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La VOCE ANNO XX N°1

settembre 2017

PAGINA B         - 34

LAVOISIER: IL PADRE DELLA CHIMICA MODERNA

di Vincenzo Brandi
I grandi progressi della chimica nel ‘700 trovarono il loro culmine nella figura del francese Antoine Laurent Lavoisier, definito a ragione il “padre della chimica” moderna.
Per tutto il secolo lo studio della chimica, soprattutto quella dei gas e dei fenomeni di combustione, si era avvalsa di una serie di ricerche sperimentali, favorite dal nuovo clima filosofico-culturale promosso dalla filosofia empirista ed illuminista.
Benchè gli studi di chimica fossero inficiati da teorie errate, come quella del “Flogisto”, una fantomatica sostanza che sarebbe stata presente nei fenomeni di combustione (ne fu un sostenitore, tra gli altri, il tedesco Ernst Stahl, 1660-1734), i progressi furono notevoli.
L’inglese Joseph Black (già citato in un numero precedente a proposito della realizzazione di nuovi perfezionati calorimetri) approfondi’ gli studi sperimentali sull’anidride carbonica (CO2), uno dei principali prodotti delle combustioni.
Un altro inglese, Henry Cavendish (che ha dato il nome ad un celebre istituto dell’Università di Cambridge) individuò l’idrogeno (H) e stabilì che l’acqua (H2O) era un composto.
Un terzo chimico inglese, Joseph Priestley (1733-1804), produsse l’ossigeno (O), mentre lo svedese Wilhelm Scheele, stabilì un collegamento tra i fenomeni di combustione e respirazione.
Da parte sua l’intelligente ricercatore russo Michail V. Lomonossov, scopritore degli angoli diedri nei cristalli di diamante ed altre sostanze, criticò la teoria del Flogisto, ma con scarso successo.
Lavoisier, nato nel 1743 da una famiglia agiata, fu avviato ad una fortunata carriera nella Fermè General, l’istituzione francese, molto poco amata, incaricata della raccolta delle tasse. Sfruttando la fortuna di famiglia e le importanti entrate dalla sua nomina a Fermier General, realizzò un efficiente laboratorio di chimica dove condusse una serie di interessanti esperimenti con l’aiuto pratico dell’intelligente moglie, Marie-Anne Poulze, sposata giovanissima, che possiamo ammirare insieme al marito in un quadro del celebre pittore David. I suoi studi lo fecero ammettere a soli 25 anni nell’Accademia di Francia.
Attento seguace della filosofia “sensista” di Condillac (di cui abbiamo descritto le linee fondamentali in un precedente numero), Lavoisier affrontò lo studio
della chimica con spirito fortemente empirista e materialista, giungendo ad una serie di risultati che possiamo così riassumere:
-Dimostrò l’inesistenza del Flogisto, presunta sostanza priva di qualsiasi riscontro sperimentale.
-Stabilì, adottando precisi esperimenti con bilance di precisione, che il peso dei reagenti era sempre pari a quella dei prodotti delle reazioni chimiche. Ciò gli permise anche di stabilire un importante principio scientifico e filosofico di stampo materialista, in cui si sentono gli echi dell’antica filosofia naturalista di Democrito ed Eraclito: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (“Principio di conservazione della materia”).
-Un analogo principio fu stabilito per il calore sviluppato o assorbito durante i fenomeni di formazione o decomposizione dei composti. Il calore di formazione di un composto è sempre uguale in valore assoluto ed opposto a quello di decomposizione dello stesso composto.
-Usando i metodi esatti della Chinica Quantitativa (cioè basata su misure esatte delle quantità di sostanze in gioco) determinò l’esatta composizione dell’acqua (formata sempre dalle stesse percentuali di idrogeno ed ossigeno).
-Determinò l’esatta composizione dell’aria (miscela di ossigeno ed azoto)
-Seguendo i suggerimenti di Condillac, creò una completa e razionale nomenclatura chimica ancora in uso. In particolare battezzò i componenti di acqua ed aria con i nomi tuttora di uso comune, derivati dal greco antico: idrogeno (“generatore di acqua”), ossigeno (“generatore di acidi”, dato che molti acidi contengono ossigeno), azoto (“senza vita”, dato che non interviene attivamente nella respirazione).
Benchè Lavoisier abbia insistito in alcuni errori concettuali, come l’errata teoria del “Calorico”, fantomatica sostanza che sarebbe responsabile del calore (che è in realtà espressione dell’energia interna dei corpi originata dal moto incessante di atomi e molecole), si può considerare il fondatore principale della chimica moderna.
La sua brillante carriera di ricercatore fu bruscamente interrotta nel 1794, durante il periodo del “terrore” rivoluzionario, quando fu processato, condannato a morte, e ghigliottinato, soprattutto a causa della sua passata appartenenza all’odiata Fermè General (da cui peraltro si era dimesso già da anni).

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