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La VOCE ANNO XX N°4

dicembre 2017

PAGINA C        - 35


Questioni della Scienza
a cura di A. Martocchia
Per questo numero dell'inserto due segnalazioni:
1) L’assurda polemica su Laika a 60 anni dallo Sputnik 2
2) Scoperta enorme grotta lunare, può contenere un'intera città


L’assurda polemica su Laika a 60 anni dallo Sputnik 2

di Redazione Senza Tregua – 3 novembre 2017

Incredibile ma vero. Oggi ricorrono i 60 anni dal giorno in cui il primo essere vivente terrestre fu mandato in orbita nello spazio. Una tappa importante per la scienza e il progresso dell’umanità, ma i media riescono a trasformare la ricorrenza in una polemica contro l’Unione Sovietica.
Il 3 novembre 1957 la cagnolina Laika partiva a bordo di una capsula spaziale sovietica, lo Sputnik 2. Un mese prima, il 4 ottobre, l’Unione Sovietica aveva scritto un’altra pagina di storia con il lancio dello Sputnik 1, inviando in orbita attorno alla terra il primo satellite artificiale. Si trattava di innegabili conquiste di tutta l’umanità che in quei mesi avevano accresciuto enormemente il prestigio dell’Urss, il cui merito era oggettivamente riconosciuto sia dalla comunità scientifica, sia dalla gente comune che guardava con ammirazione a ciò che si realizzava.
Gli Stati Uniti, a quell’epoca, non erano ancora riusciti a costruire un satellite capace di superare la fase di lancio (ci riuscirono solo nel 1958). Pochi anni dopo, nel 1961, l’Urss avrebbe conquistato un altro primato inviando il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin. Basta questa semplice contestualizzazione storica a far comprendere quale fosse l’atteggiamento dinanzi al lancio dello Sputnik 2 dell’opinione pubblica mondiale, sinceramente stupita dalle capacità tecnologiche mostrate dall’Urss.
Ma per qualche ragione, oggi i giornali hanno deciso di non parlare di tutto questo. Il Corriere parla in un suo articolo di “inutile e terribile sacrificio”, seguito a ruota da diversi altri. Si parla delle circostanze della morte di Laika (secondo i sovietici sopravvissuta alcuni giorni, secondo altri morta poche ore dopo il lancio a causa di malfunzionamenti nella capsula), di una vera e propria “crudeltà” compiuta dai sovietici, che sarebbe stata del tutto inutile a fini scientifici. Insomma, il lancio della seconda navicella spaziale della storia dell’uomo, a un mese di distanza dalla prima, viene trattato alla stregua di un crimine compiuto per qualche sadica ragione e definito privo di utilità scientifica.
C’è davvero bisogno di aprire il dibattito sull’utilizzo di animali per finalità scientifiche? Forse no, perché il livello di argomentazione di chi apre questa polemica non si pone sul piano scientifico, né tantomeno su quello etico. Lanciare una polemica così assurda nella ricorrenza di una tappa storica per il progresso umano significa rifiutare di riconoscere l’evidenza dei fatti, sulla base non di considerazioni scientifiche, ma di uno sterile anticomunismo che porta a dover cercare a ogni costo il pretesto per attaccare l’Urss e la sua storia, non a caso proprio nell’anno del centenario della rivoluzione che gettò le basi affinché tutto questo fosse possibile. O più semplicemente significa essere ottusi.


Scoperta enorme grotta lunare, può contenere un'intera città

di MATTEO MARINI, 20.10.2017

GLI SCIENZIATI hanno trovato un accesso al sottosuolo della Luna che immette in un'enorme caverna. Quella appena scoperta da un gruppo di ricercatori della Purdue University, utilizzando i dati inviati dalla sonda giapponese Selene, è una grotta grande abbastanza da contenere un'intera città. Ed è in una di queste cavità che i primi coloni spaziali potrebbero trovare rifugio.
Da diversi anni si cercano conferme dell'esistenza di queste 'tanè naturali. La stessa Purdue University, alla fine del 2016, aveva pubblicato una analisi di quello che potrebbe nascondersi sotto la superficie: una rete caverne ampie chilometri. Ora c'è la conferma che una di queste è stata misurata, si trova nel lato rivolto verso il nostro pianeta, nelle "Marius Hills", all'interno dell'Oceanus Procellarum. Una zona ricca di "cupole" formate dalla lava miliardi di anni fa, quando il nostro satellite era ancora attivo.
Uno di questi 'buchì dà accesso a una caverna. I ricercatori hanno incrociato i dati della sonda giapponese Selene con quelli della americana Grail (che misura con precisione le variazioni dell'attrazione gravitazionale) e hanno individuato quella che potrebbe essere la porta per un rifugio naturale sulla Luna. Il cratere è largo circa 50 metri, si apre su un camino che scende in profondità per altrettanti. E si apre sul vuoto.
Gli strumenti di Selene, evidenziano gli scienziati della Purdue, non sono stati progettati per cercare caverne nel sottosuolo. Il fatto che sia stata individuata da un radar così inadatto allo scopo significa che deve essere molto lunga e molto ampia. Corre per 50 chilometri e dovrebbe essere alta almeno 1.000 metri.
Si sono formate grazie all'attività vulcanica, quando la lava ha scavato cunicoli sinuosi nel sottosuolo, lasciando ampi spazi vuoti. È già dimostrato che strutture simili, così grandi, possono esistere nel sistema lunare senza collassare, impossibili sulla Terra ma, ora lo sappiamo, che persistono sotto la superficie della Luna grazie alla sua bassa gravità. Al loro interno potrebbe trovarsi ghiaccio e acqua intrappolata nelle rocce.
La ricerca di questi canali naturali è uno dei terreni sul quale si potrebbe giocare il futuro dei primi insediamenti umani nello spazio perché offrono 'a costo zerò protezione dalle radiazioni solari e dai micrometeoriti (lassù non c'è atmosfera né campo magnetico che facciano da scudo a queste minacce). E la Luna è ormai considerata la prima tappa della futura colonizzazione umana, in vista dell'approdo su Marte.

Foto - SELENE/Kaguya research team

Scoperta enorme grotta lunare, può contenere un'intera città

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