Il CNJ si è dotato anche di una propria presenza in Facebook, che se da un lato ha garantito la nostra visibilità sul social, dall’altro non è servita a incrementare la partecipazione fattiva alle nostre attività. Le ragioni di questo risiedono nel carattere stesso di Facebook, che mentre esalta l’esposizione individuale e la cacofonia comunicativa globale, attraverso precise “tagliole” (algoritmi selettivi e condizioni economiche per la visibilità dei post) relega in secondo piano le realtà associative o istituzionali, soprattutto se “scomode”. Si può stimare che a seguirci più o meno costantemente sulle diverse piattaforme (newsletter, Facebook) siano almeno 2000 persone; il numero delle visite al sito internet non è regolarmente monitorato, ma basti considerare che nella settimana 15/09--21/09/2016 si hanno avuti in media circa 600 click al giorno; 1500 accessi in quei giorni sono stati diretti, cioè non via motore di ricerca ma da chi ha direttamente digitato il nostro indirizzo!
Per molti anni (almeno fino al 2006) il nostro Coordinamento è stato la realtà che a livello nazionale si è più efficacemente impegnata per produrre le traduzioni dei documenti fondamentali - e tuttavia ignorati dai mass-media - sulle questioni jugoslave e affini. Questo lavoro di traduzione è andato però via via scemando, e attualmente le traduzioni da noi proposte (via JUGOINFO e sul sito) sono quasi sempre riprese da terze parti.
Il nostro lavoro ha gettato luce in tempi non sospetti e spesso in totale solitudine su questioni entrate solo in seguito nella discussione pubblica o almeno nel novero dei temi affrontati dai commentatori più attenti, ad esempio: i meccanismi della disinformazione strategica; le responsabilità occidentali nella “esplosione” dell’islamismo radicale; i dubbi sulla dinamica dell’11 Settembre; distorsioni e abusi della “legalità internazionale”; la propaganda italiana su “foibe” ed “esodo”; la strumentalizzazione delle questioni nazionali e i micro-nazionalismi; il dominio tedesco e la fondazione antipopolare e revanscista della Unione Europea; i caratteri neo-coloniali e da compradoras delle nuove “repubblichette” sorte dallo sfascio degli Stati ex-socialisti; i pregiudizi slavofobi, serbofobici e russofobici dominanti a tutti i livelli, anche accademici, nella nostra realtà culturale e politica.
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Va rimarcato come il Coordinamento abbia sempre operato con disinteresse, mettendosi a disposizione per la divulgazione e realizzazione di iniziative di terzi o ascritte a terzi, facilitando in questo modo la circolazione di informazioni e la diffusione di un “senso comune” critico su questi argomenti senza preoccuparsi di averne un “ritorno”. Al contempo, abbiamo sempre rifuggito ogni tentazione di compiacere chicchessia, ponendo con rigore quesiti di principio e discriminanti sia verso l’esterno che al nostro interno, non avendo paura di criticare anche personaggi noti dai quali avremmo potuto avere un qualche sostegno, persino se membri del nostro CSA. La nostra funzione è stata finora al contempo di avanguardia e da “grilli parlanti”, siamo stati assieme generosi e impopolari: certamente queste attitudini non ci hanno agevolato nella crescita della organizzazione, ma la nostra coerenza è stata riconosciuta da chi ci ha seguito, come ha dimostrato Giuseppe Torre nominandoci a destinatari di un rilevante lascito, e ci consente di procedere a testa alta per il conseguimento dei nostri obiettivi.
Il quadro è dunque quello di una amplissima gamma di temi trattati e di una molteplice tipologia di iniziative: a fronte di ciò JUGOCOORD fino ad oggi ha potuto giovarsi solo di forze esigue. (...) Analogamente modesto è sempre stato il Bilancio sociale, con un patrimonio costantemente attestato attorno ai 2000 euro ed un ricircolo annuo di denaro di dimensioni non superiori. Negli ultimi anni la assegnazione del 5 per mille (600-1000 euro) ha comportato all'incirca il raddoppio delle entrate ma anche le uscite sono cresciute in proporzione, in virtù della aumentata mole di iniziative promosse.
Va certamente tenuta presente la odierna fase di crisi dell'associazionismo gravante a tutti i livelli, che vede anche sodalizi storici lamentare cali di partecipazione e di tensione ideale. Tale crisi, sulla quale non è questa la sede per sviluppare analisi approfondite, trova notoriamente le sue ragioni principali nella ricerca della gratificazione individualistica, nella commercializzazione di ogni rapporto sociale, nella scarsa abitudine al lavoro collettivo e alla verifica oggettiva dei risultati del lavoro di gruppo, ed ha come esito prevalente la autoreferenzialità e la perdita del carattere comunitario e conviviale della vita associativa.
Tra le priorità che abbiamo individuato c'è quindi quella di "far crescere il Coordinamento potenziandone la base di attivisti". Uno strumento che introduciamo a questo scopo, a partire dal 1 gennaio 2017, è quello di una forma di tesseramento “leggero”, rivolto ad es. ai giovani e a chi ancora non conosciamo di persona. Finora per aderire a JUGOCOORD è stato infatti necessario, tra l’altro, essere presentati da una persona già aderente; in futuro tale condizione continuerà a valere per i soci effettivi, mentre i simpatizzanti ne saranno esentati (non godranno perciò di alcuni diritti quali la eleggibilità alle cariche sociali e il diritto di voto).
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