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La VOCE 1709

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La VOCE ANNO XX N°1

settembre 2017

PAGINA 10

In ricordo della scomparsa del compagno Spartaco Ferri

In un momento in cui tanti dimenticano il passato, anche il proprio passato e le battaglie affrontate per la giustizia e la verità, tanto più dobbiamo ricordarci della figura del partigiano Spartaco, che mai rinunciò alla sua battaglia di comunista e materialista dialettico. Vincenzo Brandi

Nel ricordare il V anniversario della inconsolabile perdita di Spartaco Ferri, partigiano antifascista, internazionalista comunista, materialista dialettico, voglio mettere in evidenza il suo amore, il rispetto e la stima per la compagna della sua vita, Miriam Pellegrini Ferri, e voglio dire che se Spartaco ci mancherà per le lotte che intraprendiamo ogni giorno, però lui si rispecchiava in Miriam, come Miriam si rispecchia quotidianamente in lui, e noi pur sapendolo benissimo, non ci rendiamo conto fino in fondo della fortuna che abbiamo nell’averla quotidianamente al nostro fianco, e spesso capofila nelle nostre battaglie, così come naturalmente succede per le fortune che diamo per scontate nella nostra vita. Spartaco vive negli occhi e nel pensiero di Miriam.
Questi due rarissimi esseri umani che hanno dato vita assieme al G.A.MA.DI. in cui tutti noi ci riconosciamo più che in qualsiasi altro filone di pensiero, ora si rispecchiano in Miriam.
Io sento per Miriam un costante incolmabile debito di riconoscenza e credo che lo stesso sia anche per voi, e penso che Spartaco sarebbe il primo tra noi a ricordarcelo sempre, penso che Spartaco questo vorrebbe per la sua Miriam e quindi voglio ricordare a Miriam un luogo comune mai così vero come nel loro caso, e cioè che solo avendo al fianco una grande donna si può diventare grandi uomini.
Gloria a Spartaco e infinita riconoscenza a Miriam.
Roberto Gessi.

Si è spento Ettore Masina, un altro vuoto incolmabile

Ettore Masina, giornalista, uomo politico e scrittore, fondatore di Rete Radié Resh, la rete di solidarietà attiva con il popolo palestinese ma anche con popoli dell’Africa e dell’America Latina, ci ha lasciati. Il popolo palestinese perde un grande amico e il mondo, tutto, perde l’uomo che ha mostrato con coerenza e coraggio la possibilità di fondere comunismo e cristianesimo, impegno politico e sociale, puntando sempre sul rispetto dei diritti umani e della propria dignità professionale.

Aveva quasi novant’anni ed ancora, all’occasione, diceva di essere profondamente innamorato di sua moglie, Clotilde. Chi ha conosciuto Clotilde, psicoterapeuta di professione e accompagnatrice per scelta di suo marito, non ha motivo di dubitarne.

Ettore Masina lasciò gli studi di medicina e iniziò molto giovane a lavorare per “Il Giorno” che lo incaricò di seguire il Concilio Vaticano II. Furono i suoi ottimi reportages come vaticanista a farlo assumere in Rai come consulente religioso. Ma Masina era anche un caparbio “catto-comunista” che per le sue posizioni essere stato seriamente ostacolato da due dei tre direttori del TG con cui lavorò tanto da averne la carriera stroncata. Ma di questo Masina ne parlava con una certa fierezza: essere ostacolato per le sue posizioni politiche “di parte”, gli permetteva di affermare che in realtà lui di parte lo era, in quanto stava dalla parte degli oppressi ed era convintamente tanto comunista che cattolico.

Il suo viaggio in Palestina nel 1964 diede una svolta alla sua vita. In Palestina viveva il suo amico Paul Gauthier, prete operaio che lo invitava ad andare lì per capire cosa significasse calarsi in mezzo alla povertà in cui viveva il popolo palestinese. Masina non sapeva molto della situazione e andò per la prima volta al seguito di Paolo VI il quale, peraltro, fu il primo papa a visitare la Palestina scegliendo di non pronunciare mai la parola Israele. Paolo VI decise anche di entrare da Amman piuttosto che da Tel Aviv e questo, nella simbologia diplomatica, rappresentava una chiara condanna verso lo Stato di Israele.

Fu in quell’occasione che Ettore Masina incontrò, insieme alla povertà di massa, l’ingiustizia e la sopraffazione israeliane mascherate da autodifesa e ciò segnò per sempre il suo impegno contro le falsità della narrazione israeliana; fu lì che incontrò una bambina che si chiamava Radié Resh e che morì di freddo dopo che Israele aveva demolito la sua casa.

Masina raccontava che la bambina si era ammalata di polmonite perché non aveva più un tetto sotto cui ripararsi né cibi e cure adeguate per superare la malattia. Chi conosce la Palestina nei mesi invernali sa cosa significhi quel gelo terribile anche dentro le mura di una casa, figurarsi tra i cartoni e le lamiere di un tugurio come quello in cui morirono (e ancora ogni anno muoiono) di stenti, di malattie e di assideramento tanti palestinesi rimasti senza la protezione di una casa degna di questo nome.

Quando Masina la incontrò, la piccola Radié Resh ormai era all’ultimo stadio della sua malattia e, nel delirio dovuto alla febbre altissima, immaginava di essere nella nuova casa promessa dalle istituzioni internazionali e di pulirne i vetri. Il suo ultimo sogno era una casa con le finestre!

Aveva gli occhi lucidi Ettore Masina quando raccontava questa storia, ma poco dopo, seguitando il racconto, il suo viso s’induriva ricordando che dopo il suo ritorno in “Terra santa” con una delegazione parlamentare rappresentativa di tutto l’arco costituzionale, tutti i delegati, di qualunque partito, tornarono talmente scossi da quanto avevano visto da ritenere opportuno convocare ufficialmente una conferenza stampa in Parlamento per affrontare il problema, almeno dal punto di vista umanitario.

Ma quando si parla di Palestina anche l’aspetto umanitario assume una connotazione politica, e questo lo sapeva e tuttora lo sa molto bene anche Israele, così come lo sanno i suoi sostenitori.

Masina, quindi, proseguiva il suo racconto dicendo che i giornalisti accreditati in Parlamento all’epoca erano 135 e di questi non se ne presentarono né un quarto, né un decimo. Non si presentò nessuno! La longa manus israeliana aveva fatto le sue mosse: davanti al crimine che era semplicemente parte di una precisa strategia, era meglio il silenzio mediatico Poi sarebbe arrivata la narrazione addomesticata e infine l’opinione pubblica si sarebbe conformata a quanto narrato e in qualche anno il progetto israeliano si sarebbe compiuto con la “comprensione” e il consenso della stessa opinione pubblica internazionale “ben diretta”.

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25/7/1950 Approfittando dell’assenza del rappresentante sovietico, gli USA fanno approvare al consiglio dell’ONU (Usa-Gb-Francia-Taiwan) l’intervento militare contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea
26/7/1953 Assalto alla Caserma Moncada di Santiago de Cuba. Nasce il "Movimento 26 Luglio"
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28/7/1794 Massimiliano Robespierre, grande rivoluzionario francese, dopo il colpo di stato venne ghigliottinato insieme al fratello e a Saint Just
29/7/1900 L’anarchico Gaetano Bresci uccide il Re Umberto I per vendicare le vittime delle repressioni
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6/8/1859 Charles Darwin pubblica L’origine della specie"
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20/8/1959 Entra in funzione il primo pozzo petrolifero
21/8/1998 A Lagonegro, giro miliardario di usura: il maggior imputato è il cardinale Giordano
22/8/1964 Moriva a Jalta Palmiro Togliatti segretario del PCI dopo la morte di Gramsci. Va ricordato fra l’altro per la "Svolta di Salerno" con la quale aveva trasformato il partito da partito di quadri in partito di massa (con i cattolici)
30/8/1975 Carlos Andrès Perez nazionalizza l’industria del petrolio venezuelano, scatenando l’ira degli Usa che introdurranno un dazio sulle importazioni del petrolio venezuelano

"LUNA CALANTE"

Pubblicato il 17 ago 2017
Il prestigio degli USA è in via di esaurimento anche presso i fedelissimi legati all’imperialismo. I delinquenti nostrani dell’ informazione in pieno marasma mentale, tentano invano di adeguarsi alla nuova realtà.



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