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La VOCE 1712 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XX N°4 | dicembre 2017 | PAGINA 6 |
Facciamo nostri gli insegnamenti della Rivoluzione Socialista d’Ottobre
COSTRUIAMO L’ORGANIZZAZIONE POLITICA INDIPENDENTE E RIVOLUZIONARIA DELLA CLASSE OPERAIA!· che limperialismo non è onnipotente, ma che la sua catena può essere rotta nel suo anello più debole; · che con la conquista rivoluzionaria del potere politico il proletariato può realizzare la sua liberazione dal dominio del capitale e abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; · che la vuota e falsa democrazia parlamentare borghese può essere sostituita da una nuova e autentica forma di democrazia, basata sugli organi del potere proletario; · che nel quadro e con gli strumenti della dittatura rivoluzionaria del proletariato è possibile espropriare gli espropriatori, costruire uneconomia pianificata basata sulla proprietà sociale dei mezzi di produzione e costruire la società socialista in direzione del comunismo. A distanza di un secolo dall’Ottobre, noi siamo sempre nell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria. In questa epoca il proletariato ha dimostrato di poter costruire in breve tempo un sistema economico e sociale superiore al capitalismo. Ha risolto enormi problemi e prodotto grandi conquiste e avanzamenti per i lavoratori. Ha distrutto l’oppressione che gravava su decine e decine di popoli. Ha sconfitto la bestia nazifascista. Ma ha anche subito il tradimento del socialismo e la restaurazione del capitalismo da parte dei revisionisti, che sono capitolati di fronte alla pressione imperialista. Il movimento che abolisce lo stato di cose presente è un processo aspro e lungo, che non si svolge in modo rettilineo. Conosce avanzate e ritirate, vittorie e sconfitte, da cui trarre le dovute lezioni. L’Ottobre ne ha rappresentato un reale progresso, non solo per aver iniziato la costruzione del socialismo e sviluppato la contraddizione tra capitale e lavoro in tutto il mondo, ma anche perché ha fatto acquisire alla classe operaia la coscienza dei suoi scopi e mostrato la via per raggiungerli. La rivoluzione non è una “questione del passato” o una “deviazione” del corso “normale” della storia, come affermano i teorici della borghesia liberale e dell’opportunismo. E’ invece il risultato logico, soggetto a leggi, dello sviluppo della società. E’ un fenomeno assolutamente necessario e inevitabile in una società divisa in classi antagoniste, senza il quale l’intera società declina e regredisce. A 100 anni dall’Ottobre, le contraddizioni fondamentali che affrontarono i bolscevichi persistono e la crisi generale del sistema capitalistico mondiale si approfondisce sempre più. La situazione del proletariato e delle masse popolari si aggrava di giorno in giorno, come è evidente anche nel nostro paese. Si intensifica lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici per estorcere la quantità più grande possibile di plusvalore. I salari sono da fame e i licenziamenti non si fermano. Aumenta continuamente l’incertezza e l’insicurezza del lavoro e della vita. I diritti democratici faticosamente conquistati sono cancellati dai governi dei padroni, che si sforzano sistematicamente di ottenere la scissione del movimento operaio. Gli operai e le operaie divengono più poveri quanto più producono la ricchezza sociale. Alla miseria che dilaga fra le masse lavoratrici, tra i giovani e le donne del popolo, corrisponde un inaudito aumento delle ricchezze possedute da una minoranza di sfruttatori e di parassiti. A livello internazionale si inasprisce la lotta fra potenze imperialiste e capitaliste per i mercati di sbocco, le fonti di materie prime, per una nuova ripartizione del mondo tramite la guerra. Di conseguenza aumentano le spese militari, si mette l’economia su un piede di guerra e avanzano i partiti più reazionari e guerrafondai. Le idee “alla moda” diffuse fra le masse si chiamano sciovinismo e xenofobia, razzismo e populismo, militarismo e fascismo, fondamentalismo religioso. Più si consolida la dittatura del capitale monopolistico sulle masse sfruttate e oppresse, più si diffondono la fame, l’ignoranza e il regresso politico, culturale, morale. La devastazione ambientale causata dalla ricerca del massimo profitto, mette a rischio l’esistenza stessa del genere umano. Il capitalismo non può dare ai lavoratori benessere, prosperità, pace, ma solo miseria, guerra, reazione e distruzione su tutta la linea. Il mondo attuale è gravido di una rivoluzione chiamata a sostituire la proprietà capitalistica dei mezzi di produzione con la proprietà comune degli stessi, ad abolire il lavoro salariato per sviluppare il lavoro associato. La rivoluzione sociale sorge dalle contraddizioni della vita materiale, poiché le forze produttive della società, sviluppatesi enormemente, sono in conflitto acuto con i rapporti di produzione borghesi. Lo dimostrano le ricorrenti e sempre più gravi crisi economiche. Questi rapporti di produzione sono le catene che devono essere spezzate per assicurare lo sviluppo sociale. Tutta la situazione economica e sociale a livello internazionale è straordinariamente ricca di sostanze infiammabili, è suscettibile di esplosioni rivoluzionarie che inevitabilmente si produrranno nei prossimi anni e decenni. Il proletariato e le masse popolari non tollereranno a lungo le privazioni, le sofferenze, la violazione dei loro diritti da parte dei loro sfruttatori e oppressori, non accetteranno di farsi massacrare di nuovo per gli interessi della borghesia imperialista. La Rivoluzione d’Ottobre non è dunque un evento storico lontano, senza più legame con le lotte proletarie che si sviluppano oggi. E’ invece un evento di straordinaria attualità, che contiene molteplici lezioni e principi da applicare nella situazione concreta, che continua a ispirare generazioni di operai alla lotta per il socialismo. La rivoluzione socialista è l’unica alternativa possibile e necessaria per gli operai e le operaie, i giovani e le donne degli strati popolari, i popoli oppressi! L’illusione che sia possibile per le classi lavoratrici raggiungere il potere rinunciando alla lotta rivoluzionaria per abbracciare le riforme e la “via parlamentare” al socialismo sta svanendo. Si sviluppano il malcontento e la protesta sociale, cresce la consapevolezza che le cose non possono continuare come sono, che il capitalismo non può essere “umanizzato”. E’ necessaria una profonda trasformazione sociale per eliminare la rovina economica, sociale, morale, ecologica, che lumanità soffre inevitabilmente sotto il dominio dei monopoli finanziari. Ma quale classe sociale può salvare l’umanità dal caos e dalla distruzione della civiltà, conquistando il potere politico con la rivoluzione e rovesciando i rapporti di produzione esistenti? Questa forza è la classe operaia, la classe più rivoluzionaria della società, la classe che ha avuto un ruolo determinante nella Rivoluzione d’Ottobre e nella costruzione del socialismo, dirigendo i suoi alleati. La classe operaia è rivoluzionaria non per un’ideologia, ma per il ruolo che occupa nel processo di produzione sociale, per il rapporto che ha con i mezzi di produzione, per la sua organizzazione sulla base della grande industria, per la tempra acquisita nelle sue battaglie. E’ la classe direttamente e maggiormente sfruttata dai capitalisti, che si appropriano gratuitamente del plusvalore creato dagli operai e dalle operaie salariati. Dunque è l’unica classe sociale che ha un rapporto antagonistico col capitale nella sfera stessa del processo produttivo. Perciò la classe operaia è storicamente predisposta a rovesciare questo sistema, svolgendo un ruolo di raggruppamento e guida nella lotta di tutti gli sfruttati e gli oppressi del capitalismo. E’ la sola classe |
che può abbattere la borghesia, distruggere la sua macchina statale oppressiva e costruire un nuovo apparato statale proletario per vincere la battaglia dell’emancipazione della classe operaia, nella quale è implicita la
generale emancipazione umana. L’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre – come quelle di tutte le rivoluzioni vittoriose del secolo scorso – contiene un’altra fondamentale lezione: alla testa della classe operaia si trovava un Partito comunista, provato nelle lotte rivoluzionarie. Non si può parlare dell’Ottobre se non si parla del Partito bolscevico di Lenin e di Stalin. Un partito indipendente dalla borghesia e dalla socialdemocrazia, guidato dalla teoria di avanguardia del proletariato, in grado di elaborare un programma politico, proposte, tattiche, linee di azione e parole d’ordine che rappresentano gli interessi immediati e strategici della classe operaia. Un partito combattivo, strettamente vincolato alle masse lavoratrici, con ununica direzione e una sola volontà di azione. Questa circostanza è stata determinante per la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre.L’esperienza dimostra che diversi processi rivoluzionari non hanno potuto trionfare a causa dell’inesistenza o della debolezza del partito comunista. Allo stesso tempo dimostra che il proletariato è stato sconfitto, ha perso il potere, quando il suo partito è caduto nelle mani dei revisionisti, degli opportunisti, dei traditori. Il partito comunista è essenziale nella lotta per il potere politico e la costruzione della nuova società. Ma quale fondamentale caratteristica ha questo partito? Anche qui l’esperienza sovietica parla chiaro: serve un partito comunista che sia parte di una determinata classe sociale, la classe operaia. Non un suo organo o uno strumento esterno, ma il reparto più avanzato e organizzato, più rivoluzionario del proletariato,formato dai migliori operai e dalle migliori operaie, quelli che hanno la maggiore coscienza di classe, spirito di sacrificio, disciplina e lungimiranza. Non un partito campato per aria, ma un partito collegato con mille fili alla classe e alle sue forme di organizzazione, per dirigerla sulla via della rivoluzione e del potere proletario. Il sindacato di classe, gli altri organismi di fabbrica, le associazioni dei giovani e delle donne, sono assolutamente necessari per lo sviluppo della lotta di classe e per rafforzare il proletariato come forza chiamata a dirigere l’intera società. Ma hanno un campo d’azione limitato, non hanno una linea comune e non possono con le loro sole forze guidare la lotta del proletariato per l’abbattimento della società borghese e la costruzione della nuova società. Sotto un certo punto di vista possiamo dire che queste organizzazioni di massa servono proprio per dimostrare la necessità del Partito comunista, unica organizzazione di classe capace di dirigere la lotta del proletariato. Oggi questo partito indipendente dalla borghesia e impegnato a dirigere la lotta rivoluzionaria delle masse per il socialismo, purtroppo non c’è nel nostro paese. E quando il movimento comunista e il movimento operaio camminano su strade distanti, finiscono per indebolirsi entrambi. Senza il suo partito la classe operaia – oggi più divisa e differenziata, ma tutt’altro che sparita – rimane a rimorchio degli opportunisti, dei collaborazionisti, dei politicanti e dei sindacalisti corrotti che campano sulle sue spalle. Viene sommersa da un’ondata piccolo-borghese che la contagia con le sue concezioni e le sue meschinità. Resta una massa di lavoratori isolati e schiacciati dal lavoro salariato, divisi dalla concorrenza capitalistica, abbrutiti dalla miseria. L’attuale debolezza soggettiva del proletariato dipende in larga parte dallassenza di un forte partito di tipo leninista. La sua formazione è una necessità imperiosa - tanto più in una situazione di feroce offensiva imperialista e di reazione dilagante - che dobbiamo perseguire con tenacia e fiducia nella capacità della classe operaia di esprimere dal suo seno un partito autonomo di classe. Chiaramente il partito non si fa in una notte, non nasce per decreto e in modo perfettamente corrispondente alle esigenze di classe. Oggi nemmeno può scaturire da una scissione, come avvenne per il PCdI nel 1921. E’ invece il frutto di un processo di unità che si forgia nel corso della lotta, nelle dure battaglie contro il nemico di classe e i suoi complici, contro le concezioni e le abitudini borghesi e piccolo borghesi. Per unire il socialismo scientifico e il movimento di massa operaio, per combinare la lotta politica contro la borghesia alla lotta operaia per gli interessi economici e preparare la formazione del Partito leninista, è necessario amalgamare e coordinare i comunisti e gli operai avanzati in una sola organizzazione politica indipendente e rivoluzionaria del proletariato. Questo è il compito principale che abbiamo di fronte. Il passaggio dal frazionamento esistente alla formazione del reparto di avanguardia organizzato e cosciente del proletariato, il Partito comunista, può avvenire costruendo un’organizzazione che ne prepari le condizioni politiche, organizzative, programmatiche,stringendo legami sempre più stretti con la classe operaia attraverso la propaganda e l’agitazione politica. Un’organizzazione centralizzata, guidata dalla teoria e dalla pratica del movimento di emancipazione del proletariato, il marxismo-leninismo, ispirata ai principi dell’internazionalismo proletario, che riunisca la parte migliore del proletariato e sviluppi una pratica sociale conseguente fra gli sfruttati, sostenendo le loro lotte per elevare la coscienza di classe e sviluppare la solidarietà di strati operai sempre più vasti. E’ ora di dirigere i nostri sforzi verso la creazione di questa organizzazione proletaria, un’unione di lotta per il socialismo che sia l’embrione del Partito comunista del proletariato del nostro paese, strettamente legata al Movimento comunista internazionale. Invitiamo tutti i proletari d’avanguardia, i comunisti organizzati e non, a ragionare su questo progetto di riorganizzazione politica, a esprimersi su di esso, rompendo con l’opportunismo e l’economicismo, abbandonando l’attendismo e la passività, per impegnarsi in prima persona. Chi vuole contribuire all’organizzazione degli operai in classe, e quindi in partito politico autonomo che si oppone a tutti gli altri partiti delle classi proprietarie, non può tergiversare, non può perpetuare una politica “di sussistenza” fine a se stessa. Deve scegliere, esprimendo una chiara volontà politica e assumendosi le proprie responsabilità. Noi comunisti (marxisti-leninisti) sentiamo il dovere di impegnarci per liberarci dal frazionamento e dalla dispersione, per passare a una forma superiore, più unita e meglio organizzata. Siamo pronti a mettere a disposizione dell’unificazione le nostre modeste forze, mezzi, risorse e collegamenti, così da favorire l’unione degli elementi operai avanzati e preparare la formazione del Partito. Ma nessun gruppo, nessun circolo, nessun sindacato classista, nessuna singola personalità, può dare da solo la soluzione al problema. Questa soluzione può essere data soltanto dall’attività organizzata in comune del proletariato rivoluzionario nella lotta politica. Siamo ottimisti e convinti che le esigenze dello sviluppo sociale, le cause oggettive e profonde dell’unione e dell’organizzazione dei proletari rivoluzionari, generate dalla stessa offensiva imperialista, sono più forti di quelle della divisione che la borghesia e gli opportunisti vogliono perpetuare. Impegniamoci dunque a costruire un genuino embrione di partito rivoluzionario basato sul movimento operaio, che sia in grado di determinare i principali scopi della lotta, di definire le basi, i passaggi e gli strumenti necessari per raggiungere questo storico obiettivo; fra di essi un giornale politico comunista che svolgerà un ruolo decisivo nell’opera di unificazione dei gruppi e dei circoli locali, dei migliori elementi della classe operaia. Diamo continuità alla celebrazione del centenario dell’Ottobre Rosso realizzando incontri e riunioni con le realtà di classe nelle varie località per avanzare nel confronto e nel processo di unità e lotta. Assicuriamo una dinamica concreta alla riorganizzazione politica del proletariato stringendo i nostri contatti! Compagne e compagni proletari, lottiamo e organizziamoci insieme! Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia |
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