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La VOCE ANNO XX N°1

settembre 2017

PAGINA A         - 33

LA FIERA DI DAMASCO: LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL. COSA FA L’ITALIA?


L’apertura della Fiera di Damasco, ancora in corso mentre scrivo (agosto 2017), segna un punto significativo di svolta – sia simbolico che pratico - nella drammatica crisi siriana, come ha giustamente sottolineato anche Gianmarco Pisa in un articolo già diffuso (1).
L’economia siriana, devastata da oltre sei anni di guerra feroce e distruttiva, sta lentamente ripartendo nelle zone che progressivamente vengono liberate dall’esercito che le ripulisce dal cancro terrorista, alimentato e strumentalizzato da potenze esterne.
Ad esempio, si cerca di rilanciare l’attività economica nella grande città industriale di Aleppo, le cui fabbriche furono smantellate dalle bande terroriste che avevano occupato, a partire dal 2012, tutta la periferia ed alcuni quartieri centrali. Gli impianti delle fabbriche furono smontati e contrabbandati nella vicina Turchia, dove furono rivenduti per alimentare la “jihad” degli estremisti sunniti. Ora che la città è stata completamente liberata, la gente ricomincia faticosamente a riprendere le vecchie attività.
La fulminante controffensiva lanciata dall’esercito nelle regioni orientali e meridionali, con l’aiuto dell’aviazione russa e delle milizie di Hezbollah e palestinesi filo-governative, ha permesso al governo di tornare in possesso di vastissime zone già occupate dallo Stato Islamico (Daesh) e di numerosi pozzi petroliferi e giacimenti di gas, con cui gli estremisti si erano finanziati contrabbandando il petrolio verso la compiacente Turchia ed Israele. Questo permette al governo, non solo di riapprovvigionarsi di gas e petrolio, ma anche di riavvicinarsi alla città di Deir-Es-Zor, sul fiume Eufrate, assediata da Daesh da oltre due anni e difesa strenuamente da una guarnigione governativa. La battaglia che si prepara a Deir-Es-Zor sarà probabilmente decisiva per la sconfitta finale delle bande di Daesh e dei suoi sponsor, come l’Arabia Saudita, ed anche in passato la Turchia, con la complicità di alcuni paesi occidentali interessati a destabilizzare la Siria.
Rimane aperto il problema di almeno 10.000 militanti di Al Qaida che occupano la provincia nord-occidentale di Idlib, ma che hanno perso l’appoggio della Turchia, e che non potranno sfuggire alla controffensiva dell’esercito dopo che avrà liquidato Daesh.
Alla Fiera di Damasco partecipano 43 paesi e, secondo molte fonti, anche varie imprese tedesche e francesi, magari in forma indiretta attraverso succursali e prestanomi. I terroristi, rendendosi conto dell’importanza dell’avvenimento, hanno bombardato alla cieca l’ingresso della mostra con i mortai uccidendo vari civili, ma la mostra non ha chiuso e continua come atto di speranza e di sfida verso gli estremisti ed i loro sciagurati sponsor esterni.
L’Italia, prima della guerra, era il principale partner commerciale della Siria. Allo scoppio della cosiddetta rivolta, in realtà ben organizzata dall’esterno, con la
complicità di paesi come gli USA, Francia, UK, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, l’Italia si è allineata agli ordini superiori. Ha rotto le relazioni diplomatiche con la Siria; ha imposto sanzioni; ha rifornito di armi e finanziamenti i cosiddetti “ribelli”, riconoscendo come unico rappresentante della Siria la “Coalizione Nazionale Siriana”, un gruppo di politicanti venduti che non rappresentano nessuno. La serva stampa nostrana si è scatenata con assurde bugie per demonizzare il governo siriano riconosciuto all’ONU ed il suo Presidente Bashar Al-Assad, eletto in regolari elezioni a larga maggioranza.
Lo stesso è avvenuto in analoghe situazioni, come quella della Libia, in cui siamo stati trascinati in guerra contro i nostri interessi da USA, Francia, UK e NATO, o come quella dell’Egitto, in cui il governo italiano si è fatto incastrare nell’oscura provocazione dell’assassinio di Regeni, rompendo le realazioni col Cairo, mentre Francesi ed Inglesi concludevano lauti accordi con L’Egitto alle nostre spalle.
L’affare Regeni è esploso proprio nel momento in cui un’importante delegazione italiana era al Cairo a sottoscrivere una serie di importanti accordi economici con l’Egitto, al largo delle cui coste era stato scoperto il più grande giacimento di gas del Mediterraneo. Lo sfortunato giovane aveva lavorato in Inghilterra con la Oxford Analytica, un’agenzia di “informazione” diretta da ex-criminali e spioni come John Negroponte - ex agente CIA, organizzatore degli squadroni della morte in Centro-America – e tali McCall e Young, ex dirigenti dei servizi segreti inglesi. Poi aveva ricevuto un incarico di “studio” dall’Università di Cambridge, che però rifiuta di collaborare con la magistratura italiana per chiarirne i contenuti. L’attribuzione senza prove della responsabilità dell’assassinio al governo egiziano da parte di tutta la stampa serva, non tiene conto del “cui prodest” e del contesto politico ed economico. Solo oggi il governo italiano comincia timidamente ad accorgersi della trappola in cui è cascato e riallaccia le relazioni con l’Egitto, scatenando la reazione di tutta la falsa sinistra “umanitaria” che agisce da utile idiota. Vedi in proposito la documentazione allegata: (2) (3) (4).
Qualcosa di analogo è avvenuto quando finalmente il governo ha preso le distanze da alcune ONG finto-umanitarie, ben finanziate da governi occidentali e da ambigui finanzieri come George Soros, impegnate nel traffico di “migranti” dalla Libia, come Medicine Sans Frontiere (già implicata nella distruzione della Jugoslavia e nella guerra in Siria) e Amnesty International, sempre pronta ad indicare i “cattivi” da colpire, come Gheddafi o Assad.
Cosa farà il governo italiano ora che in Siria si vede la luce in fondo al tunnel: ritirerà le sanzioni e riallaccerà le relazioni diplomatiche ed economiche? O si farà ancora una volta turlupinare come nel caso libico ed egiziano?
Roma 23.08.2017 Vincenzo Brandi

(1) “La Fiera Internazionale di Damasco” di G.M. Pisa, http://www.ildialogo.org/..
(2) “Ordigno Regeni su Medioriente e Mediterraneo” di Fulvio Grimaldi, www.fulviogrimaldicontroblog.info
(3) “Caso Regeni e ONG, la resa senza condizioni della sinistra senza se e senza ma” di Fulvio Scaglione, su l’Antidiplomatico.
(4) Intervista al Gen. Tricarico su Regeni,
..intervista-generale-tricarico-regeni/

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