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La VOCE ANNO XIX N°6

febbraio 2017

PAGINA 2         - 18

Il presidente eletto Donald Trump nomina come assessore un politico sostenitore del blocco contro Cuba


L’Avana, 22 Novembre (RHC) – Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato nello staff incaricato di organizzare la transizione del suo nuovo governo al Dipartimento del Tesoro, Mauricio Claver-Carone, politico che ha posizioni favorevoli al mantenimento in vigore del blocco contro Cuba.

Claver è uno delle quattro nomine fatte per preparare il passaggio al Dipartimento del Tesoro del governo del multimilionario di New York, e si distingue per essere politicamente contrario all’avvicinamento a Cuba, processo avviato dal presidente Barack Obama.

Claver, insieme alle altre tre persone nominate per il Tesoro, dovrá assumere il compito di interfacciarsi con i responsabili dell’attuale Amministrazione, con il fine di apprenderne il funzionamento e facilitare il processo di transizione al governo di Trump.

Secondo alcuni osservatori questa nomina sarebbe indizio del fatto che Trump, mantenendo cosí fede alla promessa fatta in campagna elettorale, potrebbe cancellare le misure relative a Cuba, promosse da Obama.

Pubblicato da Enrica Matricoti

Il presidente del Messico contrario all’ordinanza di Donald Trump
per la costruzione
del muro lungo la frontiera


L’Avana, 26 Gennaio (RHC) – Il capo di Stato del Messico, Enrique Peña Nieto, ha criticato duramente i provvedimenti firmati dal presidente statunitense, Donald Trump, per raddoppiare i controlli migratori e costruire un muro lungo la frontiera.

Nelle dichiarazioni rese alla stampa, Peña Nieto ha sottolineato che lamenta la decisione degli Stati Uniti di continuare la costruzione del muro precisando che il Messico non pagherà per esso.

Nonostante questo, rimane confermata, come da programma, la riunione di martedì prossimo tra il capo di Stato messicano e il presidente nordamericano.

Durante la sua dichiarazione, Peña Nieto ha inoltre ordinato alla Segreteria delle Relazioni Estere di rafforzare le misure di protezione per i messicani che si trovano negli Stati Uniti e di far fronte alla situazione.

Pubblicato da Enrica Matricoti

In evidenza sulla stampa serba
il discorso di Raúl Castro
nel Vertice della CELAC


L’Avana, 26 Gennaio (RHC) – Diversi mezzi d’informazione della Serbia dedicano oggi ampio spazio al discorso del presidente Raúl Castro nel quinto vertice della Celac – Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici -, intervento nel quale il capo di Stato ha espresso la sua disponibilità a

proseguire il dialogo con il nuovo governo degli Stati Uniti.

L’agenzia d’informazione Tanjug, il giornale Politika e i quotidiani Blic e Informer, riportano le dichiarazioni del presidente cubano relative alla necessità di dare continuità alla negoziazione circa questioni di mutuo interesse che ancora non sono state discusse con la nazione statunitense, nel rispetto di principi di uguaglianza e reciprocità.

Anche le televisioni, nei programmi dedicati all’informazione, hanno trasmesso il discorso del capo di Stato cubano durate il Vertice tenutosi nella Repubblica Dominicana, nel quale Castro ha esortato tutti a lavorare per dare risposta alle nuove sfide che si profilano in ambito politico, davanti all’attuale governo statunitense ed al ritorno in auge del neoliberalismo.

Raúl Castro ha inoltre sottolineato come il blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba costituisca ancora un ostacolo alla piena normalizzazione delle relazioni, dato che è causa di considerevoli danni all’economia ed ai cittadini cubani.

Pubblicato da Enrica Matricoti

La CELAC lavora per la pace in America Latina ed i Caraibi


Da María Josefina Arce

Nel gennaio del 2014 a L’Avana la CELAC, Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, ha dichiarato la regione, zona di pace e, in relazione a questo, si è impegnata attivamente per giungere per via diplomatica ad una soluzione dei conflitti e garantire la stabilità e sicurezza dei suoi abitanti.

E’ per questo che si è mostrata disponibile a verificare il processo di pace in Colombia, le cui negoziazioni tra il governo colombiano e le ribelli Forze Armate Rivoluzionarie-Esercito del Popolo dal 2012 si tengono a L’Avana.

Un comunicato delle forze ribelli sottolinea che: “nell’accettare questo servizio altruista e umano che cerca di favorire la fine di una guerra prolungata, i capi di Stato e di Governo dell’America Latina ed i Caraibi ribadiscono (…) che la fine del conflitto in Colombia beneficerà tutta la regione”.

La CELAC parteciperà alla missione politica dell’ONU che si occuperà di accertare le condizioni della fine del conflitto in Colombia che per 60 anni ha dissanguato il paese provocando numerose vittime e migliaia di profughi.

Nel recente vertice dell’organizzazione, vero meccanismo di integrazione tra i paesi, che si è tenuto in Ecuador, i 33 stati membri hanno dichiarato il loro impegno a favorire i colloqui di pace in Colombia, questione che ha rappresentato un tema fondamentale dell’importante appuntamento.

I capi di Stato e di Governo in quell’occasione hanno dichiarato di essere soddisfati dei passi fatti per arrivare a porre un termine al conflitto e per giungere ad una pace stabile e duratura, così come per l’accordo sopra il cessate il fuoco e la fine delle ostilità reciproche, e la deposizione delle armi.

La sua partecipazione a questa missione politica conferma che la CELAC si sta consolidando sulla scena come luogo privilegiato di concertazione politica e che è capace di coordinare azioni a favore della risoluzione dei conflitti nell’area.

Il mantenimento della pace regionale per rafforzare uno sviluppo socioeconomico sostenibile e basato sull’inclusione è fondamentale per questo schieramento fautore dell’integrazione che si è pronunciato anche a favore della richiesta argentina di riconoscimento della sua sovranità sulle Isole Malvinas, occupate dal 1833 dalla Gran Bretagna che ne ha fatto una sua base militare nel Sud dell’Atlantico.

La chiusura del carcere illegale che gli Stati Uniti mantengono attivo nella base navale di Guantanamo è una delle altre richieste della CELAC che si è pronunciata con forza circa la restituzione a Cuba di questo territorio situato nella zona orientale del paese ed occupato contro il volere del governo e del popolo cubano.

Questa giovane comunità ha messo in chiaro fin dalla sua nascita avvenuta nel 2011 a Caracas che lavorerà strenuamente per preservare l’integrità e la sicurezza di tutti i popoli, visto che, come affermato dal presidente cubano Raúl Castro, “La pace (…) è un bene supremo ed una legittima aspirazione di tutto i popoli, e la sua salvaguardia è un elemento fondamentale dell’integrazione dell’America Latina ed i Caraibi.

Pubblicato da Enrica Matricoti

CUBA MANTIENE UN BASSO TASSO DI MORTALITÀ INFANTILE

La Habana, 3 gennaio 2017 - Cuba ha concluso l’anno 2016 con un tasso di mortalità infantile di 4,3 per ogni mille nati vivi, una cifra che la colloca tra le prime 20 nazioni con i migliori risultati in questo indicatore della salute.
Il tasso più basso lo riportano Pinar del Río e il municipio speciale dell’Isola della Gioventù, con 2,1 deceduti per ogni mille nati vivi, e si sono distinte anche Cienfuegos, con 2,8, e Villa Clara, con 3,1.
Nel 2016, ha comunicato il Ministero della Salute Pubblica, nel Paese si sono avute quasi ottomila nascite in meno che nell’anno precedente.
I risultati in materia di salute infantile che Cuba raggiunge sono espressione dell’accesso universale e gratuito al sistema sanitario e dello sviluppo sociale inclusivo e umano raggiunto, per la priorità che lo Stato cubano offre all’attenzione del popolo.
Autore: Yoanny Duardo Guevara
Traduzione: Redazione di El Moncada

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