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La VOCE ANNO XX N°3

novembre 2017

PAGINA 4         - 20

Grazie Santiago! Grazie Fidel!

“Un giorno si dovrà elevare un gigantesco monumento a questo eroe insuperabile che è il popolo”.

Autore: Oscar Sánchez Serra | internet@granma.cu
15 dicembre 2016 08:12:54

“Un giorno si dovrà elevare un gigantesco monumento a questo eroe insuperabile che è il popolo”.
Ce lo disse il 30 settembre del 1996 quando gli abitanti di Villa Clara organizzarono dalla notte alla mattina un’impressionate manifestazione in Piazza Ernesto Che Guevara.
Proprio lì, un anno prima, aveva ricevuto il primo comandante che aveva nominato nella Sierra Maestra, ed ha incontrato di nuovo il mitico guerrigliero argentino lo scorso 30 novembre, in questo ritorno trionfale a Santiago di Cuba.
Questo popolo ha avuto il suo monumento, non in cima a una collina o nel marmo. Ne avuto uno più maestoso e grande, perchè la Rivoluzione e il Comandante in Capo non possono limitarsi a un pezzo di pietra senza vita.
E da questa altezza d’obelisco ha giurato la stessa fedeltà a questo monumentale mausoleo per, come quando non lasciò morire l’Apostolo nel suo centenario, mantenerlo vivo nella sua stessa opera.
Vero parnaso è il popolo, al quale il lirismo e la lealtà sono spuntati dal cuore.
“Mamma, che cosa c’è in quella cassetta”? “Il cuore di un paese”, ha risposto la giornalista Leticia Martínez a sua figlia Carmen.
“Porto il nome di Fidel sulla fronte perché non posso aprirmi il petto per scriverlo nel mio cuore”, ha detto una bambina de La Colmenita di Tin Cremata.
Fidel non è morto. Adesso è più vivo che mai, ora comincia a moltiplicarsi.
Perchè è una bandiera, uno scudo, un bastione inespugnabile per il suo più prezioso … desvelo… il popolo.
“Io sono Fidel” non è uno slogan, è unità, è la sua resurrezione in milioni di cuori.
“Io sono Fidel” è l’impegno di non lasciarlo morire, di costruire una Cuba più bella, sviluppata, umana, solidale, internazionalista e rivoluzionaria.
È essere il primo nella produzione, negli studi, nella difesa della Patria.
“Io sono Fidel” è non smettere mai d’essere fidelisti e raulisti; è giurare che nulla sta al di sopra di quel documento che ci ha legato e che lui stesso ha definito il 1º maggio del 2000.
Questa è la ragione di milioni di firme per questo giuramento.
Questo è il motivo per il quale Cuba lancia il suo grido: “Io sono Fidel”, perché il Comandante in Capo ha sempre avuto una fiducia infinita in noi.
Il 6 agosto del 1960 ci aveva avvertito che la vita della Rivoluzione cubana non è vita prestata, è vita nata dalle viscere del nostro popolo, una vita che si alimenta in queste viscere di popolo, una vita vigorosa, una vita indistruttibile.
E non ha mai cambiato la rotta, il 23 febbraio del 2001, quasi ieri: “Quelli che credono che quando sparisce un leader sparisce una Rivoluzione, sono stati incapaci di comprendere - e non so se qualche volta lo capiranno - qualcosa che ho detto anni fa: gli uomini muoiono ma i popoli sono immortali.
E dopo la partenza in un altro 25 novembre con lo stesso yacht oggi divenuto Rivoluzione, e dopo aver percorso più di 1000 chilometri, è tornato a Santiago, lì nella sua città complice, compagna, e abbiamo sentito di nuovo “Grazie Santiago” e in ogni cuore santiaghero e cubano “Grazie Fidel”. ( Traduzione GM – Granma Int.)

Seminario scientifico in memoria del Che

La trascendenza universale del pensiero e dell’azione rivoluzionaria di Ernesto Che Guevara è stata al centro dei dibattito del Seminario Scientifico organizzato dalla Scuola Provinciale del Partito, Israel Reyes Zayas, dedicato a rendere omaggio all’insigne guerrigliero a 50 anni dalla sua morte in combattimento in Bolivia.

Autore: Jorge Luis Merencio Cautín | internet@granma.cu
25 ottobre 2017 07:10:51



Guantánamo.–La trascendenza universale del pensiero e dell’azione rivoluzionaria di Ernesto Che Guevara è stata al centro dei dibattito del Seminario Scientifico organizzato dalla Scuola Provinciale del Partito, Israel Reyes Zayas, dedicato a rendere omaggio all’insigne guerrigliero a 50 anni dalla sua morte in combattimento in Bolivia.
30 relazioni sulla vita e l’opera del Guerrigliero Eroico sono state presentate nell’incontro iniziato con la conferenza magistrale “Il pensiero vivo del Che”, impartita dallo storiografo e combattente dell’Esercito Ribelle Luis Figueras Pérez.
I lavori presentati hanno analizzato il Che nelle più differenti sfumature: come uomo senza macchia, come politico, economista e modello di dirigente rivoluzionario.
Inoltre sono state riconosciute le sue qualità come stratega militare, combattente instancabile contro l’imperialismo e paradigma dell’internazionalismo, così come la sua visione trasformatrice del mondo e il suo concetto del ruolo protagonista della gioventù nella lotta dei popoli e nella costruzione del socialismo.
La vicedirettrice alle investigazioni e ai corsi post-laurea dell’istituzione, la dottoressa in Scienze Noralis Palomo Díaz, ha risaltato la vigenza delle idee di Guevara per le attuali e le future generazioni, così come l’importanza di scambiare esperienze e socializzare idee per un uso più efficace del suo legato nella costruzione del socialismo in Cuba.
Il seminario ha reso omaggio anche a Israel Reyes Zayas, compagno del Che nelle gesta del Congo e della Bolivia, e a un gruppo di guantanameri che parteciparono con il Guerrigliero Eroico alla prima di quelle missioni. ( Traduzione GM – Granma Int.)

È arrivata in Dominica una nave cubana con aiuti solidali


Una nave cubana con 300 tonnellate di aiuti umanitari, due brigate di elettricisti specializzati, lavoratori forestali e un gruppo di giovani diplomatici, è arrivata venerdì 20 in Dominica, paese che cerca di recuperare la sua normalità dopo gli ingenti danni provocati dall’uragano Maria.
ROSEAU.– Una nave cubana con 300 tonnellate di aiuti umanitari, due brigate di elettricisti specializzati, lavoratori forestali e un gruppo di giovani diplomatici, è arrivata venerdì 20 in Dominica, paese che cerca di recuperare la sua normalità dopo gli ingenti danni provocati dall’uragano Maria il 18 settembre scorso.
«Sappiamo che Cuba affronta molte sfide e il fatto che venga in nostro aiuto è una grande mostra d’appoggio», ha detto la cancelliere di Dominica , Francine Baron, che ha aspettato l’imbarcazione nella darsena e poi ha incontrato privatamente l’equipaggio a bordo.
«Sappiamo che qualsiasi aiuto é poca cosa di fronte al livello di distruzione provocato da María», ha riferito il colonnello Ángel Pedraza Hernández, capo del’operazione d’ aiuto ai popoli di Antigua y Barbuda e Dominica.
«L’orientamento delle massime istanze del governo cubano, ha aggiunto Pedraza, è continuare ad offrire tutta la collaborazione possibile».
Il capo dell’operazione confida che l’appoggio cubano avrà un impatto tra il popolo di Dominica.
«Ogni apporto è importante per il recupero», ha risposto Barón.
«Con l’aiuto di paesi come Cuba, la ricostruzione di Dominica sarà molto più rapida».
Mercoledì 18, l’imbarcazione ha attraccato nell’Isola di Antigua per scaricare altri aiuti umanitari.
L’ambasciatore cubano Juan Carlos Frómeta, interra dominicana, ha conversato con i membri della missione ed ha spiegato le condizioni del paese dopo il passaggio del ciclone.
Frómeta ha assicurato che i lavoratori di Cuba aiuteranno nella ricostruzione e saranno i migliori rappresentanti dell’Isola.
Due brigate con cinque elettricisti si uniranno il più presto possibile ai lavori di ristabilimento dell’ elettricità, di cui s’incarica l’impresa Domlec.
Sulla nave ci sono due camion specializzati per la sistemazione e la riparazione dei pali della luce.
La maggior parte del paese è ancora senza elettricità, servizio che giunge solo in alcuni punti centrali delle città principali.

«La traversata è stata un poco lunga, e alcuni col mal di mare, ma è una buona esperienza realizzata con i compagni della marina », ha detto a Granma Lisbanet Rodríguez, a capo dei una delle brigate dell’Unione Elettrica.
«Ora desideriamo stare a terra e iniziare la missione per terminare il più presto possibile con risultati positivi per noi, per il paese e la Rivoluzione», ha aggiunto.
Intanto una decina di lavoratori forestali si sommeranno alle forze del Ministero dell’Agricoltura locale che si dedicano alla conservazione delle riserve naturali.
Si spera che gli specialisti cubani lavorino direttamente nel Giardino Botanico della capitale, Roseau, e poi in altri luoghi di alto impatto ecologico.
I venti con raffiche di oltre 2650 Km. l’ora di María hanno strappato gli alberi e ne hanno lasciato la maggioranza senza nemmeno un foglia verde.
Il collettivo della piccola ambasciata cubana in Dominica è rinforzato da un gruppo di otto giovani diplomatici appena laureati, che si dedicheranno a compiti d’aiuto .
I nuovi cooperanti si sommano alla missione medica permanente che lavorava in Dominica già molto tempo prima del passaggio del ciclone. Una decina di membri della brigata Henry Reeve si è sommata ai 25 membri della missione cubana ch eoperano in tutta l’Isola.
«Cuba è una grande amica e le siamo molto grati», ha assicurato la cancelliere di Dominica». ( Traduzione GM – Granma Int.)


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