LA
SVOLTA MACCARTISTA IN ITALIA AL SERVIZIO DEL SIONISMO E
DELL’IMPERIALISMO
Succedono
in Italia cose che sembrano riportarci ai tempi oscuri del fascismo o
del maccartismo, o forse nell’Ucraina nazista o nell’Arabia
Saudita dei fanatici wahabiti.
Non
bastava il progetto di legge bipartizan (sono firmatarie anche un
paio di parlamentari del PD, una ex 5 Stelle e vari parlamentari di
Forza Italia) per colpire con pene detentive e multe salatissime chi
diffonde nella rete notizie che le autorità considerano
“controverse” (ma senza colpire i grandi giornali e le
TV nazionali che possono continuare a dire tutte le bugie che
vogliono).
Ora
esiste (già dal 2015) anche un Disegno di Legge N. 2043
diretto esplicitamente contro il movimento pacifico di Boicottaggio,
Disinvestimento e Sanzioni che si oppone alla politica
discriminatoria e persecutoria dello stato colonialista israeliano
nei riguardi della popolazione originaria della Palestina. Sono
firmatari di questo incredibile progetto liberticida anche due
parlamentari del PD (Fattorini e Corsini). Nel disegno l’antisionismo
viene ovviamente equiparato all’antisemitismo e quindi al
razzismo; Israele viene definito come stato confessionale “ebraico”
e sono previsti fino a 4 anni di galera a chi partecipa a movimenti
che invitano al boicottaggio dell’entità sionista, e
fino a 6 anni per gli organizzatori.
Nessun
accenno viene fatto per ricordare che il boicottaggio - una pratica
politica del tutto pacifica come indicato nel bel libro di Alfredo
Tradardi e Diana Carminati sull’argomento (1) - fu uno dei
mezzi usati per far cessare la politica dell’apartheid in
Sudafrica. Seguendo le indicazioni dell’ex presidente
Napolitano e dell’ex presidente del consiglio Renzi, si finge
di ignorare che il sionismo è un’ideologia fascistoide,
razzista e colonialista, il cui nucleo centrale consiste nel fatto di
riconoscere ad un gruppo religioso particolare il diritto di andare a
colonizzare una terra abitata da un’altra popolazione, che va
quindi repressa e scacciata dalle proprie sedi.
L’equiparazione
tra apartheid e sionismo è del tutto lecita e giustifica
ampiamente tutte le azioni di boicottaggio. Israele nel 1948 scacciò
con la forza oltre la metà della popolazione della Palestina e
non ha mai attuato la dellONU N. 194 del dicembre 1948 che
riconosceva il diritto dei profughi di tornare alle loro case ed
essere ricompensati per i danni subiti. Nel 1967 Israele occupò
anche le terre palestinesi risparmiate nel ’48 (Cisgiordania e
Gaza) e rifiutò di ottemperare alla risoluzione 242 dell’ONU
che gli prescriveva il ritiro dalle zone occupate. La costruzione
continua di colonie illegali all'interno dei territori occupati rende
ormai impossibile la nascita di uno stato palestinese, come previsto
dagli accordi di Oslo del 1993. Il sequestro illegale di tutte le
fonti d'acqua della
Cisgiordania crea enormi difficoltà alla
popolazione palestinese, specie per l'agricoltura e la pastorizia. Il
taglio illegale di milioni di ulivi in Cisgiordania, principale
ricchezza dei territori palestinesi, si accompagna all’espulsione
continua di Arabi e Beduini da numerose zone occupate per presunte
ragioni di
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"sicurezza" e per la costruzione di nuove
colonie. I processi frequenti di fronte a tribunali israeliani di
Palestinesi che si oppongono all'occupazione, cui sono comminate
condanne pesantissime, fanno sì che la popolazione carceraria
palestinese sia una delle più alte del mondo. Frequente è
l’uccisione da parte degli occupanti di gente che protesta.
Ultimamente
abbiamo assistito all’annessione illegale della parte Est di
Gerusalemme, per cui gli abitanti palestinesi di questa zona ora sono
all'interno dello stato d'Israele, ma senza diritto di cittadinanza,
e quindi non come persone di pari diritti. Nonostante la risoluzione
2334 del 27.12.2016 del Consiglio di sicurezza dell’ONU
dichiari le colonie illegali, Israele nel febbraio scorso ha
promulgato una legge che dichiara legali retroattivamente altri 4000
alloggi per ebrei costruiti recentemente nei territori occupati.
Il
disegno di legge si accompagna ad una serie impressionante di divieti
che autorità politiche e locali e dirigenze universitarie, e
persino associazioni pseudo-democratiche, hanno recentemente imposto
ad una serie di manifestazioni culturali e pacifiche indette in
relazione al dramma della Palestina. Ricordiamo il divieto di tenere
un convegno in Campidoglio a Roma dopo il voltafaccia del consigliere
Stefano Fassina, il divieto di rappresentare tre film palestinesi ed
uno spettacolo in ricordo di Rachel Corrie al cinema Aquila a Roma su
richiesta di consiglieri locali del PD, il divieto di rappresentare
un altro film al cinema Palladium e di tenere un convegno
all’università La Sapienza, un analogo episodio avvenuto
a Biella in una sede dell’ANPI. Tutti questi episodi avvengono
su pressioni dell’ambasciata israeliana e di gruppi sionisti
italiani cui tutte le autorità italiane obbediscono vilmente.
L’ultimo episodio è una grottesca lettera del
vice-ambasciatore d’Israele pubblicata, con grande rilievo, in
prima pagina, dal compiacente direttore del Mattino di Napoli in
seguito ad un convegno sulla Palestina programmato in quella città
, in cui il diplomatico afferma incredibilmente che l’occupazione
israeliana della Palestina ha fatto ottenere ai Palestinesi
“l’indipendenza”! Evidentemente i sionisti
considerano quei pochi limitati nuclei di Palestina amministrati
dall’Autorità Nazionale Palestinese sotto la continua
minaccia dell’esercito israeliano come uno stato palestinese
già esistente.
Una prima risposta
pubblica a questo giro di vite maccartista e alle ingerenze di uno
stato colonialista straniero, protetto dagli USA e dalla NATO, nel
nostro paese sarà data il 25 Aprile, giorno della Liberazione
e della resistenza dei popoli, con la partecipazione di uno spezzone
per la libertà della Palestina al corteo indetto dall’ANPI.
Sarebbe opportuno che i sostenitori della causa palestinese e della
liberazione di tutti i popoli oppressi intervengano numerosi e decisi
a non farsi strappare l’occasione di inneggiare alla Palestina
Libera.
D.
Carminati, A. Tradardi, “Boicottaggio, Disinvestimento,
Sanzioni, una pratica non violenta”, ed. Derive/Approdi.
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