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La VOCE ANNO XIX N°10

settembre 2017

PAGINA d         - 28

Il filmmaker sudafricano si ritira dall’Israele Film Festival

Rispettando il boicottaggio BDS palestinese di Israele, il pluripremiato regista sudafricano John Trengove si è ritirato dal prossimo ‘LGBT Tel Aviv Film Festival’? israeliano e ha chiesto che il suo lungometraggio “The Wound” non venga proiettato all’apertura della serata di gala del festival.

Il controverso film di Trengove, The Wound (Inxeba), ambientato nel contesto del rituale di iniziazione della circoncisione del popolo Xhosa (ndt. Gli xhosa sono un gruppo etnico di origine bantu), è stato presentato per la prima volta quest’anno al Sundance Film Festival e al Berlin film festival, è prevista la sua programmazione nelle sale del Sud Africa per il 2017. Trengove, figlio del noto avvocato Wim Trengove, ha ricevuto i premi Loerie, SAFTA e Rose d’Or, oltre ad avere una nomination all’International Emmy per le sua acclamata miniserie Hopeville.

La scorsa settimana il BDS Sudafrica, oltre a diversi video makers ebrei sudafricani pro-BDS, aveva lanciato un appello a Trengove invitandolo a non partecipare al festival. Una delle questioni sollevate è stata l’uso del “Pinkwashing” da parte di Israele – tattica israeliana di public relations che cinicamente sfrutta l’appoggio alle persone LGBT per coprire i suoi crimini contro il popolo palestinese e normalizzare la sua occupazione, oppressione e le politiche di apartheid. Inoltre, gli attivisti hanno sottolineato che la Ministra della Cultura israeliana Miri Regev sarebbe stata presente al festival. Regev aveva suo tempo parogonato gli africani a un cancro della società.

La società civile palestinese ha accolto “calorosamente” il suo ritiro ringraziando Trengove per i suoi “principi di solidarietà” e il rispetto della “linea” palestinese. Dopo la sua cancellazione, un rappresentante del PACBI (Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel ) , Hind Awwad, ha invitato altri a seguire l’esempio: “Speriamo che gli artisti internazionali seguano il suo esempio e annullino la loro partecipazione, negando al governo israeliano l’opportunità di utilizzare il loro nome per coprire e lavare i suoi crimini “.

Trengove ha scritto una lettera commovente (trascritta qui di seguito) agli organizzatori israeliani spiegando la sua decisione:

Con sincero rammarico devo informarvi che la prossima settimana non parteciperò a TLV fest. Negli ultimi giorni sono stato avvicinato da attivisti di organizzazioni e da membri della comunità cinematografica sudafricana, che mi hanno invitato a rispettare il boicottaggio culturale contro Israele e in particolare il TLVfest. Con il dolore della lotta all’apartheid ancora fresco nella nostra coscienza collettiva, il problema è, come si può immaginare, un tema molto sensibile per molti sudafricani.

Mi è stata anche sottolineata la questione del pinkwashing. Mentre apprezzo che gli organizzatori del TLV fest possano essere ben intenzionati e progressisti, è impossibile trascurare il fatto che il festival (e la mia partecipazione ad esso) potrebbero servire come diversivo rispetto alle violazioni dei diritti umani commesse dallo Stato di Israele.

Capisco che è molto tardi per me prendere una decisione del genere e me ne dispiaccio sinceramente. Non per ingenuità, alcune settimane fa ho accettato il vostro invito col desiderio di far vedere a un pubblico più ampio possibile il mio film e le questioni umane che promuove. Purtroppo, sapendo ciò che ora so, sento che è imperativo per me ritirare la mia partecipazione.

Capisco anche che il film è già stato venduto, non solo per la visione ma anche per la distribuzione in Israele. Pertanto accetto questa condizione che non dipende da me, anche se il mio desiderio è che il film non sia proiettato in Israele mentre persistono le attuali condizioni.

Spero che accetterete lo spirito della mia decisione, che non è intesa come un attacco personale a voi o al vostro staff, ma motivata dalla realizzazione di ciò che convinzioni profondamente personali e politiche mi richiedono.

In una lettera di accompagnamento al festival ha scritto:

Permettetemi di ribadire che non ho dubbi sul fatto che il vostro Festival sia progressista e aperto. Sono tuttavia convinto che finché in Israele prevalgono le attuali condizioni, è necessario un rigoroso boicottaggio contro tutte le iniziative finanziate dal governo. Se non altro, sono un modo per segnalare agli israeliani che la comunità internazionale non può perdonare ciò che viene fatto in loro nome. Come sudafricano ho esperienza in prima persona su come i boicottaggi hanno contribuito a creare una trasformazione democratica e perciò ho deciso di aggiungere il mio nome e la mia voce alle iniziative di boicottaggio verso Israele.

Dopo la lettera, Ronnie Barkan, co-fondatore del gruppo israeliano “Boycott From Within”, ha scritto a Trengove dicendo: “Come cittadino israeliano, vorrei esprimere il mio più profondo apprezzamento e ringraziamento per il tuo sostegno e per la meravigliosa lettera che hai condiviso con noi “.

Ci uniamo ad altri sudafricani che amano pace e giustizia nel ringraziare Trengove che ora si unisce ad una lista crescente di artisti internazionali, filmmakers, autori e altri che hanno annullato i concerti israeliani e rispettato l’appello del BDS palestinese, tra cui Roger Waters dei Pink Floyd, il professor Stephen Hawking, Stevie Wonder, Lauryn Hill, Talib Kweli, la scrittrice Alice Walker e Angela Davis, i film makers Mira Nair, John Greyson, Ken Loach, Mike Leighe altri.

( Fonte: invictapalestina.org )

Terre Occupate; arrestati 25 palestinesi

Tra domenica e lunedì, le forze del regime sionista hanno arrestato 25 Palestinesi, ...

compresi tre minorenni, in diverse incursioni nei Territori Occupati.

Le Nazioni Unite hanno denunciato una media settimanale di 95 incursioni israeliane in Cisgiordania, nel 2016, e 70 in questi mesi del 2017.

6.300 Palestinesi erano detenuti nelle carceri sioniste, compresi 300 minorenni, 61 donne.

( Fonte: parstoday.com )

Gaza, marina sionsita apre il fuoco contro un pescatore, ferendolo gravemente

Martedì 30 maggio del 2017, un pescatore palestinese è rimasto ferito da proiettili sparati dalle forze del regime sionista, mentre era a bordo della sua barca, al largo della costa di al-Sudaniya, a nord-ovest della città di Gaza.

Testimoni oculari hanno riferito che i soldati israeliani hanno ingiustificatamente aperto il fuoco da una torre di guardia situata a nord-ovest della città di Beit Lahiya, a nord della Striscia di Gaza, prendendo di mira il pescatore e ferendolo gravemente alla gamba destra.

( Fonte: parstoday.com )

Il sindacato degli insegnanti del Regno Unito ora “HP free” a causa dei suoi affari con Israele

Il più grande sindacato degli insegnanti britannico ha lanciato un boicottaggio della HP relativo al ruolo del gigante tecnologico nell’occupazione israeliana.

Inoltre, più di 21.000 persone nel Regno Unito hanno firmato un impegno a boicottare la ditta statunitense.

Kevin Courtney, segretario generale del National Union of Teachers (Unione Nazionale degli Insegnanti), ha dichiarato che "il NUT non compra né utilizza prodotti o servizi HP come gesto di solidarietà con il popolo palestinese".

Il sindacato ha dichiarato i suoi uffici “HP free zones” (zone libere da HP), ha aggiunto K. Courtney, sostenendo che l’azienda è "complice nell’occupazione illegale della Cisgiordania".

HP ha un ruolo attivo di sostegno nei confronti dell’esercito israeliano. Ciò include la fornitura di servizi di supporto per il sistema di identificazione biometrica, utilizzato nei controlli israeliani in tutta la Cisgiordania per far rispettare il sistema dittatoriale di Israele di rilascio di permessi ai Palestinesi.

Prigioni, insediamenti, blocco

HP è inoltre legata ad un contratto che fornisce servizi informatici alle prigioni e agli insediamenti israeliani in Cisgiordania.

L’azienda fornisce servizi e tecnologie alle forze israeliane, tra cui la marina, che da dieci anni impone il blocco della striscia di Gaza.

L’occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, come tutti gli insediamenti israeliani, è illegale sulla base del diritto internazionale.

I dettagli del ruolo di HP nell’occupazione sono stati catalogati e verificati dal gruppo Who Profits.

Ben Jamal, direttore della Campagna di Solidarietà per la Palestina, ha dichiarato che la promessa di boicottaggio firmata da decine di migliaia è stata una "sveglia" per HP. Ha detto che i consigli comunali, le imprese e i gruppi religiosi dovrebbero seguire la linea del sindacato degli insegnanti.

"Irreparabile"

"HP dovrebbe avere un sussulto e prestare attenzione. Essere complici nelle violazioni dei diritti umani macchia il proprio marchio in modo irreparabile", ha detto.

Jamal ha affermato che "il razzismo tecnologico e lo sconsiderato sfruttamento dell’oppressione del popolo palestinese non si accordano bene con i clienti".

HP è diventata lo scorso anno un obiettivo fondamentale per il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) guidato dalla Palestina. Ciò ha fatto seguito ad analoghe campagne - di successo - durate molti anni contro Veolia e Orange, due società francesi che avevano ugualmente cercato di trarre profitto dall’occupazione israeliana.

Una campagna internazionale lanciata contro HP alla fine del 2016 ha indotto una chiesa della California a votare affinché tutti i prodotti dell’azienda dovessero essere evitati.

Un voto precedente in seno alla Chiesa Metodista Unita che aveva proposto il disinvestimento nei confronti di HP venne condannato da Hillary Clinton durante la sua campagna fallita per diventare presidente degli Stati Uniti. Clinton è lei stessa Metodista.

Più di recente, i senati studenteschi in due collegi statunitensi hanno votato per recidere i contratti con HP e altre società coinvolte nell’occupazione israeliana.

( Fonte: bdsitalia.org )

Israele ridurrà la fornitura di energia elettrica a Gaza

Israele ridurrà la fornitura di energia elettrica a Gaza

Giovedì il governo israeliano ha deciso di ridurre la fornitura di energia elettrica a Gaza su richiesta dell’Autorità palestinese (Ap), peggiorando ulteriormente la crisi nella Striscia.

Yoav Mordechai, coordinatore delle attività di governo nei territori (COGAT), ha dichiarato che le autorità israeliana inizieranno a ridurre le forniture in due settimane.
Un mese fa l’Ap aveva notificato alle autorità israeliane che avrebbe smesso di pagare per l’energia elettrica che Israele fornisce a Gaza.
Secondo i media israeliani l’Ap aveva informato Mordechai che il governo con base a Ramallah avrebbe “smesso immediatamente” di pagare.
Israele rifornisce i territori assediati di 125-120 megawatt, cioè circa l’85% dell’attuale energia elettrica di Gaza.
La Striscia sta soffrendo per una grave crisi energetica, peggiorata dall’arresto della centrale. Adesso i residenti hanno solo sei ore di corrente elettrica, seguite da 12 ore di blackout.

( Fonte: Infopal.it )



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