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La VOCE ANNO XIX N°8

aprile 2017

PAGINA F         - 38

Deir ez Zor, Siria. Un nome che dovrebbe far vergognare tutto l’Occidente.

Una catastrofe umanitaria nascosta, la complicità verso una tragedia ignobile

A cura di Enrico Vigna, 14 marzo 2017



Padre Elias Janji, prete armeno cattolico siriano sui mezzi di informazione occidentali: “I media europei ci hanno tradito, non dicono la verità”.

Deir ez Zor o Deir Ezzor, una città nel governatorato omonimo della Siria orientale, era la settima più grande città del Paese; situata a circa 450 km da Damasco, situata sulle rive del fiume Eufrate, aveva circa 215.000 residenti. La maggioranza dei suoi abitanti è formata da arabi musulmani, oltre a una forte e radicata comunità armena siriana; a Deir ez Zor convivevano tutti insieme sunniti, assiri siriaci, arabi e kurdi e cristiani.

La città prima e dopo gli scontri

La città era famosa sopratutto per un bellissimo antico ponte sull’Eufrate ora distrutto, e per la “Chiesa Memoriale del Genocidio Armeno”, una chiesa che ricordava il massacro di decine di migliaia di armeni, avvenuto proprio sulle rive del fiume, i quali erano sopravvissuti al genocidio turco, che ogni anno il 24 aprile ospitava migliaia di pellegrini armeni per commemorare il genocidio.

Il memoriale è stato distrutto dai terroristi di ISIS e di Al Nusra il 21 settembre 2014.

Anche il Ministro degli Esteri armeno Nalbandian ha denunciato questa distruzione e ha invitato la comunità internazionale a intervenire al fianco della Siria contro il terrorismo.

Vi era anche l’importante Museo dove erano custoditi migliaia di pezzi archeologici risalenti al tempo della antica Mesopotamia, anch’esso attaccato e semi distrutto; nel 2015 il governo aveva portato via molti pezzi. Oltre a due Università e un Politecnico, tutto distrutto dai terroristi.

Una città dove oltre 100.000 persone sono intrappolate da tre anni da un assedio dei terroristi dell’ISIS; oltre centomila bambini, donne, anziani senza acqua, cibo, medicine, luce, riscaldamento se non quei pochi approvvigionamenti che l’Esercito Arabo Siriano e le Forze di Difesa Nazionale riescono, mediante via aerea, a far arrivare alla popolazione periodicamente.

Quanti, in questi anni nel nostro paese o in occidente, hanno sentito levarsi voci, articoli, denunce, indignazioni, presidi per questa città martoriata da 5 anni! Una catastrofe umanitaria occultata.

Forse per i cantori dei “diritti umani”, della democrazia, dei “diritti civili”, della “pace” nostrani, queste donne, questi bambini, questi civili di Deir ez Zor, non sono esseri umani?

Forse per i nostri giornalisti “democratici” narrare e documentare la tragedia, non fa indici di ascolto bene accolti? Forse perché in questi anni oltre alla popolazione civile che ha subito orridi massacri di massa, ha avuto a sua difesa e scudo, perdendo centinaia di eroici soldati, soltanto l’EAS, le Forze di Difesa Nazionale e le milizie popolari dei villaggi.

O forse perché dovrebbero raccontare che il 17 settembre 2016 gli USA hanno fatto dei raid aerei su obiettivi ISIS, ma in realtà hanno colpito unità dell’Esercito siriano, uccidendo 62 soldati, nonostante la Russia avesse avvisato i comandi USA, che quello era un sito controllato del governo di Damasco e ferendone altre decine. Subito dopo (che casualità), l’ISIS ha attaccato l’area conquistandola e tagliando in due la città.

..segue ./.

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