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La VOCE 1904

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La VOCE ANNO XXI N°8

aprile 2019

PAGINA d         - 28

segue da pag.27: rapporto ocha del periodo 26 febbraio – 11 marzo (due settimane). secondo quanto riportato da media israeliani, in tre diverse circostanze, il 26 febbraio e 6 il marzo, tre veicoli di coloni israeliani in transito nei pressi di tur e hizma (entrambi a gerusalemme) e deir qaddis (ramallah) hanno subìto danni per il lancio di pietre da parte di palestinesi. a seguito di tali episodi le forze israeliane hanno condotto operazioni di ricerca-arresto. per la prima volta in cinque anni, pellegrini diretti alla mecca sono stati autorizzati ad attraversare il valico di rafah (tra gaza e l'egitto) sotto controllo egiziano; durante il periodo di riferimento, il valico è stato aperto per nove giorni in entrambe le direzioni. sono entrate a gaza 1.413 persone e ne sono uscite 3.948, di cui 1.559 pellegrini. ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento) . 12 marzo: in due episodi, accaduti nella zona (h2) della città di hebron e a salfit, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi di 41 e 23 anni. nota 1: . i rapporti onu ochaopt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati. sono scaricabili dal sito web di ochaopt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians . l'associazione per la pace – gruppo di rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l'edizione inglese dei rapporti.  la versione in italiano è scaricabile dal sito web della associazione per la pace – gruppo di rivoli, alla pagina:. https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali . nota 2: nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. le scritte [in corsivo tra parentesi quadre] sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei rapporti a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali. nota 3: in caso di discrepanze (tra il testo dei report e la traduzione italiana), fa testo il report originale in lingua inglese. associazione per la pace – via s. allende, 5 – 10098 rivoli to; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it . ciao, . riesco a mandare solo ora quest'articolo scritto mentre iniziavano i bombardamenti. la situazione è fluida ma drammatica. alle 22 hamas aveva accettato il cessate il fuoco con la mediazione egiziana ma tel aviv l'aveva respinto ed aveva (ed ha) seguitato a bombardare.anche mentre scrivo i droni non cessano di volare bassi e le esplosioni continuano anche se non più vicinissime ma frequenti. verso le 23,30 tel aviv ha proposto un cessate il fuoco a condizioni inaccettabili. quindi, come ovvio, non accettate. la risposta è stata quella che ha accompagnato la grande marcia e cioè "either we are great on earth or we become martyrsunderground" . ecco l'articolo in cui si ricostruisce il quadro della situazione a partire dal lancio del missile che per misteriosi motivi ha trovato l'iron dome non funzionante e che ancora più misteriosamente con si sa chi l'abbia lanciato. un abbraccio da gaza sotto attacco ancora adesso. patrizia . è cominciato l'inferno a gaza. di patrizia cecconi. - gaza 25 marzo 2019 . gaza stanotte si è addormentata sotto una tempesta naturale che faceva concorrenza ai bombardamenti israeliani, ma si è svegliata con la notizia che un nuovo missile ha colpito a nord di tel aviv centrando un'abitazione e ferendo 7 persone tra cui, per fortuna leggermente, 3 bambini. quindi si è svegliata temendo che non saranno i fulmini a coprire prossimamente il cielo, ma l'aviazione israeliana, come già minacciato da netanyahu che sta tornando in fretta e furia da washington. le agenzie di stampa israeliane stamattina abbondavano, come ovvio, in notizie circa i feriti e i danni provocati dal potente missile farji5, i media internazionali hanno fatto loro eco abbondando anche in notizie di colore, tra cui i ricoveri per stato di panico nonostante i rifugi sicuri, o la morte di un cane rimasto sotto le macerie, cosa sicuramente triste ma che, se si mette sul piatto della bilancia rispetto agli assassinii a freddo dei palestinesi e alla demolizione di decine di migliaia di loro case con morti umani sotto le macerie, sembra un'attenzione quantomeno squilibrata. ma al di là delle notizie per così dire di colore, ce ne sono due piuttosto strane, la prima è che l'iron dome, cioè il più sofisticato sistema antimissilistico, capace di intercettare e neutralizzare i razzi nemici era stranamente spento quando il missile è arrivato. la seconda è che, nonostante il missile lanciato da rafah abbia centrato una zona residenziale ferendo e facendo gravi danni, le scuole oggi sono rimaste aperte. se i due missili di circa dodici giorni fa, quelli ai quali israele rispose con una notte di bombardamenti distruggendo più di 100 strutture e ferendo diverse persone, sono rimasti senza chiaro mittente tanto che alcune ipotesi sono state di "razzi elettorali" ed altre di "razzi distrazionali pro-hamas", il missile di questa mattina crea ancora più dubbi. sia la volta precedente che oggi , è stato ipotizzato dalla stampa israeliana, portavoce del governo, che possa essersi trattato di un errore. fa un po' ridere quest'idea che sprovveduti ragazzotti spingano su un bottone sbagliato avendo accesso a luoghi che non sono certo una sala biliardo e quindi è difficile crederci. proviamo a esaminare i motivi di dubbio. il primo fatto significativo è la potente gittata di questo missile, che dovrebbe essere di fornitura iraniana e dovrebbe far parte degli stoccaggi della jihad islamica. tra rafah e tel aviv passano 120 chilometri. mai un missile lanciato da gaza è arrivato tanto lontano. inoltre la jihad ha sempre rivendicato le sue azioni militari ma questa volta, esattamente come dodici giorni fa, rifiuta ogni responsabilità e al momento i suoi capi sono in riunione con i capi di hamas che rifiuta, a sua volta, ogni rivendicazione. perché jihad e/o hamas avrebbero dovuto lanciare un missile tanto potente sapendo che questo avrebbe innescato una risposta violentissima? vogliono un'escalation? e' proprio loro il missile lanciato da rafah, cioè da pochi metri dall'egitto? qual è dunque il motivo e il messaggio lanciato da quest'azione? e se non è stato hamas, come affermano a gaza persone che non sono assolutamente simpatizzanti del governo locale, né la jihad, chi e perché ha lanciato il missile? stranamente israele non ha ancora risposto se non con modeste azioni a beit hannoun, estremo nord, questa mattina, senza grossi danni né feriti. anche questo è strano, non rientra nella "tradizione" israeliana le cui rappresaglie sono sempre violentissime e sproporzionate alle azioni della resistenza palestinese. qui si sta aspettando la risposta israeliana, ma anche la risposta ufficiale che dovrebbe uscire dalla riunione congiunta di hamas e jihad. la jihad ha già pubblicato un comunicato laconico che fa eco alle minacce di durissima rappresaglia da parte di israele, dichiarando che la risposta della resistenza sarà a sua volta durissima. altra cosa strana, per tutto il giorno i droni sono stati a riposo, stanno arrivando adesso, 17 ora locale. volano bassi, pessimo segnale.
intanto israele ha mandato l'esercito in massa lungo la linea dell'assedio e ha chiamato i riservisti. gli iron dome, che stavolta funzioneranno, sono stati dislocati in tutto il territorio israeliano. inoltre sono stati avvertiti gli abitanti degli insediamenti prossimi alla striscia di gaza di organizzarsi che ci sarà presto un violentissimo attacco aereo. ci sarà prima del rientro dall'america di netanyahu? chi ne prenderà "i meriti"? mentre scrivo arriva la notizia del primo attacco israeliano a nord dalla parte del mare. i droni seguitano a volare bassi. il popolo palestinese di gaza pagherà le conseguenze di ogni cosa. israele ha chiesto ai consolati stranieri di evacuare i propri cittadini. questo è un segnale pesantissimo. i valichi sono stati chiusi, ma tanto questo per i gazawi rientra nella normalità dell'assedio, mentre il segnale che viene mandato al mondo è preciso: faremo un massacro al quale nessuno potrà sfuggire, portatevi fuori i vostri quattro internazionali perché non vogliamo testimoni. e i consolati si stanno attrezzando. chi scrive sarà probabilmente costretta domattina ad uscire da gaza, lasciando sotto le bombe solo uomini, donne e bambini gazawi, gli stessi di cui conosce nomi, visi, risate e sogni, e lasciando ai megafoni israeliani la sola voce che arriverà in occidente. le ultime notizie riaffermano che israele "risponderà" ad ogni attacco, mentre da gaza la resistenza risponde che replicherà da ogni punto della striscia ad ogni attacco israeliano. non è una partita di risiko. e' una tragedia annunciata. e su tutto c'è la grande ala delle prossime elezioni che probabilmente verranno vinte grazie al sacrificio del popolo gazawo. quello che non muore di paura scappando nei rifugi, ma che muore per davvero, proprio come il povero cane israeliano che ha commosso i media, ma probabilmente senza muovere la stessa commozione. gli attacchi sono appena iniziati. possiamo solo sperare che qualcuno riesca a fermarli prima che si trasformino nell'inferno annunciato. "....qui, quando sfreccia un aereo si guarda la direzione e poi si fa un cenno con la testa come a dire "è diretto laggiù". e quando un aereo è diretto "laggiù" non porta turisti, non potrebbe neanche atterrare visto che nel 2001 israele ha distrutto completamente l'aeroporto internazionale di rafah....." da gaza a betlemme la scia di sangue non si ferma..... fuori gli internazionali dalla striscia di gaza! i testimoni obiettivi sono sgraditi. israele seguita a bombardare, non riconosce la tregua e i media main stream dichiarano che israele risponde ai missili inviati dalla resistenza gazawa e non dicono che invece non accetta il cessate il fuoco. anzi, per la verità i media che rispettano le veline israeliane non parlano mai di "resistenza", sarebbe come legittimarla mediaticamente, la resistenza, effettivamente legittima per il diritto internazionale. loro parlano di terrorismo o, al più, di azioni armate, come se i missili israeliani fossero caramelle alle quali hamas o jihad rispondono con i loro razzi. israele ha invitato i vari consolati a ritirale i loro cooperanti e volontari. qualcuno non voleva uscire, compreso chi scrive, ma la situazione si fa difficile, anche burocraticamente, dobbiamo assolutamente uscire. ora siamo a betlemme. betlemme, per i cristiani il luogo di nascita di gesù. betlemme, per musulmani, cristiani e laici palestinesi luogo, al pari degli altri, di continua repressione e di continui crimini israeliani. ultimo quello di questa mattina. sajid mezhir, un giovane infermiere che stava prestando soccorso ad alcuni ragazzi feriti dall'esercito occupante entrato nel campo profughi di dheisheh, periferia di betlemme. a circa 70 chilometri da betlemme, gaza, tutta la notte sotto bombardamento. ogni tanto sul cielo di betlemme sfrecciava un f16. gli esperti lo riconoscono dal rombo. qui, guardare un areo che sfreccia in cielo non dà quasi mai l'idea della libertà di chi può viaggiare in luoghi esotici. qui, quando sfreccia un aereo si guarda la direzione e poi si fa un cenno con la testa come a dire "è diretto laggiù". e quando un aereo è diretto "laggiù" non porta turisti, non potrebbe neanche atterrare visto che nel 2001 israele ha distrutto completamente l'aeroporto internazionale di rafah–striscia di gaza, come prima azione di assedio, quella dal cielo, alla quale negli anni successivi, dopo aver evacuato la striscia dai coloni ebrei, si sarebbe aggiunto l'assedio completo: da terra e dal mare. quello contro il quale dimostrano i gazawi, ogni venerdì, da un anno esatto. manifestazioni alle quali israele ha risposto con 256 assassinati a freddo, ragazzi, donne, uomini e bambini, infermieri che prestavano soccorso, fotografi e giornalisti. ne ha uccisi "solo" 256 perché i gazawi hanno organizzato una fitta cortina di fumo nero bruciando vecchi copertoni d'auto, ma ne hanno feriti circa 28 mila e di questi alcune centinaia resteranno invalidi a vita. ma in questi giorni a gaza succede anche altro. non una novità per la striscia, ma certo non una cosa qualunque, vale a dire che israele ha ripreso a bombardare pesantemente, e che la resistenza gazawa ha ripreso a lanciare missili. una spirale senza fine che sembra vedere nelle prossime elezioni israeliane una delle sue cause perché, come ogni analista politico sa, la vittoria elettorale in israele si gioca sulla capacità di dimostrare durezza contro il popolo palestinese occupato e, in particolare, contro quello assediato nella striscia di gaza. in base a quanto sopra il consolato italiano, per la sicurezza dei suoi cittadini e dietro indicazioni israeliane circa la durezza dei bombardamenti, ha deciso l'evacuazione e quindi ci troviamo a betlemme. come diceva un giornalista molto importante, non può farsi buon giornalismo se non si ha empatia. ebbene, senza la pretesa di fare buon giornalismo, posso dire che l'empatia con una comunità con la quale si sono vissuti mesi scanditi da bombardamenti, funerali, stato d'assedio, ma anche strana gioia, feste, allegria, sogni e lavoro, non può mancare. è proprio per quell'empatia che ci si sente quasi dei traditori dovendoli lasciare sotto le bombe perché noi, occidentali, possiamo contare su una protezione che non possiamo condividere con loro. bene, prendiamo le notizie telefonicamente. questi circa 70 chilometri che ci separano li ripercorreremo presto a ritroso. così almeno speriamo. uscendo da eretz abbiamo visto una lunga colonna di mezzi corazzati entrare. non è certo un buon segno, ma speriamo che netanyahu completi il suo messaggio elettorale senza ulteriori stragi e intanto speriamo di ritrovare tutti vivi i nostri interlocutori, amici più o meno stretti e conoscenti con cui abbiamo scambiato un sorriso, un caffè, uno shukran o un salam ailekum in tutto questo tempo. dunque, siamo a betlemme. non ci sono bombardamenti, noi siamo al sicuro. betlemme è sotto intera giurisdizione dell'autorità palestinese ma i soldati israeliani fanno continue incursioni nei due più grandi campi profughi alla sua periferia: aida e dheisheh. entrano per arrestare, entrano per spaventare, entrano per controllare, entrano per capriccio. entrano. e con estrema frequenza, quando entrano, corre il sangue. quello dei feriti e, a volte, quello dei morti assassinati. stamattina hanno ucciso deliberatamente il giovane sajid mezhir, solo 17 anni, mentre stava aiutando dei cittadini feriti dai soldati occupanti entrati nel campo. soldati del più coccolato e più criminale stato tra quelli considerati, in questo caso a torto, democratici: israele. anche questa morte non farà notizia nei media main stream , a meno che qualche giovane esasperato da tanta continua violenza impunita non decida di vendicarsi, in suo nome, contro qualche soldato israeliano. in quel caso i media alzeranno al massimo i loro megafoni per invocare all'unisono il coro che suona "sicurezza per israele". ho lasciato obtorto collo gaza, dove il sangue palestinese scorre a fiumi, e sono tornata in cisgiordania, dove il sangue palestinese seguita a scorrere senza interruzione. a betlemme, a nablus, a gerusalemme, a hebron….. un unico popolo, diverse fazioni politiche, diverse leadership, ma un unico popolo che paga per l'arroganza criminale dell'unico vero nemico comune: l'occupazione israeliana della palestina. oggi i funerali di sajid, ultimo giovane martire. per ora.
Segue da Pag.27: Rapporto OCHA del periodo 26 febbraio – 11 marzo (due settimane)

Secondo quanto riportato da media israeliani, in tre diverse circostanze, il 26 febbraio e 6 il marzo, tre veicoli di coloni israeliani in transito nei pressi di Tur e Hizma (entrambi a Gerusalemme) e Deir Qaddis (Ramallah) hanno subìto danni per il lancio di pietre da parte di palestinesi. A seguito di tali episodi le forze israeliane hanno condotto operazioni di ricerca-arresto.

Per la prima volta in cinque anni, pellegrini diretti alla Mecca sono stati autorizzati ad attraversare il valico di Rafah (tra Gaza e l'Egitto) sotto controllo egiziano; durante il periodo di riferimento, il valico è stato aperto per nove giorni in entrambe le direzioni. Sono entrate a Gaza 1.413 persone e ne sono uscite 3.948, di cui 1.559 pellegrini.

Ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento)
12 marzo: in due episodi, accaduti nella zona (H2) della città di Hebron e a Salfit, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi di 41 e 23 anni.

nota 1:
I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

L'Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l'edizione inglese dei Rapporti.

 la versione in italiano è scaricabile dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre] sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali. nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it

Ciao,
riesco a mandare solo ora quest'articolo scritto mentre iniziavano i bombardamenti. La situazione è fluida ma drammatica. Alle 22 Hamas aveva accettato il cessate il fuoco con la mediazione egiziana ma Tel Aviv l'aveva respinto ed aveva (ed ha) seguitato a bombardare.Anche mentre scrivo i droni non cessano di volare bassi e le esplosioni continuano anche se non più vicinissime ma frequenti.

Verso le 23,30 Tel Aviv ha proposto un cessate il fuoco a condizioni inaccettabili. Quindi, come ovvio, non accettate. La risposta è stata quella che ha accompagnato la grande marcia e cioè "Either we are great on earth or we become martyrsUnderground"

Ecco l'articolo in cui si ricostruisce il quadro della situazione a partire dal lancio del missile che per misteriosi motivi ha trovato l'iron dome non funzionante e che ancora più misteriosamente con si sa chi l'abbia lanciato. Un abbraccio da Gaza sotto attacco ancora adesso.

Patrizia

È cominciato l'Inferno a Gaza



di Patrizia Cecconi -

Gaza 25 marzo 2019

Gaza stanotte si è addormentata sotto una tempesta naturale che faceva concorrenza ai bombardamenti israeliani, ma si è svegliata con la notizia che un nuovo missile ha colpito a nord di Tel Aviv centrando un'abitazione e ferendo 7 persone tra cui, per fortuna leggermente, 3 bambini. Quindi si è svegliata temendo che non saranno i fulmini a coprire prossimamente il cielo, ma l'aviazione israeliana, come già minacciato da Netanyahu che sta tornando in fretta e furia da Washington.

Le agenzie di stampa israeliane stamattina abbondavano, come ovvio, in notizie circa i feriti e i danni provocati dal potente missile Farji5, i media internazionali hanno fatto loro eco abbondando anche in notizie di colore, tra cui i ricoveri per stato di panico nonostante i rifugi sicuri, o la morte di un cane rimasto sotto le macerie, cosa sicuramente triste ma che, se si mette sul piatto della bilancia rispetto agli assassinii a freddo dei palestinesi e alla demolizione di decine di migliaia di loro case con morti umani sotto le macerie, sembra un'attenzione quantomeno squilibrata.

Ma al di là delle notizie per così dire di colore, ce ne sono due piuttosto strane, la prima è che l'iron dome, cioè il più sofisticato sistema antimissilistico, capace di intercettare e neutralizzare i razzi nemici era stranamente spento quando il missile è arrivato. La seconda è che, nonostante il missile lanciato da Rafah abbia centrato una zona residenziale ferendo e facendo gravi danni, le scuole oggi sono rimaste aperte.

Se i due missili di circa dodici giorni fa, quelli ai quali Israele rispose con una notte di bombardamenti distruggendo più di 100 strutture e ferendo diverse persone, sono rimasti senza chiaro mittente tanto che alcune ipotesi sono state di "razzi elettorali" ed altre di "razzi distrazionali pro-Hamas", il missile di questa mattina crea ancora più dubbi. Sia la volta precedente che oggi , è stato ipotizzato dalla stampa israeliana, portavoce del governo, che possa essersi trattato di un errore. Fa un po' ridere quest'idea che sprovveduti ragazzotti spingano su un bottone sbagliato avendo accesso a luoghi che non sono certo una sala biliardo e quindi è difficile crederci. Proviamo a esaminare i motivi di dubbio.

Il primo fatto significativo è la potente gittata di questo missile, che dovrebbe essere di fornitura iraniana e dovrebbe far parte degli stoccaggi della Jihad islamica. Tra Rafah e Tel Aviv passano 120 chilometri. Mai un missile lanciato da Gaza è arrivato tanto lontano. Inoltre la Jihad ha sempre rivendicato le sue azioni militari ma questa volta, esattamente come dodici giorni fa, rifiuta ogni responsabilità e al momento i suoi capi sono in riunione con i capi di Hamas che rifiuta, a sua volta, ogni rivendicazione.

Perché Jihad e/o Hamas avrebbero dovuto lanciare un missile tanto potente sapendo che questo avrebbe innescato una risposta violentissima? Vogliono un'escalation? E' proprio loro il missile lanciato da Rafah, cioè da pochi metri dall'Egitto? Qual è dunque il motivo e il messaggio lanciato da quest'azione? E se non è stato Hamas, come affermano a Gaza persone che non sono assolutamente simpatizzanti del governo locale, né la Jihad, chi e perché ha lanciato il missile? Stranamente Israele non ha ancora risposto se non con modeste azioni a Beit Hannoun, estremo nord, questa mattina, senza grossi danni né feriti. Anche questo è strano, non rientra nella "tradizione" israeliana le cui rappresaglie sono sempre violentissime e sproporzionate alle azioni della resistenza palestinese. Qui si sta aspettando la risposta israeliana, ma anche la risposta ufficiale che dovrebbe uscire dalla riunione congiunta di Hamas e Jihad. La Jihad ha già pubblicato un comunicato laconico che fa eco alle minacce di durissima rappresaglia da parte di Israele, dichiarando che la risposta della resistenza sarà a sua volta durissima. Altra cosa strana, per tutto il giorno i droni sono stati a riposo, stanno arrivando adesso, 17 ora locale. Volano bassi, pessimo segnale.

Intanto Israele ha mandato l'esercito in massa lungo la linea dell'assedio e ha chiamato i riservisti. Gli iron dome, che stavolta funzioneranno, sono stati dislocati in tutto il territorio israeliano. Inoltre sono stati avvertiti gli abitanti degli insediamenti prossimi alla Striscia di Gaza di organizzarsi che ci sarà presto un violentissimo attacco aereo. Ci sarà prima del rientro dall'America di Netanyahu? Chi ne prenderà "i meriti"? Mentre scrivo arriva la notizia del primo attacco israeliano a nord dalla parte del mare. I droni seguitano a volare bassi.

Il popolo palestinese di Gaza pagherà le conseguenze di ogni cosa. Israele ha chiesto ai Consolati stranieri di evacuare i propri cittadini. Questo è un segnale pesantissimo. I valichi sono stati chiusi, ma tanto questo per i gazawi rientra nella normalità dell'assedio, mentre il segnale che viene mandato al mondo è preciso: faremo un massacro al quale nessuno potrà sfuggire, portatevi fuori i vostri quattro internazionali perché non vogliamo testimoni. E i consolati si stanno attrezzando. Chi scrive sarà probabilmente costretta domattina ad uscire da Gaza, lasciando sotto le bombe solo uomini, donne e bambini gazawi, gli stessi di cui conosce nomi, visi, risate e sogni, e lasciando ai megafoni israeliani la sola voce che arriverà in Occidente.

Le ultime notizie riaffermano che Israele "risponderà" ad ogni attacco, mentre da Gaza la resistenza risponde che replicherà da ogni punto della Striscia ad ogni attacco israeliano. Non è una partita di risiko. E' una tragedia annunciata. E su tutto c'è la grande ala delle prossime elezioni che probabilmente verranno vinte grazie al sacrificio del popolo gazawo. Quello che non muore di paura scappando nei rifugi, ma che muore per davvero, proprio come il povero cane israeliano che ha commosso i media, ma probabilmente senza muovere la stessa commozione. Gli attacchi sono appena iniziati. Possiamo solo sperare che qualcuno riesca a fermarli prima che si trasformino nell'inferno annunciato.

"....Qui, quando sfreccia un aereo si guarda la direzione e poi si fa un cenno con la testa come a dire "è diretto laggiù". E quando un aereo è diretto "laggiù" non porta turisti, non potrebbe neanche atterrare visto che nel 2001 Israele ha distrutto completamente l'aeroporto internazionale di Rafah....."

DA GAZA A BETLEMME la scia di sangue non si ferma.....



Fuori gli internazionali dalla Striscia di Gaza! I testimoni obiettivi sono sgraditi. Israele seguita a bombardare, non riconosce la tregua e i media main stream dichiarano che Israele risponde ai missili inviati dalla resistenza gazawa e non dicono che invece non accetta il cessate il fuoco. Anzi, per la verità i media che rispettano le veline israeliane non parlano mai di "resistenza", sarebbe come legittimarla mediaticamente, la resistenza, effettivamente legittima per il Diritto internazionale. Loro parlano di terrorismo o, al più, di azioni armate, come se i missili israeliani fossero caramelle alle quali Hamas o Jihad rispondono con i loro razzi. Israele ha invitato i vari consolati a ritirale i loro cooperanti e volontari. Qualcuno non voleva uscire, compreso chi scrive, ma la situazione si fa difficile, anche burocraticamente, dobbiamo assolutamente uscire. Ora siamo a Betlemme. Betlemme, per i cristiani il luogo di nascita di Gesù. Betlemme, per musulmani, cristiani e laici palestinesi luogo, al pari degli altri, di continua repressione e di continui crimini israeliani. ULTIMO QUELLO DI QUESTA MATTINA. Sajid Mezhir, un giovane infermiere che stava prestando soccorso ad alcuni ragazzi feriti dall'esercito occupante entrato nel campo profughi di Dheisheh, periferia di Betlemme. A circa 70 chilometri da Betlemme, Gaza, tutta la notte sotto bombardamento. Ogni tanto sul cielo di Betlemme sfrecciava un F16. Gli esperti lo riconoscono dal rombo. Qui, guardare un areo che sfreccia in cielo non dà quasi mai l'idea della libertà di chi può viaggiare in luoghi esotici. Qui, quando sfreccia un aereo si guarda la direzione e poi si fa un cenno con la testa come a dire "è diretto laggiù". E quando un aereo è diretto "laggiù" non porta turisti, non potrebbe neanche atterrare visto che nel 2001 Israele ha distrutto completamente l'aeroporto internazionale di Rafah–Striscia di Gaza, come prima azione di assedio, quella dal cielo, alla quale negli anni successivi, dopo aver evacuato la Striscia dai coloni ebrei, si sarebbe aggiunto l'assedio completo: da terra e dal mare. Quello contro il quale dimostrano i gazawi, ogni venerdì, da un anno esatto. Manifestazioni alle quali Israele ha risposto con 256 assassinati a freddo, ragazzi, donne, uomini e bambini, infermieri che prestavano soccorso, fotografi e giornalisti. Ne ha uccisi "solo" 256 perché i gazawi hanno organizzato una fitta cortina di fumo nero bruciando vecchi copertoni d'auto, ma ne hanno feriti circa 28 mila e di questi alcune centinaia resteranno invalidi a vita. Ma in questi giorni a Gaza succede anche altro. Non una novità per la Striscia, ma certo non una cosa qualunque, vale a dire che Israele ha ripreso a bombardare pesantemente, e che la resistenza gazawa ha ripreso a lanciare missili. Una spirale senza fine che sembra vedere nelle prossime elezioni israeliane una delle sue cause perché, come ogni analista politico sa, la vittoria elettorale in Israele si gioca sulla capacità di dimostrare durezza contro il popolo palestinese occupato e, in particolare, contro quello assediato nella Striscia di Gaza. In base a quanto sopra il Consolato italiano, per la sicurezza dei suoi cittadini e dietro indicazioni israeliane circa la durezza dei bombardamenti, ha deciso l'evacuazione e quindi ci troviamo a Betlemme. Come diceva un giornalista molto importante, non può farsi buon giornalismo se non si ha empatia. Ebbene, senza la pretesa di fare buon giornalismo, posso dire che l'empatia con una comunità con la quale si sono vissuti mesi scanditi da bombardamenti, funerali, stato d'assedio, ma anche strana gioia, feste, allegria, sogni e lavoro, non può mancare. È proprio per quell'empatia che ci si sente quasi dei traditori dovendoli lasciare sotto le bombe perché noi, occidentali, possiamo contare su una protezione che non possiamo condividere con loro. Bene, prendiamo le notizie telefonicamente. Questi circa 70 chilometri che ci separano li ripercorreremo presto a ritroso. Così almeno speriamo. Uscendo da Eretz abbiamo visto una lunga colonna di mezzi corazzati entrare. Non è certo un buon segno, ma speriamo che Netanyahu completi il suo messaggio elettorale senza ulteriori stragi e intanto speriamo di ritrovare tutti vivi i nostri interlocutori, amici più o meno stretti e conoscenti con cui abbiamo scambiato un sorriso, un caffè, uno shukran o un salam ailekum in tutto questo tempo. Dunque, siamo a Betlemme. Non ci sono bombardamenti, noi siamo al sicuro. Betlemme è sotto intera giurisdizione dell'Autorità palestinese ma i soldati israeliani fanno continue incursioni nei due più grandi campi profughi alla sua periferia: Aida e Dheisheh. Entrano per arrestare, entrano per spaventare, entrano per controllare, entrano per capriccio. ENTRANO. E con estrema frequenza, quando entrano, corre il sangue. Quello dei feriti e, a volte, quello dei morti assassinati. Stamattina hanno ucciso deliberatamente il giovane Sajid Mezhir, solo 17 anni, mentre stava aiutando dei cittadini feriti dai soldati occupanti entrati nel campo. Soldati del più coccolato e più criminale Stato tra quelli considerati, in questo caso a torto, democratici: Israele. Anche questa morte non farà notizia nei media main stream , a meno che qualche giovane esasperato da tanta continua violenza impunita non decida di vendicarsi, in suo nome, contro qualche soldato israeliano. In quel caso i media alzeranno al massimo i loro megafoni per invocare all'unisono il coro che suona "SICUREZZA PER ISRAELE". Ho lasciato obtorto collo Gaza, dove il sangue palestinese scorre a fiumi, e sono tornata in Cisgiordania, dove il sangue palestinese seguita a scorrere senza interruzione. A Betlemme, a Nablus, a Gerusalemme, a Hebron….. Un unico popolo, diverse fazioni politiche, diverse leadership, ma un unico popolo che paga per l'arroganza criminale dell'unico vero nemico comune: l'occupazione israeliana della Palestina. Oggi i funerali di Sajid, ultimo giovane martire. Per ora.


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