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P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XX N°3 | novembre 2017 | PAGINA 2 - 22 |
Segue da Pag.21: 1937-2017 – 80 ANNI DALLA NASCITA DEL PARTITO COMUNISTA CROATO Non ci arrenderemo mai, la lotta è continua, non vi sfiduciate. Alle persone di sinistra dico – uniamo le nostre forze perché solo così la Lotta Popolare di Liberazione fu vinta. Tutte le conquiste del sistema socialista – la solidarietà, il lavoro sicuro, l'educazione e sanità universali e gratuiti, pensioni dignitose – oggi vengono affidate al mercato. Ogni giorno siamo testimoni dell'inumanità del capitale, del mercato, della corsa alla produttività e al profitto. Per questo vengono distrutti i monumenti al mondo diverso che fu – per cercare di perpetuare il più a lungo possibile questo sistema che serve solo una minoranza. La lotta condotta dal Partito Comunista fu non solo lotta di liberazione, ma allo stesso tempo lotta per la libertà dei lavoratori. Noi a Samobor con onore ci ricordiamo del giorno in cui 80 anni fa un gruppo di uomini coraggiosi con a capo il compagno Tito fondò il Partito Comunista Croato. Con l'obiettivo di una società migliore, per l'uguaglianza delle donne e per correggere tutte le inguistizie. Bisogna difendere gli interessi della classe lavoratrice, ma anche la libertà nazionale, l'uguaglianza e la fratellanza tra i popoli. (A cura di Andrea Degobbis) --- La Serbia e il Referendum in Catalogna La Serbia accusa l'Unione Europea di ipocrisia sull'indipendenza catalana «La domanda che ogni cittadino della Serbia ha per l'Unione europea oggi è: come mai nel caso della Catalogna il referendum sull'indipendenza non è valido, mentre nel caso del Kosovo il processo di secessione è stato autorizzato anche senza un referendum» 03/10/2017 – da teleSUR Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha criticato l'Unione Europea accusandola di «doppio standard e ipocrisia» per aver bocciato il referendum catalano riconoscendo nel contempo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo dalla Serbia nel 2008. «La domanda che ogni cittadino della Serbia ha per l'Unione europea oggi è: come mai nel caso della Catalogna il referendum sull'indipendenza non è valido, mentre nel caso del Kosovo il processo di secessione è stato autorizzato anche senza un referendum», ha chiesto Vucic durante una conferenza stampa a Belgrado. «Quindi, la Catalogna non può e il Kosovo può - non sarà mai data una risposta su questo dato ai serbi ... questo è il miglior esempio dei doppio standard e dell'ipocrisia della politica mondiale». |
Da www.politika.rs : In occasione della visita del presidente di Grecia, Prokopis Pavlopulos, a Belgrado: Oltre alla rinnovata dichiarazione di amicizia (nel 150.esimo anniversario della firma dell'Accordo) e di cooperazione tra i due Stati, la visita del Presidente greco ha un ulteriore significato perchè arriva nel momento di attuali scottanti temi che interessano ambedue gli Stati e dei quali si discuterà sicuramente. Aleksandar Vučić: Ora è chiaro quanto sia difficile difendere l'indipendenza della Serbia (...) "Dopo il referendum in Catalogna e la posizione della Commissione Europea secondo cui questo referendum è illegale, credo sia chiaro come è difficile salvaguardare l'indipendenza della Serbia. La domanda di ogni cittadino della Serbia all' UE adesso è: com'è che in Catalogna il referendum per la secessione non sarebbe legale, mentre nel caso del Kosovo la secessione dalla Serbia la avete dichiarata legale anche senza referendum? E come mai 22 Stati dell' UE hanno legalizzato questa secessione, distruggendo il diritto europeo e le basi del diritto internazionale, sul quale si basa la politica europea e quella della UE?“. Adesso che il problema si è manifestato davanti alla loro porta, ha detto Vučić, la situazione è molto seria... "Difenderemo i principi europei e la democrazia, ma proteggeremo la nostra indipendenza“. Secondo le sue parole, ai serbi rimane di lottare per il loro futuro, di collaborare con i loro vicini albanesi e di essere grati al sostegno a tutti quegli Stati europei – Spagna, Slovacchia, Romania, Cipro e Grecia – che non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. "Non ci rimane che di lottare per la nostra terra e di guardare come risolvere i problemi, perchè questo è stato il migliore esempio di applicazione del "due pesi, due misure" e dell'ipocrisia della politica mondiale“, conclude il presidente. "È difficile, sempre più difficile, prendere decisioni per salvaguardare l'indipendenza della Serbia, ma sono orgoglioso di essere riuscito in questo“, aggiungendo che avendo giurato sulla Costituzione della Serbia ne difenderà la indipendenza e l'integrità, e continuerà a farlo. In Vojvodina lo standard è alto, perciò sono potuti andare a Barcellona... Riguardo al viaggio di alcuni personaggi che sono andati a Barcellona, il presidente della Serbia Vučić ha detto: "Se alcuni sono andati a Barcellona alla vigilia del Referendum, ciò dimostra che in Vojvodina hanno un alto tenore di vita. Vuol dire che alcune persone della Vojvodina, nel nord della Serbia, vivono bene, hanno soldi per fare viaggi turistici, come anche per lo spray e i colori, per scrivere graffiti, e possono spenderli per qualche loro campagna pubblicitaria. Il leader dei liberali di Vojvodina Nenad Čanak [famigerato secessionista, n.d.t] è stato a Barcellona nel giorno del Referendum, mentre il giorno prima presso la loro sede a Novi Sad sono apparse le bandiere catalane, ed in alcuni luoghi a Novi Sad e in altre cittadine in Vojvodina sono spuntati i graffiti "Vojvodina = Catalogna“. Ecco perchè, ha detto Vučić, adesso è chiaro quanto sia dura la lotta per l'indipendenza e l'integrità della Serbia. ..segue ./.
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