La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 1704

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU


La VOCE ANNO XIX N°8

aprile 2017

PAGINA C        - 35



http://www.resistenze.org/sito/os/ip/osipgc28-017727.htm        A cura di Andrea Martocchia

L'Italia, i brevetti e la necessità di nuove politiche industriali

Roberto Romano, Sergio Ferrari | economiaepolitica.it

24/03/2016

L'EPO (European Patent Office) ha presentato il 6 marzo 2016 il suo rapporto annuale sui brevetti depositati presso il suo istituto. Sebbene i brevetti siano solo parzialmente un indicatore della propensione all'innovazione di un Paese, indiscutibilmente fotografano l'atteggiamento delle imprese rispetto agli investimenti nella ricerca e alla loro tutela.

Nonostante la crescita complessiva del 6,1% dei brevetti depositati tra il 2014 e il 2015, la quota percentuale sul totale vede l'Italia su un modesto 2%, contro valori dell'11% della Cina, del 6% della Corea, dell'11% della Germania, del 18% del Giappone, per arrivare al 24% degli Stati Uniti. In termini di domande di brevetti per milione di abitanti, ci troviamo a livello mondiale al diciottesimo posto e nessuna nostra impresa compare tra le prime 25.

L'Italia continua a spendere una piccola frazione di ciò che spendono gli altri Paesi in ricerca e sviluppo, gli ultimi dati parlano di un modesto 1,3%, e ciò in parte spiega perché il PIL è crollato del 10% durante il periodo della lunga recessione (2007-2014). Infatti, la ripartizione internazionale dei brevetti è proporzionale agli sforzi fatti dai Paesi e dalle imprese in questa direzione. Se poi guardiamo ai singoli campi "economici" dei brevetti – comunicazione digitale, computer, macchinari elettrici e apparati, misurazione, chimica organica, motori e turbine, biotecnologia, farmaceutica – possiamo quasi toccare con mano il ritardo (arretramento) dell'Italia. Solo nella farmaceutica e nei motori e turbine raggiungiamo il 3% dei brevetti totali. Nella farmaceutica ci collochiamo dietro a Germania (9%), Francia (7%), Svizzera (7%), Giappone (5%) e gli inarrivabili Stati Uniti (38%). Nei motori e turbine siamo dietro a Germania (23%), Stati Uniti (33%) Giappone (14%) e Francia (5%). Nei settori emergenti come la biotecnologia l'Italia rappresenta addirittura un misero 1% del totale dei brevetti, e questa sono evidentemente tecnologie che cambieranno non poco il futuro industriale dei Paesi. Per tutti gli altri settori l'Italia rappresenta un modesto 2%, collocandosi spesso dietro ai paesi emergenti.

Anche se consideriamo la meccanica strumentale – uno dei settori storicamente di forza del nostro sistema industriale – dove abbiamo registrato un crollo della produzione del 22% a seguito della crisi generale, le cose non vanno meglio. In questo settore l'Italia intercetta sempre il 2% del totale dei brevetti EPO, contro il 18% della Germania e degli Stati Uniti, il 21% del Giappone.

Come la buona stampa riesca a ricavare elementi di soddisfazione da questo quadro è un interrogativo che solleva ulteriori domande sul tema dell'informazione, che richiede altre analisi, certamente non positive per giudicare la situazione politica-culturale del nostro Paese.

In questa occasione è sufficiente ricordare come l'andamento dei brevetti del nostro paese conferma un declino che trova origine nel ritardo della nostra cultura industriale. Una questione complessa e che ha origini lontane. Certo è che l'accumulo dei ritardi ha prodotto effetti strutturali non rimediabili con i tradizionali interventi degli incentivi finanziari per le imprese. Infatti, le nostre imprese inseguono un modello di specializzazione produttiva che è stato occupato progressivamente da paesi ormai competitivi anche sul piano tecnologico, oltre che su quello del costo del lavoro. Per superare questi limiti strutturali e per guardare oltre agli attuali vincoli tecnologici, occorrono ampi investimenti a sostegno della ricerca delle imprese, ma non a pioggia e non finalizzato alla "semplice" resistenza nell'esistente. Occorrono capacità e strumenti tali da avviare i necessari cambiamenti tecnologici e strutturali. A questo fine è necessaria una azione politica di respiro molto ampio, incominciando da un intervento massiccio nella ricerca pubblica e da una politica industriale articolata e programmata.

Total European patent filings, breakdown by applicant residence
Origin20152014% change 2015 vs. 2014Share in total filings 2015
EPO97.24495.9331,4%35%
Germany31.67031.691-0,1%11%
France13.37013.1941,3%5%
Netherlands8.4518.1633,5%3%
Switzerland8.3547.9614,9%3%
United Kingdom7.0956.9172,6%3%
Sweden5.0755.083-0,2%2%
Italy5.0344.7446,1%2%
Other EPO member states18.19518.1800,1%6%
United States65.75470.681-7,0%24%
Japan50.59749.0073,2%18%
China, People's Republic of31.50426.43719,2%11%
Korea, Republic of18.21516.52810,2%6%
Others15.55315.781-1,4%6%
Total278.867274.3671,6% 
Analysis based on the European patent filings 2014-2015 (Direct European filings under the EPC and international filings under the PCT)
Statistics are based on the first-named applicant.
EPO Top 25 applicants 2015
RankCompanyApplicationsChangeOrigin
1PHILIPS2.4023,7%EPC
2SAMSUNG2.366-6,9%KR
3LG2.09127,7%KR
4HUAWEI1.95322,1%CN
5SIEMENS1.894-11,2%EPC
6UNITED TECHNOLOGIES1.869110,0%US
7QUALCOMM1.70516,9%US
8ROBERT BOSCH1.4933,8%EPC
9BASF1.384-9,5%EPC
10GENERAL ELECTRIC1.31657,0%US
11ERICSSON1.283-4,8%EPC
12INTEL1.039-1,4%US
13TOYOTA MOTOR1.0349,1%JP
14MICROSOFT92125,5%US
15BAYER8778,4%EPC
16SONY875-7,1%JP
17ZTE87077,9%CN
18NOKIA866-16,7%EPC
19PANASONIC856-5,0%JP
20JOHNSON & JOHNSON79911,4%US
21TECHNICOLOR7693,2%EPC
22DSM760-11,0%EPC
23CANON7250,3%JP
24HONEYWELL71315,2%US
25AIRBUS667-1,5%EPC
Analysis based on European patent applications filed with the EPO in 2015 (Direct European applications and International (PCT) applications entering the European phase in 2015)

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 1704

 La VOCE  COREA  CUBA  JUGOSLAVIA  PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.