La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA |
Stampa pagina |
Stampa inserto |
La VOCE 1702 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XIX N°6 | settembre 2017 | PAGINA b - 26 |
![]() Israele gli nega il permesso di abbandonare la Striscia per ricevere cure mediche adeguate e Ahmad muore, ma da eroe, perché il rifiuto della forza occupante nasce dal suo rifiuto di diventare un collaboratore.[3] Peccato che non tutti gli eroi finiscono in prima pagina, non tutti gli eroi diventano protagonisti di un film di Hollywood, alcuni muoiono nel silenzio della cosiddetta comunità internazionale, trascinati nel fango e nella polvere, o in un letto senza cure. Mi chiedo quale sia la “storia” che deve essere ricordata per far sì che l’umanità sia migliore, se non “questa” storia, la storia degli esseri umani, che smettono di essere considerati tali nell’indifferenza generale. Non sono queste le storie che dovrebbero “renderci diversi, nei comportamenti quotidiani, nei valori, nel senso di responsabilità”, per usare le parole del Ministro? Non voglio neanche parlare dei sentimenti xenofobi che prima erano solo striscianti e adesso sembrano patrimonio comune, a tal punto che i politici non si vergognano più a prendere di mira interi gruppi etnici o religiosi. Non voglio accennare al sentimento islamofobo che è entrato a far parte del senso comune e che, ormai, fa dei i Musulmani i nuovi ebrei, i nuovi sinti, i nuovi rom, i nuovi obiettivi della violenza e dell’odio. No, voglio parlare solo della storia dei piccoli: di Pateh, di Qusay, di Ahmad. Di quelli morti nel silenzio generale, mentre il mondo stava a guardare, per dire che quel carnefice che ha sconvolto la nostra “civilissima” Europa nel ‘900 non è morto e non basta la vuota retorica del “mai più” a saziare la sua bramosia. pubblicato per la prima volta in inglese: http://www.palestinechronicle.com/pateh-qusay-and-ahmad-on-forgetfulness-and-remembrance-day/ [1] http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/24/venezia-migrante-si-uccide-gettandosi-nel-canal-grande-davanti-a-centinaia-di-persone-la-scena-ripresa-in-un-video/3338625/ [2] http://nena-news.it/video-giovane-palestinese-ucciso-i-soldati-portano-via-il-corpo/ [3] http://mondoweiss.net/2017/01/palestinian-condition-medical/ Ndr.: non dimentichiamo mai gli zingari, popolazione pacifica che non ha mai fatto guerre, che sono sempre troppo poco ricordati nelle cerimonie ufficiali (il 25% della popolazione Rom e Sinti d'Europa fu ucciso durante la seconda guerra mondiale e le persecuzioni continuarono). ![]() DOPO LA RICEZIONE DEGLI ORDINI DI DEMOLIZIONE DELLE LORO CASE, I DRUSI MINACCIANO DI UNIRSI ALLA LOTTA DEGLI ARABI ISRAELIANI.Alcuni dei drusi che hanno ricevuto ordini di demolizione per le costruzioni illegali sono i genitori di soldati caduti. Amos Harel – Jan 23, 2017 9:39 AM I drusi di Israele vengono trascinati nel conflitto tra il governo e la comunità araba con la demolizione delle loro case, perché gli ordini di demolizione |
sono stati emessi anche contro case dei villaggi drusi. Cinque famiglie che hanno ricevuto ordini di demolizione per la costruzione illegale sono famiglie di soldati caduti. L’impegno da parte del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu di abbattere le costruzioni illegali sta generando in tal modo la tensione con i drusi, i cui leader hanno avvertito della potenziale violenza, se saranno effettuate le demolizioni. Membri della minoranza drusa, una diramazione islamica, sono diffusi in tutta Israele, nei Territori palestinesi, in Siria e Libano. Quando Israele occupò il Golan dalla Siria nella guerra dei sei giorni annesse circa 20.000 drusi ai quali diede la possibilità di cittadinanza. Al giorno d’oggi, i drusi in Israele sono circa 110.000. Alcuni hanno fatto carriera e occupano posizioni di prestigio sia in politica che nell’esercito. Infatti, i drusi sono arruolati nell’IDF in numero relativamente elevato. La loro percentuale di arruolamento è tra le più alte rispetto ad altre minoranze. Raccomandazioni relative alle leggi sulle costruzione da rispettare sono state emesse un anno fa da un gruppo nominato dall’allora procuratore generale Yehuda Weinstein con particolare riferimento agli abitanti arabi e drusi. Delle migliaia di proprietari di case drusi che hanno ricevuto avvisi di demolizione, alcuni sono stati multati, ma sono state effettuate poche demolizioni. ![]() COLONI ISRAELIANI SEQUESTRANO NEGOZIO PALESTINESE NELLA CITTÀ VECCHIAL’agenzia stampa Al-Quds Press ha detto che i coloni ebrei, scortati dalle forze israeliane, hanno fatto irruzione in un negozio di proprietà della famiglia di Noura sub-Laban e hanno iniziato attività di scavo e manutenzione senza che la famiglia ne fosse a conoscenza. Raafat Sub-Labano, figlio di Noura, ha detto che la mattina i coloni israeliani hanno fatto irruzione nel negozio della sua famiglia, chiuso da anni, “come ladri” e hanno iniziato a scavare all’interno senza mettene al corrente la sua famiglia. Ha aggiunto che l’Alta Corte israeliana nella sua ultima udienza ha escluso il negozio dalla decisione che ha permesso ai suoi genitori di rimanere nella loro casa per i prossimi 10 anni, dopo di che sarà consegnata ai coloni israeliani. Ha sottolineato che poliziotti e guardie di frontiera israeliani hanno garantito l’incursione dei coloni nell’edificio palestinese prima che scoppiassero scontri tra i coloni e i proprietari del negozio. L’Alta Corte israeliana il 20 dicembre 2016 ha emesso una decisione di rinvio di 10 anni del trasferimento della proprietà della casa di Sub-Labans ai coloni israeliani a partire dalla data della decisione, escludendo il negozio chiuso della famiglia. Le associazioni dei coloni per anni hanno cercato di sfrattare i Sub-Labans dalla loro casa sostenute dalle angherie delle autorità israeliane. Ad esempio, negli anni settanta, alla famiglia è stato impedito di effettuare qualsiasi riparazione o restauro in casa e, negli anni ottanta, l’ingresso della casa è stato bloccato dai coloni israeliani. ![]() I membri della famiglia Sub Laban protestano di fronte alla sede dell’Unione Europea a Gerusalemme per chiedere protezione dai coloni ebrei che stanno cercando di prendere in consegna la loro casa nella città vecchia di Gerusalemme, dicembre 2015. Mahfouz Abu Turk APA Nel 2010, le autorità israeliane hanno ceduto la casa al Kollel Galizia Trust, un gruppo privato di coloni, che sostenne che la casa è una fondazione ebraica e chiese lo sgombero dei Sub-Labans dicendo che la famiglia non vi abitava. Nonostante tutte le pressioni israeliane, la famiglia Sub-Laban ha portato avanti la causa nei tribunali israeliani costantemente per più di 20 anni, fino a quando non è riuscita a riconquistare il proprio diritto a rimanere nella casa, anche se temporaneamente. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), almeno 180 famiglie palestinesi, nella parte occupata di Gerusalemme, sono sotto la minaccia di essere costrette ad abbandonare la propria casa a causa di procedimenti giudiziari presentati contro di loro dai coloni israeliani o da associazioni di coloni, con il pretesto che manca il diritto alla proprietà degli immobili o si è perso lo status di inquilino protetto. Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org Fonte: https://english.palinfo.com/news/2017/1/24/Israeli-settlers-seize-Palestinian-shop-in-Old-City |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
Stampa pagina | Stampa inserto | La VOCE 1702 |
La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA |