Il
pensiero matematico e scientifico del ‘700, stimolato dal
diffondersi dell’illuminismo, ebbe uno dei suoi centri più
fecondi in Svizzera, ed in particolare nell’ università
di
Basilea,
già nota per aver ospitato due secoli prima il grande
riformatore Erasmo da Rotterdam. Per oltre due secoli, a partire
dalla seconda metà del ‘600, l’università
fu dominata da una serie di matematici e fisici, in gran parte membri
di una stessa famiglia: i Bernoulli.
I
primi due notevoli rappresentanti di questa famiglia furono i
fratelli Jacques
(1654-1705) e Jean
(1667-1748).
Entrambi si ispirarono al pensiero matematico di Leibnitz e
svilupparono e diffusero l’analisi matematica infinitesimale.
Il più importante rappresentante della famiglia fu il
secondogenito di Jean, Daniel
Bernouilli
(1700-1782), emigrato poi a S.Pietroburgo alla corte dello zar
autocrate e progressista, Pietro il Grande, che aveva fondato
un’accademia delle scienze nell’allora capitale della
Russia, nel tentativo di modernizzare e fornire di una scienza
moderna il suo paese ancora arretrato.
Oltre
a sviluppare la matematica nei settori dell’analisi
infinitesimale, del calcolo delle probabilità e dell’algebra
(come faranno anche i suoi nipoti e discendenti), Daniel ci ha
lasciato in eredità il trattato “Hydrodinamica”,
in cui ha gettato le fondamenta dell’idraulica moderna. Tutti
gli studenti di ingegneria e fisica conoscono l’equazione
fondamentale dell’idraulica sviluppata
dallo scienziato svizzero, secondo cui, in un condotto privo di
attrito e di dispersioni energetiche dovute a particolari moti
irregolari, in ogni punto del fluido resta costante la somma di tre
termini che rappresentano in realtà in modo semplificato ed
elegante tre tipi di energia: l’energia “potenziale”
dovuta all’altezza su un livello di riferimento (ad es. quello
del mare), l’energia “cinetica” dovuta alla
velocità (e proporzionale al quadrato della velocità),
e l’energia dovuta alla pressione. L’equazione non è
altro che un caso particolare del principio
di conservazione dell’energia,
che sarà messo a punto nella sua generalità da Joule ed
altri valenti scienziati solo a metà dell’800.
Allievo
geniale di Jean Bernouilli a Basilea fu Leonard
Euler
(italianizzato in “Eulero”:
1707-1783) che fin da giovanissimo mostrò la sua propensione
alla matematica, fino a diventare uno dei maggiori matematici di ogni
epoca. Trasferitosi anch’egli a S.Pietroburgo così come
Daniel Bernouilli ed un altro famoso matematico tedesco, Christian
Goldbach
(1690-1764), dopo 10 anni passò a Berlino alla corte di un
altro celebre monarca illuminato, Federico II, salvo poi tornare a
S.Pietroburgo dove, coperto di fama e di onori, benchè
divenuto cieco, continuò a produrre idee matematiche e
scientifiche fino alla morte.
Nel
campo della matematica Eulero si distinse nello studio delle serie
numeriche infinite e della loro convergenza o divergenza (ovvero se
la somma dei loro infiniti termini fosse un numero finito o
infinito). In quest’ambito risolse il cosiddetto “problema
di Basilea” determinando che la somma della serie 1 + 1/4+ 1/9
+ 1/16 ….. era “pi greco” al quadrato diviso 6,
risultato che stupì il mondo scientifico. Si interessò anche
ai limiti cui tendevano le espressioni numeriche comportanti infiniti
termini ed elaborò nuove funzioni e costanti numeriche
caratteristiche, come la cosiddetta funzione “gamma” , la
funzione “z” e la costante “gamma” (detta
anche costante con Eulero-Mascheroni in quanto elaborata anche dal
matematico italiano di quel nome). Elaborò una formula
che
metteva in relazione le note funzioni trigonometriche di “seno”
e “coseno” con i numeri complessi, ovvero quei numeri
costituiti da una parte “reale” ed una “immaginaria”
perché contenente un fattore
|
apparentemente assurdo come la
radice quadrata di un numero negativo (-1), fattore che lo stesso
Eulero indicò con la lettera “i” (immaginario).
Questi studi, ben lungi dall’essere pure disquisizioni
teoriche, hanno permesso, anche con i successivi apporti di altri
matematici, come Lagrange e altri, di effettuare calcoli utilissimi
per risolvere problemi di fisica moderna, di calcolo delle
probabilità, ecc.
Ad
esempio la funzione “gamma” si usa nel calcolo
combinatorio, nelle distribuzioni di probabilità usate anche
in fisica, nelle integrazioni esponenziali usate nella fisica
atomica, in astrofisica, nella dinamica dei fluidi. La funzione “z”
è in relazione ai numeri primi ed è stata poi estesa da
Riemann
ai numeri complessi dando luogo alla celebre “congettura
di Riemann”
ancora irrisolta. La costante “gamma” è stata
usata in elettodinamica quantistica dal fisico statunitense premio
Nobel Feynman nella seconda metà del ‘900. Oltre alla
notazione “i” , oggi vengono usate normalmente anche
altre notazioni rese famose da Eulero (anche se non tutte inventate
da lui), come la costante “e”, base dei logaritmi
naturali e anche limite di notevoli funzioni, la celebre costante
irrazionale trascendente “pi greco”, la notazione y =
f(x) per indicare le funzioni matematiche, ecc.
Nel
campo della teoria dei numeri, Eulero dimostrò la fallacia
della congettura, sostenuta da Goldbach, secondo cui i cosiddetti
numeri di Fermat - ricavabili da una formula del matematico francese
- fossero tutti primi. Elaborò una formula più semplice
ed elegante dell’altra congettura, ancora oggi nota come
congettura
di Goldbach,
tuttora indimostrata, secondo cui ogni numero pari superiore a 2 può
essere espresso come somma di 2 numeri primi.
In
collaborazione con l’inglese MacLaurin,
Eulero elaborò anche un’utilissima formula che trasforma
integrali di funzioni (facenti parte della matematica infinitesimale)
in somme di quantità discrete (ovvero finite). Nel campo della
matematica infinitesimale, il grande matematico svizzero sviluppò
il cosiddetto calcolo
delle variazioni
(connesso con il problema dei massimi e dei minimi di una funzione e
con il
principio di “minima azione”
sviluppato da
Fermat
e Maupertuis,
ed utilissimo in fisica in quanto indica che la natura segue sempre
la strada più semplice e meno dispendiosa; il calcolo fu
successivamente perfezionato dall’italiano Lagrange
in accordo con lo stesso Eulero), metodi di risoluzione di equazioni
differenziali (cioè contenenti quantità infinitesime)
sia a derivate ordinarie che a derivate parziali, per le quali
sviluppò un fondamentale “teorema di inversione”,
alcuni metodi di risoluzione delle equazioni “diofantee”
a soluzioni intere (già studiate nell’antichità
da Diofanto). Sempre in questo campo dette un contributo decisivo
nell’elaborazione della “Regola dell’Hopital”
attribuita al ricco marchese dell’Hopital che in realtà
finanziò lautamente il matematico svizzero per la sua
“consulenza”. In campo geometrico Eulero elaborò
una elegante formula che mette in relazione i numeri delle facce (C),
dei vertici (V) e degli spigoli (A) di un poliedro: C – A + V =
2.
Un'altra
curiosa sfida “impossibile”che rese famoso Eulero fu la
risoluzione del problema di come effettuare un giro chiuso completo
della città di Konigsberg passando una sola volta sui suoi 7
ponti intrecciati in maniera assai complicata. Eulero risolse il
rompicapo con un metodo grafico da lui messo a punto (metodo dei
grafi). Ricordiamo infine che Eulero fu anche fisico e astronomo, un
vero brillante genio dell’età illuminista europea.
|