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La VOCE 1712 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XX N°4 | dicembre 2017 | PAGINA 2 - 18 |
Segue da Pag.17: CUBA Sui presunti attacchi acustici. Le ragioni di Cuba. hanno consegnato al suono registrato delle cicale e in coincidenza abbiamo potuto constatare che è un suono che sta al disopra dei 7 chilocicli, che ha una larghezza di banda di circa e al di sopra di 3 KHz e udibilmente è molto simile. Abbiamo fatto paragoni di spettro di tutti i segnali apportati con lo spettro registrato ed evidentemente questo rumore comune è molto simile al suono di una cicala. Questi insetti abitano in zone costiere, rurali e urbane in tutto l’arcipelago cubano e sono stati identificati nella prova di campagna realizzata nelle aree vicine alle residenze dei diplomatici statunitensi. Gli investigatori nordamericani riconoscono che i suoni provocati da un gruppo di cicale possono raggiungere i 90 decibels; mentre quelli prodotti dai grilli possono registrare un’intensità di 95 decibels. Nei due casi esposizione per tempi prolungati a questi suoni può condurre alla perdita dell’udito, irritazione e ipertensione. Gli investigatori cubani hanno dimostrato con un profondo studio la similitudine tra le mostre sonore consegnate e il suono di questi insetti. Questo risultato è stato presentato alla controparte statunitense come la causa plausibile di alcuni incidenti sonori riportati. Sino al momento gli Stati Uniti non hanno risposto alle informazioni consegnate, e senza dubbio le autorità di questo paese citate dai media della stampa internazionale con condizioni d’anonimato, hanno segnalato che i presunti rumori assomigliano ai suoni di questi nsetti.
RISPOSTA OPPORTUNA AI “SOSPETTI”
Due presunti attacchi acustici erano stati riportati il 25 aprile, Quella volta i funzionari avevano informato la Cancelleria cubana su aggressioni di suoni in abitazioni dell’Hotel Capri dov’erano ospiti un diplomatico dell’ambasciata e uno dei medici arrivato nell’Isola per esaminare le ipotetiche vittime dei presunti incidenti. Gli investigatori cubani dimostrarono attraverso un profondo studio quanto erano simili le mostre sonore consegnate dagli statunitensi e i suoni delle cicale e dei grilli. Indipendentemente dal fatto che trascorsero diversi giorni tra i presunti fatti e la denuncia, le autorità cubane avevano realizzato diligenti investigazioni di rigore. Avevano ispezionato locali, le aree prossime e altre zone distanti e non avevano incontrato tracce fisiche e o prove materiali d’interesse per l’investigazione. Il personale di amministrazione e servizi, così come altri ospiti, avevano dichiarato di non aver sentito suoni strani o di non aver presentato sintomatologie per esposizione a rumori.
IL LIVELLO DI RUMORE DETERMINATO ALL’INTERNO DI UNA DELLE ABITAZIONI DELL’HOTEL CAPRI NELL’ESPERIMENTO
Come parte dell’analisi, erano state prese mostre del suono registrate in un ambiente dove predomina il silenzio ed era stata constata l’ermeticità delle finestre delle abitazioni. Inoltre era stato realizzato un esperimento emettendo suoni di maggior frequenza e potenza di quelli registrati nella mostra di audio statunitense, ed era apparso evidente che non sarebbe mai stato possibile udirli all’interno dei due locali.
Pie de foto: Tenente Colonello Ernesto Pico Abello, Primo Perito Criminalista del Ministero degli Interni.
Il Tenente Colonnello Ernesto Pico Abello, primo perito criminalista del Ministero degli Interni ha spiegato al proposito: «In un raggio delle zone esterne all’installazione di 150 metri,non esistono edifici al livello delle abitazioni che permettano di collocare una fonte sonora con una potenza di 120 decibels che si consideri dannosa per l’orecchio umano, o che si possa registrare con la finestra chiusa in queste abitazioni, provocando un inquinamento acustico dannoso per gli ospiti». «Di fronte a un panorama presumibilmente incerto di aggressioni contro diplomatici statunitensi, abbiamo dovuto adottare misure di sicurezza e protezione del personale, così come la restrizione dei movimenti in territorio cubano con limitazioni di viaggio per funzionari e familiari nella maggiore delle Antille».
pie de foto: Tenente Colonnello Juan Carlos Molina Campos, Ingegnere in Telecomunicazioni del Ministero degli Interni.
Senza dubbio il comportamento è risultato totalmente differente. Una mostra di questo è stata che dopo il 17 febbraio, data in cui sono stati riportati per la prima volta gli attacchi, e sino al 26 dello stesso mese, i diplomatici statunitensi avevano notificato alla Cancelleria cubana 15 viaggi fuori dalla capitale con fini ricreativi. Tra febbraio e giugno l’ambasciata degli Stati Uniti Estados Unidos ha sollecitato un totale di 293 visti, dei quali 158 per familiari e amici dei funzionari accreditati nel’Isola, che si sono mossi liberamente per il paese in viaggi ricreativi. Di fronte a questa situazione il Tenente Colonnello Estrada Portales ha richiamato l’attenzione su un tema specifico ed ha rivelato che: «Nel momento della denuncia di quei fatti da parte della Ambasciata degli Stati Uniti, il Capo del Dipartimento di Sicurezza di questa sede diplomatica del MININT aveva invitato ad un incontro il Capo dell’Area di Sicurezza USA per indagare con lui com’erano avvenuti i fatti, per precisare i dati e sviluppare una nostra investigazione. È risultato che il funzionario nordamericano non era al corrente di quei fatti»
Ed ha aggiunto: «È molto significativo per due ragioni fondamentali: una, risultata successivamente è che questo funzionario a capo dell’area di sicurezza che quando sono stati riferiti i fatti era riportato come uno degli attaccati, e la seconda, importante come la prima, era che non conosceva l’esistenza dei presunti attacchi contro i funzionari e i loro familiari, quando la sua funzione in Cuba è precisamente preservare questi funzionari e i loro familiari».
OSTACOLI PER L’INVESTIGAZIONE
Durante questo periodo d’investigazioni è stata evidenziata la mancanza di volontà delle autorità statunitensi per cooperare al chiarimento dei fatti, perchè non hanno facilitato la consegna delle informazioni necessarie, nè hanno collaborato con le diligenze investigative del Ministero degli Interni. Nella pratica è stato solamente sperimentato l’accesso estemporaneo degli investigatori cubani agli los immobili presumibilmente colpiti e la consegna di nuove mostre di presunte aggressioni sonore.
Il Tenente Colonnello Estrada Portales ha segnalato: «Le autorità degli Stati Uniti hanno responsabilizzato Cuba con l’investigazione, la determinazione e l’eliminazione di questi fatto, senza prendersi la piena responsabilità che corrisponde loro come paese colpito, partecipando all’investigazione. Non hanno dato accesso, nè agli investigatori, nè ai fatti, informando mesi, giorni e ore dopo gli |
avvenimenti, né alle vittime nè ai testimoni. Non si può sapere quello che può apportare una vittima senza parlarle».
E ha aggiunto: «Nonostante questo, le autorità degli Stati Uniti non hanno permesso incontri con le vittime e nemmeno hanno apportato alcune dichiarazioni che avevamo chiesto loro, non solo per un so nel senso stretto dell’investigazione politica, ma anche per portarle agli esperti, agli uomini di scienza, agli specialisti, perché potessero analizzare quello che le vittime riferivano sull’avvenimento dei fatti denunciati. I diplomatici statunitensi colpiti dai presunti attacchi acustici, costituivano le prove più evidenti da valutare per chiarire i fatti da parte degli esperti cubani. Il governo degli Stati Uniti però ha negato l’accesso a questa persone e le ha trasferite nel suo territorio, impedendo che si realizzasse un rapporto dei periti. Gli Stati Uniti non hanno nemmeno facilitato un incontro tra scientifici e investigatori cubani e lo staff medico del Dipartimento di Stato che ha visitato l’Isola per valutare i presunti danni provocati ai diplomatici. “Noi siamo sempre stati disposti, tutto il tempo, ad attendere questi pazienti, a investigare su quel che era successo. «Il Sistema di Salute cubano conta su tutte le risorse, ma realmente la cooperazione non è esistita e abbiamo avuto solo comunicazioni che nel nostro criterio non sono di esperti, su quello che era successo» ha detto il Dr. Manuel Jorge Villar Kuscevic, specialista di II Grado in Otorinolaringoiatria e Chirugia della Testa e del Collo. Il documento medico consegnato dalle autorità nordamericane con la valutazione di 20 persone presumibilmente danneggiate dall’esposizione a intensi rumori è di una sola cartella, molto generale, e manca degli elementi tecnici necessari in questo tipo di documento. Il Dr. Villar Kuscevic ha aggiunto che tutta l’investigazione è stata sviluppata partendo da dati incompleti. «Non abbiamo avuto realmente un’informazione scientifica e degna di fede, per poter giungere ad una conclusione in qualsiasi senso», ha chiarito. La Dra. Álida Suárez Landrián ha dichiarato: «Le uniche cose che abbiamo ricevuto dalla controparte sono dei rapporti per niente specifici. Hanno realizzato studi vestibolari, studi audiometrici ma, dove sono gli studi? Se non vediamo gli studi, se non vediamo il risultato degli studi, come possiamo dire che quel danno è esistito o meno? Non abbiamo una base scientifica nè una base solida per poter emettere una diagnosi. E non abbiamo avuto la possibilità di far loro una visita fisica, otorinolaringoiatrica, e in maniera generale non conosciamo l’ambiente sanitario che circonda queste persone», ha affermato la Dra. Martha Beatriz Martínez Torres. Inoltre è stata ricorrente in tutto il processo la mancanza d’opportunità per riportare i presunti fatti da parte delle autorità degli USA. Tutti i fatti sono stati riferiti con ritardo, anche se il Dipartimento di Sicurezza Diplomatica del Ministero degli Interni aveva abilitato cinque numeri telefonici esclusivi per far sì che l’ambasciata degli Stati Uniti de L’Avana notificasse direttamente qualsiasi fatto. Il Tenente Colonnello Estrada Portales ha commentato: «Le autorità degli Stati Uniti hanno informato tutti i fatti con ritardo e parzialmente. Il 25 aprile avevano informato di un fatto avvenuto, si presume, 30 giorni prima, il 30 marzo. Il 6 aprile alle 14:00, l’ambasciata aveva informato di un fatto avvenuto, dicevano, nella notte precedente, e quando le nostre forze si presentarono nel luogo per realizzare l’investigazione, non permisero loro di vedere le presunte vittime, né l’interno del luogo del fatto. In questo modo avevano ostacolato lo sviluppo delle azioni politiche che corrispondono fare chiarezza, nonostante il ritardo dell’informazione». Anche se i presunti attacchi con rumori, si vincolano ad aree e tecnologie poco conosciute in Cuba, le autorità statunitensi non hanno dato risposta alla domanda cubana di realizzare uno scambio tecnico a livello di esperti, né hanno facilitato l’utilizzo delle loro tecnologie nel campo delle registrazioni dei suoni e degli infrasuoni. È contradditorio che gli Stati Uniti non abbiano voluto cooperare pienamente a questo livello quando si conoscono esperienze positive nelle aree della sicurezza, come contro il narcotraffico, il lavaggio del denaro, il terrorismo, la maggioranza in un ambiente dove non esistono relazioni diplomatiche e questo mette in evidenza i risultati, quando esiste una volontà politica reale. Un esempio è stat ala collaborazione bilaterale nel 2013, nell’area delle Tecnologie dell’Informazione e le Comunicazioni, quando si registrarono azioni di ciber attacchi contro installazioni tecnologiche e militari statunitensi. In quell’incidente le macchine cubane furono precedentemente controllate dall’estero per utilizzare le infrastrutture nazionali come ponti e presentare l’Isola come presunta attaccante In quell’occasione si realizzarono scambi bilaterali a livello tecnico, d’operazione e politico, che permisero un rapido chiarimento dei fatti ed anche la realizzazione di precise investigazioni da parte delle autorità statunitensi. Il Teniente Coronel Estrada Portales ha riflettuto: «Come abbiamo reiterato ai funzionari degli USA, questa è un’investigazione in pieno sviluppo. Ma per far sì che si giunga a risultati è imprescindibile la partecipazione piena e responsabile delle autorità di questo paese; che permettano l’accesso ai loro esperti che hanno partecipato alle investigazioni per la loro parte, che permettano d’accedere alle dichiarazioni dei testimoni, che permettano d’accedere alle dichiarazioni reali delle vittime su quel che è avvenuto, quali sono stati i sintomi e gli altri dettagli che sono imprescindibili per le azioni della polizia che vanno sviluppate, oltre che per le azioni da eseguire da parte del gruppo multidisciplinare degli esperti che sta partecipando a questa investigazione». Attualmente, dopo ripetute richieste della parte cubana, abbiamo ottenuto solo la cooperazione con le agenzie specializzate statunitensi per le investigazioni dei fatti in questione. Sino ad ora non è stato possibile lo scambio con lo staff medico che ha esaminato le presunte vittime, nè con gli esperti in temi tecnologici e acustici. Nei mesi di giugno, agosto e settembre del 2017 sono avvenuti nell’Isola tre incontri tra specialisti degli Stati Uniti e le controparti cubane. ..segue ./.
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