio per lo sviluppo della rivoluzione nel

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