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La VOCE ANNO XIX N°10

giugno 2017

PAGINA 5

Solo 5 Stelle non accetta il ruolo di bersaglio atomico assunto servilmente dall‘Italia

Il testo della mozione presentata dai consiglieri regionali 5 Stelle delle Marche che chiedono la rimozione delle illegali bombe nucleari NATO presenti in Italia, già approvato dal Consiglio Regionale della Toscana
MOZIONE n.500 approvata nella seduta del Consiglio regionale del 26 ottobre 2016
OGGETTO: Per il rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare.
Il Consiglio regionale

Ricordiamo che
  • secondo i dati forniti dalla Federation of American Scientists (FAS), Federazione degli scienziati americani, l’Italia custodisce il più alro numero di armi nucleari statunitensi schierate in Europa, settanta ordigni B-61 su un totale di centottanta, presenti nelle basi militari di Ghedi-Torre di Aviano;
  • è stata ufficialmente autorizzata dalla National Nuclear Security Administration (NNSA) la B61-12, nuova arma con una testata nucleare della potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima;
  • foto satellitari, pubblicate dalla FAS, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12
  • l’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della North Atlantic Treaty Organization (NATO), mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma anche piloti italiani che, dimostra la FAS, sono addestrati all’attacco nucleare sotto comando USA con i cacciabombardieri Tornado schierati a Ghedi;
  • anche i previsti caccia F-35 destinati all’aereonautica italiana saranno integrati, come annunciato dall’U.S. Air Force, con la B61-12.

Considerato che:
  • in tal modo sarebbe violato il Trattato di non proliferazioe delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all’articolo 2 stabilisce:"Ciascuno degli Statu militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, s’impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente";
  • tali nuovi armamenti abbasseranno ulteriormente la soglia nucleare, rendendo più probabile un attacco atomico;
  • con la presenza simultanea sul territorio di B61-12, F35 e della stazione Mobile User Objective System (MUOS), sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d’America, l’Italia, in un preoccupante quadro di corsa al riarmo atomico, diventa il bersaglio prioritario di un’eventuale rappresaglia nucleare.
Impegna
la Giunta regionale

a richiedere al Governo di rispettare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e attenendosi a quanto esso stabilisce, far si che gli Stati Uniti rimuovano immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.

Il presente atto è pubblicato integralmente sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della l.r. 23/2007 e nella banca data degli atti del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 18, comma 1, della medesima l.r. 23/2007.

LA PRESIDENTE

Lucia De Robertis

BEPPE GRILLO DENUNCIA L’ALLUCINANTE GESTIONE DELL’ACQUA PUBBLICA
DA PARTE DEL PD

I Caschi Bianchi: l’ufficio stampa e propaganda di Al-Qaeda in Siria

Roberto Saviano e i "Caschi Bianchi"

Rispondiamo a Roberto Saviano e a chi gli offre lo spazio per parlare a milioni di persone del nostro paese.
di Misión Verdad


Rispondiamo a Roberto Saviano e a chi gli offre lo spazio per parlare a milioni di persone del nostro paese, facendo circolare questa testimonianza sul vero ruolo dei cosiddetti "Caschi Bianchi" (Marx21.it)

Al-Qaeda vince il suo primo Oscar


L’evento più importante dell’industria culturale “gringa” (l’Oscar) ha premiato la storia dei Caschi Bianchi siriani (The White Helmets) come migliore cortometraggio.

Il cortometraggio premiato a Hollywood è stato prodotto da Netflix e realizzato dal regista Orlando Von Ensiedel. L’audiovisivo è stato utilizzato per promuovere la nomina dei Caschi Siriani al Premio Nobel della Pace, l’anno scorso.

L’ONG dei presunti soccorritori nelle zone del conflitto siriano è stata fondata nel 2013 in Turchia da James Le Mesurier, ex alto ufficiale britannico e alto rappresentante dell’ONU
durante le guerre di Bosnia e Kosovo. Le Mesurier aveva fatto parte anche delle agenzie di contractors militari Olive Security e Good Harbour International. La prima è collegata a Blackwater (ora Academy), famosa per i suoi massacri della popolazione civile in Iraq. La seconda è stata diretta da Richard Clark, ex consigliere per la sicurezza di George W. Bush.

Ma la di là della biografia del suo creatore, un dato spezza il mito che si tratti di “un gruppo di persone umili e fortemente impegnate, tra le più dolci e più gentili che si possa incontrare”, come ha affermato il regista del cortometraggio: a uno dei suoi principali dirigenti, Raed Al-Saleh, era stato vietato l’ingresso negli Stati Uniti per il supposto rischio per la sicurezza del paese, come ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato Mike Tonner nell’occasione. E’ stato rimandato a Istanbul, al momento del suo arrivo negli Stati Uniti.

La stessa cosa è accaduta a Khaled Khatib, fotografo del gruppo, che doveva essere presente alla cerimonia degli Oscar. Questa volta, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha spiegato che la proibizione dell’ingresso era motivata dalle “informazioni negative” riscontrate sulla sua persona.

Perciò non c’è da stupirsi che gli Stati Uniti prendano le loro precauzioni quando si tratta di permettere l’ingresso a persone legate a gruppi terroristi in Siria. Ma neppure che, insieme alla Gran Bretagna, finanzi un gruppo terrorista per realizzare propaganda contro lo Stato siriano allo scopo di criminalizzarlo. Poiché tale condotta contraddittoria è normale nel comportamento bipolare di Washington.

Tuttavia, questi mal denominati soccorritori non fanno alcuno sforzo nel manifestare simpatia per Jabhat Fateh al-Sham (il nome di Al-Qaeda in Siria). E neppure nascondono i loro festeggiamenti quando questa organizzazione terroristica o lo Stato Islamico conquista una città, arrivando all’estremo di partecipare alle esecuzioni perpetrate dai jihadisti armati, come mostra la seguente sequenza di foto:



Fino a questo punto arriva il loro coinvolgimento nel conflitto a favore del terrorismo, mostrando soldati siriani assassinati come trofei di guerra:

I Caschi Bianchi hanno anche partecipato alla messa in scena del salvataggio del bambino siriano Omran Daqneesh nel settembre 2016, che è stato utilizzato per un’operazione di propaganda virale allo scopo di manipolare l’opinione pubblica in merito a presunti bombardamenti contro la popolazione civile siriana comandati dalla Russia e Bashar Al-Assad, in una chiara dimostrazione di morbosità pubblicitaria. Il portale Moon of Alabama, e le inchieste di Misión Verdad hanno rivelato come questa ONG realizzi messe in scena e falsi su presunte violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito siriano e dei suoi alleati per favorire Al-Qaeda e altre organizzazioni terroriste.

I Caschi Bianchi operano in zone sotto il controllo dei “ribelli moderati” e dei militanti di Al-Qaeda, dimostrando in fin dei conti per chi lavorano. Anche i loro salvataggi orchestrati e precedentemente preparati assolvono a una funzione militare strategica: sensibilizzare l’opinione pubblica allo scopo di fermare i bombardamenti dell’esercito siriano e dei suoi alleati e in tal modo di permettere ad Al-Qaeda di ripiegare e risparmiare vittime sul terreno. I Caschi Bianchi sono il suo ufficio stampa e propaganda.

Il loro premio Oscar è un riconoscimento dell’élite finanziaria (e del suo apparato di pubblicità politica, Hollywood) al terrorismo in Siria. Si promuove la sua immagine, lo si rilegittima di fronte all’opinione pubblica e si cerca di proteggere la credibilità di una ONG essenziale per generare propaganda umanitaria anti-siriana e anti-russa in un momento decisivo del conflitto. Più che un premio di consolazione è un sostegno sfacciato agli assassini della nazione siriana, un appello perché la guerra continui.

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