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La VOCE ANNO XIX N°8

aprile 2017

PAGINA 3         - 15


Gli Stati Uniti minacciano un attacco militare nella penisola coreana di Wevergton Brito Lima

di Wevergton Brito Lima* | da resistencia.cc

Traduzione di Marx21.it

Gli Stati Uniti minacciano la Corea Popolare di un attacco militare e fanno crescere la tensione nella penisola coreana

Il 17 marzo, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Rex Tillerson, ha minacciato direttamente la Repubblica Popolare Democratica di Corea. Secondo Tillerson, un attacco militare contro questo paese è un’opzione “che è sul tavolo”.


Tillerson ha detto che la politica della “pazienza strategica” dell’ex presidente Barack Obama verso il programma nucleare di Pyongyang è finita.

La minaccia di Tillerson è stata avanzata nella stessa settimana in cui gigantesche esercitazioni tra USA e Corea del Sud, battezzate “Key Resolve e Foal Eagle”, hanno fatto crescere la tensione nella penisola coreana. Secondo l’agenzia di notizie della Corea Popolare, KCNA, oltre controllare l’arsenale nucleare che è stato installato nelle basi della Corea del Sud, gli Stati Uniti dalla fine del 2016 hanno portato in questo paese (in pratica una colonia occupata da migliaia di soldati statunitensi) più di 6 milioni di tonnellate di munizioni e armamenti. Di fronte a ciò, non resta alternativa, secondo la KCNA, se non “il giusto diritto di uno Stato sovrano all’autodifesa”. Sempre secondo l’agenzia, “grazie alla dissuasione nucleare difensiva è stato possibile preservare la pace nella penisola coreana di fronte alle manovre estreme dell’imperialismo yankee per provocare la guerra”.

Da parte sua, Tillerson ha assicurato che “certamente non vogliamo che le cose conducano a un conflitto militare (ma) se crescerà la minaccia del loro programma di armamenti ad un livello che riterremo esiga l’azione, tale scelta è sul tavolo”.

La contraddittoria “prudenza” di Tillerson è spiegata, secondo l’agenzia Reuters, “dal rischio di iniziare una guerra regionale e provocare gravi perdite in Giappone e nella Corea del Sud tra decine di migliaia soldati statunitensi insediati nei due paesi alleati”.

La storia insegna

E’ stato affrontando la Corea Popolare (1950-1953) che gli Stati Uniti hanno subito la prima sconfitta militare in una guerra. Per cercare di sconfiggere l’eroico nemico, gli USA e i loro alleati usarono massicciamente i bombardamenti contro obiettivi civili anche con armi chimiche e batteriologiche. Le forze dei fantocci sud coreani si fecero conoscere per la barbarie, allegramente incoraggiata dagli “alleati” statunitensi.

Nonostante ciò, però, costoro dovettero ritirarsi vergognosamente. L’armistizio di Panmunjom, firmato il 27 luglio 1953, rappresentò una evidente sconfitta dell’imperialismo americano, che ha avuto 150.000 morti e feriti tra i soldati.

Il vero obiettivo

Sebbene la retorica del governo Trump presenti come suo bersaglio la Corea Popolare, tutti sanno che il vero obiettivo delle manovre degli Stati Uniti nella penisola coreana è la Cina. Con il pretesto di “affrontare la minaccia della RPDC”, gli Stati Uniti progettano di installare il sistema di difesa aerea Terminal High Altitude (THAAD), uno scudo antimissilistico che blocca totalmente la Cina e non manca di condizionare la Russia.

Già nel 2016, tanto la Cina quanto la Russia avevano avvertito gli Stati Uniti di essere a conoscenza dello stratagemma. Il 15 febbraio dell’anno scorso, la Cina aveva sottolineato che “questa misura (l’installazione dello scudo antimissilistico) non sarà utile per allentare le tensioni attuali e non favorirà la conservazione della pace e della stabilità nella regione, ma al contrario, pregiudicherà gli interessi strategici della sicurezza della Cina”. Il giorno dopo Pechino aveva espresso la sua “ferma opposizione ai tentativi dei paesi implicati (USA, Corea del Sud e Giappone) nel pregiudicare gli interessi strategici e di sicurezza della Cina, utilizzando la questione nucleare come pretesto”. Con lo stesso tono la Russia aveva denunciato che gli esperimenti nucleari della RPDC “erano stati un buon pretesto per annunciare l’inizio dei negoziati (sullo scudo antimissilistico nella penisola coreana)”.

Il segretario di Stato del governo Trump è oggi (18 marzo) a Pechino, dove cercherà di “esercitare pressione” sul governo cinese perché sia più assertivo nella sua condotta con Pyongyang.

Tillerson, ex dirigente di un’impresa petrolifera senza esperienza diplomatica, dovrà usare tutta la sua abilità per convincere la Cina che l’unica preoccupazione degli Stati Uniti è per la pace nella penisola coreana, cosa poco probabile, poiché i dirigenti cinesi conoscono la storia e sanno che cosa è veramente in gioco.

*Giornalista, membro della Commissione di Politica e Relazioni Internazionali del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

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Corea democratica accelera il programma nucleare

di sitoaurora

Sputnik 21/03/2017 Un inviato della Corea democratica ha detto a Reuters che il Paese è immune alle sanzioni degli Stati Uniti volti a staccare Pyongyang dalle istituzioni finanziarie globali e che l'“accelerazione” dei programmi missilistici e nucleare è imminente.
Choe Myong Nam, Viceambasciatore della Corea democratica alle Nazioni Unite, ha detto che il picco di attività prevede un lavoro sul missile intercontinentale balistico (ICBM) e lo sviluppo della "capacità di primo attacco preventivo". Reuters riferiva che la Casa Bianca potrebbe tentare di frenare le attività di sviluppo delle armi della Repubblica democratica di Corea, emanando sanzioni radicali, citando un alto funzionario di Washington. Chiamando le sanzioni "odiose e disumane", Choe ha detto, "Penso che questo derivi dalla visita del segretario di Stato degli USA Rex Tillerson in Giappone, Corea del Sud e Cina... Noi, naturalmente, non abbiamo paura di atti del genere... anche il divieto delle transazioni internazionali del sistema finanziario globale, fa parte del loro sistema che non spaventa né fa alcuna differenza". Choe ha anche criticato le esercitazioni militari congiunte attualmente in corso tra Corea del Sud e Stati Uniti, un atto che la Corea democratica vede come prova generale dell'invasione, denunciando le osservazioni di Tillerson che implicavano pesantemente un'imminente risposta militare alle tensioni con Pyongyang. Ha sostenuto che "Tutto ciò di cui Tillerson parlava erano le azioni militari degli Stati Uniti contro la Corea democratica... Alla luce delle enormi forze militari coinvolte nelle esercitazioni congiunte, non abbiamo altra scelta che continuare la piena accelerazione dei nostri programmi nucleari e missilistici. A causa delle attività ostili di Stati Uniti e Corea del Sud". Choe non ha detto nulla sui dettagli della prova del motore a razzo nordcoreano, dicendo solo che è un passo positivo dal suo Paese che avrebbe, senza dubbio, portato a "risultati fruttuosi". "Vi posso dire di certo che i missili balistici intercontinentali della Corea democratica saranno lanciati in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo secondo la decisione della nostra Suprema Leadership", ha detto.
C'era preoccupazione ultimamente su Pyongyang vicina allo sviluppo di un'arma che può raggiungere gli Stati Uniti, ma Choe dice che la Corea democratica semplicemente si prepara a contrastare l'attacco imminente da Washington. Il Nord aveva minacciato di ridurre gli Stati Uniti in "cenere" se "anche un singolo proiettile" viene sparato verso Pyongyang.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
SitoAurora - AuroraSito

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