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La VOCE 1712 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XX N°4 | dicembre 2017 | PAGINA C - 35 |
GLI SCIENZIATI hanno trovato un accesso al sottosuolo della Luna che immette in un'enorme caverna. Quella appena scoperta da un gruppo di ricercatori della Purdue University, utilizzando i dati inviati dalla sonda giapponese Selene, è una grotta grande abbastanza da contenere un'intera città. Ed è in una di queste cavità che i primi coloni spaziali potrebbero trovare rifugio. Da diversi anni si cercano conferme dell'esistenza di queste 'tanè naturali. La stessa Purdue University, alla fine del 2016, aveva pubblicato una analisi di quello che potrebbe nascondersi sotto la superficie: una rete caverne ampie chilometri. Ora c'è la conferma che una di queste è stata misurata, si trova nel lato rivolto verso il nostro pianeta, nelle "Marius Hills", all'interno dell'Oceanus Procellarum. Una zona ricca di "cupole" formate dalla lava miliardi di anni fa, quando il nostro satellite era ancora attivo. Uno di questi 'buchì dà accesso a una caverna. I ricercatori hanno incrociato i dati della sonda giapponese Selene con quelli della americana Grail (che misura con precisione le variazioni dell'attrazione gravitazionale) e hanno individuato quella che potrebbe essere la porta per un rifugio naturale sulla Luna. Il cratere è largo circa 50 metri, si apre su un camino che scende in profondità per altrettanti. E si apre sul vuoto. Gli strumenti di Selene, evidenziano gli scienziati della Purdue, non sono stati progettati per cercare caverne nel sottosuolo. Il fatto che sia stata individuata da un radar così inadatto allo scopo significa che deve essere molto lunga e molto ampia. Corre per 50 chilometri e dovrebbe essere alta almeno 1.000 metri. Si sono formate grazie all'attività vulcanica, quando la lava ha scavato cunicoli sinuosi nel sottosuolo, lasciando ampi spazi vuoti. È già dimostrato che strutture simili, così grandi, possono esistere nel sistema lunare senza collassare, impossibili sulla Terra ma, ora lo sappiamo, che persistono sotto la superficie della Luna grazie alla sua bassa gravità. Al loro interno potrebbe trovarsi ghiaccio e acqua intrappolata nelle rocce. La ricerca di questi canali naturali è uno dei terreni sul quale si potrebbe giocare il futuro dei primi insediamenti umani nello spazio perché offrono 'a costo zerò protezione dalle radiazioni solari e dai micrometeoriti (lassù non c'è atmosfera né campo magnetico che facciano da scudo a queste minacce). E la Luna è ormai considerata la prima tappa della futura colonizzazione umana, in vista dell'approdo su Marte. Foto - SELENE/Kaguya research team ALTRE FOTOGRAFIE: http://www. |
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